Una manovra senza orizzonte
postato il 31 Agosto 2011“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati
La manovra in questi giorni è stata ulteriormente modificata e quello che è uscito ha quasi il sapore di una beffa, perché Bossi e Berlusconi si sono appropriati di una nostra proposta, facendola passare per una loro idea.
Intendiamoci, noi non ci lamentiamo di questo, ma ci lamentiamo perché non hanno preso le nostre proposte più importanti, ovvero le politiche per la famiglia.
A giugno solamente noi avevamo votato a favore dell’eliminazione delle province , mentre Lega e PDL si erano strenuamente opposti a questa nostra proposta.
Oggi, invece, affermano, gloriandosene, di avere deciso un importante taglio dei costi della politica , e io mi chiedo: cosa è cambiato da Giugno a ora?
Nulla. Ma il punto non è a chi attribuire il merito del taglio delle province, chi legge i giornali e ha buona memoria lo sa benissimo, ma semmai che il taglio delle province doveva essere propedeutico ad un altro punto fondamentale: una politica seria di aiuti alle famiglie numerose.
E’ chiaro che attuare una simile politica ha un costo, che non può essere pagato dai cittadini, ma che può essere affrontato con il taglio alla politica.
Il dimezzamento dei parlamentari e l’abolizione delle province, noi lo abbiamo sempre visto come uno strumento per reperire fondi da destinare alle famiglie numerose, per rinnovare il loro potere di acquisto consumato dalle ultime scriteriate politiche di questo governo, in modo da stimolare il mercato interno e contrastare gli effetti depressivi di una manovra che si caratterizza per le sue tasse.
Siamo felici che siano state accolte le nostre rimostranze verso la tassa di solidarietà: era ingiusta verso quello che per noi è ceto medio, mentre è giusto che a pagarla siano i politici, proprio per dare il buon esempio.
Infine, speriamo che vi sia il tempo per il governo per tornare indietro sull’assegnazione delle 6 frequenze del digitale terrestre ancora in ballottaggio. E’ un regalo inaccettabile, lo abbiamo detto e lo ripetiamo, soprattutto alla luce della recente asta per le frequenze della banda larga mobile che proprio oggi ha visto raggiungere offerte per un controvalore di 2,3 miliardi di euro e vedrà nei prossimi giorni iniziare la fase dei rilanci.
Alla luce di ciò, è legittimo pensare che se vendessimo, con lo stesso meccanismo, le frequenze del digitale ancora libere potremmo raggiungere la cifra di 3 miliardi di euro, e forse superarla, in modo da avere fondi da destinare alla famiglia e allo sviluppo della banda larga per internet e colmare il gap tecnologico che ci separa dal resto del mondo.
Per questo motivo guardiamo con interessi ai prossimi giorni: la nostra idea di tagliare tutte le province era ottima, e alla fine lo hanno riconosciuto anche gli altri attori politici che si sono adeguati, e siamo sicuri che le nostre idee in tema di sostegno alla famiglia e di vendita delle frequenze digitali siano pure ottime e possano rilanciare l’Italia.