postato il 7 Aprile 2012
Pubblichiamo dal ‘Corriere della Sera’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Andrea Garibaldi
«Le forze politiche che accedono ai rimborsi devono accettare il controllo della Corte dei Conti»
ROMA — Una volta, fino a cinque anni fa, Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, aveva due alleati, Berlusconi e Bossi. Uno ha dovuto lasciare la guida del governo, l’altro si è appena dimesso da segretario. «Né l’uno né l’altro sono caduti per via giudiziaria. Berlusconi non ha fatto la rivoluzione liberale che aveva promesso. Bossi non ha saputo trasformare la protesta in proposta, ha continuato con le ampolle e le ronde padane, anziché puntare sulla rivoluzione federale».
Bossi ha detto: «Colpiscono me per colpire la Lega». Berlusconi, a proposito della Lega, parla di «giustizia a orologeria».
«Difendersi attaccando i giudici è una prova di debolezza. Tuttavia, a Bossi, che mi ha spesso coperto di insulti, concederei l’onore delle armi. Non è un ladro di polli, non ha usato la politica per arricchirsi. Ha solo perso il controllo di ciò che avveniva attorno a lui».
La Lega potrà ancora avere un ruolo politico?
«Un film è finito. Le occasioni storiche difficilmente si ripresentano». [Continua a leggere]
postato il 22 Marzo 2012
Pubblichiamo da La Repubblica l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Carmelo Lopapa— «I falchi devono tornare in gabbia. Tutti, da una parte e dall’altra. La riforma del lavoro è coraggiosa, innovativa, ma soprattutto necessaria. Io comprendo fino in fondo la preoccupazione di Bersani e la rispetto. Mal’esaltazione dei toni non serve. La situazione è esplosiva. Qui non rischiamo una stagione calda. La stiamo vivendo già. Occorre ancora una volta il senso di responsabilità di tutti».
Pier Ferdinando Casini parla da Torino, dove ha portato la sua solidarietà alla famiglia del capogruppo Udc al Comune Musy. «Siamo molto preoccupati: è un esempio di serio liberale e riformista. E certamente a Torino è riferimento della migliore area moderata». Il leader Udc è certo che alla fine la maggioranza resterà compatta anche di fronte alla prova più delicata. Meglio se però la si affronti in aula sotto forma di disegno di legge che con un altro decreto. [Continua a leggere]
postato il 2 Marzo 2012
E’ finita l’epoca dell’armata degli uni contro gli altri, che poi non riescono a governare. Il Pd sta comportandosi bene, ha fatto una scelta impopolare e sarebbe assurdo chiedere adesso al partito di Bersani un patto elettorale. Per quanto riguarda le dichiarazioni di Berlusconi sulla grande coalizione, credo non si debba mettere la mano sul fuoco. Io vado avanti per la mia strada: ritengo che ognuno si presenterà alle elezioni con i suoi partiti, ma la cosa importante è continuare a lavorare per il bene del Paese e pacificando la politica.
Pier Ferdinando
postato il 24 Novembre 2011
Pubblichiamo da ‘Panorama’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Emanuela Fiorentino
Piero Gnudi, Paola Severino, Andrea Riccardi, Lorenzo Ornaghi. E poi ancora Corrado Clini, Roberto Balduzzi… Piace a Pier Ferdinando Casini un governo che qualcuno ha definito un monocolore Dc.
Non so se queste persone vengano dall’esperienza democristiana, ma certo il mondo cattolico svolge una funzione aggregante. In questi anni la Chiesa è stata una ricchezza per la nazione. Ma quando sento che c’è l’idea di rifare la Dc… La Dc è stata una casa troppo grande per farne una caricatura. Non voglio una simile Dc.
Perché un manager come Corrado Passera secondo lei ha deciso di lasciare un posto sicuro e uno stipendio strabiliante per fare il ministro? Che cosa ha in mente?
La politica è come quando ci si innamora di una donna, è una chiamata. Se uno deve spiegare perché è innamorato, magari di una donna brutta, non lo sa. Persone che hanno vissuto agiatezze economiche sentono una chiamata forte all’impegno pubblico; che le competenze concorrano a superare la crisi della politica è un fatto positivo.
E se Passera tra un anno e mezzo le rubasse la scena?
Me lo auguro, e questo vale per Passera e per tanti altri. Il politico che ha paura della concorrenza ha già perso.
Lei pensa che ministri e sottosegretari debbano dire apertamente che non si candideranno alle prossime elezioni?
Non mi piace questa autodifesa della politica. Le elezioni sono un evento democratico, perché escludere chi vuole entrare in campo? Noi politici dobbiamo proteggerci? Non mi piace… Faceva bene il presidente Mario Monti a volere i politici, ma in questo caso i partiti non li hanno voluti.
Passera, insieme con Riccardi e Ornaghi, ha partecipato al Forum di Todi. Possono essere loro il nocciolo duro del nuovo partito cattolico?
Loro e altri, che tutti si impegnino a spingere! Spingiamo e smettiamola di evocare demiurghi. [Continua a leggere]
postato il 10 Novembre 2011
Pubblichiamo da ‘Il Corriere della Sera’ il Colloquio con Pier Ferdinando Casini
di Aldo Cazzullo
Con gli uomini dello staff, con i due personaggi a lui più vicini – Cesa per la politica, Rao per la comunicazione -, con i mediatori che in questi giorni hanno sfilato al Pdl uomini (e donne) simbolo, ieri sera Pier Ferdinando Casini sorrideva: «Ricordate quando tre anni e mezzo fa Berlusconi ci diede un calcio nel didietro? Adesso potremmo rendergli la pariglia. Invece noi dobbiamo fare esattamente il contrario. Rassicurare. Ricompattare il quadro politico. Non attaccare nessuno, non andare a cercare nessuno. Tanto, se devono venire da noi, vengono. Berlusconi ha capito che, se non fa il governo di larghe intese, metà partito lo saluta, il Pdl gli si sfalda tra le mani. Non a caso ha controfirmato la nomina di Monti senatore a vita. Oggi la nostra vittoria non è il parlamentare in più che viene da noi. È la vittoria di una linea. La scommessa del 2008 sulla fine del bipolarismo; e adesso l’investimento sul governo di responsabilità nazionale. Ancora giovedì pareva impossibile. Oggi è a portata di mano». [Continua a leggere]
postato il 9 Novembre 2011
L’intervista ai microfoni del Tg1
Nessuno vuole fare un governo del ribaltone: serve un governo di responsabilità collettiva perché corriamo il rischio di fare la fine della Grecia.
Per giochini politici non c’è spazio. Bisogna fare le cose vere, prendere misure impopolari, bisogna assumersi impegni anche contro interessi politici e dei partiti. Ci vuole la corresponsabilità delle forze maggiori del Pdl e del Pd. Mi auguro che Berlusconi ci rifletta e sono convinto che alla fine rifletterà sulla responsabilità che si assumerebbe se impedisse questa possibilità.
postato il 4 Novembre 2011
Pubblichiamo da ‘Il Corriere della sera’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Aldo Cazzullo
«C’è un aspetto positivo, in questa ora drammatica: per tutti è giunto il momento della verità. Si gioca a carte scoperte. Quando il capo dello Stato verifica che “forze di opposizione considerano necessaria una nuova compagine di governo su basi più ampie”, per me questo è il dato più rilevante politicamente. Perché significa che non c’è un partito del ribaltone, non c’è una parte del Parlamento unita solo dall’antiberlusconismo. Qui c’è una parte sempre più ampia della politica che ha la consapevolezza che sono necessarie ricette impopolari e che questa sfida non può essere affrontata con un governo del 51%. È una questione immensa, che coinvolge anche l’identità e le prospettive del Pdl. Se il Pdl vuole essere un riferimento importante del Partito popolare europeo, non può scavare trincee a difesa di un esistente che all’evidenza non è più in grado di affrontare la situazione».
Presidente Casini, il segretario del Pdl la accusa di voler lanciare un’opa sul suo partito.
«Se anche lo facessi, è quello che da dieci anni almeno cerca di fare sull’Udc il presidente del Consiglio. Ma credo che oggi l’opa sul Pdl non servirebbe a nulla. Non ha senso contendersi la guida di una nave che sta andando a sbattere contro gli scogli. Il primo problema mio, di Alfano, di Bersani, se vogliamo avere prospettive, è salvare l’Italia; ciascuno facendo un passo indietro, se necessario, ma dando una disponibilità a salvare il Paese». [Continua a leggere]
postato il 8 Ottobre 2011
Ma eviteremo il voto nel 2012. La strada giusta è quella di Pisanu
Pubblichiamo da ‘La Repubblica’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Carmelo Lopapa
Una “provocazione”, quell’appello di Silvio Berlusconi all’unità dei moderati Pier Ferdinando Casini, che nel sondaggio Crespi è balzato in testa alla classifica dei leader di partito più apprezzati, si trova a Malaga per la presentazione del programma elettorale del Partito popolare, in vista delle elezioni spagnole del 20 novembre. In Italia di elezioni invece non se ne parla, per ora. «Eppure, l’unica cosa credibile che il premier possa fare è farsi da parte, non certo per andare in esilio, ma per concorrere in modo diverso alla vita democratica. È giunto il momento in cui le forze più serie di destra e sinistra si facciano carica di un governo di responsabilità nazionale».
Presidente Casini, Berlusconi ha appena ribadito che non lo accetterà mai.
«Mi trovo in Spagna e tutto il mondo ha capito perché lo spread tra titoli spagnoli e tedeschi sia diminuito mentre quello italiano è cresciuto. Qui Zapatero, con grande dignità, ha preferito dimettersi e difendere il Paese, piuttosto che il suo posto». [Continua a leggere]
postato il 7 Settembre 2011
Pubblichiamo da ‘Il Messaggero’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Carlo Fusi
Da un lato la Cgil che sfila in piazza per lo sciopero generale proclamato in solitudine; dall’altro il governo che cambia per l’ennesima volta la manovra e ci mette sopra la fiducia. In mezzo la bufera economica che ancora una volta pone l’Italia nel mirino. Panorama drammatico e sconfortante.
Onorevole Casini parliamoci chiaro: siamo alla frutta?
«L’Italia è spaccata e purtroppo chi semina vento raccoglie tempesta. Per troppi anni si è sparso populismo, demagogia, irrazionalità. E oggi tutto questo finisce per andare contro Berlusconi e la sua maggioranza. Io sono molto preoccupato perché temo che rischiamo di passare dalla padella alla brace. Cioè da una coalizione incapace, pasticciona e confusa che non ha combinato niente, ad un populismo di piazza che ripropone le vecchie parole d’ordine e a cui la sinistra riformista non riesce più a parlare con il linguaggio della verità. Sono convinto che bisogna parlare chiaro per dire che, in una fase drammatica del mondo, il Paese continua a vivere al di sopra delle proprie possibilità. E’ per questo che oggi tutti dobbiamo fare sacrifici. Quando si dicono queste cose, la reazione di solito è: ma i sacrifici li devono fare i ricchi, li deve fare la politica, noi non ce la facciamo ad arrivare a fine mese. La risposta è: purtroppo tutti, al loro livello e proporzionalmente, vivono al di sopra delle possibilità del nostro Paese. O tutti ci rendiamo conto di questo e la politica dei sacrifici investe i grandi patrimoni ma anche l’orario di lavoro ela flessibilità in fabbrica, tiene insomma conto della necessità di un diverso comportamento degli italiani tutti, oppure non ci salveremo. Non si salverà nessuno». [Continua a leggere]
postato il 28 Agosto 2011

Pubblichiamo da ‘La Repubblica’ l’intervista al leader Udc Pier Ferdinando Casini
di Carmelo Lopapa
ROMA – II dialogo, mai davvero aperto, rischia di essere già chiuso. La manovra lacrime e sangue è tutto un affare interno alla maggioranza. «È molto triste, ma sono bastati 15 giorni per disperdere quel clima di positività e determinazione che, raccogliendo l’appello del Presidente della Repubblica e sotto la spinta della Bce, aveva portato il governo aintervenire. All’interno del Pdl una rissa continua, il presidente del Consiglio che non si capisce in che misura sia spettatore o artefice di tutta questa canea, Tremonti in uno sdegnoso isolamento, la Lega confusa ma sempre decisiva. Tutti ad attendere l’incontro Berlusconi-Bossi per mettere la parola fine, vanificando qualsiasi ipotesi di collaborazione».
Pier Ferdinande Casini assiste deluso al fischio conclusivo di una partita che la maggioranza hagiocato per intero dentro la propria metà campo. «Rischia di essere bocciata dai mercati», prevede il leader centrista che, con tutto il terzo polo, si prepara a questo punto a dar battaglia in aula. «Ma è davvero avvilente constatare comequesto Paese continui a farsi del male».
Meno tagli agli enti locali, crescedi un punto l’Iva. La manovra cambia i connotati. Presidente Casini, la voterete?
«Non esiste. Manca qualsiasi riforma strutturale. E i tagli ai costi della politica naufragano nella demagogia. Le Province andavano abolite senza esitazione: invece ha vinto la vecchia politica del rinvio. Ma cosa dovremmo votare?»
Chiuso anche il capitolo pensioni, sacrificato sull’altare dell’alleanza Lega-Pdl.
«Anche su quel terreno ha vinto Bossi e il suo conservatorismo. Ma vincono pure le resistenze di una fetta del centrosinistra che non riesce a comprendere come l’alternativa a Berlusconi la si costruisce solo sulla via del riformismo. Finché questa sinistra considererà un tabù il tema delle pensioni, omettendo di vedere il conflitto generazionale, non farà molta strada». [Continua a leggere]