postato il 20 Febbraio 2012 | in "Economia, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

La Riforma Fiscale prossima ventura: diamo uno sguardo alle ipotesi

di Mario Pezzati

Venerdì prossimo il consiglio dei ministri varerà il decreto di semplificazione fiscale che sarà un primo passo verso la riforma del fisco che il governo intende varare in primavera (che vedrà la revisione delle sanzioni, la definizione di un nuovo testo unico, l’eventuale ridefinizione delle aliquote, la revisione delle detrazioni e delle deduzioni fiscali e il vincolo che i frutti dell’evasione fiscale siano usati per la riduzione della pressione fiscale). Le novità sembra che saranno molte e riguarderanno tutti i settori della vita economica italiana: si andrà da alcune importanti novità alla lotta all’evasione a delle modifiche per l’IMU ed evitare l’aumento dell’IVA e l’IMU non solo per gli immobili commerciali di istituzioni religiose, ma anche per quelli detenuti da sindacati e partiti.

Questa serie di riforme sono funzionali per impedire l’aumento di due punti percentuali dell’IVA a partire dall’ottobre 2012, come dichiarato dallo stesso Premier.
Per quanto riguarda la lotta all’evasione fiscale, si ipotizza la costituzione di liste dove andrebbero a finire tutti i contribuenti «pizzicati» in infrazione dall’amministrazione tributaria e per questo tenuti particolarmente sotto controllo tramite un supplemento di controlli sull’intero spettro delle loro attività, con accertamenti approfonditi, anche tramite l’accesso ai conti correnti bancari.
A questo si va a sommare anche l’inasprimento delle sanzioni per l’esportazione di capitali all’estero oltre i limiti consentiti dalla legge (10 mila euro, a meno che non si comunichi al Fisco la necessità di portare oltre confine una somma superiore), anche alla luce del fatto che le dogane hanno visto un aumento vertiginoso, in questi mesi, di sequestri di valuta alle frontiere, segno inequivocabile della ripresa dell’esportazione illegale di capitali all’estero. La nuova sanzione per chi porta illegalmente capitali all’estero, aumenterebbe di ben 6 volte.
Per quanto riguarda “il popolo delle partite IVA”, la novità più importante sarebbe la riduzione da 10 a 5 mila euro del limite entro il quale le compensazioni possono essere fatte senza comunicazione telematica all’Agenzia delle entrate. Sarà anche modificata la franchigia fiscale: attualmente tale franchigia è vincolata alla soglia dei 16 euro, ma dovrebbe essere innalzata a 30 euro. In pratica chi ha un debito con il fisco per un importo fino a 30 euro, non dovrebbe rischiare nulla, perché l’importo della sanzione è talmente basso che non vale la pena attivare tutte le procedure per l’escussione del debito.

Per l’Imu, l’imposta municipale sugli immobili che sostituirà l’Ici, vi saranno dei chiarimenti: le detrazioni forfettarie di 200 euro l’anno, più 50 euro per ogni figlio a carico di età inferiore ai 26 anni, si potrà usufruire una sola volta per ciascun nucleo familiare, a prescindere dal numero delle abitazioni possedute e/o occupate.
Dalla nuova imposta, poi, dovrebbero essere esentati gli immobili che appartengono a qualsiasi titolo ai comuni e agli altri enti locali, mentre probabilmente si assoggetterebbe all’Imu gli immobili della Chiesa, dei partiti politici, dei sindacati, delle associazioni sportive, delle organizzazioni senza fini di lucro, oggi tutte esenti (con un maggire gettito di circa due miliardi di euro l’anno). Queste modifiche dell’IMU serviranno a chiudere la procedura di infrazione aperta dall’UE nel 2010 e dovrebbero articolarsi in questo modo: vi sarà un’esenzione solo per gli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività non commerciale; l’abrogazione di norme che prevedono l’esenzione per immobili dove l’attività non commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente, e infine l’esenzione limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga l’attività di natura non commerciale.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, inoltre, introdurrà un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive circa l’individuazione del rapporto proporzionale tra attività commerciali e non commerciali esercitate all’interno di uno stesso immobile.

Infine, vi sarà una disposizione che risolverà i conflitti sulla possibilità di portare in deduzione dalle imposte sui redditi quanto è stato speso per compiere un reato; in altre parole, attualmente è impossibile dedurre fiscalmente i costi e le spese sostenuti per compiere un reato, mentre la soluzione ipotizzata è che tale impossibilità sia limitata solo ai casi dei beni o delle prestazioni di servizio che vengono utilizzati direttamente per il compimento di atti che sono qualificabili come delitto non colposo. Il testo potrebbe portare a rendere scontabili dal reddito, per esempio, i costi legati all’emissione di fatture soggettivamente inesistenti: un passaggio, questo, che avrebbe un grande rilievo, soprattutto nell’ottica di accordi tra il colpevole e il fisco per chiudere la vertenza. Resta, poi, il fatto che la disposizione, nella versione attuale, non ha carattere interpretativo: di conseguenza non dovrebbe avere la possibilità di incidere sul rilevante contenzioso ancora pendente su questa materia.

1 Comment
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Stefano Rubbia
Stefano Rubbia
12 anni fa

non ne abbia a male , il Paese di persone come lei non ne sente affatto il bisogno ,….siete beceri e ripetitivi inconcludenti TUTTI!!
Non è la Politica che non va bene , sono i personaggi che da 20 anni usano la Politica in modo sbagliato che non vanno bene.

Chi fa Politica deve avere anche le capacità tecniche per svolgerla.
3 mesi di Monti ha fatto più dei vostri 20 anni , anzi, voi avete portato il Paese allo sfascio .
Abbiate almeno l’accortezza di andarve serenamente…..siamo veramente stufi di voi .
grazie dell’attenzione



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