postato il 12 Settembre 2012 | in "In evidenza, Politica, Riceviamo e pubblichiamo"

L’impegno politico come atto d’amore per l’Italia

“Riceviamo e pubblichiamo” di Maria Pina Cuccaru

“Francesco, va’ e ripara la mia casa che, come vedi, è in rovina”. 

Sono passati 800 anni da quando Francesco d’Assisi si sentì rivolgere queste parole dal Crocifisso a San Damiano; lui vi scorse la richiesta di riformare la Chiesa, caratterizzata allora da un forte potere temporale e dal degrado morale, riportandola al Vangelo. E lo fece. Non come gli “eretici” di allora, che proponevano un rinnovamento al di fuori della Chiesa, ma restandoci dentro, perchè la amava in quanto voluta da Cristo. Sapeva dei suoi difetti, ma riuscì a rinnovarla senza rinnegarla anzi, la sua opera fu un atto d’amore.

Vi chiederete se mi è saltato in mente di farvi una lezione di catechismo. Beh, male non fa. In realtà quest’episodio mi è venuto in mente in questi giorni, durante le giornate di Chianciano, che hanno visto tanti esponenti politici e della società civile discutere dei problemi del paese e delle possibili soluzioni. Nonostante le critiche di chi ha visto nella manifestazione l’ennesima passerella politica piena di parole e vuota di fatti, io ho visto l’impegno di tanti, soprattutto giovani, a riparare la casa in rovina: mettere il proprio impegno per ricostruire l’Italia.

La politica è malata. La società italiana è malata. Inutile negarlo. Come si risponde a questo? Da una parte possiamo rinnegare il sistema democratico italiano, che prevede l’esistenza di partiti politici, rifugiandoci nell’antipolitica e distruggendo il sistema attuale per costruirne uno nuovo. Oppure possiamo rinnovare la politica attuale, senza però rinnegarla o distruggerla. Vedere i difetti, correggerli, e impegnarsi per riparare la macchina politica attuale. Riparare la propria casa perchè, come tutti vedono, è in rovina, un atto d’amore verso una Repubblica che si ama e si vuole curare come una madre ammalata.

6 Commenti
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cittadino
cittadino
11 anni fa

Per me questa non è una lezione di catechismo che potrebbe interessare solo chi volesse conoscere o approfondire la religione cristiana, ma è un significativo esempio di civismo e di buon senso di chi interpreta correttamente il significato della parola “politica”, in quanto la vede come servizio alla società ed al prossimo. E’ davvero incoraggiante leggere anche post propositivi e fiduciosi per il nostro futuro e soprattutto per quello dei nostri figli. Cittadino.

freeskipper
11 anni fa

“Soliti noti”: dopo il salasso pure la beffa!
Adesso se il Paese è fermo e non ‘cresce’, come dicono “loro”, vuoi vedere che la colpa è dei “soliti noti”? Se i salari sono fermi, se la produttività è ferma, insomma se è “tutto fermo” e l’unica cosa che si muove nel Belpaese – oltre lo spread che continua a salire e il pil a scendere – sono soltanto ed unicamente i “loro” interessi più o meno “legittimi”, la responsabilità non è del Governo, che non è stato in grado di mettere in essere provvedimenti e riforme finalizzate alla crescita del sistema Italia, con politiche industriali, salariali ed energetiche lungimiranti, e che non ha saputo fare niente di meglio che aumentare le tasse! La responsabilità della crisi italiana è di imprese e lavoratori! E proprio a questi ultimi, ai “soliti noti”, la politica chiede di salvare la patria aumentando la “produttività”! Tant’è che il Governo dei Professori – a trazione Pd-Pdl-Udc – ha passato ‘il cerino’ in mano ai sindacati avvertendo che “Così come il governo, bene o male, sta facendo il meglio che può per migliorare la situazione ci aspettiamo, anzi esigiamo a nome del Paese e dei cittadini che imprese e sindacati facciano qualcosa di più con il loro diretto e congiunto impegno”. Non solo. Il Professore ha fatto un’inattesa “ammissione di colpa” dichiarando che il suo governo ha addirittura “aggravato” la recessione, ma in vista di “un risanamento a lungo termine”. “Quando a questo governo è stato chiesto di trattare un caso non semplice, ci siamo posti il tema se comportarci con una visione di lungo periodo o se cercare di fare un surfing sulle onde della tempesta finanziaria – ha proseguito il Presidente del Consiglio -. Penso che le nostre decisioni abbiano contribuito ad aggravare la situazione congiunturale, è ovvio. Ma è solo così che si può avere qualche speranza un pochino più in là di vedere risanata in maniera durevole la situazione”. Certo che se lo avesse detto prima, forse ‘qualcuno’ ci avrebbe pensato meglio prima di cacciare un governo politico, democraticamente eletto dai cittadini italiani, e insediare a Palazzo Chigi il Consiglio di Facoltà dei Professori! E comunque, è davvero aberrante come dopo averli bastonati con salari da fame e tasse da record, adesso il governo ‘batte cassa’ ancora sui lavoratori per cercare di salvare capre e cavoli, alias poltrone e privilegi! Ma la Cgil non sembra gradire! E, nonostante l’appoggio incondizionato del Pd a questo governo, ha respinto l’invito al mittente, minacciando un nuovo sciopero generale.

mario pezzati
mario pezzati
11 anni fa

@ freeskipper: leggerti mi mette di buon umore. Mi fai spanciare dalla risate. Perchè è ovvio ch etu stai scherzando. Non puoi avere dette queste cose seriamente.
per altro in questi anni il CLUP è andato a picco. ci sarà un motivo? (Per chi non lo sapesse il clup è l’acronimo di Costo del Lavoro per Unità Prodotta. Rappresenta il costo totale (salari, stipendi e benefit) di un’unità del fattore produttivo lavoro per ogni unità di prodotto. La variazione del CLUP è quindi uguale alla variazione del costo unitario del lavoro meno la variazione della produttività). Poiché la remunerazione del lavoro dipendente costituisce di gran lunga la quota più importante del prezzo di un prodotto, l’andamento del Clup è cruciale per l’inflazione. Quando il Clup italiano aumenta più dei paesi concorrenti, diminuisce la competitività dei prodotti nazionali a confronto di quelli stranieri. Ma vuoi sapere quale è la cosa notevole? in dieci anni in italia, questo indicatore è aumentato del 20% mentre la Germania lo ha ridotto di 10 punti e la Francia di otto. la competitività italiana soffre per il modo in cui il lavoro viene utilizzato nei processi produttivi e non per il suo costo». È sempre Barba Navaretti a rispondere e a suggerire tre strade, alcune già intraprese da aziende e Cisl-Uil. La prima è quella innescata dalla Fiat a Pomigliano, ossia una riorganizzazione del lavoro per consentire un utilizzo pieno delle capacità produttive delle fabbriche. La seconda riguarda il superamento del dualismo del mercato del lavoro tra outsiders e insiders, la terza riguarda la struttura contrattuale con un baricentro spostato a livello aziendale o territoriale (anche questa già avviata ma senza la Cgil).

cittadino
cittadino
11 anni fa

@freeskipper, credo sia giusto avere opinioni diverse sulle cause della crisi e sui provvedimenti più o meno opportuni da prendere per farvi fronte. Ma per fare un’ analisi corretta non bisogna alterare la realtà altrimenti si parte da presupposti sbagliati che falseranno inevitabilmente la validità di qualsiasi conclusione. Il governo democraticamente eletto non è stato cacciato da nessuno: si è dimesso di fronte alle difficoltà in ambito nazionale ed internazionale che non riusciva più assolutamente a controllare; il primo ministro ha fatto un passo indietro non per generosità o responsabilità, come ha sempre affermato, ma solo per il fatto che se l’ economia italiana seguitava su quella china per altri dieci giorni le sue aziende sarebbero andate fallite insieme a migliaia di altre realtà produttive. Inoltre il governo Monti non è stato insediato in maniera non democratica da nessuno, ma è stato votato dalla maggioranza dei parlamentari in carica. Così come sono stati votati dalla stessa maggioranza tutti i provvedimenti presi successivamente, come prescritto dalla nostra Costituzione. Saranno forse provvedimenti sbagliati, ma sicuramente sono stati votati democraticamente. Per alcuni il governo Monti ci ha salvato dalla catastrofe (anche per me), per altri invece ha aggravato la crisi già in atto, ma resta il fatto che ora l’ Italia è ben rappresentata in tutti i consessi internazionali, lo spread è in calo e alcuni economisti affermano che se non scende ancora molto di più è per il fatto che gli operatori internazionali temono che ritornino al governo personaggi e forze politiche inadeguati a guidare una grande nazione come la nostra. Per quanto riguarda la lungimiranza della Cgil ed all’ uso sapiente di scioperi generali basta ricordare che l’ introduzione dei primi contratti co.co.co., che hanno aperto la strada al precariato, è avvenuta nel 97 con un governo di SINISTRA-centro, SENZA CHE LA MANCANZA DI ADEGUATI AMMORTIZZATORI SOCIALI FOSSE STATA CONTRASTATA NEANCHE DA UN’ ORA DI SCIOPERO, CON I SINDACALISTI CGIL IMPEGNATI A SPIEGARE AI LAVORATORI CHE QUELLO ERA UN PROVVEDIMENTO SALVIFICO PER I LAVORATORI STESSI (e questa è la realtà perchè li ho sentiti in assemblee diverse con le mie orecchie sostenere questa tesi che allora non sarebbe stata una violazione dell’ art. 18 solo perchè governava il SINISTRA-centro). Cittadino.

BASTA
BASTA
11 anni fa

Monti dice che ci vorranno anni per completare le riforme. Ma in pochi mesi ha già fatto molto. Cancellato le pensioni di anzianità, ridotte le future al 50 % con il contributivo. Aumentato tutte le tasse. Rimesso l’ICI e moltre altre addizionali. Ha cancellato i diritti dei lavoratori con l’abolizione dell’art. 18. Ora sta smantellando lo stato sociale, quel poco che è rimasto, cominciando da assistenza e sanità. Poi forse si faranno le camere a gas per i disoccupati, etc..etc…
Quindi in funzione di ciò che ancora c’è da fare dice di non aver pensato al proprio futuro politico. NOI si …caro Monti ….fuori dai c………………………………prima che sia troppo tardi e si diventi davvero peggio della Grecia. E non si preoccupi se andrà davvero peggio. Proveremo a cavarcela lo stesso senza lui, napolitano, fornero, passera, severino………e molti altri arricchiti grazie al potere …..a spese della gente “normale”.

Francesco
Francesco
11 anni fa

“Gli individui abbastanza folli da pensare che possono cambiare il mondo, sono proprio quelli che lo fanno veramente!”



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