Concorso Notai: una storia di professioni e mancate liberalizzazioni

oniric notary vision di ste 71Il Concorso per notai tenutosi, o meglio dovremmo dire non tenutosi, recentemente, offre l’opportunità di fare alcune riflessioni.

Vorrei tuttavia evitare quella più scontata, inerente i fatti specifici che hanno portato alla decisione di annullare il concorso perchè, su questo, si concentreanno sia la politica parlamentare, col Ministro che immagino dovrà riferire in Parlamento, sia, probabilmente, la magistratura. Perché, come ha detto l’on. Roberto Rao si è data l’idea di non tutelare il diritto, il merito ed i giovani.

Preferirei quindi soffermare il ragionamento su alcuni aspetti piu generali che non interessino esclusivamente l’episodio del concorso o la professione notarile.

In primo luogo vale la pena ricordare come questo ministro non sia stato particolarmente fortunato con i concorsi. Il Concorso per magistrati tenutosi a novembre 2008 ebbe un epilogo molto simile: in quel caso non furono le tracce ad essere contestate ma il fatto che alcuni candidati furono amessi a sostenere gli scritti con dei codici commentati, contro il regolamento previsto dal bando, con conseguenti ed ovvie contestazioni delgli altri. Insomma, come si suol dire, se un indizio non fa una prova, due iniziano a farsi sentire. Se a questi poi volessimo sommare le frequenti problematiche che sorgono negli esami di abilitazione per la professione forense, sempre di competenza ministeriale, la prova, quantomeno che nel sistema attuale vi siano pesanti lacune, pare assodata.

Forse tuttavia vale la pena porsi una domanda ancora piu radicale:vale veramente la pena mantenere un sistema rigidamente chiuso in cui anche le semplici abilitazioni professionali vengono gestite come veri e propri concorsi, dove si vive sempre con la sensazione che interessi diversi dal puro merito aleggino in queste sedi d’esame, vale la pena avere una nobilitas come la classe notarile che svolge funzioni pubbliche ritenute strettamente necessarie, con le caratteristiche della libera professione, anzi di una delle meglio retribuite fra le libere professioni?

Ha senso alimentare il business dei corsi di preparazione ai vari esami o concorsi che costringono i candidati a pagare ingenti cifre perlopiù sulla presunzione che gli organizzatori possano in qualche modo avere notizie in anticipo sulle prove concorsuali, cosa che, a quanto pare, a volte accade realmente? Non sarebbe invece il caso di puntare parte del rilancio del paese su una politica seria di liberalizzazioni accompagnata da una altrettanto seria riforme universitaria che consenta ad un laureato di conoscere realmente le basi della professione che andrà a svolgere?

Mi piacerebbe che l’occasione consentisse di affrontare seriamente queste domande e, soprattutto che la politica si occupasse di dare le risposte, possibilmente con l’obiettività e la terzietà dagli ordini professionali che le è fin qui mancata.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Alberto Evangelisti

14 Commenti
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Antonio
Antonio
13 anni fa

Concordo con il messaggio. Conosco da vicino il mondo del notariato e riconosco la forte chiusura.
A fronte di una funzione pubblica che è chiamato a condurre, si rileva:
– un numero di posti limitatissimo (circa 5000), molti dei quali scoperti (credo intorno al migliaio). A fronte di questa carenza si bandisce un concorso con cadenza quasi biennale per soli “200 posti” a cui aggiungere, tempi di correzioni infiniti (circa 2 anni), approvazione graduatorie e assegnazione sede dopo ulteriori tempi biblici. E’ evidente che tutto questo non è naturale, soprattutto per un compito che ha dei notevoli risvolti pubblici;
– guadagni elevatissimi, al di sopra della media di qualsiasi altra categoria (nel 2005, la media era di 428.000 mila euro!!!), anche a fronte di un numero limitassimo di notai.;
– l’età di pensionamento di ben 75 anni.
Nel 2010, credo che non si possa più nascondere la necessità di una liberalizzazione, che favorirebbe i cittadini e tanti giovani preparatissimi lasciati fuori da un concorso sul quale ormai non c’è molto da dire…

vittorio
vittorio
13 anni fa

Credo che liberalizzare comporti un sistema inclusivo in cui si crea un circolo virtuoso dove si abbassano i costi del servizio, la qualita’ aumenta perche vi è piu’ concorrenza ed entrano nel sistema della domanda offerta, nuovi attori che prima erano stati esclusi e aumenta la competizione, tale processo determina un aumento dellla produttivita’ , ed è in questo consenso che la meritocrazia acquista un significato e una valenza assoluta.Il principio della liberalizzazione è infatti strettamente connesso alla necessita’ di creare concorrenza e aumentare la competitivita’ creando un vero circuito virtuoso. M a questo principio andrebbe esteso a tutto il sistema produttivo italiano non solo quello forense

citoyenne
citoyenne
13 anni fa

Buongiorno

Perdonate la mia ignoranza in materia, ma io “vi” chiedo: siete stati da un notaio per stipulare un qualsiasi contratto/atto? Le poche volte in cui mi è successo di averne bisogno (una separazione dei beni tra me e mio marito al fine di risparmiare sugli interessi di un mutuo e si è rivelato inutile e un atto per l’acquisto dell’appartamento in cui abito) ho potuto constatare che vengono usati prestampati con spazi vuoti da riempire. Dopo c’è la “solenne” firma davanti “all’eccellenza notaio” e l’esborso di una sostanziosa somma per spese notarili.
Mi rendo conto che uno studio notarile affronta anche spese per ricerche, per accertamenti, ecc. ma ogni volta che ho pagato, intimidita da tanta austerità, mi è sempre sembrata una somma esosa.
Allora mi sono chiesta: se il notaio è un pubblico ufficiale, in effetti viene retribuito dallo stato per le sue funzioni o dal cittadino che, per necessità, vi ricorre? Considerato l’uso di stampati, che acquisiscono la dignità di atti ufficiali dopo essere stati completati e bollati, perchè è necessario un concorso tanto ostico per accedere alla carica? Il numero limitato di notai, preteso dalla loro lobby, aumenta notevolmente gli introiti per ognuno di essi? E se, al contrario, al momento di frequentare l’ultimo biennio universitario, si chiedesse la specializzazione del caso: avvocato civilista, avvocato penalista, avvocato notarile, ecc., si saprebbe già a monte quanti aspirano alla carica e sono esperti nel settore specifico. Per un ulteriore approfondimento (?)e volendo, come ormai è d’uso, esercitare un’ulteriore violenza al portafoglio dei candidati, si potrebbe anche promuovere un corso/preticantato presso uno studio notarile e, dopo un opportuno esame orale e pratico, accedere immediatamente alla professione. Perdonate le bestemmie che avrò scritto, ma mi potete chiarire voi come funziona?

Lo stesso avviene con la lobby dei farmacisti. Oggi difficilmente un farmacista va a misurare con il bilancino le dosi per un preparato, oggi è messo dietro ad un bancone a vendere “merce” preconfezionata… allora perchè è necessaria una laurea specifica per accedere alla professione? Non c’è dubbio che anche questo è un settore molto delicato, vendere farmaci è estremamente pericoloso… ma se il salumiere, scordandosi di controllare le scadenze, vende del latte andato a male, corre anche lui dei rischi, o non è la stessa cosa? Quello che voglio dire è questo: qualsiasi persona alfabetizzata, con una discreta intelligenza, anche senza titolo specifico, perchè non dovrebbe accedere a determinate professioni… perchè, con queste barriere, le professioni possano ambire a diventare lobby?
Una citoyenne

Luigi
Luigi
13 anni fa

Buongiorno, ho riletto i messaggi che mi precedono e mi rendo conto che viviamo in un contesto sociale che vive di difficoltà nell’individuare eventuali cause ed eventuali effetti a presunti problemi. Le Liberalizzazioni sono possibili ed avrebbero un effetto benevole per il contesto sociale, quanto oggetto della prestazione è un bene fungibile. Chiedere che avvocati o commercialisti o magari panettieri, possano benissimo compiere atti pubblici o autenticare scritture private significa non avere la cultura del sistema giuridico, non andare oltre gli effetti che quell’atto potrebbe produrre nel risvolto giuridico. I notai sono una garanzia e tutelano i cittadini e le imprese sotto un doppio punto di vista: la preparazione, che altri non hanno e non possano avere perchè come anche Voi evidenziate manca una struttura culturale che li sostenga in ciò; le assicurazioni cui sono soggetti i notai che garantiscano che per eventuali errori nessun cittadino possa subire un danno da un errore del Notaio.
Gli altri due aspetti: quanto a quello economico mi viene da dire che chi paga ha il diritto di sapere cosa paga. Quando andate da un Notaio , non tutto quello che pagate è per il notaio, ci sono le tasse che si versano allo stato ed allora perchè Voi che avete tane idee non chiedete di verificare gli importi?
quanto alle scuole, ne esistono tantissime pubbliche e gratuite come quelle degli Ordini, aperte a tutti i giovani che hanno voglia e desiderio di studiare.
Certo poi potremmo liberalizzare i medici e far si che operino gli infermieri….
buonagiornata a tutti.

Arena
Arena
13 anni fa

Vorrei brevemente soffermarmi sul ruolo che il notaio svolge nel nostro paese.
Diceva un insigne giurista che la sua funzione è antiprocessuale.
Che vuol dire ?
Vuol dire che ogni volta che vado dal notaio mi compro una CASA e non una “CAUSA”.
In altri termini ogni volta che i cittadini vanno dal notaio sono certi (salvo rarissimi casi, come è ufficialmente documentato) di non finire davanti ad un giudice per risolvere una controversia che durerà almeno dieci anni con un dispendio di danaro particolarmente esoso.
A me non pare poco; la garanzia che offre il notaio è massima, non ha eguali.
Questa garanzia trova la propria base nella fase antecedente alla vittoria del concorso: anni di studio durissimi con enormi privazioni nella vita quotidiana.
Solo uno studio così duro può portare ad una preparazione adeguata.
Una liberalizzazione della professione comporterebbe effetti devastanti per il nostro paese, le cause si decuplicherebbero con gravi conseguenze per i cittadini e per l’economia già precaria.
Certo bisogna accelerare i tempi delle correzioni e garantire un concorso annuale ma assicurare sempre una selezione durissima.
Solo in questo modo si ha la certezza di imbattersi sempre in un giurista altamente qualificato.
La recente vicenda concorsuale è stata devastante per la credibilità del concorso; tuttavia sono sicuro che non si volesse avvantaggiare qualcuno. Sono stati semplicemente scelti commissari che non erano all’altezza di un concorso di tale rilevanza. La traccia era su internet da giorni, era stata trasmessa in videoconferenza in tutta Italia; non penso che se si vuole avvantaggiare qualcuno si propone una traccia conosciuta da tutti. I commissari in realtà non erano in grado di formarne una “ex novo” e sono stati loro i primi a copiarne una su internet.
Un ultimo punto su cui vorrei soffermarmi concerne l’annosa questione dei guadagni notarili.
Secondo me dovremmo concentrarci più che sui guadagni dei notai sui costi cui vanno incontro i cittadini.
Siamo sicuri che un’agenzia immobiliare pretenda un onorario minore di quello di un notaio ? (a me risulta che un’agenzia immobiliare per ogni transazione prenda una provvigione del 3% dall’acquirente e del 3% dal compratore su costo complessivo dell’operazione, e non mi pare che svolga un’attività di particolare garanzia o di tutela del cliente, anzi.)
Siamo sicuri che un avvocato pretenda un onorario minore di quello di un avvocato ?
Smettiamola infine di dire che quando si va dal notaio si spendono cifre enormi di onorario; la maggior parte dei soldi che gli vengono consegnati sono tasse che è obbligato a versare allo stato.

tabata
tabata
13 anni fa

concordo pienamente con le cose appena scritte da Luigi: l’attività del notaio è un’attività piena di rischi e responsabilità. Io credo che chi si lamenta di quanto abbia pagato ad un notaio senza aver chiesto nel dettaglio a che cosa era destinata la somma che ha versato non abbia il minimo diritto di lamentarsi. avete idea che se comprate una casa spesso il 10% del valore catastale della casa stessa debba essere pagato come imposta di registro, x es? sapete che poi ci sono da pagare imposta ipotecaria e catastale, spese per il bollo e spese, spesso altrettanto sostanziose, x le visure? spesso mi viene da ridere (o forse meglio da piangere pensando a quello che potrebbe succedere se altri professionisti potessero fare domani quello che oggi puo’ fare un notaio…se esistono degli atti di routine, x i quali la tutela delle parti non risulta così evidente, di contro esistono atti per i quali solo una preparazione durata anni ed anni potrà assicurare gli effetti voluti e mettere le parti al riparo da brutte soprese future, quindi: un consiglio, invece di sparare a zero, chiedete al notaio la specifica di quanto versato e scandalizzatevi piuttosto per tutte le stralette televisive!

Antonio
Antonio
13 anni fa

Buonasera, vorrei comprendere come si possa legare le vicissitudini di un concorso con le conclusioni esposte legate alla professione notarile. Credo che quanto accaduto sia anzi sinonimo di una legalità diffusa del concorso e dei suoi partecipanti. Quanti concorsi sono mai “saltati”, nessuno.Quindi: o gli altri concorsi sono del tutto puliti, oppure quello notarile è il più pulito. Gradirei leggere critiche ad una professione legate a delle incapacità ma non mi pare che alcuno di Voi dica che i Notai sono incapaci, quindi potete trarne le dovute conclusioni.
Grazie per il confronto e buona serata.
Buona serata a tutti.

Alberto Evangelisti
Alberto Evangelisti
13 anni fa

Essendo l’autore dello scritto credo di dovere una risposta ai commenti qui sopra riportati, in modo particolare a quelli di Luigi, Arena, Tabata e Antonio, più critici verso quanto ho scritto, senza per questo, ovviamente, pensare di potergli far cambiare il proprio giudizio.
In primo luogo una precisazione di metodo: spesso quando si affrontano determinati argomenti si tende a liquidare una posizione critica come dovuta ad ignoranza giuridica, incapacità di considerare le ripercussioni di sistema o ignoranza specifica. Nel mio caso, mi spiace non è così. La posizione è assunta con consapevolezza e conoscenza della materia.
Ciò detto veniamo ai rilievi mossi nello specifico, premettendo che non intendevo e non intendo muovere critiche indiscriminate alla classe notarile ( che ben fa ad autotutelare le proprie posizioni ).
Mi rendo conto perfettamente della utilità sistematica delle funzioni svolte dal notaio, anche ai fini di giustizia e certezza del diritto. Tuttavia i Notai non sono certo l’unica classe professionale che svolga compiti delicati e di responsabilità per il sistema paese. Forze dell’ordine, magistrati (..e chi piu ne ha piu ne mettà) compiono un servizio altrettanto delicato, senza per questo raggiungere i livelli di reddito dei notai ( che per altro pesano direttamente sul cittadino). La contraddizione è quella di un ruolo da pubblico ufficiale svolto in modalità da libera professione. Per inciso, so benissimo che la parcella notarile è composta da diverse voci, molte delle quali derivanti da imposte. Tuttavia il notaio resta la professione di gran lunga piu redditizia, e questo al netto delle imposte di registro ecc. Se il notaio ha una funzione pubblica sia allora un dipendente pubblico, stipendiato dallo stato, certo con uno stipendio consono alla preparazione che il suo lavoro comporta. D’altra parte un parametro come quello dei magistratii sarebbe piu che consono.
Da ultimo, la funzione notarile è particolarmente importante nel sistema italiano proprio per la conformazione arcaica che questo ha. Altre nazioni, con sistemi radicalmente differenti ne fanno tranquillamente a meno senza che la certezza del diritto ne risenta minimamente. Certo capisco la difesa di categoria di una classe che nel 2008 (sul 2007) secondo il sole 24 ore ha dichiarato 100.000€ di repertorio medio annuo.

Luigi
Luigi
13 anni fa

Invero non comprendo. All’inizio si discute la liberalizzazione, poi però afferma si giunge a dire che sarebbe opportuno che il notaio fosse un dipendente pubblico. Ma non sono due soluzioni diametralmente opposte!Allora si poteva iniziare la discussione considerando come soluzione l’avocazione da parte dello stato della categoria, manifestando da subito che ben può comprendersi che non si possono liberalizzare le competenze di categorie perchè ogni categoria è specifica. Immagini un notaio che volesse compilare una dichiarazione dei redditi, o fare una causa.
Parla di soldi dei cittadini, ma tutti i soldi di uno stato sono dei cittadini, i politici, i giudici tutto il sistema grava sui cittadini!!
Si indica il reddito dei notai, ma francamente sapevo che dichiarassero tanto perchè a loro è precluso evadere le tasse, mentre per altre categorie diciamo è più semplice se si volesse, evadere, forse mi sbaglio?
Buonagiornata.

Arena
Arena
13 anni fa

E ci risiamo !!
Si guarda sempre alla classe notarile in base ai guadagni che percepisce, ai suoi redditi paradisiaci.
Senza alcuna vena polemica, egregio signor Evangelisti, il suo è un atteggiamento tipico di questi ultimi tempi.
Invece di guardare ai guadagni dei notai vuole pensare all’efficienza dell’attività che essi svolgono?
Rendere il notaio un pubblico dipendente, così come i magistrati, determinerebbe notevoli conseguenze negative per il nostro paese; e lo sa perché ?
Perché si adeguerebbe l’efficienza dell’attività notarile a quella di tutti i dipendenti statali che, loro malgrado, è molto scarsa.
Lungi da me sostenere che i dipendenti statali sono inefficienti o fannulloni, al contrario sono sicuro che il 90% di essi svolge ed esercita la propria attività con impegno ed abnegazione.
Ma quali sono i risultati ?
Lo sa quanto dura in media una causa nel nostro paese ? Glielo dico io: almeno 10 anni.
Il sistema giudiziario italiano è al collasso, non c’è certezza del diritto se una controversia ha questi tempi.
Quanto alla possibilità di rendere il notaio uno stipendiato statale, ben venga tale soluzione, ma da dove vengono presi i soldi ? Si dovrebbe costringere lo Stato ad effettuare un ulteriore esborso, in termini di imposte, che naturalmente sarebbe a carico di tutti i cittadini senza alcuna distinzione.
L’errore più grave è poi guardare con invidia al sistema statunitense o altri paesi in cui vige il sistema del common law, contrapposto al nostro civil law.
Il primo sistema opera senza notaio e senza garanzie preventive e se poi le cose vanno male si ricorre all’avvocato, pagando però più di quanto si sarebbe pagato al notaio.
Il secondo sistema si avvale del notaio pubblico ufficiale che fornisce garanzia preventiva della bontà dell’acquisto sotto la propria responsabilità.
I maggiori economisti sono concordi nell’affermare che lo sfascio dei subprime non si sarebbe verificato se negli Stati Uniti fosse esistito il notaio
La labilità del sistema di circolazione degli immobili in America è evidente, uno spirito recentemente è riuscito ad intestarsi l’Empire State Building.
Se lei egregio signor Evangelisti dovesse comprar casa, non credo che si avvarrebbe del primo incompetente così come non affiderebbe la cura della propria salute al primo sedicente medico.

Alberto Evangelisti
Alberto Evangelisti
13 anni fa

@ Luigi : vorrei esplicitare la posizione espressa. Ovviemente liberalizzazioni e incorporamento nella P.A. sono due soluzioni completamente diverse. Si intendeva far notare esclusivamente l’anomalia di una professione a metà fra il mercato e la pubblica utilità. personalmente sarei per una complessiva liberalizzazione ma, se mi si risponde che è impossibile per via della delicatezza del compito svolto dai notai, allora rilevo che tale compito non è piu delicato e fondamentale, ad esempio, di quello svolto dai magistrati. Da qui la l’accostamento delle due figure. Per inciso ( e ricordando che l’assunzione dei notai modello magistratura era una esternazione comparativa e un po provocatoria), è certamente veroche tutti i soldi sono spesi dallo stato pesano comunque sui cittadini.Tuttavia, se proprio vogliamo estremizzare un concetto, se la funzione è di utilità non semplicemente privata ma pubblica, come si è detto, non è impensabile ipotizzarne una ripartizione di peso sulla collettività in maniera equa e ” più che proporzionale”. Del resto..ed è sempre un paradosso (meglio specificare), carabinieri, polizia, vigili del fuoco, ecc. quando intervengono svolgono una funzione di tutela sia privata ( di chi ne ha richiesto l’intervento) che pubblica a salvaguardia del sistema. Non per questo vengono retribuiti da chi li chiama per intervenire.
@ Arena: mi spiace dissentire. nessuna invidia dovuta al reddito. Così come non ne ho per altre categorie anche piu remunerate. La politica “anche i ricchi piangano” è quanto di piu lontano dalla mia cultura personale. Oltretutto il problema non è neanche esclusivamente della classe notarile. Le liberalizzazioni che servirebbero all’Italia riguardano molte altre professioni. Mediamente chi dissente lo fa sostenendo che ci sarebbe una perdità di professionalità. Questione di opinioni. personalmente non la penso così, anzi ritengo che, per molti motivi di natura anche macroeconomica, la professionalità non ne risentirebbe affatto. detto questo, chi dissente è anche spesso, per la mia esperienza, un membro ben inserito di quella categoria che non vorrebbe liberalizzare. Difficile escludere a priori e con certezza che la propria opinione non risenta minimamente del proprio interesse personale.

Arena
Arena
13 anni fa

Se il problema non è il reddito, mi faccia capire cosa è che non funziona nell’attività notarile.
Se poi vogliamo parlare dell’inefficienza della classe notarile allora sono pronto a discuterne, ma mi sembra avremmo pochi argomenti.
Aggiungo che non mi ha risposto ad alcune argomentazioni da me esposte, e precisamente:
1) E’ vero che la pubblica amministrazione (nella quale vuol farvi rientrare anche i notai) è del tutto inefficiente ?
2) E’ vero che lo stipendio del notaio sarebbe a carico dei cittadini con ulteriore esborso di imposte indipendentemente dal fatto che ciascun cittadino si serva o meno del notaio medesimo?
3) E’ vero che il sistema statunitense ( cui lei si riferisce come modello) è stato la causa di questa crisi bestiale che sta colpendo tutti noi ?
Buona serata

Luigi
Luigi
13 anni fa

Egr. dottore io non sono un notaio, mi rendo conto che ciò possa cozzare l’idea che Lei può avere della critica di altri, ma allora io dovrei ritenere che lei è “interessato” quale professionista e mi scusi mi delude se per poter “osservare” debbo essere targato. Allora per Lei se difendessi il matrimonio omosessuale sarei omosessuale anche io.
Mi creda il confronto con i magistrati e la polizia non è per nulla pertinente, l’interesse verso cui ruota tutto…ma dottore la prego, mi sarei aspettato più moderazione da un moderatore. Sarà conflitto d’interessi?
Buona serata, un cittadino.

Bruno
Bruno
13 anni fa

Premetto che sono un imprenditore e non un notaio. Con i notai mi trovo spesso a confrontarmi per lavoro e, francamente, dal loro supporto riesco a trarre un’utilità superiore ad altre figure professionali, in particolar da quella fase prodromica alla conclusione di determinati contratti. Poi, è chiaro, ci sono notai e notai, come in qualsiasi attività o professione. Aggiungerei di più: non mi sembra affatto che i compensi dei notai siano superiori a quelli di altri professionisti (avvocati e commercialisti), anzi è vero il contrario. Ho avuto modo diverse volte di pagare sia il notaio che l’avvocato per pratiche e consulenze simili e la parcella dell’avvocato è sempre stata di gran lunga, ma di gran lunga! – superiore. Provare per credere! Leggo dal post iniziale “Mi piacerebbe che l’occasione consentisse di affrontare seriamente queste domande e, soprattutto che la politica si occupasse di dare le risposte, possibilmente con l’obiettività e la terzietà dagli ordini professionali che le è fin qui mancata.” Da quanto leggo su queste pagine, tutto leggo fuorchè obiettività. A me sembra che chi ha scritto l’articolo abbia la presunzione di essere il depositario della verità e che le obiezioni mosse da qualcuno nei vari commenti, anzichè essere argomento per affrontare seriamente e con obiettività la discussione, sono stati tacciati di difesa corporativa. Mentre la sua è “LA” verità assoluta. Un dogma? Un monolite granitico non scalfibile? E allora, quella obiettività tanto evocata, sembra assumere solo quella giusta dose di politicamente corretto che nulla ha a che fare con un serio confronto sull’argomento. E a me pare che questo sia lo sport preferito della politica attuale: quella di imporre la propria posizione senza mai affrontare con la dovuta serietà, l’approfondimento e con quella dose di obiettività argomenti che riguardano i principi della società italiana. Ho l’impressione che la politica parli troppo per sentito dire, facendo proprie posizioni di altri che, spesso, sono portatori di interessi di lobbyes o altri centri di potere. Non mi interessava parlare di notai, ma di metodo. Oggi può essere il caso dei notai, domani della giustizia, dopodomani delle imprese. Certi temi, a mio giudizio, vanno affrontati sapendo ascoltare le ragioni dell’altro, in modo particolare coloro i quali sono direttamente interessati, mettendo sempre al di sopra di tutto l’interesse generale. Non sempre le proprie verità, approfondito il tema e sentite le ragioni altrui, restano immutate. La politica è l’arte di mediare, non quella di imporre. Quella è un’altra cosa…



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