Abbi coscienza di Te: Auguri Italia, 150!

Tra le colline moreniche del Lago d’Iseo e i vigneti spumantini della Franciacorta sorge una villa nobiliare secentesca aperta al pubblico. E’ Palazzo Torri che animato dalla mecenate Paolina divenne un vero e proprio centro culturale e politico con feste, incontri, conferenze e dibattiti che hanno definito le linee guide dell’Italia postunitaria. Lo visitai in un pomeriggio d’estate, uno di quelli in cui fa piacere trascorrere la giornata in compagnia della Cultura e di una bella ragazza sottobraccio. Passeggiando sull’erba del giardino pensavo ai piedi che precedentemente l’avevano calcata: il poeta Giosuè Carducci, autore delle odi risorgimentali “Piemonte” e “Alle fonti del Clitunno”, lo scrittore Antonio Fogazzaro, che cercava di conciliare quel piccolo mondo antico di cui era stato testimone con il nuovo mondo venutosi a creare nel 1861, uomini di chiesa come monsignor Geremia Bonomelli voce del cattolicesimo bresciano e futuro cardinale di Cremona, uomini politici come il guardasigilli Zanardelli autore del codice civile promulgato nel 1890 che avrebbe abolito la pena di morte sul territorio italiano. Uomini e donne che avevano calcato i nostri stessi passi e abitato nei nostri paesi, uomini e donne che avevano fatto l’Italia, ognuno con il proprio contributo nel Risorgimento.

Risorgimento, che parolone… già dal nome suona molto enfatico e passionale, il sorgere di qualcosa che prima era stato spento, respinto, avversato, definito una “mera espressione geografica”, soffocato dal Congresso di Vienna e che ora trovava espressione come un sole pronto a rinascere e a inondare di luce. Enfatico e passionale, troppo. Forse è stato proprio questo il male della storia risorgimentale: essere trattata nella storiografia ufficiale con toni monumentali quasi mitologici e automaticamente inautentici. Una storiografia che parla di un Garibaldi eroe senza macchia partito alla testa di mille baldanzosi giovani pronti a morire o a fare l’Italia ma dimentica e silenti su episodi riprovevoli e ingiustificati come il massacro di Bronte o di Partinico. Una visione della storia che forse non ci ha dato la maturità necessaria per camminare insieme in questi 150 anni e che ha creato risentimento e revanscismo da ambo le parti. E’ facile da un lato proclamare che senza il Meridione saremmo la realtà economica più avanzata d’Europa e lamentarsi di essersi caricati sulle spalle una realtà arretrata e bloccata nel latifondo e nel brigantaggio. E facile dall’altra parta parlare di una Napoli lussureggiante capitale d’Europa e di un regno borbonico svenduto ai rozzi montanari sabaudi. Due atteggiamenti equivalenti e facili ma sbagliati.

Dal 7 febbraio a Reggio Emilia che nella battaglia di Montechiarugolo contro Napoleone diede i natali al vessillo tricolore simbolo dell’allora repubblica cispadana e che ancora oggi ci contraddistingue, sono partiti i festeggiamenti per ricordare il nostro anniversario, auguri Italia, 150 anni insieme!

Che dire se non augurare all’Italia di trovare la maturità storica di guardarsi alle spalle con spirito attento e critico, di riconoscere la forza morale dei propri padri ma anche i loro errori, tanti auguri all’Italia che con la riforma federalista ha la grande opportunità, da non sprecare e senza cadere in facili stereotipi e revanscismi, di istituzionalizzare il principio di Sussidiarietà, di valorizzare le entità locali, le amministrazioni regionali, i sistemi virtuosi nella sanità e nella scuola portati avanti da determinate regioni. La Germania ha una storia e una cronologia molto simile alla nostra: solo 10 anni dopo, nel 1871, fu unificata da Bismarck e dall’aristocrazia terriera degli junker e di nuovo divisa all’alba della guerra fredda, ha saputo con maturità crescere e unificarsi come Stato e come nazione divenendo una grande repubblica federale centro geografico, economico, politico, culturale d’Europa. “Deutschland uber alles”!

E noi abbiamo la maturità e il coraggio di dire “L’Italia prima di tutto” o siamo davvero come voleva Metternich una mera espressione geografica?

Viva L’Italia, tanti auguri a tutti gli italiani.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Jakob Panzeri



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