Tutti i post della categoria: Politica

Lo Spread BTP – Bund e il CDS dell’Italia corrono: è un segnale che bisogna fare presto

postato il 9 Novembre 2011

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

Poco prima che la Grecia due anni fa svelasse i suoi conti disastrati, lo spread tra i titoli di Stato greci e il Bund tedesco era andato alle stelle e i tassi di interesse che pagava lo stato ellenico erano di poco superiori al 7%. Se prendiamo queste soglie come dei livelli di guardia, allora l’Italia deve approvare le misure anticrisi rapidamente e senza tentennamenti, perché lo spread tra il BTP e il Bund è andato ben oltre i 500 punti portando il rendimento reale dei titoli di Stato italiani ben al di sopra del 7%, soglia oltre la quale paesi come Grecia, Spagna, Portogallo hanno dovuto ricorrere agli aiuti economici dell’UE.

Intendiamoci: è difficile dire se per l’Italia possa valere lo stesso discorso, anche alla luce del fatto che la stessa Banca d’Italia nei giorni scorsi ha segnalato che tassi all’8% sarebbero sostenibili per i conti italiani, ma è anche vero che questa situazione non può essere mantenuta per lungo tempo.

Che il tempo sia poco ce lo dice soprattutto un altro indicatore, ovvero i Credit Default Swap, in sigla CDS. Perché questi strumenti finanziari sono un indicatore più importante dello spread tra BTP e Bund?

Perché i CDS sono strumenti finanziari utilizzati dagli investitori istituzionali (ovvero grosse banche, grossi fondi di investimento e in generale operatori con molta liquidità che utilizzano analisi e previsioni molto accurate) per proteggersi dal rischio di fallimento. In pratica, supponiamo che un grosso investitore compri titoli di stato italiani, e, volendosi coprirsi dal rischio di fallimento, compri i CDS. Se il rischio di fallimento è alto, chi assicura il rischio vorrà essere pagato di più. In pratica più alto è il rischio di fallimento, più bisogna pagare per assicurarsi contro il rischio di perdere i soldi in seguito al fallimento, proprio per questo gli specialisti seguono l’andamento dei CDS: se questi aumentano di valore, significa che il paese (nel nostro caso l’Italia) aumenta il rischio di dovere dichiarare bancarotta.

Siccomei CDS sono trattati esclusivamente da operatori altamente professionali, diventa logico aspettarsi che se questi aumentano di valore è perché le analisi di tutti questi operatori sono concordi nel ritenere che le probabilità di fallimento siano in deciso aumento.

Per quanto detto sopra, e considerando che in questi due giorni di incertezza politica, sia lo spread che il valore dei CDS è schizzato verso l’alto, diventa logico augurarsi che le misure anticrisi vengano approvate il prima possibile, perché quello che danneggia davvero i mercati, come abbiamo affermato più volte, è l’incertezza (perché in presenza di incertezza il mercato tenderà a scegliere sempre l’ipotesi peggiore).

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Subito legge stabilità, la via d’uscita c’è

postato il 8 Novembre 2011

Non mi interessano le dietrologie su umori e stati d’animo. Vorrei rimanere ai fatti. L’esito dell’incontro tra il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio dimostra che una via d’uscita dalla terribile crisi in cui versa l’Italia è possibile, e che il senso dello Stato nei momenti difficili puo’ prevalere.
La legge di stabilità puo’ essere approvata rapidamente, e sono convinto che Berlusconi abbia la consapevolezza che la situazione economica e finanziaria dell’Italia non ci consente una lunga ed estenuante campagna elettorale.

Pier Ferdinando

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Finisca questo braccio ferro e salviamo insieme Italia

postato il 8 Novembre 2011


Mi auguro che dopo il risultato di questo voto possa finalmente terminare questo insano braccio di ferro che si sta conducendo sulle spalle del Paese. Guardiamo a Genova, ai nostri ragazzi che spalano fango e detriti, e da domani cerchiamo anche noi di salvare l’Italia tutti insieme se ne saremo capaci.

Pier Ferdinando

 

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Larghe intese, una speranza e un dovere

postato il 8 Novembre 2011

“Riceviamo e pubblichiamo” di Lorenzo Mazzei

Tanto tuonò che piovve, dice un detto italiano e, mai come in questo caso, può esser utilizzato per il momento che stiamo vivendo. Perché dopo tanti tentennamenti e tante, tantissime fiducie richieste, ed ottenute a volte con fatica, sembra essere arrivato alla fine l’ultimo governo Berlusconi.

Per l’Italia si apre una nuova fase, che può e deve essere importante e significativa nel percorso della nostra nazione. L’Italia ha bisogno di riacquistare credibilità a livello  internazionale e per fare ciò l’unica soluzione, per una volta, è dimostrare senso dello Stato e forza di volontà nel mettere da parte le divergenze di pensiero politico. Il tempo per il dibattito è finito ed adesso bisogna tramutare i pensieri in fatti concreti, tangibili.

Ma per fare ciò c’è bisogno che tutti, dal primo all’ultimo parlamentare, inizino a remare nella stessa direzione, quella direzione che possa portare l’Italia fuori da questa pesante ed opprimente crisi.

A questo punto quindi si devono trovare larghe intese, che possano comprendere sia i partiti della maggioranza, che fino a questo momento hanno guidato il governo, sia i partiti dell’opposizione, partendo dal Terzo Polo fino ad arrivare a comprendere senza se e senza ma PD e IDV. Andare a votare in questa situazione sarebbe un terribile errore che, dopo tutti quelli commessi fino a questo momento, non possiamo più permetterci. L’Italia infatti ha bisogno di essere guidata fuori da questa terribile tempesta e non lasciata andare alla deriva verso un futuro ancora più nero.

La speranza quindi è quella di vedere il nostro Parlamento finalmente unito sotto l’unica bandiera tricolore, con l’unico obiettivo di portare fuori da questa crisi il nostro Paese. Ma tutto ciò sarà possibile solamente grazie ad un’intesa ed ad una cooperazione tra i partiti che porterà alla formazione di un nuovo governo di responsabilità nazionale.

 

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Casini al Pdl: “No a governi senza il Pd”

postato il 7 Novembre 2011

L’interista su QN a Pier Ferdinando Casini di Pierfrancesco De Robertis

Presidente Casini, dopo la riunione con gli amici del Terzo Polo sarete di certo andati al ristorante. L’ha trovato pieno?
«Guardi, lasciamo stare le battute. Vedo che nella mia parrocchia aumentano quelli che vengono a prendere il pasto della Caritas, vedo la gente preoccupata perché non riesce a trovar lavoro ai propri figli di trent’anni. Questo vedo, più che ristoranti pieni».

Si apre una settimana parlamentare decisiva. Lei ne ha viste passare tante: Berlusconi cade o la sfanga anche stavolta?
«Ma, non so. Il punto comunque non è se Berlusconi cade questa settimana, la prossima o tra un mese. Il punto è che abbiamo un terribile problema con l’Europa, che si chiama credibilità. Loro ce lo fanno capire a volte anche in modo poco carino, ma la colpa è nostra».

Voi e le altre opposizioni insistete molto nel chiedere al Cavaliere un passo indietro. Non è che così lo fate arroccare sempre più?
«Noi siamo opposizione, e facciamo il nostro mestiere. Oggi la novità è un’altra, e cioè che a chiederglielo sono tanti che lavorano fianco a fianco con lui. Berlusconi forse senza rendersene conto sta divenendo il capro espiatorio per problemi che non sono tutti riconducibili a lui. Voi sentite un riflesso molto limitato di quello che sentiamo noi nei commenti privati».

Se martedì sul rendiconto il premier risolverà un appello al vostro senso di responsabilità per non affossare l’Italia, che cosa farete?
«E’ una posizione gravissima perché dimostra che invece di prendere atto della realtà, il presidente del consiglio utilizza una necessità del Paese come scudo per continuare questa marcia dissennata verso il nulla». [Continua a leggere]

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Facciamo un passo indietro, salviamo l’Italia

postato il 6 Novembre 2011

Il Pdl non faccia cadere la disponibilità di Pd e Terzo Polo

Oggi, a quarantotto ore dal voto del rendiconto di bilancio alla Camera, voglio fare professione di ottimismo. Non posso credere che il Pdl sia così miope e autolesionista da non capire che queste disponibilità del Terzo polo e del Pd a un governo di unità nazionale non possono essere fatte cadere. Non posso credere che Berlusconi voglia andare incontro a una rovinosa sconfitta elettorale, essendo additato da tutti come il responsabile di questa situazione, anche ben oltre le sue responsabilità reali.
Non ci sono complotti contro l’Italia, ma non dobbiamo consentire a nessuno di ridere dell’Italia e degli italiani. Io non disprezzo affatto il popolo del Pdl, ma oggi che senso ha agitare le bandiere? Noi tutti dobbiamo fare un passo indietro, e non solo Berlusconi, perché dobbiamo salvare l’Italia.

Pier Ferdinando

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Serve un armistizio per creare un governo credibile

postato il 5 Novembre 2011

Basta con il balletto di responsabilità reciproche che non serve a nulla, e’ tempo di unire i discorsi e di creare un armistizio tra le forze politiche dando vita ad un governo che abbia quella credibilità finanziaria internazionale che ci consenta di avviare il risanamento italiano. Siamo in un momento di assunzione delle proprie responsabilità. Ciascuno deve fare un passo indietro, non solo Berlusconi ma forse anche le opposizioni devono farlo nel nome di un interesse più importante.
E’ inutile litigare affannosamente e aprire dispute accanite sulla contabilità parlamentare per guidare una nave che sta andando dritta dritta sugli scogli ad infrangersi. Questo non serve a nessuno, le persone intelligenti devono fermarsi un attimo prima del burrone.

Pier Ferdinando

 

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Il governo intervenga con risorse a sostegno Liguria

postato il 5 Novembre 2011

Non credo sia il momento del rimpallo delle responsabilità. Penso, invece, sia il momento dell’aiuto di tutta la comunità nazionale a Genova e
alla Liguria. Per questo chiediamo che il governo non solo con il lavoro della protezione civile ma anche con impegni di carattere finanziario concreti possa essere vicino a Genova e alla Liguria. Poi certamente bisognerà verificare perché tutto questo capita.

Pier Ferdinando

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La situazione è drammatica, serve uno scatto della politica

postato il 4 Novembre 2011

Chi pensa che ci sia un problema di contabilità parlamentare, non ha presente la gravità della situazione italiana. Serve uno scatto della politica a partire da quanti vogliono bene e hanno sostenuto Berlusconi in questi anni. Mi sembra che la situazione sia drammatica e non è il momento di slogan e polemiche. Ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità, vale per le opposizioni e vale anche per il Pdl.

Pier Ferdinando

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Perché salvare un progetto è vitale

postato il 4 Novembre 2011

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Mantovani

Questa mattina sono dovuto intervenire nella gestione di un progetto aziendale che incontra molte difficoltà: ho sostituito il project manager, che non riusciva a produrre un piano credibile, con responsabilità e tempi certi. Le difficoltà, che pure sono solo in piccola parte dipendenti dalla nostra azienda, non facevano che aumentare e le carenze del piano davano a tutti un alibi perfetto per non assumersi responsabilità.

Ho chiamato i soci di maggioranza e minoranza, ho raccontato la situazione senza nascondere le difficoltà, abbiamo deciso insieme come sostituire il project manager.

Cose di tutti i giorni nelle aziende, ma quando in difficoltà c’è un Paese grande come l’Italia, le preoccupazioni e le complessità sono di dimensioni ben diverse. Però il parallelo aiuta a comprendere problemi e soluzioni.

Quando Tremonti (il nostro project manager nel difficile mare dell’economia) ha mostrato di essere in difficoltà nel produrre un piano credibile per uscire dalla morsa dell’alto debito e della bassa crescita, Berlusconi (l’Amministratore Delegato, che mi perdonerà l’irriverenza del paragone con lo scrivente) ha deciso in sostanza di prendere il suo posto, senza peraltro rimuoverlo dall’incarico. Ha parlato solo con la Lega ed una parte del PdL (i soci di maggioranza), senza considerare tutti gli altri (l’altra parte del Pdl e la minoranza), senza la necessaria trasparenza verso gli italiani e le autorità europee.

Nemmeno lui riesce a fare un piano credibile, nonostante l’architetto (la BCE) gli abbia inviato un progetto abbastanza dettagliato (che è altra cosa da un piano).

Quindi ora anche lui è parte del problema e non può più trovare la soluzione.

Per me salvare il progetto è vitale. Se sbaglio tutto ciò di buono che ho fatto prima non varrà nulla e il mio futuro in azienda sarà compromesso.

Pensi solo a questa crisi, Presidente, non al prima né al dopo. Chieda a tutti i soci di nominare un nuovo amministratore delegato ed un nuovo project manager, che godano di una fiducia largamente condivisa. Un amministratore delegato al quale possa trasmettere ciò che rimane della sua visione e dei suoi obiettivi, un project manager che sappia fare i piani, non guardi in faccia a nessuno e non perda tempo.

Uscire dall’emergenza è più semplice di quanto non sembri. Poi, tra un anno, un nuovo governo potrà affrontare – da pari a pari con gli altri grandi Paesi europei – i veri problemi che pongono nubi nere sul futuro del nostro continente. Quelli per i quali nessuno ancora riesce ad immaginare le soluzioni.


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