postato il 10 Novembre 2010 | in "Economia, Politica"

Premier si dimetta dopo l’approvazione della legge di stabilità

Tirare a campare e galleggiare non serve a nessuno: il governo  non c’è più perché una componente ha già detto che lo abbandona è perché ieri in Aula si è visto che non ha una maggioranza. Per cui penso che Berlusconi prima si dimette meglio è, per il Paese e per lui: in questi casi l’accanimento terapeutico non giova al paziente, anzi produce l’aggravamento della malattia.
Il problema è se Berlusconi riesce a fare un sussulto di consapevolezza della situazione o se continua in questa sorta di ridicolo delirio di autosufficienza. Il problema vero è capire se questa legislatura ha ancora un orizzonte temporale abbastanza ampio o se siamo agli sgoccioli.
Finché non si apre la crisi, l’Udc è e resta una forza di opposizione. La prossima settimana ci sarà il voto sulla legge di stabilità che va votata, perché tutti sanno che il rischio della Grecia è dietro l’angolo e  nessuno vuole compromettere la stabilità finanziaria del Paese.
Dopodiché, o Berlusconi scioglie la situazione o lo farà il Parlamento. Io sono per parlamentarizzare la crisi, per riportarla nel luogo dove si fa la politica.

Pier Ferdinando

5 Commenti
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Lorena
Lorena
13 anni fa

E’ vero, il ddl di stabilità va assolutamente votato. Ma è anche vero che a dimettersi dovrebbe essere il Presidente Fini, avendo dichiarato di non riconoscere più l’esistenza del PDL come forza politica di cui è stato tra l’altro cofondatore, ed il suo Leader Berlusconi che lo ha nominato Pres. della Camera. Nei fatti, lui non è più Pres. della Camera, quindi Uomo di Stato super partes, bensì il leader politico di un nuovo partito: il FLI. Si dimetta!

LiberalVox
13 anni fa

Ma Fini da che parte sta?

E’ da questa estate che la polemica ha assunto livelli estremi. Nel PDL è in corso una rottura insanabile, una violenta contrapposizione, tra gli ex forzisti e gli ex alleanzini senza che nessuno abbia fatto un passo indietro, per il bene del Paese. Gossip, inchieste, spionaggio mediatico, dichiarazioni di aperta belligeranza sono stati il condimento di questa insalata russa in cui si è trasformata la maggioranza di governo. Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, in più occasioni ha preso le distanze dal Premier Berlusconi. Ha più volte affermato che l’atteggiamneto del Presidente del Consiglio è inaccettabile, come è improponibile una legge fatta su misura per lui (il lodo Alfano per intenderci). “Il Problema” che Fini dovrebbe una volta per tutte, dichiarare palesemente con chi sta!? Non si può un giorno emettere dichiarazioni al vetriolo contro il proprio alleato e l’indomani appoggiare la maggioranza che legifera le sue scelte. Gli italiani sono stufi, specie chi da Fini attende una presa di responsabilità nei confronti del Premier. Gli elettori di destra, soprattutto quelli che non vedono moralmente accettabile la permanenza del Premier a prescindere, il cui mandato a questo punto, è diventato davvero imbarazzante, auspicano che il Presidente della Camera stacchi la spina all’esecutivo.Fini ha già commesso due grandi errori politici nella sua storia di statista. Il primo è quello di aver messo fine ad Alleanza Nazionale, il primo partito di destra moderna e liberale. Il secondo è quello di aver frantumato di fatto, dopo averlo fondato, il PDL, il più grande partito nazionale, quindi la maggioranza, creando un nuovo partito, generando un clima di scontro permanente, un progressivo e straziante logoramento dell’esecutivo, a questo punto, fortemente indebolito. Fini contemporaneamente ricopre tre ruoli. E’ garante delle Istituzioni in quanto Presidente della Camera. E’ alleato nonchè co-fondatore del partito di maggioranza, quindi alleato di Berlusconi. Inoltre è capo di un nuovo movimento politico (di fatto alternativo al PDL) che in ogni momento, da i suoi format nella rete, in tutte le sue pubbliche apparizioni, cerca di proporsi come nuovo riferimento della destra nazionale, una destra pluralista, orizzontale, non soggetta ai dictat del padrone. Fino a quando Gianfranco Fini però, non prenderà formalmente le distanze dal Premier, dando luogo ad una crisi aperta, tutte le sue belle chiacchere su moralità, giustizia, etica, rispetto delle Istituzioni, moderno liberismo, laicismo, europeismo che non rinnega l’amor di Patria, rimarranno per l’appunto, solo discorsi che andranno in fumo. L’elettorato, specie quello di destra, ancor più quello simpatizzante di Fini, pretende coerenza, chiarezza, fatti! In tanti sono stanchi di Berlusconi. A breve, inizierà a stancare questa strategica ed alchemica ambivalenza portata avanti da Fini che diventerà per lui stesso e per i suoi tanti delfini dell’ultima ora, smaniosi di protagonismo, un pericoloso boomerang.

Salvatore De Fazio
13 anni fa

fini ci sta portando al baratro, non lo riconosco più, chiede dimissioni e lui sta seduto sullo scranno più alto di montecitorio quando dovrebbe essere lui il primo a dimettersi e essere coerente con quello che dice.
Sono riusciti a votare con il pd vergogna,pur di mettere in difficoltà il paese e se berlusconi e circondato da cattivi consiglieri lui non è che ne abbia di migliori.(vedi gente come gGranata,Bocchino e Briguglio)

francesco(aq)
francesco(aq)
13 anni fa

Sinceramente non riesco a condannare il Presidente Fini,a parte la non imparzialità per il suo ruolo governativo,sta facendo il gioco del tira-molla che nel 1994 fece Bossi,alleato di Berlusconi e Bertinotti nel 2008 alleato di Prodi. E’ da condannare e buttare letteralmente alle ortiche la politica della matematica e dei programmi vuoto a perdere. Questi sono i risultati delle alleanze basate sulla somma dei voti per vincere le elezioni e non sulle condivisioni di idee ed ideali (che nella politica moderna hanno cessato di esistere) e lo dimostrano le divergenze tra,gli alleati!(sic!), PD e IDV. Il bipolarismo è fallito,si torni ai partiti,ai propri colori si torni praticamente al vecchio è certamente migliore.

LiberalVox
13 anni fa

Forza Gianfry: tira sto’ rigore!

‘Maggioranza-Opposizione’ – dopo i tempi poco regolamentari di una legislatura giocata su un terreno ai limiti della impraticabilità, in un campo che s’è fatto palude sotto gli incessanti acquazzoni di scandali, ruberie, ripensamenti e tradimenti, e dopo aver disputato i tempi supplementari che stavolta non hanno sortito inciuci, aggiustamenti e ribaltoni vari, tanto era alto il livello di indecenza raggiunto – arrivano a giocarsi la partita ai calci di rigore. Si và ad oltranza: a colpi di mozione e l’ultimo rigore, quello decisivo, a calciarlo sarà proprio Gianfranco Fini! Il Pd ha presentato, alla Camera, insieme all’Idv la mozione di Sfiducia contro il governo. Il capogruppo alla Camera Dario Franceschini ha scritto al presidente della Camera Gianfranco Fini per chiedere di convocare subito una capigruppo che calendarizzi il voto sulla mozione. Subito dopo il gruppo del Pdl ha presentato al Senato la mozione di Fiducia al governo, primo firmatario il capogruppo Maurizio Gasparri. La mozione è di due righe: “Il Senato invita il governo a proseguire nella sua azione secondo le linee tracciate dal presidente del Consiglio on. Silvio Berlusconi”. Ora la ‘palla’ passa quindi a Fini: un calcio di rigore e due porte – a sua disposizione – per realizzare un autogol a quello che è stato anche il ‘suo’ governo: segnare nella propria porta negando la Fiducia al Senato, o mettere la palla nella rete dell’opposizione votando la Sfiducia alla Camera! La palla è lì ferma sul dischetto: “Forza Gianfry tira sto’ rigore”!



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