Archivio per Ottobre 2010

Fiat: Marchionne ha ragione e non va demonizzato

postato il 25 Ottobre 2010

Marchionne non va demonizzato, anche se la Fiat ha ricevuto ingenti contributi dallo Stato, ha cento ragioni, come quando parla di perdita della competitività in Italia o degli stranieri che non investono nel nostro Paese o della grande angoscia in cui versano i giovani costretti ad andare all’estero.
Dice cose sacrosante, non riesco a dargli torto. Bisogna guardare in faccia la realtà, non illudersi che sia diversa. Altrimenti l’alternativa per i lavoratori italiani e’ che si tiri giù la saracinesca delle aziende targate Fiat in Italia e si vada in Serbia.

Pier Ferdinando

9 Commenti

Governo: forze responsabili prima o poi insieme

postato il 25 Ottobre 2010

Se domani si votasse, noi andremmo da soli

Se in questo nostro Paese non mettiamo insieme, prima o poi, le forze responsabili non riusciremo ad affrontare in modo concreto, con provvedimenti anche impopolari, le tante emergenze. La paura e lo sguardo costante puntato verso le elezioni non portano a nulla. Se il premier e Bossi in modo irresponsabile, al cospetto di una situazione di grave crisi economica e finanziaria internazionale, decideranno di sciogliere le Camere, le altre forze presenti in Parlamento non faranno le belle statuine ma si prenderanno la responsabilità di governare questo Paese.
E se domani si votasse noi andremmo da soli, non abbiamo intenzione di allearci con il Pdl o con il Pd. Li avevamo avvertiti che il bipartitismo e il bipolarismo avrebbero consegnato il Paese nelle mani di Bossi da un lato e di Di Pietro dall’altro. Non esiste proprio un’alleanza con due partiti perdenti.

Pier Ferdinando

3 Commenti

Governo Berlusconi: tante promesse, un intenso sapore di bugie

postato il 25 Ottobre 2010

on the road di mammamirkaBerlusconi celebra se stesso e il suo Governo attraverso i suoi successi e con nuove promesse (ricordate i 5 punti), e allora mi pongo la domanda: ma è davvero così?

Vediamo come stanno le cose e lasciamo giudicare alle persone, analizzando i cavalli di battaglia di Berlusconi. Per oggi limitiamoci a 4 punti: Alitalia, Autostrada Salerno – Reggio Calabria, Riforma della scuola, emergenza rifiuti.

La vicenda Alitalia è stata un successo: non direi proprio. Gli stessi Sabelli e Colaninno ammettono che il 2009 è andato maluccio (a volere usare un eufemismo), il 2010 sta pure andando maluccio e se nel 2011 la situzione non migliora, Cai avrà grossi problemi (e di sicuro i “Patrioti azionisti” non intendono aggiungere altri soldi e i lavoratori mugugnano (per non dire che protestano apertamente) anche per i tagli al personale effettuati tanto che avevano dichiarato uno sciopero per il 26 novembre. 
Per quanto riguarda il rimborso agli obbligazionisti e azionisti della vecchia Alitalia, dobbiamo dire che il Ministro delle Finanze ha offerto agli obbligazionisti il 70% del nominale (che però scende al 50% del reale) e agli azionisti circa 0,27 centesimi per azione, ma doveva consegnare i BTZ già per fine novembre, data slittata a fine Dicembre. Dalle notizie di stampa si apprende che entro dicembre 2010 (al massimo per il gennaio 2011) verranno dati i famosi BTZ per il rimborso. C’è da registrare che questa vicenda è stata talmente gestita male che su internet sono fiorite leggende urbane senza alcun riscontro dei fatti: c’è chi scrive che il Governo aumenterà il rimborso senza però citare fonti, ma anzi millantando inesistenti rapporti con il Consiglio dei Ministri; chi invoca vere e proprie alchime segrete, ipotizzando che vi sia un accordo sottobanco per fare entrare i vecchi azionisti e obbligazionisti nella nuova CAI; c’è infine chi afferma, in spregio al codice civile, che si aumenterà il rimborso, ma solo per chi ha aderito e noin riaprendo i termini dell’adesione.

Ma dai fatti citati (rimborso mancato, lavoratori scontenti che scioperano, conti non eccellenti, scarsa liquidità della nuova Alitalia), non direi proprio che la vicenda Alitalia sia stata un successo per Berlusconi, nonostante le sue affermazioni.

Autostrada Salerno – Reggio Calabria: il Premier afferma che entro il 2013 l’autostrada sarà completata. Affermazione perentoria che non lascerebbe adito a dubbi, ma se andiamo a scavare a fondo osserviamo che questa affermazione non potrà mai realizzarsi e resterà un pio desiderio. Infatti lo stesso presidente dell’ANAS, l’ente che gestisce le autostrade, afferma che i soldi bastano solo per l’86% del tracciato e che anzi, per finire i 60 km che mancano all’appello servirebbero altri 2,5 miliardi di euro che al momento non ci sono. Quindi, nel 2013, l’autostrada non sarà completata perchè mancano i soldi, di conseguenza, la promessa del Premier è falsa già fin dall’inizio.

Non solo, ma se consideriamo che per i lavori appaltati sono stati destinati 7,36 miliardi di euro (ovvero 7360 milioni di euro) da distribuire per 383 km (esclusi quindi i 60 km che abbiamo già menzionato e non hanno copertura), otteniamo la cifra di 19,2 milioni di euro per km, una cifra che definire esorbitante è un eufemismo.

Riforma della scuola: Berlusconi ha lanciato una riforma della scuola per premiare il merito, ridurre le spese e migliorare i servizi.

Senza eufemismi direi che l’unica cosa che ha ottenuto è stato un taglio selvaggio delle spese per la scuola, peggiorando i servizi, come affermano le mamme dei bambini, che all’inizio avevano creduto in questa riforma e che sono rimaste profondamente deluse.

E questo stesso concetto lo ribadiscono gli studenti di ogni latitudine e i docenti di tutta italia. Se un intero popolo insorge contro una riforma, direi che questa riforma è tutto fuorchè un successo.

Emergenza rifiuti: premesso che sicuramente ci vuole una maggiore cultura della raccolta differenziata in Italia, è anche vero che la raccolta differenziata, per essere effettiva, prevece a valle la costruzione di un centro di riciclo della plastica, uno per il vetro, uno per i metalli, e un inceneritore per bruciare i rifiuti residuali e ottenendo energia. Berlusconi reputa un successo la risoluzione dell’emrgenza rifiuti a Napoli, ma in realtà si limitò a forzare la riapertura di alcune discariche, dando una soluzione (e un successo) temporanea, ma non duratura, vedesi Terzigno.

E’ troppo facile liquidare queste proteste solo dicendo che “c’è la camorra dietro ai protestanti”, ma bisogna riconoscere che l’emergenza fu affrontata con superficialità e senza un piano preciso. Solo riconoscendo questa mancanza, si può sperare di approntare un paino rifiuti valido.

Non affermerei quindi che questo sia stato un successo per Berlusconi.

Da quanto detto, resta ben poco, quindi, dei “famosi successi” e delle “promesse” di Berlusconi. Nei prossimi giorni vedremo che altri punti, come il piano casa, sono stati disattesi, nonostante il battage pubblicitario che è solito accompagnare le dichiarazioni del Premier.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Gaspare Compagno

6 Commenti

Rassegna stampa, 25 ottobre

postato il 25 Ottobre 2010
I temi della giustizia, lo scontro all’interno della maggioranza, la possibilità di nuove alleanze e di governi di “unità nazionale” dominano la nostra rassegna stampa di oggi. Al centro ancora una volta il lodo Alfano, con il no deciso di Casini e dell’Udc alla reiterabilità e l’avvertimento dei costituzionalisti che dicono “l’immunità non potrà essere usata all’infinito”. Spazio poi alle dichiarazioni di Bocchino (che assicura il sostegno di FLI a un governo di unità nazionale) e di Franceschini (che si dice disponibile a un’alleanza con Fini e l’Udc). Da leggere poi gli editoriali di Cazzullo (i divorziandi della libertà), del direttore de La Stampa Calabresi (che chiede di mettere la parola fine alla vergognosa vicenda mediatica intorno all’omicidio di Sarah Scazzi) e di Oscar Giannino (che su Il Messaggero invoca un “cambio di mentalità” per il rapporto tra giovani e lavoro). Infine, Massimo Cacciari, con un intervista su l’Unità, racconta di Verso Nord e dello sgretolamento dei Poli (qui e qui i nostri aggiornamenti).

Via il lodo e trattiamo sul fisco, offerta di Bersani. Casini: no alla reiterabilità (La Repubblica)
Tv, la vita indiretta degli italiani (La Repubblica)
“Troppi attacchi al premier, i finiani non facciano gli sfasciacarrozze” (La Repubblica)
Scudo e governo tecnico, lite nella maggioranza (Corriere)
La Democrazia delle primarie alla prova credibilità (Corriere)
Il vescovo di Nola: “Non basta congelare la discarica” (Corriere)
Il rispetto del lenzuolo bianco (La Stampa)
Il pugno duro di Bertolaso (La Stampa)
Il cambio di mentalità che il Paese stenta a fare (Messaggero)
I Divorziandi della libertà (Corriere)
I costituzionalisti: “Non si può usare l’immunità all’infinito” (La Stampa)
“Governo di unità nazionale” FLI è disponibile (Corriere)
“Destra e sinistra? Io fiuto alleati e conquisto consensi” (La Repubblica)
“Alleanza costituzionale se si va al voto, pronti a un esecutivo con Fini e Casini” (La Repubblica)

Commenti disabilitati su Rassegna stampa, 25 ottobre

Arginare la rabbia

postato il 24 Ottobre 2010

C’è una belva che di notte corre per le città addormentate e penetra nelle case e poi, all’alba, si unisce al branco che batte le contrade d’Italia. Questa belva è la rabbia che la nostra società, rimbambita dalla televisione, sta vedendo riemergere da un passato lontano e ormai dimenticato. E’ una rabbia che nasce dalla povertà, dallo sfruttamento, dalla precarietà e soprattutto dalla mancanza di speranza e di futuro. E’ un sentimento che nasce nel cuore di vecchi con pensioni da fame, di adulti senza più il lavoro e di giovani depredati dei loro sogni. E’ una rabbia sacrosanta per le ingiustizie perpetrate da un sistema immobile e vorace, ma che purtroppo si sta traducendo sempre più spesso in violenza contro il sistema e anche contro se stessi.

Sono le cronache di questo tempo triste a ricordarci le frequenti esplosioni di questa rabbia: il fumogeno contro Bonanni, gli assalti e le intimidazioni a Cisl e Uil, la rivolta di Terzigno e quella dei pastori sardi, senza contare l’aumento esponenziale di suicidi fra precari e disoccupati.

Ma sono ancora segnali troppo deboli per la nostra classe dirigente, impegnata a preservare potere e privilegi, e per la intorpidita coscienza civile degli italiani; eppure c’è un’aria strana, qualcosa cova sotto la cenere di alcune vite, alcuni oltre a tirare la cinghia serrano anche i denti e i pugni per riuscire a trattenere il malcontento che cresce giorno dopo giorno. La rabbia cresce e si diffonde in particolare tra i giovani che non sono soltanto bamboccioni o aspiranti tronisti e veline, ma sono anche ragazzi e ragazze che desiderano un lavoro dignitoso e che non vogliono, con tanto di laurea appesa al muro, ridursi a lavorare in un call center. Chi può scappa via da questo insulso Paese, ma chi rimane è vittima sacrificale di una spietata dittatura generazionale, come scrisse già nel 1995 Ferruccio De Bortoli, dove i padri hanno realizzato i sogni di uguaglianza e sicurezza sociale delle vecchie generazioni a spese della gioventù attuale, che è stata caricata di uno schiacciante fardello di debito pubblico.

In un contesto clientelare e dove il pensiero critico fa fatica ad affermarsi continuano a prevalere “fuga” (la celebre fuga dei cervelli all’estero) e “accettazione passiva” (astensione crescente alle elezioni), ma la rabbia degli impotenti continua ad accumularsi. La domanda allora è la seguente: cosa accadrà quando questo sistema, che già manda sinistri scricchiolii, crollerà definitivamente?

La rabbia, quella bestia che adesso crediamo in gabbia, verrà liberata e farà strage nelle tenere carni dei corpi. Non è questa la fosca previsione dell’ennesimo profeta di sventura, ma è l’esito scontato della rabbia e della disperazione che stanno seminando a piene mani nei cuori degli italiani. C’è un modo per fermare questa corsa verso il baratro? Evitare il disastro è possibile, e se la presa di coscienza della classe politica di fronte ai problemi del Paese resta ad oggi soltanto una chimera, rimane la possibilità di incanalare la rabbia e la delusione in un sentiero democratico fatto di impegno e partecipazione. Trasformare la rabbia in passione è la sfida per chi vuole veramente salvare l’Italia; dire basta alle pastoie gerontocratiche e clientelari è quanto di più coraggioso e saggio si possa fare in questo momento per un Paese che ha disperato bisogno di riforme e di risorse per l’istruzione, la ricerca e lo sviluppo, un Paese che ha disperato bisogno di futuro.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

Commenti disabilitati su Arginare la rabbia

Fisco, giusto tassare la speculazione ma non i risparmi

postato il 24 Ottobre 2010

In un momento di crisi come questa non si puo’ parlare con tanta superficialità di tassazione delle rendite finanziarie, perché va capito e individuato bene cosa tassare. E’ giusto tassare le speculazioni finanziarie, assolutamente sbagliato colpire i risparmi degli italiani.
Bisogna mettere al riparo i risparmiatori, i bot, i cct, le tante migliaia di cittadini di ceto medio che in questo Paese investono per risparmiare.
Al contrario, è giusto colpire i grandi speculatori che fanno mordi e fuggi nella finanza.

Pier Ferdinando

9 Commenti

Rifiuti, gli spot non risolvono i problemi

postato il 24 Ottobre 2010

Gli spot non risolvono i problemi, li lasciano sul tavolo come si è visto con i rifiuti a Napoli. Detto questo, calma. Non è possibile che il tema dei rifiuti diventi l’ennesimo argomento per battibeccare destra e sinistra alle spalle dei cittadini infuriati, che non ce la fanno più ad andare avanti.
Sinistra e destra che governano Comune di Napoli, Regione e Provincia, si mettano assieme almeno una volta per risolvere un problema, perché in Campania il discredito ricade sulla politica tutta.

Pier Ferdinando

Commenti disabilitati su Rifiuti, gli spot non risolvono i problemi

Governo, rischio Grecia se getta la spugna

postato il 24 Ottobre 2010

Il ministro Sacconi ha detto che per l’Italia esiste il rischio di trovarsi di fronte a una crisi come quella greca se dovesse insediarsi un governo tecnico.
Ha ragione Sacconi, ma il suo discorso va ribaltato: rischiamo di fare la fine della Grecia se Bossi imporrà a Berlusconi di sciogliere le Camere, perché allora vorrà dire che l’irresponsabilità prevale. Questo però non certamente per colpa di chi, come noi, è coerente con gli impegni assunti con gli elettori.
In caso di un autoribaltone, per evitare pesanti conseguenze sull’economia del Paese, abbiamo il dovere di assicurare un governo al Paese, non solo per fare la legge elettorale ma per affrontare anche i temi economici e finanziari.

Pier Ferdinando

1 Commento

Rassegna stampa, 24 ottobre

postato il 24 Ottobre 2010
Ieri, a Bologna, il presidente Casini è andato in scena in versione “anti-writer”, cancellando diversi graffiti dai muri della sua città, per ricordare a tutti che basta un po’ di senso civico per tenere pulite le proprie città. Oggi, gran parte dei quotidiani che riprendono questa simbolica iniziativa, però, puntano la loro attenzione su tre passaggi chiave degli interventi del Presidente di ieri: il primo, “se Bossi e Berlusconi diserteranno, sarà nostro dovere garantire un nuovo governo”; il secondo, “15 anni fa sbagliai a credere in Berlusconi”; il terzo, “una nuova alleanza è possibile: oggi noi, con Fini e Rutelli, siamo più vicini di due anni fa”. Spazio poi ancora ai temi della giustizia, con il severo richiamo di Napolitano (“da me solo imparzialità e correttezza”) e con due analisi differenti: il Lodo è davvero “una scelta necessaria” o è solo l’ennesima prova dell'”ipocrisia” della politica? Due dossier interessanti da Repubblica, inoltre: non è vero che la Tv è di “sinistra”, e un viaggio attraverso quei lavori (sarti, cuochi o falegnami, per esempio) che nessuno vuole e che pure potrebbero essere una risposta alla disoccupazione crescente. Infine, delusione dal Governo – come avevamo pronosticato qui e qui – ha ritirato la mano dopo aver lanciato il sasso: il Decreto Pisanu anti-Wifi resta in vigore. E mentre si parla di Terzo Polo (o addirittura di Polo cattolico), c’è già chi è pronto a “collaudare” il Quarto: fantapolitica? Leggere per credere.

Casini: “Se il premier e Bossi disertano, sarà un dovere garantire un nuovo governo” (Messaggero)

Casini: “15 anni fa sbagliai a credere in Berlusconi” (Sole24Ore)

Casini snobba il Pd e rilancia: “Fini e Rutelli oggi più vicini” (QN)

Casini in versione antiwriter (Unità)

A Bologna Casini cancella i graffiti (Corriere)

Welfare, corsa a cronometro per arginare i tagli alla spesa (Avvenire)

Una protezione a tempo penalizzerebbe Silvio (La Repubblica)

Tv, la destra dilaga tra tg e talk show (La Repubblica)

Serve un polo cattolico (Avvenire)

Napolitano: “Da me imparzialità e correttezza” (Corriere)

Montezemolo “collauda” il Quarto Polo (La Repubblica)

La scelta necessaria (Corriere)

Il Lodo dell’ipocrisia (Terra)

I disabili in classe ci danno una lezione (Corriere)

Per il wi-fi libero tutti contro la legge Pisanu, ma è ancora vigente (La Stampa.it)

Sarti, cuochi e falegnami: i posti che nessuno vuole (La Repubblica)

Commenti disabilitati su Rassegna stampa, 24 ottobre

WiFi, dal Consiglio dei Ministri barricate contro l’innovazione

postato il 23 Ottobre 2010

steal this connection di dana~2Per potere avere un WiFi libero, e avere una rete informatica degna di un paese sviluppato come è l’Italia, prima dovremmo liberarci delle false promesse e delle false paure del governo.

Per false promesse mi riferisco alle affermazioni di Brunetta secondo cui l’accesso al WiFi sarebbe stato liberalizzato in Italia, aveva affermato che avrebbe posto la questione nel Consiglio dei Ministri di ieri, cosa che invece non è avvenuta.

Per false paure del governo, mi riferisco ai timori, da parte del ministro Maroni, sulla perdita di sicurezza qualora si liberalizzasse l’accesso al Wi Fi.

Perchè dico false paure? Intanto, non è vero che chiudere il WiFi ci garantisce la sicurezza: l’attuale legge prevede solamente maggiore burocrazia e costi per chi volesse aprire un hot spot wifi, perchè impone di acquisire l’identità (tramite i dati della carta di identità) di chi fruisce del servizio, e poi trasmettere questi dati alle autorità competenti.

Non basta certo una carta di identità a garantire sui messaggi e sui contenuti inviati e ricevuti tramite internet e, soprattutto, non è sufficiente per identificare con sicurezza una persona. Inoltre, il traffico su Internet è talmente ampio che non si può pensare di controllarlo e verificarlo messaggio per messaggio, sito per sito, per tutti gli utenti (un controllo di questo tipo si può realizzare se già le autorità competenti sospettano di un certo individuo); a questo punto che senso ha identificare migliaia di persone, se poi non si può verificare quello che compie?

Ma anche seguendo questo ragionamento, e cioè della necessità di identificare la persona, si può ovviare ai controlli del decreto Pisanu, con la semplice registrazione in remoto dei codici identificativi della carta SIM dell’utente, il vantaggio è che il gestore non avrebbe necessità di tenere archivi, fare trasmissione di dati verso le autorità competenti e tutto sarebbe molto più veloce e con costi molto più contenuti.

La riprova di quanto detto, la si ha se andiamo a guardare gli altri paesi: la Francia ha circa 30 mila hot spot pubblici (ovvero punti in cui una persona può connettersi tramite Wi Fi), mentre l’Italia solo 4 mila. Significa che per la Francia, la sicurezza dei suoi cittadini non è importante? Sinceramente mi sembra una ipotesi ridicola.

La Gran Bretagna ne ha 28.000, eppure è stata teatro di attentati terroristici negli ultimi anni, e anzi alcuni mesi fa ha alzato il livelolo di guardia, ma questo non ha portato né una censura verso internet, né una limitazione alla possibilità di accedervi.

E se consideriamo gli USA? La patria del Patriot Act, la norma che ha limitato le libertà per la lotta al terrorismo, presenta ben 70.000 punti di accesso al Wi Fi totalmente gratuiti, senza considerare quelli a pagamento (con i quali sfondiamo largamente la soglia dei 100.000 punti di connessione). Anzi a New York (teatro dell’attentato dell’11 settembre 2001), ci sono 856 hot spot gratuiti, mentre in tutta Italia ce ne sono solamente 1.731.

Da quanto detto, emerge quanto il decreto Pisanu sia completamente superato, obsoleto, riproporlo è ridicolo, la sua abolizione dovrebbe anzi aprire interessanti prospettive, soprattutto se lo si vede nell’ottica di uno sviluppo tecnologico non più rinviabile, a partire dall’approfondimento del WiMax.

L’abolizione dell’articolo 7 del decreto Pisanu rappresenterebbe un salto enorme nelle possibilità di sviluppo dell’Italia, ed è una atto dovuto da parte di una politica responsabile verso il cittadino.

Riceviamo e pubblichiamo” di Gaspare Compagno

WiFi, i precedenti post

Commenti disabilitati su WiFi, dal Consiglio dei Ministri barricate contro l’innovazione


Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram