postato il 4 Novembre 2011 | in "Rassegna stampa"

Rassegna stampa, 4 novembre ’11

Rassegna stampa ricchissima oggi. Sul Corriere trovate un’intervista, centrale, di Pier Ferdinando Casini sui movimenti di questi giorni: ancora una volta, il nostro leader torna a sottolineare la necessità di costituire un governo di larghe intese in Parlamento, perché qui non c’è «un partito del ribaltone, ma una parte sempre più ampia della politica che ha la consapevolezza che sono necessarie ricette impopolari e che questa sfida non può essere affrontata con un governo del 51%. È una questione immensa, che coinvolge anche l’identità e le prospettive del Pdl» che, se vuole sopravvivere, farebbe bene a prendere – una volta per tutte – delle decisioni serie. Certo, è più facile – così come ha fatto il segretario Alfano – prendersela con noi dell’Udc, colpevoli di voler lanciare un’opa sul Pdl: caro segretario, non ti sei accorto che – ammesso che quest’Opa esista – tutti i nostri ragionamenti sul Pdl e sul centrodestra non sono cambiati di una virgola dal 2008 ad oggi? Abbiamo sempre sostenuto che una coalizione come questa, legata esclusivamente alla sopravvivenza del proprio leader, non sarebbe stata in grado di fare strada e i fatti ora ci danno ragione: come giustamente ha ricordato Casini, «non ha senso contendersi la guida di una nave che sta andando a sbattere contro gli scogli. Il primo problema mio, di Alfano, di Bersani, se vogliamo avere prospettive, è salvare l’Italia; ciascuno facendo un passo indietro, se necessario, ma dando una disponibilità a salvare il Paese». Perché – ed è un concetto centrale, da sottoscrivere e rilanciare con forza – in questo momento serve una grande assunzione di responsabilità collettiva, non una ricerca di garanzie di interessi particolari: «ci sono posti per cui non ci si candida; ci si va, se si è chiamati». Ed è quello che i piani alti del Pdl proprio non riescono a capire: ecco perché reagiscono in malo modo alla notizia del passaggio di due loro deputati nelle nostre fila (sono Bonciani e D’Ippolito, trovate le ragioni della loro scelta sul Corriere e sul Messaggero); Massimo Franco, a tal proposito, tenta un’analisi sul Corriere e spiega come l’erosione del Pdl sia ormai un fatto certo e tangibile, ma come l’esito della crisi sia tutt’altro che scontato: martedì prossimo, alla Camera si voterà per l’approvazione del rendiconto generale dello Stato e sono in molti a scommettere che possa essere l’occasione per il “default del governo”. C’è un’altra intervista da abbinare alla lettura di quella a Casini, ed è quella rilasciata da Massimo D’Alema a Carlo Fusi, sul Messaggero: per il Presidente del Copasir, l’unica soluzione per uscire dall’emergenza è proprio il battesimo di un governo tecnico, guidato da una personalità di spicco (il nome, manco a dirlo, è sempre quello di Mario Monti) – se, però, il centrodestra dovesse preferire andare avanti in questo stato, le elezioni a gennaio resterebbero l’unica via d’uscita. Il dopo-Silvio, tanto desiderato e tanto evocato, sembra essere finalmente giunto e noi vi offriamo una serie di commenti per cercare di capire cosa ci aspetta al di là del varco: Antonio Polito, sul Corriere, lo definisce “una terra sconosciuta”, visto che – se è vero che dobbiamo lasciarci alle spalle il “deserto” – è pur vero che almeno per ora stiamo camminando al buio; e mentre Francesco Clementi sul Sole ragiona sulla fattibilità di un governo tecnico, Giuliano Ferrara, sul Foglio, decreta l’insufficienza di Berlusconi nel gestire la Crisi e chiede che si torni al voto, “naturalmente”.

Pier Ferdinando Casini detta la linea

Casini: «Governo di larghe intese, il Pdl dica sì o si dissolverà» (Aldo Cazzullo, Corriere della Sera)

Il Pdl si sfalda. Le voci del dissenso.

Terremoto nel Pdl, scatta il fuggi fuggi. Berlusconi non ha più la maggioranza (Silvio Buzzanca, la Repubblica)

Bonciani – Ho creduto nel premier, ma il progetto è fallito. Ora grande coalizione (Alessio Bonciani, Corriere della Sera)

D’Ippolito: «Via dopo 17 anni. Sono calabrese e quindi coraggiosa» (Corriere della Sera)

Vizzini: “Non appoggio più Silvio, serve una nuova coalizione” (Emanuele Lauria, la Repubblica)

Franco – L’erosione del Pdl avvicina la crisi. Però l’esito è incerto (Massimo Franco, Corriere della Sera )

Il ruolo cruciale dell’Udc

I centristi-calamita. La regia dello strappo è di Cirino Pomicino (Fabio Martini, La Stampa)

La carta coperta dei centristi e del Pd (Alberto Gentili, il Messaggero)

Evviva, moriremo democristiani (Denise Pardo, L’Espresso)

Deputati migranti in fila verso l’Udc (Ettore Maria Colombo, il Riformista)

E dopo Silvio?

Una terra sconosciuta (Antonio Polito, Corriere della Sera)

Governo tecnico? Serve maggioranza ampia (Francesco Clementi, il Sole 24 Ore)

Le elezioni subito, naturalmente (Giuliano Ferrara, il Foglio)

D’Alema: «Il tempo sta scadendo, subito un governo d’emergenza» (Carlo Fusi, il Messaggero)

Non solo crisi. Idee per la ripresa.

Banche per la cultura e il Paese (Giovanni Bazoli, il Sole 24 Ore)

Manuale anti-panico – Come sconfiggere i fantasmi della crisi (Dino Pesole, il Sole 24 Ore)

Elogio dell’ortodossia monetaria illuminata di Draghi (Francesco Forte, il Foglio)

Davvero il decreto sviluppo rilancia le infrastrutture? (Marco Nicolai, MF)



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