La manovra e i mercati finanziari: una crisi di fiducia contagiosa
“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati
In questi giorni gli argomenti principe sui telegiornali sono essenzialmente due: la manovra finanziaria, e l’andamento dei mercati finanziari. Più volte abbiamo criticato questa manovra finanziaria e al contempo abbiamo ascritto la crisi attuale dei mercati finanziari ad una crisi di fiducia alla luce di un rallentamento dell’economia e posso affermare, senza tema di smentita, che i due fenomeni sono correlati.
Intendiamoci, è chiaro che anche altre economie stanno subendo un rallentamento, come la Germania e la Francia che hanno visto il loro PIL restare fermo nel secondo trimestre, o gli USA che non vedono miglioramenti sensibili nell’andamento della disoccupazione, ma in questi giorni il vero problema è l’Italia e le indecisioni che stanno accompagnando la manovra finanziaria.
Stiamo assistendo ad un balletto indecoroso, in cui ogni giorno la manovra finanziaria subisce una radicale revisione, segno di uno smarrimento di questo governo. Dobbiamo dirlo chiaramente, senza alcun timore.
Il governo cambia ogni giorno la manovra non solo perché non ha idee, ma perché ha sempre governato guardando ai sondaggi e sperando nei “miracoli”, senza sapere che in politica ed economia non esistono miracoli, ma solo il duro lavoro e il coraggio anche di prendere scelte difficili per il bene del Paese. E quando parliamo di “Paese”, ci riferiamo a tutti gli italiani e non solo ad una parte dell’elettorato: noi guardiamo a tutti e non solo agli agricoltori che sforano le quote latte come la Lega, o a coloro che hanno bisogno di un condono fiscale.
Questa indecisione sulla manovra finanziaria si sta traducendo in una crisi di fiducia non solo verso l’Italia, ma anche verso l’Europa, perché una manovra debole potrebbe costringere l’Italia ad una fine analoga a quella della Grecia e in quel caso, visto il peso dell’Italia nell’ambito della UE (contribuiamo per il 16% al PIL europeo e siamo la terza nazione dopo Francia e Germania per economia), difficilmente l’UE potrebbe salvarsi, perché causerebbe un effetto domino: Francia, Germania e Italia hanno interessi comuni e reciproci fortissimi, venendo a mancare un attore, viene a crollare tutto.
Purtroppo sembra che il governo non si renda conto di questo e intanto lo spread tra BTP e Bund tedeschi è salito a 370, mentre l’oro, bene rifugio per eccellenza, va alle stelle. All’estero hanno così poca fiducia in questo governo, che anche i titoli di stato spagnoli sono valutati più dei nostri, nonostante la Spagna abbia una disoccupazione al 20%, ben più alta di quella italiana.
Buongiorno, dott. Pezzati
Abbastanza lucida la sua analisi sull’attualità dei problemi. Le scelte coraggiose ed impopolari che questo governo ha fatto solo ieri sera, ob torto collo, imponendo inoltre la fiducia sulla manovra che non verrà quindi nemmeno discussa, la dicono lunga sulle furbizie adottate dal cav. e dai suoi uomini: portare all’estremo limite le soluzioni, proprio perchè impopolari, e non lasciare alcuna via di scampo. Di contro da un governo in cui militano un Sacconi, un Brunetta, un Tremonti, un Bossi, un Calderoli, per non parlare del cav., preso anche dai suoi fattacci personali in ordine giudiziario, non ci si poteva aspettare altro.
Ma io non so se lei ha fatto caso che tutti i nomi elencati, tranne quelli dei leghisti, sono nomi della prima repubblica, molto legati al defunto e latitante Bettino Craxi.
Volendo fare risalire agli anni ottanta le origini della crisi che attanaglia non solo il Paese Italia, ma tutti i paesi industrializzati, vien voglia di chiedersi: di chi la colpa? perchè qualcuno, da qualche parte, qualche colpa la deve pur avere! (perdoni le varie assonanze!) Chi ha spinto i vari governi dei paesi industrializzati a lasciar mettere i propri elettori sotto il duro tallone del mondo finanziario, lasciandoli divenire sudditi di un mondo che per antonomasia non ha “cuore”?
Chi ha permesso una globalizzazione selvaggia? Perchè quando la Cina, l’India, il Brasile hanno invaso i mercati dei Paesi industrializzati non sono state messe delle barriere doganali, in entrata ed in uscita? Certo la delocalizzazione di talune industrie ha influito notevolmente, tanto da diventare arma di ricatto per i lavoratori conterranei! Non parlo solo della più famosa fabbrica automobilistica italiana (tante fabbrichette sono andate a produrre nei paesi limitrofi) , parlo anche della Ford prodotta in Germania, parlo della Volvo, della Jaguar, della Seat, ecc. Tutte queste industrie, nel cercare giustamente nuovi mercati perchè è logico che ognuno cerchi di ampliare la propria sfera di influenza di mercato, hanno svenduto anche i diritti dei lavoratori conterranei, per portare all’estero le proprie imprese, dove i lavoratori sono, rispetto ai Paesi industrializzati, sotto pagati?
In tutta questa manfrina “Italia” che potrebbe trascinare nel suo tracrollo economico/finanziario tutta l’Europa dell’euro (io la definisco la banda dell’euro), quanto c’è di vero? o piuttosto non si sta cercando di svendere lo statuto dei lavoratori/sudditi? Perchè non si parla mai della rivolta incruenta operata dagli Islandesi?
Perdoni, come sempre la mia prolissità e mi accusi pure di frammentarietà e confusione mentale.
Una citoyenne
quel che dice lei, meriterebbe un articolo a parte…le sue osservazioni sono corrette… l’italia paga da alcuni anni i problemi nati con scelte stupide negli anni 70.
all’epoca si scelse, per miopia, la “pace sociale”, inseguendola però con tante troppe concessioni immotivate e stupide… come quella sulle baby pensioni.
era sbagliata la pace sociale??? no..ma era sbagliata il modo con cui si cercò di ottenere…d’altronde noi italaini abbiamo una colpa atavica: una cronica incapacità di fare una pianificazione e programmazione economica seria.
sugli altri quesiti… la risposta non è semplice: ho conosciuto persone (e se cerca, troverà molti noti articolisti di grosse testate gironalisticihe) che erano contenti quando gli usa tra il 2006 e il 2008 spingevano l’economia mondiale consumando…. poi i debiti usa sono esplosi e il resto è storia recente…ebbene quelle stesse persone che prima lodavano gli usa e la loro tendenza a consumare sono quelli che maggiromente ora li criticano…
perchè??? perchè in molti casi siamo (e mi ci metto anche io) banderuole che non si preparano e non approfondiscono gl iargomenti.
lei dice anche il discorso sulla fiducia….
era rpevedibile… ed in fondo alcuni partiti ci hanno marciato… come si giudica, altrimenti, i 600 emendamenti presentato dal PD e le dichiarazioni di ostruzionismo di Di Pietro??? semplicemente con la voglia di costirngere il governo alla fiducia, e di sfuggire a partecipare costruttivamente alla manovra facendo proposte concrete e non solo per solleticare la pancia del popolino…
il pd, non sapeva ceh aumentare il prelievo sui capitali scudati era impossibile da un punto di vista giuridico??? se non lo sapevano, allroa c’è da riflettere davvero sul grado di competenza di certi politici.
Buon pomeriggio,
Lei scrive:
“troverà molti noti articolisti di grosse testate gironalisticihe) che erano contenti quando gli usa tra il 2006 e il 2008 spingevano l’economia mondiale consumando…. poi i debiti usa sono esplosi e il resto è storia recente…ebbene quelle stesse persone che prima lodavano gli usa e la loro tendenza a consumare sono quelli che maggiromente ora li criticano…”
Giusto, questo accadeva tra il 2006 e il 2008. Ma io le ricordo la crisi precedente, quella dovuta e immediatamente successiva all’11 settembre: come ora, allora la crisi ebbe proporzioni mondiali (almeno come vastità, se non come consistenza), come ora, allora l’Italia fu tra le ultime a risalire la china (anche allora c’era il cav.: ma a lei non viene il dubbio che questo personaggio porti male all’Italia e agli Italiani?). Lei ricorda che cosa raccomandò allora il cav. per rimettere in moto il mercato? “Ipotecate le vostre case e andate a usare nei consumi i soldi così ottenuti!” Questo era il saggio consiglio del grande imprenditore, per fortuna i saggi Italiani si sono guardati bene dal seguire la strada indicata. Quando sento qualcuno che mi invita a sperperare un portafoglio già vuoto, mi viene qualche dubbio! A lei, no?
Una citoyenne