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Rassegna stampa, 8 settembre ’11

postato il 8 Settembre 2011
Rassegna stampa live from Chianciano. Oggi alle 17 si apre la nostra festa e oggi troviamo diffusamente sui giornali degli articoli che ci riguardano: dal Messaggero trovate una sintesi del programma e una dichiarazione di Casini; Errico Novi su Liberal intervista il segretario Cesa che descrive Chianciano come un “laboratorio per costruire la Terza Repubblica”, sulla scia di quanto sostenuto finora; Buttiglione, sull’Avvenire, allarga il discorso e si rivolge direttamente a Berlusconi, chiedendogli un “passo indietro” (sui quotidiani oggi trovate ripetuto con insistenza lo slogan “l’Udc fa la Festa a Silvio”). Tengono poi banco ancora le dichiarazioni di ieri del senatore Beppe Pisanu, accolte con grande favore dalle opposizioni (che organizzano, spiega Colombo sul Riformista, un’operazione Monti) e respinte da un coro di no nel Pdl (ma Lopapa su Repubblica ci racconta della nascita di un documento di “pisaniani”, con nomi di grossi big, che guardano con favore la nascita di un governo di unità nazionale, con dentro le forze più responsabili): e Fantozzi su l’Unità, infatti, sondando gli umori dalle parti del Pdl, giura che i berluscones più ragionevoli si siano già arresi all’idea dell’arrivo dei un “governo tecnico” (opinione condivisa da quasi tutti i commentatori, meno che da Sorgi su La Stampa, che non vede spazio per un nuovo esecutivo: secondo lui, o ci teniamo B. o si torna al voto). Giampaolo Pansa, su Libero, a questo proposito, “sogna” una rivolta nel Centrodestra contro Berlusconi, ormai granitico ostacolo a ogni processo riformatore e di modernizzazione non solo del Paese, ma anche del nostro sistema politico; e mentre Oscar Giannino, su PanoramaEconomy, discetta di “teoria e pratica”, di pregi e difetti di un governo tecnico,  Luca Ricolfi, su La Stampa, e Alberto Alesina, sul Corriere, accusano il governo di aver sprecato le ultime possibilità per rilanciare la nostra economia (gli altri Paesi, “approfittando” del momento di crisi, hanno corretto i difetti dei loro sistemi economici, attaccando il debito pubblico e il rapporto defici-Pil, mentre noi ci siamo adagiati sul salvataggio della BCE).

Il leader udc: D’Alema e Renzi contestati perché intelligenti (Il Messaggero)

Cesa: “Un laboratorio per costruire la Terza Repubblica” (Errico Novi, Liberal)

Buttiglione: “Silvio lasci, ci aiuti a salvare il Paese e avrà un salvacondotto anti-vendette” (Arturo Celletti, Avvenire)

L’Udc rifiuta ogni ipotesi di appoggio (La Discussione)

Pisanu, breccia nell’opposizione. Udc e Pd per l’operazione Monti (Ettore Maria Colombo, Il Riformista)

Larghe intese: dal Pdl coro di no a Pisanu (Alberto D’Argenio, La Repubblica)

Il Pdl si rassegna e aspetta: “Arriva il governo tecnico” (Federica Fantozzi, l’Unità)

E spunta il documento dei pisaniani: tre settimane per la svolta responsabile (Carmelo Lopapa, La Repubblica)

Si allontana l’ipotesi di un governo d’emergenza (Marcello Sorgi, La Stampa)

Il Senato vota la fiducia e il decreto anticrisi (Carlo Bertini, La Stampa)

Sogno una rivolta del centrodestra contro Berlusconi (Giampaolo Pansa, Libero)

Teoria e pratica del governo tecnico (in caso di necessità) (Oscar Giannino, PanoramaEconomy)

Sprecata l’ultima munizione (Luca Ricolfi, La Stampa)

Senza prove d’appello (Giovanni Sabatucci, Il Messaggero)

Onorevoli, elezioni e bufale (Giovanni Sartori, Corriere)

Le tre lezioni (subito) dimenticate (Alberto Alesina, Corriere)

I segnali positivi bilanciati dai veleni che assediano il premier (Massimo Franco, Corriere)

Attenzione a non tradire il patto con i cittadini (Benedetto Santacroce, Sole24Ore)

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Rassegna stampa, 7 settembre 2011

postato il 7 Settembre 2011
Domani inizia a Chianciano la nostra festa annuale, con un titolo efficace che riprende gli spunti che insieme abbiamo analizzato in questo ultimo periodo: “Quando gli Italiani si uniscono, sono capaci di grande imprese”. Oggi, Casini intervistato da Carlo Fusi sul Messaggero, ripete infatti quanto sostenuto finora: l’Italia si trova sull’orlo del baratro, è indispensabile uno sforzo comune e nazionale; il problema è che l’urgenza di coesione e unità sembra non essere compresa, visto che da un lato la sinistra si fa trascinare dalla Cgil  per uno sciopero generale proclamato ci fa crescere. Casini rilancia poi la nostra ricetta diretta al Presidente del Consiglio: «La prima cosa che dovrebbe fare Berlusconi è evitare di continuare questo balletto di vertici e controvertici che sono tra il drammatico e il ridicolo. Le cose da fare per rendere seria questa manovralo sappiamo tutti. Il premier le faccia, le presenti in Parlamento senza rete, senza tutte queste contrattazioni che umiliano la politica e ridicolizzano lui e tutta la sua coalizione. Presenti le misure in Parlamento e se sono cose serie i voti li troverà. Altrimenti di tutta questa umiliazione che il Paese deve sopportare chi di più e primo ne farà le spese sarà proprio lui, individuato come il simbolo della incapacità della politica di risolvere i problemi». Sulla nostra stessa linea di pensiero si schiera oggi – in maniera aperta e decisa – anche il senatore Beppe Pisanu, che, intervistato da Tito su Repubblica, chiede a Berlusconi un passo indietro in favore di un governo di larghe intese, guidato da una figura di grande credito internazionale (sempre Repubblica avanza due nomi: Amato e Monti) capace di riallacciare i fili della politica con le Camere: questo governo è non è più in grado di evitare il tracollo e riaprire la via dello sviluppo (leggete anche Franco sul Corriere), ma il voto ora sarebbe una sciagura, perché ci esporrebbe alla speculazione e perché, con questa legge elettorale e la questione morale, ci ritroveremmo poi con un Parlamento ingovernabile. Del resto, come ci spiega oggi l’Avvenire, nel Pdl in tanti cominciano a pensare che la soluzione di un “governissimo” (magari, come auspicano in tanti, sotto la supervisione diretta di Napolitano – leggete La Stampa) possa essere la migliore: per farvi un’idea, date una lettura all’editoriale di Maurizio Belpietro su Libero (non si può più tirare a campare, servono misure concrete e coraggiose). Ci vediamo domani alla nostra Festa.

Casini: «Siamo sull’orlo del baratro, serve uno sforzo nazionale» (Carlo Fusi, Il Messaggero)

Pisanu: “Il Cavaliere faccia un passo indietro, ora serve un governo di larghe intese” (Claudio Tito, La Repubblica)

Il Cavaliere e la “gamba tesa del Colle” (Amedeo La Mattina e Ugo Magri, La Stampa)

Un governo indebolito dalle tensioni interne e dal tempo perduto (Massimo Franco, Corriere)

Spuntano Amato e Monti. Ma Silvio: il pilota sono io (Francesco Bei, La Repubblica)

Quell’energie inchiodate al “fronte del rifiuto” (Avvenire)

Pd e Terzo Polo insorgono contro la fiducia (Annalisa Cuzzocrea, La Repubblica)

La riduzione del danno (Massimo Giannini, La Repubblica)

Iva, pensioni, supertassa. E il testo cambia ancora (Carlo Bertini, La Stampa)

Il no delle opposizioni. Il sindacato boccia i ritocchi (Dino Martirano, Corriere)

I mercati, il voto anticipato e le due anime dell’esecutivo (Marcello Sorgi, La Stampa)

Cresce lo scontento nel Pdl (Avvenire)

Manovra che serve a tirare avanti. Ma fino a quando? (Maurizio Belpietro, Libero)

L’Italia e quel ricatto dei mercati (Walter Riolfi, Sole24Ore)

Lagarde: “Siete sulla buona strada ora insistete nelle riforme” (Marc Hujer e Christian Reiermann, La Repubblica)

Il tabù che resiste alla tempesta (Michel Martone, Sole24Ore)

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Rassegna stampa, 6 settembre ’11

postato il 6 Settembre 2011
Chianciano sta ormai a meno due e oggi abbiamo sfornato una rassegna stampa “leggera”: poca cronaca e molte opinioni. Per la prima categoria, tre articoli: uno, sul Messaggero, che riprende la posizione che Casini ha espresso a seguito dell’appello di Napolitano (le forze migliori si uniscano al più presto, serve responsabilità, perché non possiamo illuderci di evitare facilmente lo spettro della Grecia); il secondo, di Fabio Martini su La Stampa, sull’intervento che Casini ha tenuto alla Festa Democratica di Pesaro, ieri, e sul rapporto – e soprattutto le differenze – che ci sono tra le tre opposizioni; il terzo: è un’intervista al segretario generale della CISL, Bonanni, sulla modifica dell’art. 18 e sullo sciopero generale indetto oggi dalla Camusso e dalla CGIL. Spazio quindi alle opinioni: Repubblica chiede – con un editoriale in prima pagina – di dar seguito subito alla “chiamata generale” lanciata ieri dal Presidente Napolitano, sull’urgenza di dimostrare responsabilità e di prendere in mano la situazione prima che questa degeneri definitivamente; Roberto Napoletano, direttore del Sole, rincara la dose: il governo deve dimostrare di saper rappresentare il Paese e se non ne è in grado, come asseriamo da tempo, abbia la dignità e l’onestà di trarne le dovute conseguenze, passando la mano a chi può risolvere una crisi da cui ormai dobbiamo tirarci fuori da soli (De Mattia su MF e Lepri su La Stampa ci spiegano infatti che la BCE non può più aiutarci, mentre Menichini su Europa ricorda che in momenti del genere non possono esistere “risposte di parte”). Perfino il Financial Times, analizzando la situazione dei nostri conti, scrive di “fiasco fiscale” e Giuseppe Turani su QN teme per le sorti del nostro Paese, finito nel “labirinto greco” e preso sonoramente a “schiaffoni”. Bisogna muoversi.

Casini: ora fare in fretta, le forze migliori si uniscano (Il Messaggero)

Di Pietro e Casini. I “possibili alleati” alla prova del popolo democratico (Fabio Martini, La Stampa)

Bonanni: “L’articolo 18? Dalla Cisl mai nessuna deroga sui licenziamenti” (Nicola Pini, Avvenire)

Il Paese da salvare (La Repubblica)

Il conto che l’Italia non può pagare (Roberto Napoletano, Sole24Ore)

Il governo si sbrighi, la Bce non può fare miracoli (Angelo De Mattia, MF)

Ora Roma dovrà fare da sola (Stefano Lepri, La Stampa)

Non esistono risposte di parte (Stefano Menichini, Europa)

Fiasco fiscale (Financial Times)

Tre schiaffi all’Italia nel labirinto greco (Giuseppe Turani, QN)

Se la tassazione scoraggia chi produce vera ricchezza (Alessandra De Nicola, Sole24Ore)

Lo Stato del contante (Mattia Feltri, La Stampa)

Presa in Giro (Massimo Grammellini, La Stampa)

Buttiglione: “Pagò i debiti di altri” (Avvenire)

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Rassegna stampa, 5 settembre ’11

postato il 5 Settembre 2011
Continua il nostro avvicinamento all’appuntamento annuale di Chianciano. Oggi ci “prepariamo” con un intervento che Casini rilascia al Messaggero, sulla necessità di un “grande armistizio” fra le parti, che chiuda la fase delle ostilità e apra il campo alle riforme strutturali e indispensabili al Paese. Oggi, dal Corriere, trovate due ottimi interventi in questo senso, di Mario Monti e Corrado Passera (che sarà nostro ospite proprio a Chianciano): in entrambi si trova un invito all’unità e alla collaborazione; bisogna saper mettere insieme le proposte migliori dell’una e dell’altra parte, per produrre (finalmente!) una manovra che sia seria, coraggiosa e soprattutto utile, in grado di “sfruttare” questo momento di crisi per rinnovarci, per fare le riforme che non possono più aspettare. Bisogna spingere, come consiglia Passera, su “competitività, efficienza del Sistema Paese, coesione sociale e dinamismo”, anche perché – ed è la stessa cosa che sosteneva Aznar sabato scorso – la BCE (che l’8 settembre si riunisce e deciderà del nostro futuro) potrà continuare a sostenerci solo se riusciremo ad essere credibili e a dimostrare di avere le idee chiare (cosa che, invece, ancora non si vede, come dimostra la delusione dei partecipanti al Forum di Cernobbio). Proprio su questo punto, imperdibile è l’analisi che fa Ilvo Diamanti su Repubblica, che – analizzando l’ultimo Atlante con le intenzioni di voto – descrive un Paese sempre più senza guida, sempre più incerto, sempre più desideroso di avere guide capaci di interpretare la nostra “esigenza di futuro”: ma sembrano, come al solito, parole al vento; chi dovrebbe ascoltarle e metterle in pratica è preso da troppi altri impegni. Nel frattempo, meno 3 a Chianciano. Continueremo lì la nostra analisi.

Casini alla maggioranza: “Basta liti, serve un armistizio” (Mario Ajello, Il Messaggero)

Formigoni: una costituente nel 2012. Casini aspetta che Berlusconi lasci (Andrea Garibaldi, Corriere)

La ricetta di Monti: pacchetto di misure con il sì di tutti (Federcio Fubini, Corriere)

Passera: “Subito la manovra, poi un Patto per crescere. Premiare chi investe” (Federico De Rosa, Corriere)

Dai politici è arrivato solo borotalco (Marco Alfieri, La Stampa)

Rutelli: “Orgoglioso del Terzo Polo. Profumo? Va bene” (Felice Diotallevi, l’Unità)

Profumo, elogi da Pd e centristi. Critico il Pdl (Corriere)

Crollano Berlusconi e Bossi, Tremonti paga la manovra. Il Centrosinistra a +9 per cento (Roberto Biorcio e Fabio Bordignon, La Repubblica)

Un Paese senza guida che non riesce a vedere gli interpreti del futuro (Ilvo Diamanti, La Repubblica)

Un Paese incerto? Banche, imprese, è ora di investire (Daniele Manca, CorrierEconomia)

Tra Bossi e Tremonti il problema è Milanese (Lina Palmerini, Sole24Ore)

Ichino: “Rischiano i dipendenti delle imprese pià piccole” (La Stampa)

Castro: “Finalmente una rivoluzione con un salto di sessant’anni” (La Stampa)

Un volto-simbolo del cattolicesimo democratico (Aldo Cazzullo, Corriere)

Mino Martinazzoli, l’uomo che chiuse l’avventura della Dc (Marcello Sorgi, La Stampa)

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Rassegna stampa, 3 settembre ’11

postato il 3 Settembre 2011
Anche oggi rassegna stampa “preparatoria” per la nostra festa nazionale a Chianciano Terme, in calendario dal prossimo 8 settembre. Oggi troviamo, a firma di Sonia Oranges sul Riformista, un’ottima intervista a tutto campo al nostro Presidente Casini, che ieri è intervenuto alla Summer School a Priverno, organizzata dall’Udc Lazio (sull’Avvenire ne trovate un dettagliato resoconto):  dentro vi troverete il giudizio liquidatorio sulla manovra in discussione al Senato, un’operazione «senza interventi strutturali e dai saldi incerti», l’analisi dei guai dell’Europa e della scarsa competitività italiana, l’importanza di riformare il sistema pensionistico prima possibile, la bocciatura dell’utilizzo degli eurobond come scorciatoia per proseguire la politica dell’indebitamento e il rilancio dell’urgenza di fare le privatizzazioni, augurandosi però che «per far cassa non si svenda il Paese». Con in più un invito lanciato a tutte le parti in campo: «serve meno leadership e più politica» per fare «un armistizio, uno sforzo di convergenza per affrontare i necessari sacrifici. Solamente dopo potremo tornare alla democrazia dell’alternanza» (interessante, a questo proposito, anche il commento di Soave su ItaliaOggi). Proprio il discorso delle privatizzazioni ritorna spesso nell’agenda degli interventi di oggi, ripreso anche dall’ex premier spagnolo José Maria Aznar, che ospite del Forum di Cernobbio, ha indicato la via per il rilancio della nostra economia: l’Italia, come la Spagna, non potrà far finta, infatti, di non essere tra i Paesi salvati da un intervento dalla BCE e se vuole riprendersi il posto che le spetta negli equilibri della politica internazionale, dovrà dimostrare di avere la testa sulle spalle e di poter quindi supportare la propria crescita economica (a partire proprio dalle privatizzazioni e dalle liberalizzazioni, leggete anche La Malfa e Savona sul Sole); serve, così come auspica D’Onofrio su Liberal, un nuovo “Progetto Italia”, che sappia finalmente ridisegnare il volto del nostro amato Paese. Che, in primis, deve riguadagnare anche la propria credibilità di fronte all’Europa: credibilità smarrita – così come ci spiegano in modo concorde Franco sul Corriere, Bastasin sul Sole, D’Antoni sull’Unità e Bonanni su Repubblica – a causa dell’inconcludenza e dell’insufficienza cronica dell’attuale governo:  la BCE e la Commissione Europea, infatti, sono sempre più scettiche sulle sue reali possibilità di stimolare la crescita, non facendo le riforme strutturali e non riuscendo a trovare i fondi necessari per farlo (ma come si potrà mai arrivare al pareggio di bilancio nel 2013, in questo modo?). E, a ben vedere, se anche Maurizio Belpietro su Libero chiede una nuova manovra, con misure più “coraggiose”, è evidente che qualcosa non va sul serio.

Casini: “Spero che per fare cassa non si svenda il Paese” (Sonia Oranges, Il Riformista)

Casini apre: noi saremo responsabili (La Discussione)

Bersani chiede una svolta. Casini: decreto pasticciato ma saremo responsabili (Ettore Colombo, Il Messaggero)

Aznar: “L’Italia deve decidersi a privatizzare e liberalizzare” (Federico Fubini, Corriere)

La carta del patrimonio pubblico (Giorgio La Malfa e Paolo Savona, Sole24Ore)

Per cancellare i micro-comuni serve un nuovo “progetto Italia” (Francesco D’Onofrio, Liberal)

Opposizione in rivolta sugli insulti all’Italia (La Repubblica)

Credibilità smarrita di fronte all’Europa (Carlo Bastasin, Sole24Ore)

Senza più credibilità (Massimo D’Antoni, l’Unità)

La credibilità perduta (Andrea Bonanni, La Repubblica)

Lo scetticismo europeo figlio delle ambiguità di misure non chiare (Massimo Franco, Corriere)

Cattolici in politica, i giovani veri risorsa (Gianni Santamaria, Avvenire)

Serve un’altra manovra (Maurizio Belpietro, Libero)

Redditi degli elettori sul web, ma l’Onorevole privacy resta (Marco Palombi, Il Fatto)

Privacy, un curioso valzer tutto italiano (Antonio Polito, Corriere)

Lo scontro è politico non giudiziario (Emanuele Macaluso, Il Riformista)

Il lessico del premier da regressione freudiana a grottesco tramonto (Filippo Ceccarelli, La Repubblica)

Il bipolarismo all’italiana è lotta intestina senza fine (Sergio Soave, ItaliaOggi)

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Rassegna stampa, 2 settembre ’11

postato il 2 Settembre 2011
Continua la nostra rassegna stampa “preparatoria” all’appuntamento di Chianciano Terme. Ieri Pier Ferdinando Casini è intervenuto alla Festa dell’Api al Labro e ha rilanciato i punti chiave della nostra agenda politica, tornando ad accusare il governo di incapacità nel gestire la crisi: chi dovrebbe guidarci in mezzo al mare in tempesta, continua a scherzare invece con il fuoco, mantenendo un atteggiamento irresponsabile e inconcludente: siamo sull’orlo del baratro e noi faremo tutto quanto in nostro potere per evitare di finirci dentro. In che modo? Continuando a perorare le proposte che costituiscono il nerbo della nostra contromanovra e che continuano a raccogliere consensi, anche nella società civile. Proprio al Labro, ieri, Casini ha infatti duettato con l’ex ad di Unicredit, Alessandro Profumo, al quale il nostro leader ha chiesto di impegnarsi direttamente in politica, mettendo al servizio di tutto il Paese le proprie competenze ed abilità – e non certo come “uomo della Provvidenza”, così come potete desumere dagli articoli del Messaggero, di ItaliaOggi e di Europa (che torna anche sul discorso referendum). Berlusconi, però, non fa che aggravare la sua posizione di giorno in giorno: ieri si è infatti scagliato duramente contro l’opposizione, definita “criminale e anti-italiana” (siamo al delirio, ormai), e su tutti i giornali trovate oggi lo “sfogo” (sigh) che il Premier ha affidato al direttore dell’Avanti, Valter Lavitola, su cui pende ora una richiesta di custodia cautelare (Massimo Giannini e Jacopo Jacoboni ci raccontano la sua storia su Repubblica e La Stampa): l’Italia è un Paese di “merda”. Parole oltraggiose che ci indignano e ci spingono a reiterare la nostra richiesta di un passo indietro: perché, come chiede Massimo Franco dalle colonne del Corriere, c’è un disperato bisogno di “credibilità”, che un governo e un premier in queste condizioni, profondamente “oscene” come le definisce Norma Rangeri sul Manifesto, non possono assicurarci.

Casini: al governo stanno scherzando con il fuoco. Bersani: denunceremo nel Paese la loro confusione (Roberta D’Angelo, Avvenire)

Casini e Bersani all’attacco: “Il Governo non c’è più” (Carlo Fusi, Il Messaggero)

Casini vuole Profumo (ItaliaOggi)

Profumo rivela: mi metto in gioco, la politica mi piace (Paola Pica, Corriere)

Labro non profuma di Mattarellum (Stefano Baldolini, Europa)

Buttiglione: “Silvio, tiranno bonaccione. Ora riorganizziamo i moderati” (Sonia Oragens, Il Riformista)

Berlusconi attacca l’opposizione: “Anti-italiana e criminale” (Mariolina Iossa, Corriere)

Il governo decida, l’antibiotico sta per finire (Angelo De Mattia)

Credibilità cercasi (Massimo Franco, Corriere)

Vietti: “Senza i minitribunali più risorse e funzionalità” (Giovanni Negri, Sole24Ore)

L’osceno contesto (Norma Rangeri, Il Manifesto)

Le attese dei mercati e del Paese (Oscar Giannino, Il Messaggero)

La vita dietro le sbarre degli evasori (Gian Antonio Stella, Corriere)

La finanza ha ora sete di economia reale (Vittorio Carlini, Sole24Ore)

Il pupillo di Craxi vissuto nell’ombra fino al dossier Fini (Jacopo Jacoboni, La Stampa)

Il metodo del Cavaliere (Massimo Giannini, La Repubblica)

L’ego ipertrofico di De Magistris, l’uomo che si crede un plusvalore (Il Foglio)

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Rassegna stampa, 1 settembre ’11

postato il 1 Settembre 2011
Inizia oggi un settembre che si annuncia di “fuoco”: sul tavolo restano gli irrisolti nodi che abbiamo analizzato insieme nei giorni scorsi, a partire dalla manovra finanziaria, dalla crisi sempre più stringente e dai referendum elettorali che si vagheggiano dall’inizio dell’Estate. Un settembre che ci vedrà protagonisti, come dimostra la carrellata di articoli che vi presentiamo e che in questa settimana ci aiuteranno a prepararci alla nostra tradizionale festa annuale (dal 8 all’11 settembre, a Chianciano): il primo, imperdibile articolo è a firma di Marcello Veneziani, che spiega perché – da un punto di vista non convenzionale e non banale – Pier Ferdinando Casini è l’uomo adatto per la transizione che si aprirà – o dovremmo dire: si dovrebbe aprire? – quando questo Governo prenderà finalmente atto della propria insufficienza cronica. Data che, ahi noi, ci sembra ancora lontana, visto che il Premier Berlusconi continua a ostentare la sua solita sicumera, assicurando che “è tutto sotto controllo” e che la manovra (ma quale delle tante, chiediamo?) ci permetterà di uscire fuori dalla tempesta: permetteteci di dissentire, Mr President. Come del resto nota Carlo Fusi sul Messaggero, la maggioranza è sempre più confusa e preda degli umori del mercato che, però, reagisce nervosamente alle continue prove di insicurezza offerte dal governo: e infatti, spiega Marcello Sorgi su La Stampa, i vari veti incrociati che si lanciano in questi giorni fanno presagire un possibile ritorno alle urne in tempi rapidi. Sempre la solita storia: il Titanic rischia di affondare e l’orchestrina continua a suonare, non curante della tragedia. Luigi La Spina, sempre su La Stampa, critica infatti il “vuoto di potere” incarnato da una maggioranza incapace di assumersi l’onore di misure impopolari e difficili, mentre Il Post pubblica oggi un editoriale durissimo, in cui attacca “il più grosso difetto di questo governo, tra i suoi moltissimi: la mediocrità. Più del disprezzo per le istituzioni, più del disinteresse verso la legalità e l’etica pubblica, più della volgarità e della cialtroneria”. Una condanna senza appello che riprendiamo e rilanciamo, come testimoniato dalle parole di Casini, che accusa “l’esecutivo di essere nel caos più totale” e di “insultare gli Italiani”, pensando di poterli fare fessi. Infine, leggete un piccolo dossier sul referendum elettorale di cui tanto si parla in questi giorni: su l’Unità trovate la nostra posizione; e mentre Arianna Ciccone su Valiga Blu spiega il perché bisogna sostenerlo, Stefano Passigli sul Corriere dubita del suo reale valore, chiedendo di “non tornare al Mattarellum” (e Chiara Geloni, direttore di Youdem, su questo punto ci va giù ancora più pesante).

Ecco perché Casini è l’uomo adatto alla transizione (Marcello Veneziani, Gioia)

Casini in difesa delle coop: “Giusto agevolare chi produce lavoro” (Andrea Zanchi, QN)

Affondo di Casini e Bersani: “Un insulto agli italiani” (Nino Bertoloni Meli, Il Messaggero)

Bersani: “Il governo a casa”. Casini: “Insulto agli italiani” (Alberto Custodero, La Repubblica)

Berlusconi: è tutto sotto controllo (Paola Di Caro, Corriere)

Pd, Udc e Di Pietro all’attacco: esecutivo nel caos, rischi seri (Alessandro Fulloni, Corriere)

Agosto caldo per l’inflazione: +2,8% (Giuliano Balestreri, La Repubblica)

Come stiamo messi (Il Post)

Preoccupante vuoto di potere (Luigi La Spina, La Stampa)

Nel gioco dei veti incrociati si torna a parlare di elezioni anticipate (Marcello Sorgi, La Stampa)

Maggioranza confusa e l’incognita dei mercati (Carlo Fusi, Il Messaggero)

Compagni, rottamate il partito degli affari (Franco Insardà, Liberal)

Referendum, tensione nel Pd. E Casini apre al doppio turno (Felice Diotallevi, l’Unità)

Il vero terrore della Casta? Il referendum No Porcellum (Arianna Ciccone, ValigiaBlu) 

Ora ci dimostrino che non vogliono tornare al vecchio Mattarellum (Stefano Passigli, Corriere)

Rottamare il Mattarellum (Chiara Geloni, LeftWing)

Tribunali: un’occasione unica bipartisan (Donatella Stasio, Sole24Ore)

Se non ora quando? (Emanuele Macaluso, Il Riformista)

Perché è buono e giusto riformare le pensioni di anzianità (Giuliano Cazzola, Il Foglio)

Fioroni: “La Cgil? Lo scontro non è la soluzione” (Sole24Ore)

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Rassegna stampa, 31 agosto ’11

postato il 31 Agosto 2011
Era tanto che non vedevamo un Berlusconi così in “forma” come quello di ieri: presentando, infatti, la “nuova” manovra (quella che, per intenderci, hanno subito bocciato sia i mercati che la BCE) ha giurato che essa ora è “più equa” e che serve quindi “la collaborazione delle opposizioni”: sarà, ma a noi sembra il solito giochetto del “tiro il sasso e ritiro la mano”. I giornali di oggi riportano infatti le dichiarazioni “congiunte” di Bersani e Casini, che hanno fatto i conti in tasca alla manovra e che si sono accorti benissimo che manca assolutamente la copertura finanziaria per realizzarla: è solo un pasticcio truffaldino, che non garantirà l’introito previsto. Senza contare il fatto che l’ennesimo decreto continua a scontentare dentro e fuori la maggioranza: La Stampa ha raccolto il parere di due amministratori locali, Alemanno e Tabacci, che si dicono ugualmente delusi, perché “i tagli restano” e così il grosso resta sul groppone dei sindaci che saranno costretti a diventare degli esattori. Se infatti per B. questa manovra è “equa” (ma piace solo a lui, chiosa ItaliaOggi),  per il nostro Pezzotta su Liberal è quanto di più “immorale” si potesse produrre: perché grava sui soliti noti, non presenta nessuna riforma strutturale, continua a mentire al popolo italiano; per Libero, però, questa, oltre che la vittoria di Berlusconi, è soprattutto la sconfitta di Umberto Bossi e Giulio Tremonti, che escono sconfitti e supini dal lungo tira e molla con il resto della maggioranza (proprio al ministro dell’Economia, il direttore del Riformista Macaluso indirizza oggi un paio di domande interessanti). Infine, leggete due pezzi che offrono ricette interessanti per fare ripartire l’economia (in linea con quello che abbiamo sempre sostenuto): dal Foglio, con il direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, e da Repubblica, con l’ex vicedirettore generale della Banca d’Italia, Pierluigi Cocca.

Berlusconi: “La manovra è più equa. Le opposizioni collaborino” (Alessandro Frulloni, Corriere)

Casini: è truffaldina e non ha le coperture (Liberazione)

Bersani e Casini: decreto pessimo (Celestina Dominelli, Sole24Ore)

Bersani e Casini attacano: “Misure truffaldine” (Alberto Custodero, La Repubblica)

L’ira di Bersani. A Casini non tornano i conti (QN)

Alemanno: “Non basta, azzerate i tagli” (Francesca Schianchi, La Stampa)

Tabacci: “Questo governo ha trasformato i sindaci in esattori” (Marco Alfieri, La Stampa)

La manovra immorale (Savino Pezzotta, Liberal)

Giulio e Umberto escono perdenti (Libero)

Due domande a Tremonti (Emanuele Macaluso, Il Riformista)

Rutelli: governo per le riforme (Alessandro Calvi, Il Riformista)

Vademecum per liberare l’economia (e non solo il commercio) (Mariano Bella, Il Foglio)

Tre mosse per l’economia italiana (Pierluigi Ciocca, La Repubblica)

Tagli alle provincie, si parte subito. In un anno può diventare realtà (Fabrizio de Feo, Il Giornale)

Questa manovra piace solo a Silvio (Emilio Gioventù, ItaliaOggi)

Le accuse di Calderoli ai politici fannulloni (Gian Antonio Stella, Corriere)

Se Parigi vince, Roma non perde (Marta Dassù, La Stampa)

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Rassegna stampa, 30 agosto ’11

postato il 30 Agosto 2011
Il Terzo Polo ha presentato ieri la propria contromanovra, che sarà inserita come un unico emendamento al decreto del governo in sede di votazione: si tratta – come vi avevamo largamente anticipato – di una serie di proposte concrete e (lasciatecelo dire) anche “coraggiose”: meno spesa e meno tasse, meno debito, evasione e corruzione, più crescita e coesione, più equità per donne e giovani. Come spiegato da Casini sul Sole, il grande difetto della manovra del Governo è l’assoluta assenza di riforme “strutturali”, l’assoluta incapacità di saper “approfittare” del momento di crisi per rilanciarsi e reinventarsi: si è preferito mettere una pezza qua e là, nella speranza di arginare la piena: e allora, visto che non lo hanno fatto loro, ci abbiamo provato noi e nella nostra manovra potrete trovare tutto, dalla riduzione della pressione fiscale alla riforma delle pensioni, passando per un grande patto generazionale e il quoziente familiare; l’abolizione delle province e la riduzione delle spese della pubblica amministrazione; la banda larga per il mezzogiorno, le deduzioni per le famiglie e la riduzione Irap per le imprese; le liberalizzazioni, la riforma della giustizia e una patrimoniale del 5 per mille sulle grandi attività finanziarie superiori ai 10 milioni di euro. Una manovra liberale e responsabile, che si è avvalsa del contributo dei nostri migliori parlamentari e del sostegno del senatore Nicola Rossi, presidente dell’Istituto Bruno Leoni (così come fa notare Susanna Turco sull’Unità). Abbiamo scelto, quindi, di dire no a un “compromesso al ribasso”, che pagheranno – così come accusa Falasca sul Sole – soprattutto le nuove generazioni, i “soliti ignoti” condannati sempre più a non avere futuro in questo Paese; e non è certo un caso che sia l’Europa («Ci saremmo aspettati delle decisioni rapide e soprattutto chiarezza, perché questo vogliono i mercati. Un continuo cambio di misure annunciate e un continuo allungamento dei tempi vanno nella direzione opposta»: leggete Del Re da Linkiesta e il commento di Gambrotta su MF) che i mercati siano rimasti delusi da questa “nuova” manovra governativa (Oscar Giannino sul Messaggero sostiene che Berlusconi ha forse evitato il peggio, ma che così non può ancora andare bene). E non è sempre un caso, così come ci racconta Andrea Tornielli su La Stampa, che l’ala moderata e cattolica del centrodestra (in primis, il popolo di Cl così come noi vi avevamo fatto notare giorni fa) si stia preparando a giocare una partita in proprio (incrociandosi addirittura con le opposizioni), per superare questi schemi e aprire a un nuovo contenitore. A un nuovo centrodestra.
Casini: decreto pasticciato, mancano interventi strutturali (Celestina Dominelli, Sole24Ore) 

Pd e Udc: i conti non tornano. Casini avverte: rischio baratro (Diodato Pirone, Il Messaggero)

Il Terzo Polo: molta confusione, poco coraggio (Carlo Bertini, La Stampa)

Il Terzo Polo presenta le sue proposte. C’è anche Nicola Rossi (Susanna Turco, l’Unità)

Il sospetto del terzo polo: questi conti non tornano (Caterina Maniaci, Libero)

“Compromesso al ribasso”. Le proposte del Terzo Polo (Il Riformista)

Si è scelto di rinviare le riforme strutturali (Giampiero Falasca, Sole24Ore)

Ma anche così piace all’Europa? (Gianni Gambrotta, MF)

La nuova manovra delude l’Europa (Giovanni del Re, Linkiesta)

I mercati chiedono certezze (Oscar Giannino, Il Messaggero)

Tremonti sveste i panni del prof per uscire dall’isolamento nel Pdl (Fabrizio de Feo, Il Giornale)

La congiura inesistente del capitalismo (Giuseppe Bedeschi, Corriere)

Basta leader demiurghi: “I cattolici oltre Berlusconi” (Andrea Tornielli, La Stampa)

Bisogno di onestà nel Paese dei Furbi (Umberto Ambrosoli, Corriere)

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Rassegna stampa, 29 agosto ’11

postato il 29 Agosto 2011
Casini ribadisce il messaggio di ieri: la Finanziaria che il governo sta per licenziare è invotabile: manca qualsiasi riforma strutturale e i tagli ai costi della politica naufragano nella demagogia; la maggioranza preferisce continuare a fare calcoli elettorali mentre l’Italia affonda. L’esempio principe resta sempre il discorso delle Province, che andavano abolite tutte senza esitazione e che invece si salveranno tutte, dopo un ridicolo gioco di scaricabarile: noi con questo tipo di politica non abbiamo nulla da spartire. Per questo oggi pomeriggio presenteremo la nostra contromanovra, sui punti chiave che vi descrivevamo ieri e che – leggete l’intervista di Baldassari al Messaggero – eviti all’Italia un aumento delle imposte fuori da ogni limite nei prossimi anni. Silvio Buzzanca su Repubblica ci racconta le mosse del governo, che ora – dopo le liti interne e l’opposizione della Cgil – si trova a fronteggiare un’altra grana coi fiocchi: la sollevazione generale degli enti locali, con i sindaci che scenderanno in piazza, con il supporto del governatore dell’Emilia, Vasco Errani, e della Lombardia, Roberto Formigoni. Spazio poi a due “focus”: uno sulla situazione interna al Pd, dopo il caso Penati, con la lettera che il sindaco di Sesto San Giovanni, Giorgio Oldrini, ha scritto al Corriere (e che ci sembra un testo di buon senso, che ben fotografa il difficile compito di fare gli amministratori) e un articolo di Repubblica sul “sistema lombardo”; l’altro, invece, è sui costi della politica, con uno scambio epistolare tra la Bonino e Sergio Romano, un’analisi di Cherchi sul Sole e un commento di Pigi Battista (privatizziamo la Rai, ci guadagneremmo tutti).

Casini: “Non voteremo la Finanziaria. È un testo senza riforme” (l’Unità)

Casini (QN)

Baldassari, Fli: “Le imposte aumenteranno di cento miliardi di euro in due anni” (Il Messaggero)

Alfano alla Chiesa: le agevolazioni restano (M. Antonietta Calabrò, Corriere)

Nessun reato, tentò di governare la città (Giorgio Oldrini, Corriere)

“Nell’affare anche le Coop bisognava compiacere il livello politico nazionale” (Sandro De Riccardis e Walter Galbiati, La Repubblica)

Il governo a caccia di cinque miliardi, sul decreto pioggia di emendamenti (Silvio Buzzanca, La Repubblica)

Il Parlamento dimezzato e il finanziamento ai partiti (Emma Bonino e Sergio Romano, Corriere)

Tante diete per il Parlamento (Antonello Cherchi, Sole24Ore)

Privitazzare la Rai. Guadagno per tutti (Pierluigi Battisti, Corriere)

Le mille vie dell’evasione (Cristiano Dell’Oste e Antonino Iorio, Sole24Ore)

Le bugie di Battisti, terrorista non pentito (Miguel Gotor, La Repubblica)

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