Un salvagente alle famiglie: la moratoria verso Equitalia

L’Udc si appresta a lanciare un salvagente alle famiglie per tenerle a galla: ieri è stata ufficializzata la proposta per una moratoria di un anno verso le procedure di esazione crediti poste in essere da Equitalia.

Che significa nel concreto? Significa aiutare circa 6 milioni di famiglie e piccoli imprenditori, che hanno problemi a pagare i crediti vantati da aziende ed Enti (ad esempio INPS) e riscossi da Equitalia.

Questo aiuto avviene sottoforma di moratoria, ovvero bloccando per un anno le procedure di riscossione verso i soggetti che realmente versano in stato di bisogno.

Bisogna però precisare che Equitalia è  solo il braccio di chi vanta il credito e che non può rifiutarsi di agire, ma è anche vero che evidentemente c’è qualcosa che non va nella legge.

La nascita di Equitalia doveva servire a sbloccare molte situazioni pendenti e permettere agli enti pubblici di potere esigere con facilità e velocemente i propri crediti, e questa è una buona cosa, purtroppo però le buone intenzioni sono state tradite da una legge che oggettivamente è molto poco flessibile, soprattutto poi se andiamo considerare come lo Stato tratta i i suoi fornitori: i pagamenti avvengono sempre con grandi ritardi mettendo in crisi i fornitori (ricordiamo che in media solo nel settore sanitario, i privati vantano circa 60 miliardi di euro di crediti verso lo Stato).

L’Udc, tenendo conto di queste situazioni e in una ottica costruttiva e di massima collaborazione verso le istituzioni, ha deciso di iniziare una battaglia che cambi totalmente lo status quo.

La mozione dell’Udc invita il governo, inoltre, ‘a considerare la possibilita’ di ridurre gli interessi delle sanzioni annesse, di prevedere un aumento del numero massimo di rate concesse nelle rateizzazioni da Equitalia (fino a 120 rispetto alle attuali 72) nonché di concedere la possibilità di compensare i debiti nei confronti di Equitalia con i crediti verso enti pubblici’.

Altro punto molto interessante è quello rivolto ad ‘iniziative normative volte a utilizzare sui territori regionali i profitti che Equitalia matura dalla riscossione dei tributi insoluti’ e ‘l’istituzione di un fondo di garanzia a sostegno delle imprese in difficolta’ per le pendenze e che si troverebbero costrette a licenziare i dipendenti e fallire’.

Questi punti sono molto interessanti perchè legano direttamente la riscossione delle somme al loro utilizzo: è chiaro che se le somme riscosse vengono utilizzate sul territorio abbiamo due vantaggi, il primo è quello di attenuare l’effetto vessatorio migliorando o fornendo servizi alla comunità; il secondo è che in questo modo il cittadino si sente “incoraggiato” a mettersi in regola.

E’ ovvio però che la mozione Udc è solo un primo passo (anticipato da tante azioni da parte del Consigliere Regionale UDC Alberto Goffi) e nessuno deve pensare che esaurisca il discorso: il problema potrebbe ripresentarsi nella stessa drammatica emergenza, anche tra un anno, quando scadrà la moratoria. Allora sarà necessario rivedere tutti i meccanismi di legge che stanno alla base delle poltiche di riscossione crediti.

In questo senso sarebbe auspicabile una maggiore collaborazione con i cittadini che in prima persona vivono questa situazione e che forse più di tanti altri, possono indicare dove il sistema è migliorabile.

 

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

2 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
thanos
thanos
12 anni fa

sicuramente l’iniziativa è lodevole, si spera però che non resti lettera morta.

francesco
francesco
12 anni fa

L’iniziativa è lodevole e interessante anche perchè per la prima volta interviene in un settore che è quello del terziario attualmente in grave crisi. Non è un mistero che il commercio al dettaglio e l’artigianato non riescono a contrastare l’attacco concentrico della concorrenza rappresentata dalla grande distribuzione, dalla Cina e dai paesi dell’est, oltre che da quelli asiatici, e dalle spese erariali e previdenziali che in Italia incidono più degli altri Paesi. Non bisogna, inoltre, generalizzare la qualifica di imprenditore e distinguere tra il piccolo e il grande, tra settore e settore, e intervenire.
Credo che sia necessario un piano di interventi che ripensi totalmente la figura del piccolo imprenditore, ancora legato nella fantasia popolare ma anche nei provvedimenti legislativi (vedasi studi di settore), all’immagine di “ricco ed evasore” creatasi negli anni di prosperità economica. Difatti, per le aziende che chiudono, anche se unifamiliari, e non riescono ad onorare gli impegni c’è tutta una legislazione punitiva che li porta a perdere la propria azienda e subire il disonore personale del fallimento con conseguente impossibilità di intraprendere qualsiasi altra attività lavorativa. E tutto questo, in un settore in cui non è proprio contemplato alcun ammortizzatore sociale, il che significa condannare a morte il piccolo imprenditore e la propria famiglia privandoli di qualsiasi mezzo di sostentamento. Non solo. In tutto questo, si rischia paradossalmente anche di essere perseguiti per non aver pagato i contributi Inps; come se qualcuno potrebbe aver piacere a non crearsi una posizione pensionistica, e per questo lo Stato lo costringe a pagare con mora e sovrattasse e spese di esecuzione qualcosa che in definitiva riguarda se stessi.
Per tali motivi auguro buona fortuna alla Vostra azione parlamentare che ha avuto il merito di squarciare il velo che da decenni ammanta tutto il settore.



Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram