postato il 13 Agosto 2011 | in "Economia, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

Una manovra non strutturale, infarcita di tasse e balzelli

La bozza della manovra varata dal governo  prevede molti punti, alcuni già anticipati nel corso della giornata, ma dando un primo sguardo la manovra non è affatto soddisfacente, perché non è la riforma del sistema Italia che da più parti era stata richiesta.

Il commento dell’on. Galletti è anche più duro: “Questa manovra si presenta priva di elementi strutturali e infarcita di tasse e balzelli che colpiranno in particolare i ceti medi e le famiglie italiane. Saremo responsabili, come sempre, ma la nostra preoccupazione è altissima”.

Perché questo giudizio così duro?

Perché questa manovra è solo una manovra contabile, che in prospettiva rischia di diventare estremamente recessiva per l’economia italiana.

E’ previsto un taglio di 6 miliardi ai ministeri previsti nella manovra correttiva che arriverebbero attraverso la riduzione dei fondi Fas. Da quanto si apprende, infatti, sarebbero contenuti nella bozza tagli alla banda larga per quanto riguarda il ministero dello Sviluppo economico, meno risorse per la prevenzione di rischi di dissesto idrogeologico per quanto riguarda il ministero dell’Ambiente, e tagli all’edilizia scolastica e carceraria per quanto concerne i ministeri dell’Istruzione e della Giustizia. E questi tagli sono gravissimi: intanto abbiamo un enorme gap tecnologico nella banda larga rispetto alle altre nazioni, ma soprattutto ci siamo scordati dell’anno scorso, quando bastarono alcune piogge un po’ più violente del normale per generare morti e danni per svariate diecine di milioni di euro mentre la Liguria e il Veneto erano sotto l’acqua?

Vi è poi un aumento di tasse per le imprese che operano nel settore delle energie rinnovabili e il Governo starebbe valutando di equiparare il livello dell’imposizione sui profitti delle aziende che operano nelle rinnovabili ai livelli di imposizione sui guadagni di chi opere nelle fonti energetiche tradizionali. Allo stato attuale per le imprese operanti nel settore delle rinnovabili si applica una imposizione minore del 3% rispetto al settore delle energie tradizionali, inoltre si prevede il taglio del 30% agli incentivi per le fonti rinnovabili.

Con il prezzo del petrolio alle stelle, con l’energia nucleare bloccata dal referendum, mettere i bastoni fra le ruote alle fonti energetiche rinnovabili è da sconsiderati se consideriamo il peso nel PIL italiano raggiunto da questo settore produttivo.

Ovviamente, i lavoratori pubblici saranno toccati pesantemente, infatti si prevede il pagamento con due anni di ritardo dell’indennità di buonuscita, mentre per gli autonomi si prospetta un aumento della quota Irpef forse a partire dall’attuale 41% per i redditi oltre i 55.000 euro e aumento al 20% della tassazione per tutte le rendite finanziarie, esclusi i titoli di stato che restano al 12,5%.

E’ una manovra di tagli e tasse, senza che vi sia nulla per la crescita e francamente trovo irrispettoso Berlusconi quando dice che “il cuore gli sanguina” quando fino a pochi mesi prima aveva detto che il “peggio era alle spalle”.

Oggi abbiamo tagli ai ministeri, agli enti locali (che ovviamente si rifaranno sui cittadini), alle aziende del futuro, e tasse e soprattutto la possibilità per i dipendenti statali di non avere la tredicesima se non risponderanno a certi requisiti di produttività.

Non è una manovra per la crescita, ma solo una manovra per tirare a campare e questo è, francamente, inaccettabile.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

1 Comment
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citoyenne
citoyenne
13 anni fa

Buongiorno
Il suo elenco sulle cecità di questo governo mi sembra abbastanza esauriente…. non leggo però le alternative… lei quali propone? e Casini?
Una citoyenne



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