postato il 28 Gennaio 2011 | in "In evidenza, Politica"

Polo per l’Italia per non confondere Aldo Moro con Lele Mora

E’ Ferdinando Adornato ad aprire l’assise tudertina del Polo per l’Italia e a stilare la carta d’identità del nuovo Polo. La riflessione di Adornato sul “cosa sarà” il nuovo Polo però ha la sua necessaria premessa nella necessità del Paese di «uscire dal berlusconismo», da diciassette anni di immobilità politica segnate dalle «metafore berlusconiane eclissate come stelle cadenti», e dal superare il bipolarismo italiano che si è purtroppo configurato come una «nuova guerra civile ideologica tra gli italiani».

E’ una analisi attenta della parabola discendente del Cavaliere quella di Adornato non senza il rammarico per le opportunità perdute di costruire la sezione italiana del Partito Popolare Europeo e la triste constatazione di un Pdl che confonde «Aldo Moro con Lele Mora». Tuttavia – suggerisce Adornato –  non è possibile fermarsi a constatare il desolante quadro politico e a guardare il passato ma è necessario “coltivare il futuro” e questo futuro ha le sue radici nelle scelte di libertà fatte nel 2008 da Pier Ferdinando Casini, nel 2009 da Francesco Rutelli e nel 2010 da Gianfranco Fini. Questo futuro è rappresentato dal Polo per l’Italia, l’alleanza che vede insieme uomini e donne di ispirazione cristiana, liberale, patriottica e repubblicana e  che vuole proporsi come vera chance di cambiamento per un Paese aggredito dai ritardi e dalle incertezze, e di cui Adornato ha stilato una carta d’identità articolata in cinque punti che vede il nuovo Polo come il Polo dell’unità nazionale, della ricostruzione della Repubblica, della modernizzazione liberale, della promozione sociale e della nuova etica pubblica.

E’ anche un ritorno alla politica quello tratteggiato da Adornato, un ritorno che prevede gioco di squadra e la rinuncia al mito dell’uomo solo al comando. Sono parole di speranza e di voglia di cambiamento le prime parole ad uscire dal “conclave” di Todi, ma sembrano anche un percorso politico coraggioso  che non teme il confronto e la prova elettorale.

Adriano Frinchi



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