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Era destino che tornasse a destra, onorevole. E’ nel Suo DNA. Peccato, il Centro che spingeva verso sinistra sulle questioni economiche era la vera sfida. In una settimana si è capito il bluff: l’UDC è di destra.
Buongiorno, presidente
Lei scrive:
“l’appello che facciamo è sempre lo stesso: senso di responsabilità da parte dei partiti e da parte delle forze sociali e di tutti quelli che vogliono salvare questo Paese.”
Di quale Paese parla, presidente? Di quello di uno o due milioni di ricchi/agiati/benestanti a fronte dei cinquanta milioni di diseredati?
Al di là dei vostri dotti ragionamenti, vedo un vuoto riempito solo da parole vuote. La vita reale è altrove. La vita reale è quella dell’operaio licenziato, con o senza giusta causa, e che domani non potrà mantenere la famiglia, non potrà pagare per i libri di scuola dei figli, non potrà comprare le scarpe per loro, nemmeno al mercatino rionale.
Questo suo entusiasmo su Monti, sulla Fornero, e sul resto della compagnia forse non è condiviso, alla luce dei fatti, dal resto del popolo italiano, almeno per quello che finora ne hanno visto e sentito:
1) la riforma sulle pensioni, oltre che a colpire le donne, sta mettendo in ginocchio un certo numero di persone esodate. Alcune di queste persone, secondo l’attuale legge, anche per anni potrebbero restare senza alcun reddito. Non si venga a dire che ora si sta provvedendo anche per loro. A queste persone, prima è stato chiesto di andarsene e sono state incentivate con qualche spicciolo, assicurando loro che nel giro di poco tempo sarebbero approdate al sistema pensionistico, ora le fanno approdare al sistema dei questuanti;
2) il ripristino della tassa sulla prima casa, riveduta e corretta al rialzo con la rivalutazione della rendita catastale. Proprio ieri veniva precisato che per gli anziani non abili e ospiti di “case di riposo” (i vecchi ospizi), il possesso di un appartamento verrà considerato come una seconda casa;
3)…. per ora non ricordo altro; chi vuole, può aggiungere.
Noi Italiani, popolo inerme e bue al quale sono stati applicati mille paraocchi per non vedere le storture del sistema, aspettavamo la fase in cui i tecnici al governo avrebbero preso in mano la “giustizia sociale”. Ma, come per caso, su quel fronte tutto si è bloccato: le liberalizzazioni si possono fare solo se il sistema di appartenenza lo consente… i tassisti non si toccano, i farmacisti non si toccano, gli avvocati non si toccano, i professionisti non si toccano, gli alti burocrati aggirano le leggi tendenti a ridimensionare il loro cospicuo reddito, i politici possono essere toccati solo dai politici non da un governo tecnico, la Rai non si tocca perchè il partito del cav. ha posto il suo veto (come sono ubbidienti gli esponenti del governo quando il “niet” viene posto da chi “temono?”), la quaestio “frequenze televisive” viene spostata a data da destinarsi, dopo le amministrative, così il popolo tartassato, non potrà più lamentarsi… chi indovina come finirà?
Nel frattempo il governo dei tecnici mette mano alla riforma sul lavoro, nelle persone della Fornero e dello stesso Monti. Si crea immediatamente il “falso problema”: l’art. 18! la licenziabilità per giusta causa, altrimenti si ricorre ai tribunali. Da più di un mese la Fornero cerca di dare un colpo alla botte e un colpo al cerchio, per potere aggirare gli ostacoli e raggirare il mondo operaio. Ora i nodi sono venuti al pettine. La lacrimante Fornero, prima edizione, si è trasformata in bulldozer, va avanti senza guardare in faccia nessuno… degli operai, ma guarda bene in faccia i padroni che plaudono.
E l’equità? E’ presto fatto! L’equità consiste nel far regredire anche i dipendenti del pubblico impiego, apprestandosi a scatenare, coinvolgendo il suo collega Patroni Griffi, una guerra tra poveri.
Nel frattempo, imitando il suo predecessore anche nelle comunicazioni, dal lontano oriente, Monti dichiara:
Da “il foglio” (è un virgolettato per cui suppongo che riporti le precise parole del prof.):
“L’obiettivo del governo è molto più ambizioso della durata, è cercare di fare un buon lavoro. Se il paese, attraverso le sue forze sociali e politiche, non si sente pronto per quello che noi riteniamo un buon lavoro non chiederemmo di continuare per arrivare a una certa data”.
E’ una promessa o una minaccia?
Sicuramente le forze politiche si caleranno le brache, anche se sono certa che entro l’anno prossimo questa Paese finirà come la Grecia.
E allora a chi serve sostenere questo governo di proff.?
Nel frattempo tutte le ingiustizie create dal governo del suo ex alleato stanno vedendo la luce con l’aumento regionale e comunale dell’Irpef, con l’aumento della benzina, ecc. ecc. ecc.
Aspettando con ansia che anche in Italia si formi il Partito dei Pirati, gradisca il mio buongiorno. Una citoyenne