postato il 8 Settembre 2011 | in "In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo, Spunti di riflessione"

Gli italiani protagonisti a Chianciano

“Riceviamo e pubblichiamo” di Jakob Panzeri

Io sono l’Italia. Doveva essere questa l’idea e la forza dei giovani lombardi, degli esuli polacchi, degli avventurieri ungheresi che hanno lottato nel Risorgimento al fianco di Mazzini e Garibaldi per la repubblica Romana. Gente che non parlava le stesse lingue né si riconosceva nelle stesse tradizioni se non in quella della libertà e unità che voleva donare all’Italia, gente morta per una nazione altrui e un popolo che non conosceva ma conservando nel cuore le parole “Io sono l’Italia”.

Oggi che abbiamo la fortuna di essere uno stato e ancor più una nazione, questo spirito non si percepisce più, il patriottismo non è più di moda. Paure e incomprensioni di un paese che sembra arroccato sulla mediocrazia, che è l’antitesi della meritocrazia, sulla gerontocrazia e sulla raccomandazione dominano la mente di molti giovani che non vedono una scheggia di luce o un bagliore di speranza nel loro futuro e desiderano fuggire dal paese a gambe levate . Localismi e provincialismi, ambizioni pur giuste se orientate alla valorizzazione degli enti locali e del principio di sussidiarietà ma da vivere sempre nell’idea di un unico tutto , portate avanti nel modo sbagliato ostacolano e soffocano il belpaese. Il patriottismo non è più di moda, mentre lo sono la sfiducia e l’individualismo quando siamo ancora fortunati e non si sentono risuonare il clamore delle armi della secessione.

Tutto questo succede perché ci dimentichiamo che l’Italia prima di tutto siamo noi, sì, ognuno di noi, con le nostre paure e sfiducie ma anche i nostri sogni e le nostre ambizioni.

Scriveva Giacomo Leopardi nella lettera ai compilatori della biblioteca italiana:

Io ringrazio di cuore il cielo di avermi fatto italiano né vorrei dar la mia patria per un regno, e non per il potere d’Italia, né per il suo clima e le sue belle città, ma per l’ingegno degli italiani”

Dov’è il nostro ingegno? Lo spirito che in ogni epoca ha fatto grande l’Italia? Orsù, ognuno di noi prenda i suoi mattoni e armati di calce e ingegno potremo costruire un nuovo edificio senza scartare la pietra angolare che è la nostra grandiosa tradizione italiana di cui andare fieri nel mondo.

Tutto ciò non significa negare l’esistenza dei gravi problemi che affliggono il nostro paese, significa invece affrontarli con un nuovo spirito e una nuova fiducia.

Facciamo giungere il nostro grido alle orecchie di chi ci considera un paese di serie B, sia esso un giovane disilluso e sfiduciato o chi per primo dovrebbe rappresentare e amare il nostro paese, il presidente del consiglio dei ministri.

Il futuro si costruisce. Ognuno di noi, tutti insieme. È questo lo spirito che mi auguro possa emergere dalla convention Udc di Chianciano Terme che si aprirà domani 8 settembre al Parco Fucoli con le parole dell’on. Rocco Buttiglione.

L’8 settembre del 1943 l’Italia proclamava l’armistizio firmato il 3 settembre a Cassibile (Siracusa) con le forze anglo-americane, erano tempi oscuri che l’Italia seppe sconfiggere con l’ardore e l’impegno dimostrati nel dopoguerra che ci vi hanno reso una delle sette potenze più grandi del mondo. Oggi, 8 settembre del 2011, non abbiamo grazie al cielo alle spalle una guerra e le sue terribili difficoltà ma un identico clima di sfiducia ci opprime, è necessario tirare fuori tutto il nostro coraggio, anche il sacrificio se necessario, e far volare la nostra speranza.

Perché… quando gli italiani si uniscono sono capaci di grandi cose!



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