La paura della verità che viene detta ridendo

Ogni martedì la trasmissione di Giovanni Floris “Ballarò” è aperta da Maurizio Crozza che con la sua satira pungente commenta l’attualità politica e puntualmente, mentre Crozza fa il suo monologo, la telecamere indugia sugli ospiti colpiti dalle sue battute. Tra questi si distinguono i rappresentanti della maggioranza, di volta in volta i vari Bondi, Ravetto, Cicchitto e Brambilla che non ridono e anzi guardano in cagnesco il comico genovese in attesa di chiedere a Floris di poter replicare alle battute. In tutto il mondo ci sono spettacoli di satira, ma da nessuna parte del globo ho visto politici chiedere di poter replicare alle battute. Anche perché mi sono sempre chiesto: ma come si replica ad una battuta? Forse facendone una più bella? Raccontando una barzelletta?

Purtroppo, a parte il Presidente del Consiglio, non mi pare di vedere in giro grandi barzellettieri e quindi quell’aria seriosa e di sufficienza davanti alle battute del comico di turno mi sembra davvero ridicola e indice di scarsa intelligenza. Fortunatamente c’è anche chi come Pier Ferdinando Casini che pubblica sulla sua pagina Facebook una puntata del programma satirico “gli Sgommati” dove bonariamente viene preso in giro da un pupazzo di gommapiuma che ne riproduce le fattezze. Il leader dell’Udc si colloca in una consolidata tradizione italiana di politici amanti della satira: Giovanni Spadolini ad esempio non si arrabbiò mai con Giorgio Forattini che lo disegnava pachidermico e nudo, così come Amintore Fanfani per l’imitazione di Alighiero Noschese, e Giulio Andreotti andava addirittura al Teatro Margherita a godersi la sua imitazione fatta da Oreste Lionello. Saper ridere di sé non è solo una grande qualità umana, ma è anche un antidoto efficace contro i deliri di onnipotenza, al contrario, la serietà ostentata davanti ai lazzi dei comici, gli “editti bulgari” per combattere le barzellette e le querele per le vignette satiriche non sono solo riconducibili ad una pochezza intellettuale e culturale e ad una forma di violenza, ma sono anche il sintomo di una paura: la paura della verità che viene detta ridendo.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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Patrizia
13 anni fa

Purtroppo anche questo è un segnale negativo del nostro governo,molti di questi signori sono dei politici consapevoli dei loro errori , ma fanno tutto per mantenere la loro poltrona al governo e continuare a compiacere all’imperatore, e nel momento in cui qualcuno cerca di fare satira su di loro, di cercare di sdrammatizzare la politica, le loro coscienze si risvegliano e allora ecco la rabbia che fuoriesce dai loro occhi e dalle loro bocche, credo comunque che questo stato d’animo sia un segnale positivo, un segnale che li scuote e li fa riflettere. Ricordo benissimo le facce di Sacconi e di Castelli in alcuni momenti di satira, le labbra strette,gli occhi sbranati, poi giù parole aggressive e rabbiose. Loro sanno bene che sbagliare è umano e che perseverare è diabolico, e nonostante tutto continuano a perseverare ed a difendere la menzogna .



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