postato il 8 Ottobre 2011 | in "Politica"

«Se premier si farà da parte non lo manderemo in esilio»

Ma eviteremo il voto nel 2012. La strada giusta è quella di Pisanu

Pubblichiamo da ‘La Repubblica’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Carmelo Lopapa

Una “provocazione”, quell’appello di Silvio Berlusconi all’unità dei moderati Pier Ferdinando Casini, che nel sondaggio Crespi è balzato in testa alla classifica dei leader di partito più apprezzati, si trova a Malaga per la presentazione del programma elettorale del Partito popolare, in vista delle elezioni spagnole del 20 novembre. In Italia di elezioni invece non se ne parla, per ora. «Eppure, l’unica cosa credibile che il premier possa fare è farsi da parte, non certo per andare in esilio, ma per concorrere in modo diverso alla vita democratica. È giunto il momento in cui le forze più serie di destra e sinistra si facciano carica di un governo di responsabilità nazionale».

Presidente Casini, Berlusconi ha appena ribadito che non lo accetterà mai.
«Mi trovo in Spagna e tutto il mondo ha capito perché lo spread tra titoli spagnoli e tedeschi sia diminuito mentre quello italiano è cresciuto. Qui Zapatero, con grande dignità, ha preferito dimettersi e difendere il Paese, piuttosto che il suo posto».

Qui in ltalia invece si andrebbe al voto nel 2013, a sentire Berlusconi.
«Il presidente del Consiglio sa benissimo che le elezioni saranno nel 2012, la situazione cosi com’è non può andare avanti E infatti mi risulta che il Pdl si stia preparando per quella data».

Intanto il premier vi lancia l’ennesimo appello: insieme come nel Ppe. Ci sono le condizioni?
«Io resto ogni giorno più allibito, sorpreso . L’unità dei moderati è un tema suggestivo, ma dubito fortemente che Berlusconi l’abbia a cuore. Come può non pensare che è proprio lui, dopo aver spaccato il fronte dei moderati, l’ostacolo maggiore? È lui che ha cacciato l’Udc dalla sua maggioranza, è lui che ha espulso Fini dal partito, è lui che ha emarginato le figure più moderate e autorevoli all’interno del Pdl».

Alfano sostiene che il loro obiettivo è costruire proprio un Ppe italiano.
«Il segretario è animato da buone intenzioni. Ma il Pdl deve far chiarezza al suo interno. II passo indietro di Berlusconi è l’unica cosa credibile. Alfano non merita di essere ridicolizzato. II premier gli dia sul serio ali per volare. Sono convinto che in Parlamento si possano creare le condizioni per portare a termine la legislatura e realizzare le riforme, il resto si vedrà».

Bersani forse non farà salti di gioia nell’apprendere la sua disponibilità al dialogo col Pdl in caso di passo indietro di Berlusconi.
«Non è il momento per parlare di alleanze, tanto più senza conoscere la legge elettorale con cui voteremo. Quel che è certo è che il terzo polo esiste e ci sarà. Una cosa però agli amici del Pd la voglio dire, la ricetta di Vasto (dove si sono incontrati Bersani, Vendola e Di Pietro, ndr) non è adatta a risolvere i nodi italiani, rischiamo di passare dalla padellaalla brace I problemi del Paese non si dissolvono con le dimissioni del premier. O ci si rende conto che la lettera della Bce e l’accordo delle parti sociali costituisce la base di discussione per il dopo Berlusconi, oppure, chi vagheggia cose diverse se non opposte fallisce in partenza» .

Intanto anche il Pdl scricchiola. Pisanu, Scajola, altri. Anche lei li ha incontrati nei giorni scorsi. Vi attendete la spallata?
«Qui non si tratta di dare una spallata ma di evitare quella che il Paese rischia di subire. Le forze sociali, le sigle sindacali, settori sempre più consistenti della maggioranza denunciano l’immobilismo, il discredito internazionale è ormai totale. L’unico che resiste è Berlusconi. Cos’altro deve accadere perché se ne renda conto?».

Pisanu sembra stia lavorando a un progetto alternativo al Pdl, una forza liberale che aggreghi cattolici e laici. Sareste voi gli interlocutori privilegiati?
«Questo è il modo giusto per discutere con il Terzo polo e con l’Udc. Chi propone annessioni a scoppio ritardato rischia di mostrare solo uno spiccato senso dell’umorismo».

Lei coi popolari a Malaga, Berlusconi a San Pietroburgo per il “Putin party”.
«Speriamo che riceva consigli utili per il provvedimento sulla crescita Penserà ad altro Eppure mi piacerebbe un presidente del Consiglio che avesse la dignità di porre il problema delle minacce russe alla Geòrgia, come ha fatto Sarkozy».

4 Commenti
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Stefano Tassinari
Stefano Tassinari
12 anni fa

La vendetta è brutta. Spero che anche con Berlusconi non venga intraprea questa strada. Anche se, mentre non la meritava fino alla conta contro Fini, da allora ad oggi bloccando una nazione intera e facendo sprofondare un Paese meriterebbe una fine indecorosa. Però va salvato.

Stefano Tassinari
Stefano Tassinari
12 anni fa

Berlusconi va salvato ma non bisogna salvare berlusconismo, bipolarismo e leaderismo. Da abbattere con le ruspe.

Enzo
Enzo
12 anni fa

La crisi del bipolarismo pare sempre più evidente. Il passo indietro del Presidente Berlusconi si rende necessario, tanto più oggi che diverse personalità moderate e cattoliche sembrano palesare un nuovo partito dei moderati italiani. Ogni epoca storica è caratterizzata da partiti, processi economici e sociali, tuttavia la fine dell’unità dei cattolici non deve rappresentare un dogma. L’unità delle forze del PPE è possibile ed auspicabile, ben sapendo che certi comportamenti e determinati linguaggi di alcuni dirigenti del PDL tutto fanno presagere, meno che a comportamenti e stili moderati. Serve un governo di pacificazione nazionale ed un nuovo partito dei cattolici italiani. Auspico che l’UDC ed il suo Presidente Casini sappiano indicare la rotta per disegnare una nuova fase politica per il paese e respingere al contempo gli inviti a partecipare ad una stantia riedizione del centrodestra, nei fatti già archiviato. Presidente Casini non receda dal rappresentare i cattolici italiani nel Paese ed in Parlamento, proprio come va facendo negli ultimi anni. Grazie per l’attenzione. Cordialmente

Francesco
Francesco
12 anni fa

Purtroppo, nel caso non si fosse ancora capito, lo ha anche detto che non intende farsi da parte. Chi ci và di mezzo è l’Italia, ormai non lo sopportano più nemmeno nel Pdl, ma intanto mantiene il paese in stallo, proprio quando, sarebbe invece indispensabile una spinta propulsiva. E’ evidente che sarebbe anche nell’interesse politico del Pdl uscire da questa situazione da teatro dell’assurdo-tragico-comico, è ormai diventato insostenibile ed indifendibile anche da parte dei più strenui e stoici suoi sostenitori. Se si togliesse di mezzo, se si ricostruisse l’unità dei moderati, se si riuscisse ad attuare riforma elettorale, ed in aggiunta: sviluppo, privatizzazioni, riforme liberali dello stato, ecc., si arriverebbe a votare nel 2013, con una coalizione revisionata rodata e collaudata. Personalmente sono molto critico nei confronti del governo attuale, ma una alleanza di governo con il Pd mi convince ancor meno!
Tutto ciò sarebbe un sogno, la realtà resta invece un incubo!



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