postato il 26 Luglio 2011 | in "In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo, Trasporti"

Tirrenia Viaggi: la cessione è avvenuta, ma i punti da chiarire sono molti

La vicenda della Tirrenia e della sua privatizzazione sembra essere giunta al termine, ma siamo anche certi che è solo l’inizio di una nuova stagione di recriminazioni e polemiche. Avevamo parlato più volte di questa cessione, sia illustrando i disastrati conti della Tirrenia, sia dei problemi nati con una procedura di vendita che, francamente, lasciava stupefatti.

Spiace dire che le nostre “profezie” si sono tutte avverate: la cessione è avvenuta alla CIN, di cui avevamo già individuato i proprietari ovvero Aponte, Grimaldi e Onorato; la cessione è avvenuta con la garanzia di aiuti pubblici pari a 72 milioni l’anno per 8 anni (fatevi i conti, tra poco ci torneranno utili); il prezzo pagato dagli acquirenti è veramente basso: 200 milioni subito e 180 milioni in seguito. In cambio la CIN ottiene le rotte, 18 navi e il marchio, in cambio si impegna a mantenere gli attuali livelli occupazionali, o, per essere più precisi, a non licenziare (con il risultato che basterà aspettare i naturali pensionamenti). Sembra un contratto vantaggioso? Certo che lo è, ma per chi?

Facciamo i conti: la CIN paga 380 milioni (200+180) e mantiene rotte e livelli occupazionali, ma siccome della CIN fanno parte tre armatori che a loro volta possiedono la MSC Crociere, la Grimaldi e così via, è ovvio che si troveranno in condizioni di monopolio. Ma c’è un’altra cosa, riprendiamo la cifra di 380 milioni, in realtà la CIN a ben vedere in pochi anni riavrà i soldi spesi direttamente dallo Stato italiano, infatti vi ricordate cosa abbiamo detto all’inizio? Lo Stato si impegna a garantire un contributo di 72 milioni per 8 anni; e quanto fa in totale? 576 milioni di euro.

Ripetiamolo così è chiaro a tutti: la CIN paga 380 Milioni, e lo stato gliene restituisce 576 in 8 anni, credo sia uno dei pochi casi in cui il venditore ci perde clamorosamente. E io mi chiedo, perché lo Stato perde sempre in queste operazioni? Sarà sfortuna? Sarà incapacità nel negoziare? Non lo so, ma una cosa è certa, noi paghiamo perché qualcuno si pigli una società.

Ovviamente questa cessione non va giù ai vertici della regione Sardegna, i quali però hanno le mani legate proprio dalla UE che ha imposto la vendita della Tirrenia. L’unica chance adesso è quella di accordarsi per evitare che i sardi siano troppo penalizzati e si trovino di fronte a rialzi consistenti dei biglietti per traghetti e navi.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

5 Commenti
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Maria Pina Cuccaru
Maria Pina Cuccaru
12 anni fa

E con questa sostanziale condizione di monopolio ho paura che i prezzi lieviteranno ulteriormente, con ulteriore danno ai sardi sia per i nostri spostamenti che per l’economia!!!

Mario Pezzati
Mario Pezzati
12 anni fa

informo che pare che siano già aumentati… sembra che siano triplicati…

Elisabetta Pontrelli
12 anni fa

Per me la Tirrenia è defunta da un pezzo…per il pessimo servizio che offre, dalla qualità alla pulizia, ho addirittura optato per Olbia e P.Torres quando ho dovuto scegliere la nave come mezzo, nonostante io abbia 3 ore circa di viaggio da Cagliari per raggiungere i suddetti porti. E’ per questa ragione che mi muovo quasi sempre in aereo. Penso che soprattutto quì a Cagliari sia un suicidio non poter contare su una sana concorrenza ( che incide sia sui costi che sulla qualità dei servizi ), ma nel capoluogo di regione questa non è una novità, poiché Cagliari è da sempre il simbolo del monopolio Tirrenia, che come concorrenza ha visto quì solo i voli di linea ( da pochi anni i low cost…), altrettanto non economici persino per i residenti. IL turismo, risorsa fondamentale, ne esce così fortemente penalizzato. Io ho diversi amici romani che alla fine hanno optato per il nord anziché il sud della sardegna proprio per gli elevatissimi costi della nave per Cagliari, circa 900 euro già 2anni fa, prima di tutte le polemiche per i prezzi aumentati da quest’ anno anche sulle rotte che coinvolgono olbia e porto torres. Ed è sufficiente raccontarvi quì che una coppia con un bimbo piccolo ha persino cambiato meta, optando alla fine per Pescara, per farvi rendere conto del danno gigante per il turismo di tutta la sardegna: conoscendo già il nord della sardegna infatti, desideravano questi miei amici visitarne il sud, ma il costo elevatissimo per il viaggio ha reso loro proibitiva l’ intenzione e li ha scoraggiati. Urge davvero una politica economica diversa, soprattutto diversa nella mentalità, altrimenti non cambierà mai nulla!

ettore
ettore
12 anni fa

scusate ma non mi trovo con i conti: fino allo scorso anno la tirrenia riceveva circa 110 milioni di euro all’ anno per far camminare 18 navi per tutto l’ anno; cioe’ servivano oltre 100 milioni per far camminare le navi vuote per mantenere a continuita territoriale con la sardegna. la nuova tirrenia ne ricevera’ 72 con un risparmio per i contribuenti di circa 40 milioni l’ anno. Ripeto: i 72 milioni servono per pagare le spese vive delle navi che per 8 mesi invernali non incassano sufficienti biglietti. Ora , io non sono un economista ma che c’ entra il prezzo di vendita della tirrenia con i contributi pagati per ripianare in parte il conto economico invernale ? e poi, se e’ questo grande affare, mi spieghi come mai sono scappati tutti e 16 grandi fondi di investimento che avevano dichiarato il loro intesse ??? in ultimo un consiglio… prima di sparare sentenze…. informatevi…

mario pezzati
mario pezzati
12 anni fa

caro ettore, scusa ma le tue obiezioni sono alquanto pretestuose.
d’altro canto tu stesso affermi di non essere un economista.
Prima infine di rispondere alle tue obiezioni, ti giro il tuo stesso consiglio: informati prima di parlare.
E ora veniamo alle tue obiezioni.
I 110 milioni che dici tu, non servono per fare camminare le navi di inverno (anche perchè nelle tratte maggiori, lo stesso le navi vendono biglietti) e non riguardano le spese vive, ma erano un “ripianamento” dei bilanci. Quando il bilancio di una società è in perdita, la perdita si copre con le riserve accantonate (se in passato vi sono stati accantomnamenti grazie ad utili avuti), o con il capitale sociale (però sotto una certa soglia non si può andare), o il proprietario (o i soci) intervengono mettendo altri soldi.
Delle tre soluzioni sopra prospettate, le prime due sono impraticabili: la prima perchè la tirrenia non ha mai avuto un bilancio in utile o in pareggio, e quindi non aveva riserve a cui attingere; la seconda perchè il capitale sociale della tirrenia non era sufficiente (causa punto 1 sopra detto). Restava il terzo punto. Quindi ogni anno lo Stato, che era l’unico proprietario della tirrenia, interveniva a ripianare le perdite.
Ora, in seguito alla vendita, lo stato non è più proprietario, quindi perchè deve continuare a dare soldi alla società? La motivazione dei 110 milioni era il ripiano delle eprdite (cui si è obbligati per legge, in quanto proprietario, se io non sono più proprietario di un bene, perchè ne devo pagare le spese???non ha logica).
Fatti inoltre due conti, anzi seguiamo la logica: la società è stata ceduta, e chi l’ha comprata ha anche acquisito delle immobilizzazioni materiali che qualcosa, anche se poco, varranno (nell’ipotesi di venderle e chiudere la società, è una ipotesi ovviamente di scuola, ma serve a fare capire).
In questo caso, i soldi che sborseranno gli acquirenti, sono inferiroi a quelli che prenderanno dallo Stato. Quindi non solo acquisiscono dei beni che avranno un certo valore, non solo hanno triplicato il prezzo dei biglietti (come scrivono i giornali), ma addirittura l’acquisto della tirrenia non gli costa nulla e anzi ci guadagnano.
Scusa, ma qui non c’è bisogno di essere economisti, è semplice logica.
Riguardo ai 16 fondi di investimento…. la procedura messaa in atto in prima battuta, non prevedeva questo contributo dello stato, e alla fine di 16 proposte, solo una era arrivata alle battute finali: quella della mediterranea holding che proponeva di acquistare per circa 10 milioni la tirrenia senza però avere in cambio il contributo dello stato.
Quindi ricapitoliamo: ad agosto 2010 resta mediterranea holding che dice “compro per 10 milioni la tirrenia, ma non voglio altri soldi dall ostato”. In altre parole lo stato vendeva tirrenia e non doveva dare altri soldi.
La vendita fallisce. Perchè? perchè al momento della firma lo Stato pone altre condizioni (fonte: http://www.libero-news.it/news/465775/Tirrenia-annullata-la-privatizzazione-Mediterranea-Holding-non-si-fa-vedere-.html): infatti da emditerrnaea holdig fanno sapere che “hanno cambiato le carte in tavola all’ultimo, inserendo condizioni inacettabili” (“farsi carico di perdite per ammontare non noto” e “firmare prima degli accordi con le banche”). Mediterranea chiede tempo, ma Finteca annulla la gara. Ieri mattina poi Mediterranea si rifà avanti, forte dell’accordo con gli istituti di credito. Niente da fare, e Berlusconi approva il commissariamento.”

Dopo di ciò, si apre una seconda procedura di vendita, questa volta non più ad offerta pubblica mediante asta, ma tramite trattativa privata.
E arriviamo all’accordo stipulato.

Da quanto detto, quindi, lo stato poteva vendere, senza avere altri esborsi finanziari. invece alla fine lo stato paga più di quanto riceve.
dimmi tu, caro ettore, se la vicenda ti sembra semplice, e chiara.



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