postato il 7 Settembre 2011 | in "Rassegna stampa"

Rassegna stampa, 7 settembre 2011

Domani inizia a Chianciano la nostra festa annuale, con un titolo efficace che riprende gli spunti che insieme abbiamo analizzato in questo ultimo periodo: “Quando gli Italiani si uniscono, sono capaci di grande imprese”. Oggi, Casini intervistato da Carlo Fusi sul Messaggero, ripete infatti quanto sostenuto finora: l’Italia si trova sull’orlo del baratro, è indispensabile uno sforzo comune e nazionale; il problema è che l’urgenza di coesione e unità sembra non essere compresa, visto che da un lato la sinistra si fa trascinare dalla Cgil  per uno sciopero generale proclamato ci fa crescere. Casini rilancia poi la nostra ricetta diretta al Presidente del Consiglio: «La prima cosa che dovrebbe fare Berlusconi è evitare di continuare questo balletto di vertici e controvertici che sono tra il drammatico e il ridicolo. Le cose da fare per rendere seria questa manovralo sappiamo tutti. Il premier le faccia, le presenti in Parlamento senza rete, senza tutte queste contrattazioni che umiliano la politica e ridicolizzano lui e tutta la sua coalizione. Presenti le misure in Parlamento e se sono cose serie i voti li troverà. Altrimenti di tutta questa umiliazione che il Paese deve sopportare chi di più e primo ne farà le spese sarà proprio lui, individuato come il simbolo della incapacità della politica di risolvere i problemi». Sulla nostra stessa linea di pensiero si schiera oggi – in maniera aperta e decisa – anche il senatore Beppe Pisanu, che, intervistato da Tito su Repubblica, chiede a Berlusconi un passo indietro in favore di un governo di larghe intese, guidato da una figura di grande credito internazionale (sempre Repubblica avanza due nomi: Amato e Monti) capace di riallacciare i fili della politica con le Camere: questo governo è non è più in grado di evitare il tracollo e riaprire la via dello sviluppo (leggete anche Franco sul Corriere), ma il voto ora sarebbe una sciagura, perché ci esporrebbe alla speculazione e perché, con questa legge elettorale e la questione morale, ci ritroveremmo poi con un Parlamento ingovernabile. Del resto, come ci spiega oggi l’Avvenire, nel Pdl in tanti cominciano a pensare che la soluzione di un “governissimo” (magari, come auspicano in tanti, sotto la supervisione diretta di Napolitano – leggete La Stampa) possa essere la migliore: per farvi un’idea, date una lettura all’editoriale di Maurizio Belpietro su Libero (non si può più tirare a campare, servono misure concrete e coraggiose). Ci vediamo domani alla nostra Festa.

Casini: «Siamo sull’orlo del baratro, serve uno sforzo nazionale» (Carlo Fusi, Il Messaggero)

Pisanu: “Il Cavaliere faccia un passo indietro, ora serve un governo di larghe intese” (Claudio Tito, La Repubblica)

Il Cavaliere e la “gamba tesa del Colle” (Amedeo La Mattina e Ugo Magri, La Stampa)

Un governo indebolito dalle tensioni interne e dal tempo perduto (Massimo Franco, Corriere)

Spuntano Amato e Monti. Ma Silvio: il pilota sono io (Francesco Bei, La Repubblica)

Quell’energie inchiodate al “fronte del rifiuto” (Avvenire)

Pd e Terzo Polo insorgono contro la fiducia (Annalisa Cuzzocrea, La Repubblica)

La riduzione del danno (Massimo Giannini, La Repubblica)

Iva, pensioni, supertassa. E il testo cambia ancora (Carlo Bertini, La Stampa)

Il no delle opposizioni. Il sindacato boccia i ritocchi (Dino Martirano, Corriere)

I mercati, il voto anticipato e le due anime dell’esecutivo (Marcello Sorgi, La Stampa)

Cresce lo scontento nel Pdl (Avvenire)

Manovra che serve a tirare avanti. Ma fino a quando? (Maurizio Belpietro, Libero)

L’Italia e quel ricatto dei mercati (Walter Riolfi, Sole24Ore)

Lagarde: “Siete sulla buona strada ora insistete nelle riforme” (Marc Hujer e Christian Reiermann, La Repubblica)

Il tabù che resiste alla tempesta (Michel Martone, Sole24Ore)



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