Riceviamo e pubblichiamo: riflessioni di un giovane sull’anno trascorso
Il 2009 e’ finito e si appresta a divenire,con le sue paure e i suoi inquietanti mormorii, parte di quel bagaglio umano di valori e di cultura da portarsi sempre appresso che e’ l’esperienza di ciascuno di noi. A dire il vero, quella di quest’anno non e’ stata di quelle esperienze che si faranno ricordare con piacere o nostalgia. La riflessione da fare e’ di quelle amare. E’ stato un anno che ha visto il nostro Paese sprofondare nel dramma umano e familiare della perdita dei posti di lavoro, con relativo tentativo dei media di amortizzare una crisi che e’ nei fatti.E’ stato un anno che ha visto un’Italia sempre piu’ irrimediabilmente affossata nelle logiche municipaliste da contrada e mortificata sulla scena internazionale (e non penso solo al gesto contro chi prima che leader politico e’ il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri, Altissima Istituzione della Repubblica, ma anche alle recenti attribuzioni di cariche in seno all’UE…), se a questo aggiungiamo che gli assetti della comunita’ internazionale non ruotano piu’ in chiave eurocentrica, ma condannano il Vecchio continente al ruolo di comprimario, non c’e’ di che gioire.
E’ stato, purtroppo, l’anno delle tragedie dovute alla morfologia del territorio, terremoto in Abruzzo e alluvione in Sicilia in primis, che forse hanno in un qualche modo risvegliato l’orgoglio di un Paese che riscopre Valori come solidarieta’ e sussidiarieta’ e che,nonostante tutto,e’ ancora capace di sognare e andare oltre.
E’ stato l’anno delle repressioni nel sangue degli Inni alla Liberta’ del Popolo Iraniano. Ma soprattutto, questo e’ stato un anno che ha rischiato e che rischia di togliere ai giovani la Speranza, la speranza in un futuro migliore, in un futuro meritocratico, in un futuro che non obblighi a migrare in terre straniere alla ricerca di un lavoro.
E se, detto questo, e’ ancora possibile un auspicio, piu’ che un augurio, per l’anno venturo, questo e’ che il nostro Paese sappia rinventarsi protagonista, sappia trovare la volonta’ di investire in istruzione e ricerca, sappia avere la capacita’ di amare l’arte nobile della Politica, sappia, in una parola, avere la forza di credere in se stesso, forte del suo patrimonio umano di valori ed ideali.
Orazio Puglisi
Queste parole sembrano una sequenza di scatti fotografici della realtà…e speriamo che la parte finale possa essere la fotografia del futuro…sarebbe proprio un buon auspicio…grande orazio
Il ritratto di un anno in parole, amare e dure. E’ stato un anno difficile, che ha portato, in troppi casi, disperazione e angoscia.
Per questo c’è bisogno di ricominciare, di guardare avanti e investire, perchè , davvero, le tue parole diventino realtà.
E’ l’augurio più grande che possiamo farci!
Buon 2010,sperando che possa essere l’anno della rinascita per il nostro Paese.
Marta
Speriamo che si riesca comunque sempre ad imparare la lezione che gli anni passati offrono, in particolare imparare dall’accaduto di questo 2009. Che il 2010 possa essere un anno fruttuoso!
Grande orazio!
hai ragione: il Paese va amato!
Buon anno a tutti e che il Signore che si e’ incarnato nel Natale possa abitare nei nostri cuori e guidare i nostri passi!
Bravissimo Orazio, l’ottimismo non deve mai mancare ma sono tempi in cui bisonga stringere i denti, e sperare che chi governa la collettività si accorga realmente dei problemi del paese e di ciò che questo ha bisogno.
Ottima riflessione e rilettura dell’anno appena trascorso, non perdiamo la Speranza e costruiamo noi il nostro futuro e il nostro paese con i fatti e non con vuote parole!! Auguri a tutti!
Ottima relazione, l’Italia ha tutte le capacità e possibilità per uscire da questa situazione difficile.
Caro Orazio,
si parla di ponte ma qua é l’Italia quotidiana che soffre.
Per colpa di tutti, cittadini compresi, si è costruito ovunque, sradicato alberi e chiuso i torrenti.
C’é bisogno di un patto fra gli uomini, buon senso a valanga…
Orazio,
il tuo scritto è una rapida sequela di immagini che porta ad un’ attenta e necessaria riflessione.
I fatti, che riporti, sono un duri e sconvolgenti ma sono lo specchio di un’ Italia che soffre ma che non deve assolutamente perdere la speranza.
L’Italia ha bisogno di alzare la testa sopratutto grazie ai giovani italiani, che devono tornare a guardare al futuroanche se oramai scoraggiati da una meritocrazia assassinata dal nepotismo e dalla corruzione.Speriamo che il 2010 sia l’ anno in cui noi italiani possiamo tornare a guardare con nuovo ottimismo il nostro futuro carichi di Coraggio, Speranza e Valori e memori degli sbagli commessi nel passato.
Il futuro ha bisogno di Coraggio e Speranza ma teniamo bene a mente gli errori del presente e del passato. I giovani devono interessarsi di più di ciò che già gli appartiene. Evitare se è possibile di assecondare con il loro silenzio e disinteresse lo status quo. Riguardo ai tanti cambiamenti che si prospettano nel nuovo anno, io spero che tutte le forze politiche impediscano tutti i catastrofici stravolgimenti dei nostri principii costituzionali. Dire che non ha alcun senso che L’Italia sia “una Repubblica fondata sul lavoro” è un atto di barbarie verso il nostro più sano passato. Non si possono fondare le basi per il futuro in tanto desolante squallore. Se il linguaggio di Di Pietro o De Magistris é triviale, i proponimenti dell’attuale regime telecratico sono apocalittici. Per il Futuro mi auguro una classe dirigente Giovane che sia rispettosa del Passato.