postato il 4 Febbraio 2010 | in "Giustizia, Politica"

Abbiamo scelto di sporcarci le mani, Berlusconi senza alibi

intervista CorriereSi è optato per il male minore, così freniamo la maggioranza sul processo breve

Pubblichiamo da “Il Corriere della Sera” l’intervista a Pier Ferdinando Casini

di Paola Di Caro

«In politica bisogna avere il coraggio di guardare in faccia la realtà, anche scegliendo il male minore. Noi lo abbiamo fatto, ci siamo sporcati le mani. Altri hanno cercato di salvarsi la coscienza facendo le anime belle…». Non è una difesa, ma un contrattacco quello di Pier Ferdinando Casini. Accusato di aver spaccato il fronte delle opposizioni, di aver siglato con Berlusconi la vera intesa — quella sulla giustizia, quella che conta —, il leader dell’ Udc nega che sia in corso un riavvicinamento al centrodestra o una rottura con il centrosinistra. Perché «la nostra scelta nasce dal senso di responsabilità, dalla coerenza con la nostra storia, e dalla convinzione che sia giunta l’ora di togliere al governo l’alibi della persecuzione di Berlusconi».

Insomma, avete offerto una ciambella di salvataggio al premier per vedere se davvero sa nuotare?
«La prima cosa da dire è che è stato sconfortante il dibattito su questa legge: a parte noi, sembrava che il tempo si fosse fermato 15 anni fa, con una sinistra inevitabilmente sospinta nel giustizialismo che fa finta di non capire che Berlusconi è un problema oggettivo, e un centrodestra che rispolvera i toni di rivalsa dei momenti più duri. Questo non è un Paese normale, e noi stiamo cercando di farlo uscire dal pantano».

Con una legge sul legittimo impedimento?
«Il provvedimento non ci piace, ma siamo contenti di aver limitato i danni che avrebbe potuto provocare, e di aver dissuaso la maggioranza dal proseguire a spron battuto sul processo breve che per noi è un provvedimento gravissimo».

Perché non avete votato sì?
«Perché è vero che la legge è un ponte tibetano sul quale hanno tentato di salire in troppi: la volevano per i sottosegretari, alla fine ci hanno messo i ministri, ma più si estende un provvedimento così, più lo si indebolisce. Perché il vero problema irrisolto è quello di Berlusconi, e non averlo affrontato alla radice finora ha portato a non avere una seria riforma della giustizia ma una sfilza di leggine inutili e dannose».

Con questo salvacondotto a Berlusconi cosa spera che cambi?
«Vogliamo far cadere l’alibi di una maggioranza che non rende mai conto del suo operato e non si assume le proprie responsabilità perché si trincera dietro la persecuzione contro Berlusconi. Bersani pone giustamente le questioni del lavoro, della crisi, ma se non si sgombra il campo dal macigno del problema giustizia del premier, non si fa alcuna riforma e non si costringe il governo a rispondere al Paese».

Il prossimo passo è l’immunità?
«L’immunità non è scandalosa in sé, l’hanno votata anche socialisti e popolari europei, esistono proposte di legge firmate da esponenti del Pd. Ma è chiaro che va vista come parte di un disegno organico di riforma della giustizia».

Oggi comunque vi accusano di aver aiutato Berlusconi con l’ennesima legge ad personam.
«So che la nostra è una scelta impopolare, e sarebbe stato più facile per noi far finta di niente e salvarci Bersani è stato uno dei pochi a capire che siamo un centro all’opposizione e non saremo la Margherita del 2010 la coscienza. Ma se non a Di Pietro, le cui posizioni neanche commento, al Pd voglio dire che è un dovere confrontarsi con le anomalie di un sistema giudiziario che, come ho detto tra gli applausi di tutti in Aula, ha visto un uomo come Mannino subire un calvario giudiziario di 17 anni prima di essere riconosciuto innocente. E se questo è accaduto, forse qualcosa di strano c’è, forse un certo accanimento giudiziario c’è stato anche contro Berlusconi, che da parte sua anziché a risolvere i problemi della giustizia ha pensato solo agli affari suoi».

Onorevole Casini, non è che la tanto criticata politica dei due forni è a una svolta, e questo voto segna il vostro riavvicinamento al centrodestra?
«Guardi, il 60% degli italiani che voteranno a marzo si troverà davanti una Udc che va da sola, un’Udc che è uscita dalle giunte sicure di Veneto e Lombardia per coerenza con le critiche contro la Lega E sulla giustizia la nostra posizione è sempre stata coerente: ci astenemmo anche sul Lodo Alfano. Non ci facciamo intimidire, né da Di Pietro che ci attacca per attaccare Bersani, né dal Giornate che ci insulta tutti i giorni. La verità è che diamo fastidio perché non siamo compiacenti con nessuno».

Però l’opposizione si è spaccata, voi e il Pd non siete mai stati così lontani.
«Una delle poche persone che ha capito esattamente come stanno le cose è proprio Bersani. Lui sa che ci stiamo muovendo come rappresentanti dell’opposizione, ma sa anche che noi siamo un centro che sta all’opposizione. In questi due anni le distanze tra noi e il Pd si sono accorciate, però restano. Noi la Margherita del 2010 non la facciamo».

Posizione difficile
«Posizione scomoda, ma per gli altri. Per Berlusconi che ci vorrebbe come alleati ma che vede quanto non sia cosa facile, per la sinistra che vorrebbe altrettanto… Ma noi in questo sistema non ci stiamo, questo bipolarismo lo combattiamo. Lo voti chi ci crede, ma quelli non saremo noi».

11 Commenti
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antonio di matteo
antonio di matteo
14 anni fa

l’analisi è perfetta e condivisibile. è una linea che di pietro non può capire, che bersani ha capito, rispetta ma non condivide, una linea che ha fatto comodo alla destra, ma era necessario togliere dai banchi e dalle discussioni parlamentari il problema berlusconi, che potrebbe ritornare con la proposta di lodo alfano costituzionale, ma lì ci vuole opposizione. basta a berlusconi come unica questione dell’Italia, ci sono tante questioni: quella meridionale, quella lavorativa, quella giovanile, ecc.

Francesco
Francesco
14 anni fa

Certo che non sarà facile, giustificare il leggittimo impedimento anche sui ministri. Qui già ci sparano addosso tutti, è come stare nel mezzo di due eserciti che si scontrano, le prendiamo da tutte le parti.
Il ministro si dimette e se ne nomina un’altro.
Questo lo dovrebbero già fare spontaneamente se hanno il senso delle istituzioni.
Capisco che se non fossimo scesi a compromesso, avrebbero continuato sulla via del processo breve, azzerando migliaia di processi. Sarà dura farla capire ai nostri elettori.

ROSARIO
ROSARIO
14 anni fa

Ciao eral’unica cosa da fare giustamente è il male minore, speriamo che non ci sia altro da fare e si cominci a parlare in Parlamento di riforme per il Paese Italia che ne ha proprio bisogno, comunque la scelta dell’UDC è stata si sofferta ma era l’unico rimedio.
Ciao a tutti

Sarah
Sarah
14 anni fa

Era ciò che ci voleva, ora non hanno più scuse, devono fare le riforme senza ripararsi dietro alla “persecuzione” di Berlusconi.
Noi ancora una volta siamo stati i promotori e abbiamo capito per primi quale era l’unica via da percorrere, a volte le cose giuste sono anche impopolari, ma tra un anno quando questo Governo non avrà fatto ancora nulla e non avrà più alibi, beh allora credo che qualcuno ci ringrazierà per aver aperto gli occhi a chi ancora non li aveva aperti!
Ciao a tutti!!!

fausto
fausto
14 anni fa

Non sono per niente daccordo, anzi visto dall’ esterno, si ha la senzazione che dietro ci siano accordi con la dx.
Se gli accordi con la dx andranno in porto, vedrete a breve che voteranno assieme a loro per il processo breve.
Che dire del leggittimo impedimento anche sui ministri?
Mi e’ sembrato Giuda quando si e’ lavato le mani.
Troppo facile.

Orazio
Orazio
14 anni fa

Sono sempre più colpito dalla saggezza delle posizioni di Casini.

pasquale daniele
pasquale daniele
14 anni fa

Che amarezza !!! Lei, on. Casini, sa troppo bene che l’aver ammesso di essersi sporcato le mani nn la salverà dal giudizio degli elettori. So che, dopo tutto, Lei nn ha niente da guadagnarci da questa brutta storia. Perché l’avrà fatto, allora? un abbaglio o la voglia infantile di uscire dall’angolo in cui s’era cacciato?
Sono scioccato! proprio nn me lo aspettavo!!!
Ricordi, comunque che l’antiberlusconismo rimarrà a salvaguardia della democrazia in pericolo, nonostante tutto. Nn creda che la gente dimenticherà questo suo gratuito omaggio al potere.
Sembra un dispetto al pd che ha voluto le primarie in puglia …

Paolo Battiloro
Paolo Battiloro
14 anni fa

“Il congresso si apre senza la nostra delegazione perchè con il moralismo di Di Pietro non vogliamo avere nulla a che fare – dice Pier Ferdinando Casini – Se parlasse di noi sarei costretto a ricordargli i rapporti che da magistrato ha avuto con gli imputati”. Un evidente riferimento alla foto che ritrae Di Pietro con l’allora dirigente dei servizi segreti, Bruno Contrada.

Complimenti per “l’intuizione”..pensi signor Casini, anche mio nipote di 8 anni ha capito che quella foto a cui lei si riferisce è una grossa montatura mediatica…

e lei dovrebbe far coalizione con il pd ? ci stia lontano per favore…

Gianluca Enzo
Gianluca Enzo
14 anni fa

@Paolo Battiloro, non é Casini di certo a cercarvi…decidete al vostro interno, di certo non creiamo alleanze con le condizioni predefinite. Un suggerimento, chiaritevi le idee

emanuele
emanuele
14 anni fa

Non ho dubbi che i commenti inseriti qui siano “moderati”, così come è “moderata” la vostra linea politica, e “moderati” tutti i vostri toni. Ma chissà che cos’è per voi la moderazione. Quando si parla di diritti e valori, sono per l’intransigenza, così come lo sono i migliori cristiani. E i migliori cristiani non concordano con i vostri patti col diavolo all’insegna della “moderazione”.

Francesco
Francesco
14 anni fa

Non condivido l’espressione “SPORCARCI LE MANI”, se si è convinti di aver fatto il bene del Paese. Abbiamo accettato che passasse il leggittimo impedimento esteso anche ai ministri, astenendoci dal votare a favore o contro, per evitare che seguissero la strada del processo breve, con tutti i danni conseguenti. Non essendo abbastanza forti da prendere il toro per le corna e farlo andare dove riteniamo giusto, almeno lo abbiamo indirizzato verso un percorso dove fà meno danni. E’ un compromesso tutto qui, e la responsabilità politica resta di chi lo ha votato.



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