postato il 18 Febbraio 2012 | in "In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo, Spunti di riflessione"

L’Africa ha un volto nuovo: quello delle donne. Un esempio per l’Italia

“Riceviamo e pubblichiamo” di Marta Romano

Si è svolto mercoledì, nella “Sala della Lupa” della Camera, il convegno “L’Africa ha un volto nuovo: quello delle donne. Un esempio per l’Italia”, organizzato dal presidente della Commissione giustizia Giulia Bongiorno e da Roberto Rao.
Il convegno, che aveva per tema le donne, l’importanza che assumono nella società odierna e il loro ruolo in Italia e nel mondo intero, ha offerto degli interessanti spunti di riflessione.
Naturalmente, come solitamente accade in convegni di questo tipo, si é partiti dall’amara constatazione di quanto debole sia, ancora oggi,in Italia, il binomio donne-politica. E’ proprio per questo che dovremmo assumere come esempio quello della Liberia, primo Paese africano ad avere come Presidente una donna, da cui arrivano grandi segnali di una vera e propria rivoluzione sociale, che porta alla ribalta il genere femminile, che assume sempre maggiore importanza, occupa posizioni di sempre maggiore rilievo. Questo, probabilmente, come ha rilevato Carmen Lasorella, che ha intervistato la leader liberiana , premio nobel per la pace, perché il Governo africano ha puntato tutte le sue forze sull’istruzione e sulla cultura, come mezzi per rendere la Liberia uno stato realmente democratico. D’altronde, la democrazia è realizzata in pieno quando ogni uomo e ogni donna hanno uguali possibilità di raggiungere uno stesso traguardo, ed è forse ciò che oggi, in Italia, manca, e per cui i partiti politici hanno il dovere di lottare.
La politica deve avere il coraggio di aprirsi alle donne riavvicinare questi due mondi così distanti tra di loro, ed annullare ogni tipo di discriminazione di genere.
Ed è vero quanto ha detto la Bongiorno: non si può esultare per il fatto che nel Governo Monti ci siano tre donne ad occupare ministeri importanti, dimenticando che questa non è che l’ennesima sconfitta della politica. Purtroppo, soltanto in un governo “tecnico” si é pronti a dare incarichi così significativi alle donne, al contrario di quanto accade in un ordinario governo “politico”.
La speranza, emersa dalle parole di tutti quanti sono intervenuti al convegno, è quello che davvero qualcosa possa cambiare, sperando che incontri come questi possano essere uno stimolo, per spronare i partiti ad osare di più, a candidare più donne, se meritevoli.
La questione è prettamente politica e, come ha sottolineato il direttore del Tg La7, Enrico Mentana, una prima soluzione può essere quella di lavorare davvero per cambiare questa legge elettorale, per scegliere con coscienza e libertà, e magari portare in Parlamento tante donne, senza ricorrere neanche alle cosiddette “quote rosa”.
L’importante per un partito, come credo, è basare sempre la propria politica sul principio di meritocrazia: perché l’importante non è essere uomo o donna, ma essere bravi.



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