postato il 26 Ottobre 2009 | in "Ambiente, Mezzogiorno, Spunti di riflessione"

Nave dei veleni: ad Amantea la rabbia chiede verità

Manifestazione ad Amantea, dall'album di Maria Francesca Calvano“Basta veleni. Riprendiamoci la vita, vogliamo una Calabria pulita”. Sabato 24 ottobre si sono ritrovati in migliaia in piazza ad Amantea per manifestare contro la contaminazione dei veleni affondati nelle “navi a perdere” o sotterrati nelle valli dell’entroterra.

Cittadini, studenti, autorità locali, associazioni e organizzazioni ambientaliste hanno invaso il centro della cittadina tirrenica, divenuta il simbolo della lotta allo strapotere della criminalità organizzata, gridando la loro rabbia, la loro paura e il loro bisogno di verità sulla vicenda della cosiddetta ‘nave dei veleni’ che cela ancora troppi lati oscuri e che preoccupa per le paventate minacce sulla salute e l’economia di interi territori.

Molti gli striscioni per chiedere una maggiore attenzione sull’emergenza ambientale che riguarda l’intera Calabria e sollecitare gli interventi necessari del Governo per fare chiarezza sul carico delle navi presenti nei fondali calabresi e sui rifiuti tossici o radioattivi interrati nei comuni limitrofi dove si registra una mortalità per tumore più elevata del 10% rispetto alla norma.

In attesa che chi ha il potere di intervenire lo faccia con le necessaria tempestività, così come avvenuto in occasione di altre recenti emergenze, vi chiediamo di dire la vostra su questa vicenda complessa che rischia di essere sottovalutata nonostante sia in ballo il futuro dell’ambiente, della sanità, del turismo, dell’economia e della legalità di un’intera regione.

 

Approfondimento

La nave dei veleni: ma perché nessuno si muove?

5 Commenti
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PAULIN
14 anni fa

Bellissima manifestazione!
Ecco il sud che vogliamo valorizzare, quello orgoglioso della sua terra e che si batte contro le mafie e l’indifferenza per difenderla!

Isabella
Isabella
14 anni fa

La strada sarà sicuramente lunga e piena di ostacoli, ma grazie all’impegno e alla determinazione di chi vuole veramente il riscatto di una terra bellissima e per troppo tempo abbandonata a se stessa, sono certa che risultati concreti ed incoraggianti non tarderanno troppo ad arrivare.

Michele Trematerra
Michele Trematerra
14 anni fa

E’ davvero avvilente vedere la questione ‘Navi dei veleni’ affondare in un pantano di polemiche sterili e pretestuose. Che senso ha non voler prendere atto dei risultati emersi dai primi accertamenti compiuti dalla nave ‘Mare Oceano’, inviata dal ministero dell’Ambiente per effettuare i rilievi sul relitto al largo di Cetraro? Come si fa a non prestare ascolto a voci autorevoli come quelle del Ministro Stefania Prestigiacomo e del procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso? Nessuno può lontanamente immaginare, del resto, che possano bastare i primi, per fortuna rassicuranti risultati delle indagini a tranquillizzare i calabresi, ad abbassare la guardia nella difesa dei nostri territori contro ogni forma di contaminazione e inquinamento. In una parola: nessuno s’illuda di chiudere il caso.
Insieme ad altri esponenti di primo piano del mio partito abbiamo aderito ufficialmente e partecipato di persona, sabato scorso, alla grande manifestazione di Amantea, per esprimere direttamente, in maniera tangibile, l’adesione convinta a una protesta contro quanti vorrebbero trasformare la Calabria in ‘pattumiera’ d’Italia, forse d’Europa. L’abbiamo fatto anche per testimoniare direttamente la nostra più convinta solidarietà alle popolazioni e alle categorie già colpite o maggiormente esposte alle contaminazioni causate da vari ‘veleni’ che suscitano apprensione in diverse zone della Calabria’. Insomma noi l’allarme l’abbiamo raccolto ma non ci incaponiamo testardamente a non voler prendere atto che i primi risultati delle indagini tecnico-scientifiche sono per ora rassicuranti e fanno tirare un sospiro di sollievo, almeno per quanto riguarda il relitto scoperto a dodici miglia dalla costa di Cetraro. Pescatori, operatori turistici e popolazioni del Tirreno cosentino, certo hanno appreso con favore e soddisfazione questa novità e si sentono più tranquilli sapendo che, come sostiene un magistrato serio e autorevole come il Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, il relitto non e’ sicuramente una nave a perdere affondata nel ’92 ma con molte probabilità un piroscafo silurato nel corso della seconda guerra mondiale.
Perché c’e’ chi non intende accogliere queste verità accertate con serie indagini sottomarine? Perché tanta preconcetta ostilità anche verso le prime analisi ambientali che escludono contaminazioni radioattive fino alla profondità di 300 metri?.
Noi con il senso di responsabilità che ci contraddistingue ne prendiamo invece volentieri atto, ma senza minimamente arretrare nell’esigenza di ottenere fino in fondo tutte le rassicurazioni necessarie e, se è il caso, la bonifica integrale di qualsiasi contaminazione o minaccia di inquinamento pericoloso per l’ambiente e per la salute delle popolazioni. D’altra parte lo stesso ministro dell’Ambiente ha riconosciuto che i primi esiti delle ricerche non escludono la probabilità che il relitto di Cetraro possa contenere rifiuti pericolosi o radioattivi e per questo il programma di indagini proseguirà col prelievo di sedimenti dai fondali, di carotaggi in profondità e col prelievo di campioni dai fusti. Così vorremmo che ci si rapportasse anche con tutti gli altri punti di crisi ambientale presenti in Calabria. Per non chiudere frettolosamente il ‘caso’ non c’e’ bisogno di allarmismi sconsiderati o di negativi pregiudizi, ma di rigore, serietà e impegno concreto a risolvere le questioni.

Mario Tassone
Mario Tassone
14 anni fa

La nave dei veleni non è l’unica emergenza che ha colpito la Calabria. La salute dei cittadini è sotto costante minaccia anche a causa delle discariche di materiali tossici, come quelle probabilmente presenti nel territorio di Amantea e lungo la costa jonica cosentina, e dalle sostanze altamente nocive che sarebbero contenute nel materiale utilizzato per la costruzione di edifici pubblici nel crotonese. Per la Regione Calabria è totale: l’emergenza ambientale ha raggiunto livelli estremi. Ci auguriamo che Governo e istituzioni intervengano concretamente tenendo conto anche delle proposte di FareAmbiente che verranno illustrate domani.

g.bettanini
g.bettanini
14 anni fa

Di questa nave dei veleni si sta facendo un uso strumentale piuttosto discutibile e si da’ una lettura troppo ‘politica’ a tutti i comunicati provenienti dall’una e dall’altra parte. Una rigorosa analisi scientifica invece risolverebbe molti dubbi. Per catalizzare l’attenzione del pubblico sulla questione si ribadisce il pericolo di contaminazione radioattiva, ma ne’ la Regione Calabria ne’ il ministero dell’ambiente sembrano avere le idee chiare da cosa possa essere costituita la possibile minaccia radioattiva.
La regione Calabria ha richiesto, probabilmente su consiglio di qualche consulente free-lance, l’oggettivamente impossibile misurazione di particelle alfa.
Il ministero dell’ambiente invece rassicura la popolazione con una misurazione delle radiazioni alla profondità di 300 metri. Come lei ben sa la nave è a 470 metri di profondità, l’acqua è un ottimo schermo per le radiazioni, pensi solo che il combustibile nucleare appena uscito dai reattori viene riposto per essere raffreddato e schermato in piscine piene d’acqua. Uno spessore d’acqua di 170 metri riduce le radiazioni gamma di un fattore pari ad 3*E126 ovvero di un fattore 3 seguito da 126 zeri, nell’ipotesi più cautelativa. Quindi anche se nella nave sommersa ci fossero tutti i noccioli di tutti i reattori di tutte le centrali nucleari del mondo la ‘Mare Oceano’ con misurazioni a 300 metri di profondità non potrebbe rilevare un singolo raggio gamma.
Sono d’accordo che c’è ostilità preconcetta verso qualsiasi tesi che tenda a minimizzare il pericolo costituito dalle navi. Ma il ministero in questo caso ha purtoppo dato un’informazione inconsistente.
Sul pericolo reale costituito dalle navi comunque sono dell’idea che sia molto basso, al massimo ci può essere qualche rifiuto radioattivo di origine ospedaliera od industriale. Estremamente improbabile che ci siano scorie nucleari, da escludere che ci siano elementi transuranici emettitori alfa.



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