Tutti i post della categoria: Politica

Dopo il voto spero torni convergenza Pd e Pdl

postato il 18 Maggio 2012

Monti sta cercando di evitare al nostro Paese di seguire la sorte della Grecia. Chi se lo dimentica ha la memoria corta sui guai che sono stati fatti in questi anni. Oggi stiamo recuperando il tempo perduto e mi auguro che anche Pd e Pdl, ora un po’ in libera uscita, dopo i ballottaggi recuperino questa consapevolezza e il significato di questa convergenza. In Parlamento c’e’ troppa gente che, anziche’ gettare acqua sul fuoco, sparge benzina.

Pier Ferdinando

 

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Avanti con il sostegno a Monti

postato il 17 Maggio 2012

Autolesionista fare passo indietro adesso

Oggi ho ribadito al presidente del Consiglio Monti la volontà di continuare a sostenere il governo in un momento difficilissimo per l’economia mondiale ed europea: le code dei cittadini davanti alle banche di Atene sono l’immagine devastante di un continente che rischia la deriva.
Il nostro Paese ha fatto passi avanti nel mettere in sicurezza i propri conti e sarebbe un atto di autolesionismo, per le forze politiche che si sono sacrificate per sostenere la nascita di questo governo, fare un passo indietro adesso. Non è tornando al passato e facendo furberie che la politica recupera la sua credibilità: sostenere questo governo è invece un modo per essere seri, consapevoli e leali.

Pier Ferdinando

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Crisi: non è il momento del populismo

postato il 16 Maggio 2012

Catastrofe dietro l’angolo e la Grecia lo dimostra

Al di là del mare, dietro l’angolo, c’è la catastrofe e lo dimostra il fatto che ieri dalle banche greche è stato ritirato un miliardo di euro. Le file dei greci davanti alle banche devono far riflettere anche in Italia, perché in quel Paese la catastrofe è dipesa dalla litigiosità e dagli errori di chi non ha saputo intraprendere le giuste strade. In Italia non servono le false rassicurazioni, non è il momento del populismo e le scelte dolorose e difficili del governo Monti sono l’unico modo per evitare lo spettro della Grecia. Non si può scherzare, la politica mostri lo stesso senso di responsabilità che ha avuto al momento della costituzione del governo.

Pier Ferdinando

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Dalle agenzie di rating disegno criminale anti Italia

postato il 15 Maggio 2012

 
Ieri le agenzie di rating erano distratte, oggi rischiano di essere parte di un disegno criminale anti europeo e anti italiano. E’ una vergogna che in presenza di nessun elemento nuovo, salvo il deterioramento della situazione economica che vale per tutti i paesi del mondo e per l’Europa, oggi ci sia il declassamento delle nostre banche: è un attentato all’economia del Paese. Ecco perché è importante avanzare al più presto la proposta di un’agenzia di rating europea.

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Dai comuni, insieme per la casa dei moderati

postato il 11 Maggio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Stefano Barbero

Da Nord a Sud nove milioni di italiani sono stati chiamati a scegliere il loro sindaco e i loro amministratori. Un nuovo test elettorale che ha visto i partiti tradizionali soffrire e l’antipolitica esplodere: i grillini hanno eletto il loro primo sindaco, a Sarego in provincia di Vicenza (terra padana), e vanno al ballottaggio a Parma, città non esattamente marginale. Le formazioni di sempre non interpretano più i bisogni della gente e sono soprattutto i moderati a pagare il conto: per Pierferdinando Casini si trovano sotto un cumulo di macerie. Sottoscrivo.

A questo punto non si può far altro che ricostruire. Siamo italiani, sappiamo come ci si rimbocca le maniche: facciamolo noi per primi. Gli spunti per ripartire, se guardiamo ai risultati del nostro simbolo, ci sono: Agrigento, Cuneo, Genova, L’Aquila, Lucca. Sono capoluoghi dove l’UDC è riuscita a raccogliere i numeri tali da essere protagonista al ballottaggio, sono località dove l’unione con liste civiche dinamiche e vitali ha portato alla costruzione di una coalizione forte e capace di arrivare prima. Il quadro generale è sconfortante specialmente per il PDL, che si inabissa nei risultati delle amministrative: in tanti casi abbandona la doppia cifra, in tantissimi non arriva al ballottaggio. Il diretto concorrente, il PD, può sorridere timidamente: non ha aumentato i voti e in comuni da sempre roccaforti del centrosinistra è costretto ad affrontare il secondo turno. È un momento critico per la politica e chi se ne avvantaggia è il movimentismo che parte dal basso, con un leader, che più che un segretario è un guru, che mena fendenti a destra e a manca contro partiti e istituzioni.

Il popolo dei moderati oggi si trova in mezzo al guado, incerto sui passi da fare per arrivare a riva. Bisogna ripensare il nostro cammino e interrogarci se così come ci presentiamo ora siamo in grado di interpretare il bisogno di cambiamento, di rinnovamento, di rottura o di rigenerazione che dir si voglia. Il terzo polo ha espresso un’idea di collocazione geografica della nostra proposta politica, ma ha perso troppo tempo:  l’Unione di Centro ora è pronta ad aggregare uomini e donne liberi, uomini e donne di buona volontà, personalità esterne alla politica ma impegnate nel governo locale, come le tante liste civiche che ci hanno accompagnato in questa esperienza elettorale, per mettere le fondamenta per una vera casa dei moderati. E lo possiamo fare da soli, senza forni o convergenze, perché “a forza di parlare di alleanze abbiamo smesso di fare politica”.

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Il compito dei moderati: liberare le energie positive delle nostre comunità

postato il 10 Maggio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

L’immagine del cumulo di macerie utilizzata da Pier Ferdinando Casini per commentare i risultati della recente tornata elettorale è efficace e veritiera. Ma cosa c’è dopo il cumulo di macerie che ha seppellito anche i moderati? C’è solo la ricostruzione, l’apertura di un cantiere, di una officina. Non dobbiamo però pensare ai cantieri dei nostri giorni a quelli delle opere incompiute, degli incidenti sul lavoro o dell’abusivismo edilizio, la nostra mente deve correre a quanto abbiamo letto nei libri di storia, a quanto ci hanno insegnato i nostri maestri, a quel racconto che di bocca in bocca è passato dai nostri avi a noi: all’inizio del Medioevo una serie di splendide costruzioni che gareggiavano fra loro in bellezza, fascino e suggestione costellarono d’improvviso l’Europa preda di povertà, pestilenze e guerre. Sono le cattedrali, che sorsero grazie allo sforzo di intere comunità che misero a disposizione risorse economiche ed umane per queste opere stravaganti ed utopistiche, slanciate verso il cielo con una grazia inimitabile nella sua perfezione. Le cattedrali racchiudono una energia straordinaria e il loro compito era, ed è tuttora, quello di catturare, concentrare ed amplificare l’energia di una comunità, la stessa energia che fece rifiorire le città di un continente devastato. Tutto ciò successe anche nel nostro Paese dove nei centri storici dei nostri comuni sorgono ancora questi prodigi comunitari che sono le cattedrali.

Oggi i moderati devono identificarsi con quegli antichi costruttori di bellezza e devono nuovamente essere pronti al lavoro. I moderati di questo Paese devono avere nel cuore e nella mente un progetto straordinario: devono destare una comunità, affinchè ciascuno dei suoi membri si riappropri del suo destino e spenda le sue energie migliori per dare all’Italia una nuova stagione politica.

La crisi economica, la disoccupazione, il degrado e l’abbandono che quotidianamente viviamo, l’inerzia politica che sembra avere ragione delle nostre energie ci spingono al pessimismo, a credere che l’incantesimo per cui nulla mai potrà cambiare non può essere rotto.

Percorrendo le piazze e le strade delle nostre città, possiamo percepire preoccupazioni, incertezze, timori e dispiaceri. Sono sentimenti legittimi, ma sono anche nemici che lentamente ci fanno piegare verso la terra 
e diventare polvere prima della morte. Questi sentimenti sono il nostro primo avversario, il primo ostacolo al cambiamento di questo Paese e possiamo batterli solamente se riusciamo a liberare le energie positive della nostra comunità. E’ l’energia dei nostri bambini che giocano a pallone, dei commercianti che combattono la crisi, dei nostri anziani che non si arrendono alla solitudine, dei giovani che non si rassegnano a perdere la speranza.

La sfida politica dei prossimi mesi, la sfida di tutti i moderati italiani è dunque quella di liberare queste energie, di fare sì che ogni italiano torni ad essere ricettivo a tutto ciò che è bello, buono e grande. Il nostro Paese deve tornare a sfidare gli avvenimenti con la sua volontà e il suo ingegno, dobbiamo ritrovare la gioia al gioco della vita per non lasciarci immobilizzare dal pessimismo e farci corrodere dal cinismo. I moderati, superando le alchimie della politica e i giochi di palazzo, devono esclusivamente regalare all’Italia un desiderio. L’Italia deve tornare a desiderare, perché desiderio nella sua etimologia è sentire la mancanza delle stelle. L’Italia deve tornare a guardare il cielo, quel cielo stellato delle notti italiane cantate da Fossati, e l’Italia deve trovare la sua stella per avere luce e camminare sicura nella notte.

Non si tratta di fare poesia, si tratta solamente di costruire un progetto politico con un’anima, di tornare a credere che la politica non è l’attività della casta, ma il mezzo con cui liberare e convogliare le energie positive della nostra comunità civile. E’ questo il punto di partenza per i moderati italiani.

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Governo: no alle polemiche, serve responsabilità

postato il 10 Maggio 2012

Per gli italiani i sacrifici di oggi potrebbero essere niente rispetto al rischio di domani

Non credo sia il momento dei giochini e delle vecchie polemiche, è il momento di guardare avanti: le forze che sostengono il governo Monti non devono abbassare la guardia, ma alzarla e capire cosa c’è dietro l’angolo, perché per gli italiani i sacrifici di oggi potrebbero essere niente rispetto al rischio di domani. Siamo in una situazione molto difficile, lo si vede dallo spread, dall’andamento dei mercati: è chiaro che la situazione in Grecia ha generato una grandissima turbolenza nei mercati.
Questo è il momento della responsabilità: sarà stucchevole ripeterlo, ma è evidente che se c’è chi fa appello alla responsabilità è perché si vede in giro troppa irresponsabilità, di persone che non sembrano rendersi conto della situazione drammatica che potenzialmente è ancora davanti a noi.
C’è bisogno di iniettare liquidità nel sistema, di cominciare a pagare le imprese, e c’è bisogno che l’Europa parli di crescita. Il governo è chiaramente impegnato in questo.

Pier Ferdinando

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La Sardegna passa dalle parole ai fatti e dice SI: aboliamo le province

postato il 10 Maggio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Maria Pina Cuccaru

In tempo di crisi, i costi della politica sono inevitabilemente finiti sull’occhio del ciclone. Fra il populismo e la facile demagogia di chi proclama il taglio netto di tutte le spese conseguenti alla pratica politica (senza però precisare come potrà far politica un operaio o un disoccupato senza mezzi pubblici) e l’immobilismo di una classe politica ormai irrigidita su se stessa e incapace di rispondere alla richiesta di razionalizzazione e austerità che i tempi ci impongono, il dibattito si è dilungato per parecchio tempo, senza portare a soluzioni decisive.

Non dappertutto. In Sardegna, la regione dai Consiglieri regionali pagati meglio d’Italia, con 80 consiglieri regionali e 8 province per poco più di un milione e mezzo di abitanti, il dibattito non si è fermato a parole. Si è scelto di dare la parola ai cittadini, attraverso un referendum abrogativo e consultivo che riguarda appunto temi cruciali quale il numero dei consiglieri regionali e i loro compensi, l’abolizione delle province di nuova costituzione (Olbia-Tempio Pausania, Ogliastra, Medio Campidano, Carbonia-Iglesias) ma anche di quelle “storiche” (Cagliari, Sassari, Oristano e Nuoro), la riscrittura dello statuto regionale tramite un’assemblea eletta dai cittadini sardi, l’abolizione dei consigli di amministrazione delle agenzie e degli enti controllati dalla regione sardegna e l’elezione diretta del Presidente della Regione attraverso candidati scelti attraverso primarie.

Ha stravinto il Sì, con percentuali oltre il 90% e con un quorum del 35% circa. E dal momento che i primi quattro quesiti, che riguardavano l’esistenza delle ultime province costituite, erano abrogativi, questo ha portato all’immediata riduzione delle province sarde da otto a quattro. Ora il consiglio regionale è impegnato a provvedere alle norme che vadano a riempire il vuoto legislativo creato dall’improvvisa abrogazione degli articoli oggetto di referendum e per dare attuazione alla volontà espressa dai sardi con i referendum consultivi.

La Sardegna, una delle regioni più colpite dalla crisi, con un’economia industriale e agro-pastorale in ginocchio e con vertenze fondamentali aperte da troppo tempo, ha dato una lezione all’Italia. Ha mostrato che rendere la politica meno costosa e più vicina ai cittadini si può, e lo si può fare in poco tempo. Occorre determinazione e buon senso. Che l’Italia, per una volta, prenda esempio, perché i cittadini hanno diritto a istituzioni meno onerose e più efficienti.

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Amministrative: bene Udc ma andare oltre il Terzo Polo

postato il 8 Maggio 2012

I risultati di queste elezioni amministrative sono favorevoli per l’Udc ma nel complesso non mi fanno sorridere: i partiti tradizionali ne escono sconfitti, e non credo che le forze politiche che hanno avuto un exploit in questa tornata elettorale siano in grado di governare il Paese.
Il progetto di costituire un Partito della nazione, se prima era urgente ora è fondamentale. Abbiamo individuato prima degli altri che era necessaria un’offerta politica nuova e i risultati elettorali confermano questa tesi: dobbiamo andare molto oltre l’Udc, molto oltre il Terzo polo stesso.

Pier Ferdinando

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Casini: questo governo è l’unico possibile

postato il 4 Maggio 2012


Intervistato dal Tg5 Pier Ferdinando Casini parla del governo Monti, del progetto del nuovo partito, di giovani e lavoro e delle amministrative

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