postato il 7 Settembre 2011 | in "Economia, Politica"

«Siamo sull’orlo del baratro, serve uno sforzo nazionale»

Pubblichiamo da ‘Il Messaggero’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Carlo Fusi

Da un lato la Cgil che sfila in piazza per lo sciopero generale proclamato in solitudine; dall’altro il governo che cambia per l’ennesima volta la manovra e ci mette sopra la fiducia. In mezzo la bufera economica che ancora una volta pone l’Italia nel mirino. Panorama drammatico e sconfortante.
Onorevole Casini parliamoci chiaro: siamo alla frutta?
«L’Italia è spaccata e purtroppo chi semina vento raccoglie tempesta. Per troppi anni si è sparso populismo, demagogia, irrazionalità. E oggi tutto questo finisce per andare contro Berlusconi e la sua maggioranza. Io sono molto preoccupato perché temo che rischiamo di passare dalla padella alla brace. Cioè da una coalizione incapace, pasticciona e confusa che non ha combinato niente, ad un populismo di piazza che ripropone le vecchie parole d’ordine e a cui la sinistra riformista non riesce più a parlare con il linguaggio della verità. Sono convinto che bisogna parlare chiaro per dire che, in una fase drammatica del mondo, il Paese continua a vivere al di sopra delle proprie possibilità. E’ per questo che oggi tutti dobbiamo fare sacrifici. Quando si dicono queste cose, la reazione di solito è: ma i sacrifici li devono fare i ricchi, li deve fare la politica, noi non ce la facciamo ad arrivare a fine mese. La risposta è: purtroppo tutti, al loro livello e proporzionalmente, vivono al di sopra delle possibilità del nostro Paese. O tutti ci rendiamo conto di questo e la politica dei sacrifici investe i grandi patrimoni ma anche l’orario di lavoro ela flessibilità in fabbrica, tiene insomma conto della necessità di un diverso comportamento degli italiani tutti, oppure non ci salveremo. Non si salverà nessuno».

Insomma non ha cambiato idea: la Cgil ha fatto un errore. Perché?
«Quando i lavoratori manifestano pacificamente bisogna sempre guardarli con rispetto. Ma lo sciopero della Cgil è profondamente sbagliato. Implicitamente finisce per dare l’idea che ad una inconcludenza del governo, si contrappongono parole d’ordine frutto di repertori datati».

Però a sfilare in piazza c’è andato pure Bersani. Stesso sbaglio?
«Mi dispiace dell’atteggiamento del Pd. Le ragioni di esponenti importanti come Letta, Fioroni e Pollini, cioè di quelli che hanno cercato di sostenere che il Pd dovesse essere sensibile anche alle motivazioni di altre sigle sindacali, sono rimaste inascoltate ed è stato un gravissimo errore. Non si possono regalare sindacati come la Cisl e la Uil al governo».

Resta che il tema del lavoro e dei diritti connessi è fondamentale.
«Guardi, noi abbiamo un rapporto tra residenti e popolazione attiva che è del 39 per cento. In Inghilterra è del 51, in Francia del 45. Va bene che dietro questi dati si nasconde il lavoro nero, ma è nitida la fotografia impietosa di un Paese che non può più andare avanti in questo modo. Un bambino che nasce oggi ha fortunatamente una aspettativa di vita di 90 anni: bene, non è possibile che per 40 lavori e per gli altri 50 lo mantenga lo Stato. Siamo ad un bivio che non ci consente più furberie. La situazione in queste ore peggiora perché Ì mercati e gli investitori hanno visto nella manovra l’ennesima malizia italiana. A entrate certe per tasse odiose, abbiamo sostituito cose giuste ma con entrate incerte: mi riferisco ai supposti introiti dalla lotta all’evasione. D’altra parte, se la sinistra pensa di governare con i totem dei referendum sull’acqua, che sono destinati a bloccare i processi di liberalizzazione e a consolidare i monopoli pubblici delle tante municipalizzate, questo Paese non si salverà più. Bisogna far capire anche alle famiglie che la liberalizzazione significa più competitivita e tariffe più basse, cosa non indifferente visto che le nostre sono le più alte d’Europa».

Il presidente Napolitano aveva chiesto modifiche alla manovra per riacquistare la fiducia dei mercati. Governo e maggioranza, secondo lei, hanno accolto l’appello in giusta misura?
«La prima cosa che dovrebbe fare Berlusconi è evitare di continuare questo balletto di vertici e controvertici che sono tra il drammatico e il ridicolo. Le cose da fare per rendere seria questa manovralo sappiamo tutti. Il premier le faccia, le presenti in Parlamento senza rete, senza tutte queste contrattazioni che umiliano la politica e ridicolizzano lui e tutta la sua coalizione. Presenti le misure in Parlamento e se sono cose serie i voti li troverà. Altrimenti di tutta questa umiliazione che il Paese deve sopportare chi di più e primo ne farà le spese sarà proprio lui, individuato come il simbolo della incapacità della politica di risolvere i problemi».

Però il governo ha modificato la manovra, inserendo l’aumento dell’Iva e l’adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato a partire dal 2004. Va bene?
«Intanto mi lasci dire che il governo da tempo ondeggia, amplificando e producendo emergenze ricorrenti. Ha fatto una prima manovra a luglio spalmandola sul 2013-2014; l’ha rifatta ad agosto e poi si è trascinato un mese in modifiche che l’hanno svuotata; ieri per l’ennesima volta, tirato per i capelli dal Quirinale, capisce che i mercati ci stanno affondando e produce decisioni che dovevano essere adottate già prima dell’estate. Pur tuttavia, nonostante che arrivi tardi e male alla meta, questa manovra pnma si approva meglio è. Perché è chiaro che siamo in piena corsa per evitare per l’Italia l’effetto Grecia».

Insisto: si tratta di provvedimenti sufficienti o no?
«No che non sono sufficienti. Sono meglio del vuoto pneumatico di prima ma non bastano. Perché è chiaro che ancora una volta sul tema della riforma previdenziale si è abdicato al diktat della Lega. E comunque, si vari questa manovra e poi non si perda tempo nel resto. Il fatto che si vogliono tagliare le Province con un disegno di legge costituzionale fa scappare da ridere. Si potevano abolire subito quelle inferiori a 500 mila abitanti, come avevamo proposto noi. Poi tutto il risparmio che si realizza sul fronte pensionistico deve andare a favore delle donne, degli aiuti sociali, concreti, per la famiglia e la maternità. Deve andare per favorire i giovani che cercano lavoro e per la ricerca

Ma il rischio non è che si produca un avvitamento perverso e tra una settimana o un mese si debba fare un’altra manovra?
«Certo. Infatti il punto è proprio questo. Quel rischio c’è e rimane perché rispondiamo tardi e male a ciò che è chiaro da tempo. Era da luglio che bisognava varare una manovra simile a questa nelle dimensioni finanziarie, e invece abbiamo pensato di fare i furbi. Ad agosto il governo non ha cambiato atteggiamento barcamenandosi tra i veti della Lega, quelli di Tremonti e di altri pezzi della maggioranza. Ebbene oggi siamo al redde rationem. Se insistiamo a fare furberie è evidente che continueremo a rincorrere una situazione sempre più diffìcile. Ecco perché io parlo di verità, di responsabilità, di impopolarità. Perché in caso contrario saremo sommersi dall’uragano».

A suo avviso, come chiede il Pd, Berlusconi una volta presentate le ultime modifiche alla manovra deve contestualmente annunciare che, una volta che il Parlamento le avrà licenziate, si farà da parte?
«Oggi chi ha a cuore l’Italia sa che la questione della credibilità di chi ci governa è fondamentale come e quanto la quantità dei provvedimenti specifici».

Ma lei a Berlusconi chiede o no le dimissioni?
«Io a Berlusconi non chiedo niente. E sa perché? Perché sono convinto che sgombrare il campo sarebbe nel suo interesse. Gestire una situazione così drammatica, in queste condizioni politiche, con questa maggioranza, diventa davvero impossibile».

Tanti appelli e poi il governo rimane lì. Situazione bloccata, dunque.
«Io già tre mesi fa in Parlamento dissi che Berlusconi era parte del problema e non della soluzione. E non c’è dubbio che la credibilità azzerata del governo italiano in Europa fa parte di questo problema. La Merkel ha paragonato l’Italia alla Grecia: con tutto il rispetto non siamo la Grecia. Ma se il più importante leader europeo sente di poter fare quel paragone significa che in termini di credibilità siamo azzerati. Vale per Berlusconi, ma vale anche per Tremonti».

Oggi il Senato vota la manovra di nuovo modificata. Cosa si sente di dire al premier?
«E’ da tanto tempo che non parlo con Berlusconi. Ma ho la coscienza serena, e sono da tempo immunizzato da ogni astio e avversità personale nei suoi confronti. Certo, in questi mesi più volte l’ho attaccato ma sempre sul piano politico e mai su quello personale. Per ceti versi potrei dire che umanamente capisco la sua resistenza. Ma forse è il momento, dopo vent’anni, che provi a cambiare schema perché ormai è evidente che Parliamoci chiaro, questi problemi sono l’eredità amara di vent’anni di errori: nessuno si illuda che basti battere Berlusconi per risolverli. Sarebbe troppo facile e semplicistico».

11 Commenti
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Esule
Esule
13 anni fa

Presidente Casini se come sono sicuro stanno all’UDC stanno a cuore le sorti del Paese si deve passare dalla polemica alla proposta.

Aiutate i liberali presenti nel Governo, fate proposte concrete come ad esempio l’abolizione delle province e la riduzione immediata dei parlamentari con riforma costituzionale. Chiedete il voto palese e la diretta TV. Si passi cioé dalla lotta politica all’azione di salvataggio del Paese.

Stefano Tassinari
Stefano Tassinari
13 anni fa

Sempre interessanti le Sue interviste. Dissento sullo sciopero CGIL che reputo doveroso per un sindacato che difende i lavoratori ma insomma non si può sempre pensarla uguale. Berlusconi è il problema però, lo hanno capito persino gli elettori del Pdl basta leggere i siti di Libero e Il Giornale dove quotidianamente lo distruggono politicamente.
… un’ultima cosa: al terzo polo serve con urgenza un quotidiano con i sacri crismi lì in mezzo. Liberal è troppo di nicchia, Il Messaggero è troppo romano. Si inventi qualcosa onorevole: un quotidiano a carattere nazionale ben fatto = 5% di voti in più.

Stefano Tassinari
Stefano Tassinari
13 anni fa

Fra pochi giorni straccerò la tessera della CISL perchè Bonanni ha tradito i miei interessi e le mie aspettative (anche di ex sindacalista CISL) nonchè quelle di tantissimi lavoratori.
Che chieda almeno le dimissioni di Berlusconi e contemporaneo insediamento di un governo di unità nazionale (come Pisanu). Ma che lo chieda ad alta voce (e in prima serata).

mario pezzati
mario pezzati
13 anni fa

sig. esule, giusto per essere il sig. precisino della situazione, l’udc da tempo chiede l’abolizione delle province… adesso chiede la riduzione dei 2/3 di province..in rpatica resterebbero le province con più di 500.000 abitanti…
perchè non abolirle tutte??? le svelo un trucco: il pdl dice che vuole abolirle tutte, ma non lo farà…e sa perchè??? perchè per abolirle tutte bisogna una modifica della costituzione… se lavoreranno speditamente e saranno tutti d’accordo ci vorranno almeno 6 mesi per l’abolizione delle province…la riduzione, invece, permetterebbe ils emplice voto del parlamento e si potrebbe fare da subito…
ovviamente io sono cattivello, e penso che l’abolizione la stia tirando fuori il pdl ora (dopo 3 anni e mezzo di governo) con il procedimento costituzionale solo per gettare fumo negli occhi

luca gasparini
luca gasparini
13 anni fa

premetto che voto per il suo partito da diverso tempo, volevo però farle notare che quando dice:
…Un bambino che nasce oggi ha fortunatamente una aspettativa di vita di 90 anni: bene, non è possibile che per 40 lavori e per gli altri 50 lo mantenga lo Stato…
non tiene in considerazione che un “bambino” entra nel mondo del lavoro, se va bene, a circa 30 anni, che sommati ai 40 di lavoro fanno 70; come vede lo stato ci “mantiene” per soli 20 anni, o, forse, ci restituisce il versato dei 40 anni di contribuzione (?).
un caro saluto.

Luciano
Luciano
13 anni fa

On. Casini
In merito alla sua intervista in cui afferma che “…Un bambino che nasce oggi ha fortunatamente una aspettativa di vita di 90 anni: bene, non è possibile che per 40 lavori e per gli altri 50 lo mantenga lo Stato.”
vorrei fare alcune osservazioni.
1) se continua così il livello di impoverimento delle famiglie ho forti dubbi che l’aspettativa di vita raggiunga i 90 anni; diminuendo la disponibilità economica verranno tagliate anche le spese per l’alimentazione e le cure sanitarie, di conseguenza l’aspettativa di vita diminuirà sensibilmente;
2) è stato calcolato che un bambino dalla nascita all’età di 18 anni costa in media alla famiglia circa 160.000 €, quindi non penso sia completamente lo Stato che mantenga una persona per 50 anni; se i giovani che trovano lavoro iniziano a lavorare se va bene intorno ai 30 anni, se ci mettiamo 40 anni + 1 andiamo a circa 70 anni, quindi ampiamente oltre il limite dei 65 anni come previsto dalle norme attuali;
3) altra considerazione, forse la più importante: dov’erano tutti quei politici, economisti, etc. che non hanno previsto che concedendo pensioni per decenni a persone che lavoravano 15 o 20 anni ed all’età di 36-40 anni erano già in pensione, magari svolgendo poi un lavoro in nero? Possibile che nessun esperto abbia mai pensato al futuro del sistema pensionistico, poiché era evidente,ancora prima di approvare una legge del genere, che tale privilegio avrebbe portato a gravi dissesti nel sistema pensionistico? Ora tutti sono diventati esperti di pensioni e previsioni ventennali!!! Se si continua così, nel prossimo futuro ci troveremo pensionati poveri (ricordo che una legge dal 2010 produce la riduzione del 7% ogni 3 anni del coefficiente di calcolo della pensione) con figli disoccupati
4) la riforma delle pensioni non è ancora entrata a regime come previsto dalla Legge, aspettiamo che entri a regime, anche perché come detto sopra, ormai giovani che iniziano a lavorare stabilmente prima dei 25 anni sono veramente pochi ed ammesso che riescano a garantirsi 41 anni di contributi (cosa assai improbabile) superiamo sicuramente la soglia dei 65 anni.

citoyenne
citoyenne
13 anni fa

Buongiorno, presidente

Il suo essere per antonomasia “il primo della classe” (è proprio il suo aspetto, non posso farci nulla!), così perbenino, così riguardoso, così controllato, ecc. potrà forse affascinare tanti, ma io sono un cane sciolto (farei meglio a dire “una cagna”) e difficilmente mi faccio prendere dall’esteriorità dei comportamenti. Io vado al sodo!
Lei parla di sacrifici “proporzionali” per tutti. Quali sono i suoi? o meglio: quali sono i vostri? Non mi pare di averle sentito dire che in questo momento di crisi sarebbe stato opportuno che i partiti rinunciassero a “farsi mantenere” attraverso l’inganno del rimborso elettorale (le ricordo che ci fu un referendum contro il finanziamento dei partiti!). Non mi pare di averle sentito dire che tutta la classe politica, per il bene dell’Italia e degli Italiani, avrebbe dovuto rinunciare ai vitalizi. Siamo tutti bravi a fare le pulci sull’INPS e sulle riforme del nostro sistema pensionistico, ma le vostre non si debbono toccare. Faccia un po’ la somma, vediamo quanti soldini avremmo potuto risparmiare!
Il sole 24 ore ha calcolato che i costi della politica ammontano a 23 miliardi (non milioni, miliardi!!!) di euro. Allora, pittosto che andare a grattare ignominiosamente i fondi dei barili dei nullatenenti, non sarebbe più opportuno decurtare i vostri costi del 20% (sarebbero solo 4,6 miliardi in meno, quindi vi rimarrebbero 18,4 miliardi; non vi bastano?)?
A quanto pare non vi bastano mai e questa è una vergogna per tutta la classe politica italiana.
Una citoyenne

giorgio
giorgio
13 anni fa

già luciano, basterebbe un briciolo di buon senso. Farsi due conti e capire che la riforma più pesante la farà il mercato del lavoro ! Invece si continua a tartassare i lavoratori precoci, come se dovessere essere loro a pagare per tutti, anzichè dargli la medaglia per avere pagato 40 anni e più di contributi. La verità è che qualsiasi cosa esca, dall’altra parte (politica) sarà giudicata scandalosa ed inutile.
A proposito di pensioni, mi risulta che il sig. DINI, autore di una delle riforme più pesanti mai fatte sule pensioni in Italia (per intenderci anni di lavoro in più e meno reddito) goda invece da un secolo di una pensione che si aggira intorno ai 40.000 E. mensili !
Che ne pensate della equità sociale ? Più o meno la stessa cosa vale per il sig. AMATO (ex socialista), con cifre appena un po’ inferiori.

Quindi on.Casini, per essere credibili guardatevi bene bene in casa e poi, se ne avete il coraggio, chiedeteci altri sacrifici.
Vedrete, la prossima volta, forse già nel 2012, torneranno le tasse sulla prima casa x tutti, magari come gabella imposta dai Comuni, così da Roma si dirà che non si mettono le mani nelle tasche degli italiani !! Ma si riparlerà ancora e sempre di taglio alle pensioni e non del fatto che la sig. Marcegaglia che lo chiede un giorno si e l’altro anche, poi nelle sue aziende, butta fuori dal mondo del lavoro le persone che i 50 anni li hanno appena compiuti, perchè è ovvio che un precario costa molto, molto meno, scaricando allo Stato gli oneri sociali. RIDICOLO !!!.

mario pezzati
mario pezzati
13 anni fa

sig. luciano…. gli ecnomisti che cita lei, ritengo siano per lo più defunti o in pensione…. e lo dico non per cattiveria, ma per una semplice considerazione: le modifiche al sistema pensionistico che lei giustamente ha criticato, sono state fatte dai governi del 1973-1975…. considerando che sono passati più di 30 anni da quei giorni, va da se che, ad essere generosi, quegli economisti oggi dovrebbero avere circa 90 anni.

mario pezzati
mario pezzati
13 anni fa

sig. girogio, sul ritorno della tassa sulla prima casa, ne avevo già parlato (criticandola) l’anno scorso… è mascherata, ma si sa già che tornerà… lo ha stabilito questo governo, e ha il nome esoticissimo di IMU, ovvero Imposta municipale unica… e dovrebbe racchiudere tutte le attuali imposte comunali più qualche altra cosina
trovera maggiori dettagli qui: https://www.pierferdinandocasini.it/2010/07/25/imu-cedolare-secca-case-fantasma-i-tre-punti-cardine-su-cui-si-gioca-il-futuro-immobiliare-italiano/
in cui calcolo anceh quanto verrà a costare in media al cittadino, questa IMU….

Luciano
Luciano
13 anni fa

Sig. Mario Pezzati, concordo con lei che alcuni economisti di allora non ci siano più, ma volevo solo precisare che come si fanno molte previsioni a lungo termine adesso, in 30 anni hanno dormito tutti?
Ancora una considerazione, come mai fino a pochi anni fà i dipendenti della regione Sicilia andavano in pensione con il 110% dello stipendio?
Non siamo tutti italiani? pechè non si aboliscono una volta per tutte queste vergognose disparità?



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