postato il 8 Ottobre 2010 | in "In evidenza, Media e tecnologia, Riceviamo e pubblichiamo"

Libero WiFi in libera Italia

Metro U. de Chile di -Priss-In Italia dal 2005 esiste una norma che, ufficialmente, dovrebbe difenderci dai terroristi, ma che, in realtà, finisce semplicemente per ingigantire la burocrazia: l’articolo 7 della legge Pisanu del 2005 che sancisce paletti e restrizioni per le reti wireless pubbliche.

Questa norma potrebbe essere eliminata grazie ad una proposta firmata da Gentiloni (PD), Roberto Rao (UDC), Barbareschi (FLI) e Lanzillotta (API).

Cosa diceva questo famoso articolo 7? Che bisognava procedere ad identificazione dei fruitori delle reti wireless tramite raccolta dei dati di un documento di identità.

E qui veniamo al vulnus che rende nei fatti inutile questa norma e una maledizione a livello burocratico, tanto che nessuna altra nazione ha adottato qualcosa di simile, neanche gli USA del post Patriot Act.

Infatti, se un gestore deve tenere copia cartacea di tutti i documenti di identità si pone un grosso problema in ordine alla tenuta di simile archivio, con notevole aggravio di costi, oltre ad aumentare i passaggi burocratici (comunicazione agli enti appositi e così via); da un punto di vista pratico, inoltre, questa norma è assolutamente inutile: il gestore può solo prendere nota dei dati, ma non può verificare se i dati riportati sulla carta di identità siano veri o falsi.

Questa norma è sempre stata rinnovata anno per anno con il decreto milleproroghe, e da qui discendono alcune considerazioni.

La prima è che se una norma è transitoria, allora, per definizione, deve essere limitata nel tempo, se viene rinnovata di volta in volta sine die, allora non si parla più di norma transitoria, ma è necessario pensare una soluzione stabile e definitiva e che venga discussa in Parlamento.

La seconda considerazione è che, come detto, questa norma non ha eguali in nessun altra nazione del mondo, e le motivazioni le abbiamo menzionate: non è efficace, e appesantisce la burocrazia.

La terza considerazione, molto importante, è che a questo punto, proponendo in sede apposita la cancellazione, lo scopo, assolutamente corretto a mio avviso, è quello di porre l’accento sulla necessità di realizzare una normativa sul settore, che sia da un lato a tutela del cittadino e della sua sicurezza e dall’altro possa rilanciare il settore del Wi Fi in Italia fortemente penalizzato da una mancanza di prospettiva, e che potrebbe essere un interessantissimo volano per lo sviluppo economico e per la creazione di nuovi posti di lavoro oltre che di maggiori servizi per il cittadino.

Per effetto della legge Pisanu nessuna biblioteca, azienda pubblica o privata può dare accesso alla propria rete se prima non ha acquisito i dati dell’utente, si è attrezzata per controllare gli accessi alle singole postazioni e i software utilizzati dagli utenti, con la conseguenza di negare di fatto la possibilità di utilizzo libero della rete Wi-fi, con un aumento spropositato dei costi per il gestore.

Ovviamente il settore necessita di una regolamentazione, e proprio per questo si sta provando ad accelerare l’iter scardinando alla base la norma, in modo da avere una corsia preferenziale per la calendarizzazione alla Camera e avviare una proficua discussione nelle sedi competenti.

Sinceramente mi sembra una buona notizia.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Gaspare Compagno

3 Commenti
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violetta
violetta
13 anni fa

caro Gaspare sono d’accordo con quanto scrivi :non ci possono essere legami per una WiFi libera . Almeno rimanga libero l’accesso a comunicare, se non siamo gionalisti e non possiamo scrivere sui giornali o dir la nostra in tv, c’è questa conquista :difendiamola.

aldo
aldo
13 anni fa

gaspare , speriamo che la proposta vada avanti

Saverio
Saverio
13 anni fa

Sono favorevole alla modifica della Legge Pisanu per semplificare l’iter burocratico per attivare un servizio WiFi, per esempio eliminando l’obbligo di licenza di Polizia.
Tuttavia sono contrario alla creazione di un servizio anonimo, cioè usato da utenti non identificati.
L’anonimato creerebbe un buco nero nel Web a disposizione di criminali di ogni tipo; non solo pedofili e terroristi, ma delinquenti interessati a colpire tutti gli utente Internet: hackers, truffatori online, esperti di phishing, stalkers , diffamatori, seminatori di virus informatici, spammers ecc.
Se già oggi non è facile difendersi da questi malfattori, con un servizio anonimo Internet rischierebbe di diventare una terra di nessuno, dove gli utenti normali vedrebbero limitata la propria libertà.
Per acquistare una SIM telefonica si lascia la fotocopia del documento d’identità e mi sembra che nessuno si lamenti di ciò.
Non è nemmeno vero che all’estero siano tutti soddisfatti del WiFi libero: negli USA da anni la polizia definisce queste reti il paradiso dei criminali, in Olanda i danni causati dalle conenssioni anonime sono così gravi che stanno discutendo una legge per costringere gli hotel a diventare ISP per poter dare il servizio Internet agli ospiti…altro che Pisanu!
Sui costi del servizio vorrei evidenziare che ci sono soluzioni disponibili per poche centinaia di Euro, che rispettano le normative vigenti e tutelano utenti e gestori del servizio Hot Spot WiFi. Costi più elevati sono conseguenza di operatori del settore che approfittano della (comprensibile) ignoranza tecnologica di chi deve scegliere una soluzione per far pagare più del dovuto, giustificandosi con la complessità della normativa vigente.
Sono amministratore delegato di un’azienda che produce soluzioni Hot Spot WiFi e consulente delle forze dell’ordine per il contrasto alla criminalità informatica e su Internet.



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