postato il 22 Marzo 2012 | in "Politica"

«Capisco i timori di Bersani ma la Cgil subisce la Fiom, ora i falchi tornino in gabbia»

Pubblichiamo da La Repubblica l’intervista a Pier Ferdinando Casini

di Carmelo Lopapa— «I falchi devono tornare in gabbia. Tutti, da una parte e dall’altra. La riforma del lavoro è coraggiosa, innovativa, ma soprattutto necessaria. Io comprendo fino in fondo la preoccupazione di Bersani e la rispetto. Mal’esaltazione dei toni non serve. La situazione è esplosiva. Qui non rischiamo una stagione calda. La stiamo vivendo già. Occorre ancora una volta il senso di responsabilità di tutti».

Pier Ferdinando Casini parla da Torino, dove ha portato la sua solidarietà alla famiglia del capogruppo Udc al Comune Musy. «Siamo molto preoccupati: è un esempio di serio liberale e riformista. E certamente a Torino è riferimento della migliore area moderata». Il leader Udc è certo che alla fine la maggioranza resterà compatta anche di fronte alla prova più delicata. Meglio se però la si affronti in aula sotto forma di disegno di legge che con un altro decreto.

La convincono le misure sui licenziamenti?
«Bisognava innovare. Di articolo 18 si parlava da anni, i problemi erano lì, imbalsamati da una concertazione che aveva paralizzato qualsiasi carica di innovazione. Detto questo, sappiamo che la situazione è difficile e che di più non si poteva fare, ma la procedura adottata dal presidente Monti è rispettosa delle parti sociali e del Parlamento».

Anche se ha già chiuso ogni trattativa ulteriore sull’art.18 nonostante il no della Cgil?
«Un governo serio cerca di coinvolgere le parti sociali, i sindacati, ma non può farsene paralizzare. Ho sperato e ho lavorato anche io fino all’ultimo per un accordo unitario. Ma se il prezzo era la non decisione, ebbene non era sostenibile. Mi auguro adesso un senso di responsabilità da parte di tutti. Non si alzino i toni oltre misura. Non è il momento di guerre e squilli di tromba. Con liberalizzazioni e riforme previdenziali si sono toccate realtà delicate, oggi i sindacati vivono una loro sofferenza. Ma non si poteva agire diversamente».

Non ritiene che ci sia il rischio di incrementare la flessibilità in uscita, in una fase già segnata da una pesante emorragia di posti di lavoro?
«Con la riforma si apre a una grande flessibilità in entrata e a incentivi seri al mondo produttivo. Si agevola la conversione dei contratti di lavoro a tempo in contratti a tempo indeterminato. Non dimentichiamo che anche le piccole imprese entrano sotto tutela per i licenziamenti con intenti discriminatori. Vengono garantiti anche i licenziati delle piccole aziende che finora erano escluse. L’art. 18 tuteIava 4 milioni di italiani, con la riforma molti di più. Perché non si parla di tutto questo?»

Quanto rischia la maggioranza sulla riforma del lavoro? Il Pd reggerà l’urto a sinistra?
«Il Pd è un grande partito che ha fatto dei sacrifici per sostenere questo governo e ha manifestato tutto il suo senso di responsabilità in questi mesi. Non credo che voglia tornare indietro. Non è un partito incosciente. Se la Cgil non firma, il Pd non può restare indifferente, è comprensibile. Ma sono certo che anche stavolta il partito di Bersani darà prova di responsabilità e concretezza».

Anche se si profila una stagione di lotta? La Cgil ha già indetto lo sciopero generale. Sarà una primavera calda?
«Ho rispetto per la Camusso. Ma sta usando toni fuori dalle righe. Non può rappresentare in modo caricaturale questa riforma. Ci sono anche cose positive. Altrimenti, l’impressione che si ha è che la linea del suo sindacato la detti la Fiom. Non stiamo rischiando una stagione calda: c’è già, purtroppo. Ma nessuno dimentichi che qui non si sta aprendo la strada ai licenziamenti facili ma per l’esatto contrario».

Il Pd ha chiesto al governo di presentare la riforma sotto forma di ddl anziché il solito decreto. Ieri si è votata la dodicesima fiducia in quattro mesi. Siamo allo svilimento del ruolo del Parlamento, come sostengono alcuni?
«Si ma siamo in emergenza o no? Svilimento: dove erano in questi anni coloro che lo sostengono? È dalla legislatura in cui ero presidente della Camera che si procede così. È diventato un metodo ordinario di governo. Non fingiamo di non accorgercene. Siamo in emergenza, a meno che qualcuno non pensi che sia superata. Per la riforma del lavoro vedremo il governo cosa proporrà. Non confluirà necessariamente in un provvedimento unico. Il disegno di legge è la forma più opportuna per consentire un confronto parlamentare che, sia chiaro, potrà modificare alcuni aspetti ma non snaturare la riforma. Solo migliorarla».

9 Commenti
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citoyenne
citoyenne
12 anni fa

Buongiorno, presidente

Non ho capito bene… i falchi chi sono? quelli che siedono al governo o quelli che si oppongono alla riforma dell’art. 18?
Lei dice anche: “Detto questo, sappiamo che la situazione è difficile e che di più non si poteva fare, ma la procedura adottata dal presidente Monti è rispettosa delle parti sociali e del Parlamento”. Di quali parti sociali è rispettosa la procedura adottata dal presidente Monti, di quelle dei lavoratori o di quelle degli imprenditori, delle banche, dei lobbysti, degli alti burocrati dello stato…. dei politici?
Più lei insiste su questa apparente “cieca” fiducia in questo governo, più sento sorgere i dubbi dentro e intorno a me.
Una stracciona citoyenne

Francesco
Francesco
12 anni fa

Questa riforma del lavoro possiamo definirla coraggiosa? Ritengo senza dubbio di no! L’aver escluso gli statali, non è un vanto, significa mantenere disparità di trattamento, ci sono figli e figliastri, questo significa, quando proprio il settore pubblico, è il ventre molle del Paese. Se consideriamo che il governo in Italia non è abituato a sfidare la CGIL, allora già solo per questo ci sembra coraggiosa, ma è magra consolazione. E’ un piccolo passo in avanti per liberalizzare il mercato del lavoro. Alla politica sembra un passo da gigante, per i giovani ed i disoccupati, è un passo da formica!

guido
guido
12 anni fa

Circa la metà degli italiani non vota più. Qualcuno se ne frega, ma la maggioranza non va a votare o vota scheda bianca o annulla la scheda (come il sottoscritto) perchè siamo schifati dalla politica e dai politici di tutti gli schieramenti. Anni di inettitudine, di corruzione ormai incancrenita per le connivenze che si creano, di clientelismo, di sfacciati priviligi e di malgoverno ci hanno portato alla situazione gravissima in cui siamo. Un debito pubblico spaventoso, lo smantellamento dello stato sociale e la cancellazione delle aspettative di vita per le generazioni dei giovani. Un governo “fascista” che sembra il meno peggio, ma potremmo ancora pentircene amaramente, fa le veci di una classe politica che ha abdicato al suo ruolo. Italiani sempre più delusi, senza speranze e sempre più poveri nel ceto medio che è il vero motore della società.
Basterebbe una unica riforma per ridare fiducia e speranza. Semplice, a costo zero, che tutti capirebbero ed apprezzerebbero, meno ovviamente la casta politica e tutti i parassiti che gli stanno attorno.
Basterebbere fare una legge che impedisca a chiunque di essere rieletto per più di due volte a qualsiasi livello politico: Comunale, provinciale, regionale e parlamentare (italiano ed europeo).
Stessa regola per i consigli di ammistrazione ed i presidenti di enti con partecipazione pubblica e nomine “politiche”. Non più di una rielezione e non più di un incarico. Basta con il balletto delle nomine sempre alle stesse persone, con due, tre incarichi e che alla fine non fanno un bel niente se non curare i propri interessi personali e del partito!
Inoltre, divieto assoluto di candidare le mogli, i figli ed i parenti stretti (quanti on. hanno mogli e figli eletti pure loro da qualche parte ???). Infine un tetto (vero) allo stipendio e alle doppie pensioni di manager di stato e politici che sia proporzionato ai pari grado europei ed agli stipendi medi degli italiani.
Pochissime cose, chiare e semplici, tutte a costo zero e fattibili subito, che inevitabilmente toglierebbero molto del malaffare e ridarebbero speranza. Fine dei mestieranti intrallazzatori della politica (che siedono sulle stesse poltrone per decine di anni !!)che non hanno mai provavo a lavorare davvero in vita loro. Aggiungerei ancora un no ai governi tecnici, perchè non votati da nessuno. Se governo tecnico deve essere, perchè la politica è incapace di governare e darsi delle regole serie, allora le camere vanno sciolte ed i parlamentari tornano a casa tutti, una sorta di commissarimento come avviene per le aziende in crisi. Si sciolgono i consigli di amministrazione e si nomina il commissario. Invece quello che sta accadendo è un teatrino squallido e gli italiani sono stufi o peggio schifati. Inoltre oltre alle iniquità, ale lacrime e sangue, non si vede nulla di buono. Non è il governo dei banchieri che ci piò portare fuori da una crisi globale.
So che nessun politico appoggerà mai una riforma simile, ma forse molti cittadini onesti si.
Prima le pensioni cancellate, poi le nuove tasse ora lo stato sociale, dove andremo a finire e servirà a qualcosa ?? Io penso di no, basta dire sempRe e solo si sotto la minaccia dello spread, del capo dello stato, delle banche mondiali che lucrano sul malessere degli altri.
Propongo di creare un movimento apolitico per iniziare subito una raccolta di firme che ci porti in fretta ad una precisa richiesta in parlamento o ad un referendum popolare ….. chissà che non possa essere l’inizio di una nuova e vera stagione della politica con la “P” maiuscola e di rinascita del nostro bel paese.

citoyenne
citoyenne
12 anni fa

Guido

Condivido in pieno.

citoyenne

gianni
12 anni fa

caro pier..sa’ come la comprendo..a lei e tutti i suoi cari colleghi politici..l’articolo 18 non vi tocca..voi lo votate per licenziare chi gia sta’ con l’acqua alla gola..ora le pongo una domanda?..che articolo usiamo noi cittadini italiani per licenziare lei..che magna a sbafo da piu di 30 anni senza far un kaiser..mantiene 2 famiglie..senza fatica alcuna..visto che proprio lei ha introdotto la mutua parlamentare ai..famigliari..tanto paga il popolo di pulcinella..cioe’ noi
che c’alziamo alle 5..x andar in acciaiera..x 1400 euro mensili..sudati non i suoi..rubati

Stefano Tassinari
Stefano Tassinari
12 anni fa

Disastrosa direzione presa dalla nave da guerra Napolitano/Monti.
Delusione profonda nel vederLa difendere un tale attacco frontale.

Stefano Tassinari
Stefano Tassinari
12 anni fa

Gravissimo errore di Monti, si è dimenticato di chiedere il parere agli schiavi.

Francesco
Francesco
12 anni fa

Leggo dai commenti, che i lavoratori dipendenti si sentono molto minacciati, da possibili comportamenti discriminatori, senza più la tutela dell’art.18, e su questo certamente occorre vigilare affinchè i diritti dei lavoratori vengano comunque tutelati. E’ vero che questo era necessario per rendere più competitivi gli investimenti e per abbassare la riottosità verso le assunzioni, ma solo questo non basta, assolutamente, c’è da sistemare ancora molto, di cui nemmeno si parla, per cercare di ridurre la disoccupazione, e la prima cosa da fare sarebbe sicuramente quella di scoraggiare il doppio lavoro, una società solidale non può permetterlo.
Eliminare gli incentivi, a chi già è pagato con un equo stipendio per fare il lavoro per cui è stato assunto, liberando quindi risorse per nuova occupazione, eliminare tutti i privilegi, per estendere i diritti ai tanti, a cui ancora oggi, non vengono riconosciuti, e tanto altro ancora.

viki
viki
12 anni fa

Ho votato UDC ma da domani non lo farò più perchè NON HO RISPETTO PER IL VOSTRO TRAVAGLIO.Il Sig. Casini parla di sacrifici ai lavoratori ed ai pensionati per evitare il fallimento dell’Italia ma non ha saputo (credo alla sua buona fede) agire per la riduzione dei costi della politica e degli sprechi od ad una maggiore riforma sulle liberalizzazioni.Nello specifico, poi sull’art. 18 non si è tenuto in alcun conto che le motivazioni economiche possono dire tutto o niente e che il lavoratore è sempre parte debole del rapporto…l’intervento del giudice in tali casi ambigui che poteva condannare anche l’impresa al reintegro riequilibrava i rapporti di foza…d’altro canto la Fornero è stata chiara: l’obiettivo è rendere il mercato del lavoro italiano come quello serbo…onestamente non mi pare di aver mai sentito un ministro tedesco, francese o inglese dire che l’obiettivo della riforma del loro mercato del lavoro è quello di avvicinare i diritti dei loro lavoratori a quelli dei serbi…VERGOGNA PER IL VOSTRO TRAVAGLIO….NON RISUCITE AD ESSERE NE’ CARNE NE’ PESCE…



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