postato il 12 Novembre 2009 | in "Mezzogiorno, Riceviamo e pubblichiamo, Spunti di riflessione"

Le rondini della solidarietà…

Riceviamo e pubblichiamo“: di Mimmo d’Amone

A man sleeping at the Angel's feet, dall'album di odieresisTi alzi una bella mattina di fine ottobre, ti rechi in edicola per comprare un giornale e ti trovi la locandina che dice: “Raccolte 2000 firme per le Ronde”!
Ma forse si riferisce a una città del Nord, leghista? Invece NO, parla della mia Francavilla Fontana, vicino Brindisi!
Pare che la raccolta di firme sia iniziativa di un consigliere comunale del PDL, chiedo informazioni alla gente intorno a me, ma tutti sembrano ignari. Eppure 2000 firme sono già state raccolte…
Nell’incredulità mi chiedo se davvero il mio paese ha bisogno delle ronde, ma la risposta è no, senza ombra di dubbio. Penso che le ronde possano solo creare confusione e lavoro in più alle Forze dell’ordine, che, oltre alla sicurezza, farebbero da badanti alle pettorine gialle.

Con la parola ronde in testa, ho pensato che la mia città e tante altre avrebbero bisogno di ronde della solidarietà, volontari che possano dare una mano alle famiglie, a prendersi cura di anziani e disabili, o chiunque vive in un momento di difficoltà.
Poi mi chiedo: se questi volontari voglio uscire di notte, tra uno sguardo e l’altro, perché non aiutare i barboni?
Un impegno concreto dei volontari potrebbe essere di girare le notti per le strade della città, dove sono soliti accamparsi e dormire i senzatetto, per portare loro un briciolo di affetto, un po’ di calore umano, indumenti e biancheria pulita, delle coperte per coprirsi, un po’ di cibo e di bevande calde, l’assistenza che di volta in volta si rende necessaria. È un’attività semplice, che richiede pochi mezzi ma tanta attenzione e premura verso gli ultimi, i poveri, coloro che apparentemente non contano nulla. Molto significativo sarebbe il fatto che il servizio si svolga nel cuore della notte, quando tutto tace, tutti gli altri servizi pubblici o di volontariato sono chiusi, e chi non ha casa si ritrova immerso nella solitudine e nel silenzio della propria miseria.

Le ronde aiuterebbero i barboni, raggiungendoli là dove sono accampati, nei loro nascondigli cittadini, nei loro ripari di fortuna, negli angoli più bui e impensati. Di più, con questo gesto si esprime rispetto e considerazione umana nei loro confronti. Penso che chiunque voglia contribuire ad avere una città e società migliore, potrebbe essere favorevole…poi se mentre fai volontariato vedi un ladro uscire dalla finestra, chiami il 113, compiendo due buone azioni da bravo cittadino!
Cambierei solo il termine ronde. Rondini e rondinelle, invece, mi suonano di simpatia e allegria: quello che serve, insieme ad un aiuto concreto alle famiglie bisognose. Il regolamento può anche essere quello delle ronde, il decreto legge del Ministro è perfetto Proporrei solo due modifiche: l’età, perché anche a 18 anni si può fare volontariato, e che si possa aderire anche se si è iscritti a partiti o movimenti. Il Comune potrebbe iscrivere i volontari in un apposito albo, e organizzare dei corsi per sicurezza e primo soccorso.
Non penso sia cosi difficile in fondo, basta solo la buona volontà, non il protagonismo. Quello, lasciamolo alle tv.

4 Commenti
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Marta Romano
Marta Romano
14 anni fa

Complimenti a Mimmo per la nota, e all’ideatore per l’iniziativa. Queste sono le ronde che accettiamo, dettate dal cuore, dall’amore verso i più deboli, e non quelle dettate dalla demagogia.
Complimenti!

antonio di matteo
antonio di matteo
14 anni fa

ottima proposta per modificare la legge di maroni, da una norma contro la criminalità ad una legge contro l’indifferenza in generale, e nel particolare per aiutare qualsiasi soggetto abbia bisogno di aiuto concreto, dal primo soccorso, al semplice saluto.

Livio Napoleone
Livio Napoleone
14 anni fa

Bella idea, Mimmo. Come te, giudico assurda la trovata populistica delle ronde, che si configurano come la negazione del ruolo primario della politica e di ogni Stato degno di tal nome, oltre che come un regalo alla Lega. Giova ricordare che tale ruolo primario è la difesa dai nemici interni ed esterni, come ci insegna il buon Hobbes nel Leviatano, la tua mi sembra una proposta estremamente interessante e innovativa, oltrechè socialmente utile. Essa ricalca molto da vicino il pensiero sui gruppi intermedi proprio di Don Luigi Sturzo, pioniere del popolarismo liberale. Gruppi intermedi, intesi come associazioni spontanee di liberi cittadini, che, appunto, svincolati da ogni tipo di coercizione statalistica, perseguono volontariamente e dunque più efficacemente obiettivi di solidarietà, difficilmente realizzabili tramite sterili e dispendiose politiche di Welfare. Complimenti davvero Mimmo, con una proposta semplice e di buon senso, hai colto un problema serio non affrontato adeguatamente in Italia, per via di una cultura ancora di tipo statalista-assistenzialista, presente, purtroppo, anche in alcuni settori più sinistrorsi dei cattolici impegnati in politica e in parte delle istituzioni ecclesiastiche, che, evidentemente, non hanno ben recepito il senso del messaggio evangelico, prima ancora che quello delle encicliche Centisimus Annus e Caritas in veritate, le quali, pur criticando taluni aspetti del modello liberale fondato sul capitalismo e il libero mercato, che hanno condotto alla crisi recente, hanno tuttavia esaltato le potenzialità della libera e spontanea iniziativa dell’uomo, esplicabile esclusivamente in un’economia di libero mercato. Solo un maggiore benessere diffuso può infatti spingere gli uomini a cooperare per la solidarietà e per il raggiungimento di obiettivi condivisi.

Alberto Cacciatore
14 anni fa

non credo ci sia altro da aggiungere alle parole dell’amico Mimmo.



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