postato il 15 Aprile 2012 | in "Giovani, Sanità, Scuola e università"

Incoraggiare la ricerca è sostenere i giovani medici

Dobbiamo incoraggiare la ricerca e invertire la rotta che costringe tanti giovani a trasferirsi all’estero per formarsi e avviare la propria carriera professionale. Ha ragione Paola Binetti, occorre evitare la tassazione delle borse di studio e degli assegni di ricerca per i giovani medici in formazione specialistica, dottorandi e borsisti di medicina generale. Questi ragazzi sono il futuro dell’Italia e già oggi contribuiscono in maniera determinante al buon funzionamento del Sistema Sanitario Nazionale; alla Camera cercheremo di migliorare il decreto Semplificazioni tributarie.

Pier Ferdinando

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freeskipper
11 anni fa

Il sommerso del Belpaese equivale ai Pil di Finlandia (177 miliardi), Portogallo (162 miliardi), Romania (117 miliardi) e Ungheria (102 miliardi) messi insieme! E ‘loro’ (tecnici+politici) cosa fanno? Dopo aver studiato per una vita ed insegnato nelle più prestigiose università, dopo aver preso il posto dei ‘politici di mestiere’ grazie al ‘tocco quirinalizio’ non trovano nulla di meglio che aumentare il costo della benzina, mandarci in pensione a settant’anni, dare mano libera ai licenziamenti, tagliare i salari, congelare le pensioni, tassare la prima e tartassare la seconda casa al mare che la “gente-per-bene” di questo paese, sempre più strano ed iniquo, è riuscita a realizzare dopo anni ed anni di sacrifici, privazioni e rinunce! Ma, almeno, il salasso dei professori servisse a qualcosa. Magari ad uscire dalla crisi o ad ottenere, in cambio, dei servizi più efficienti! Macchè! Paghiamo, punto e basta! Sappiamo tutti in quali condizioni pietose versano ospedali, scuole, tribunali, trasporti ed infrastrutture! Sappiamo tutti di essere, comunque, in piena recessione!!! Ma allora perché continuate a spremerci!? Cari Professori, illustri cattedratici, tassate ciò che da reddito. Tassate i grandi patrimoni. Andate a prendere i soldi da chi ne ha così tanti, ma così tanti che in Italia non sa più dove metterli, tanto da trasferirli nei paradisi fiscali! Prendete i soldi da chi ne ha così tanti, ma così tanti che si vergogna persino a denunciarli! Lasciate in pace “i soliti noti”, con la prima casa e la casetta sfitta al mare dove la famiglia italiana, che non può permettersi le ‘vostre’ villeggiature, porta i bambini quando le scuole chiudono! Queste case non danno reddito, anzi, creano lavoro e occupazione per mantenerle efficienti e funzionali. Tra l’altro sono già pesantemente tassate nelle utenze di luce, gas, acqua, telefono, riscaldamento, immondizia, condominio e quant’altro! Cari professori, cari tecnici, se per farci uscire dalla crisi – nella quale peraltro siamo ancora immersi fino al collo – se per farci restare in Europa – che peraltro non è mai stata dei cittadini, ma delle banche – vi hanno conferito il mandato di uccidere la famiglia italiana, bè, almeno in questo, siete riusciti come nessun altro avrebbe mai potuto e saputo fare!

citoyenne
citoyenne
11 anni fa

Buongiorno, presidente

Ha letto il primo commento al suo intervento “per incoraggiare la ricerca dei medici”! Il commento potrebbe essere condiviso in toto, se non fosse per il fatto che l’autore se la prende solo con un governo di “tecnici”, chiamato, quasi invocato dal PdR al punto da dare la carica di senatore a vita a Monti (vuol dire che pagheremo anche il suo vitalizio!) e da lei sostenuto a spada tratta, senza se e senza ma!
L’autore del commento, pur nella sua puntuale disamina, si scorda di additare le reità palesi dei governi politici. Quelli eletti con una nefanda legge elettorale, unanimamente approvata dai partiti/mangiasoldi; quelli che fingono di comporre le formazioni di governo ed opposizione, senza peraltro denunciare i vari malaffari; quelli che, “strumenti occhiuti di occhiuta rapina” hanno preferito chiudere gli occhi e continuare ad incassare lauti compensi.
Ieri abbiamo visto il vostro triste/o trio, ABC, presentarsi davanti alla gente e “osare” dire che sarebbe “drammatico” se venisse tagliato lo stragonfiato rimborso elettorale, traducibile in “finanziamento illecito (perchè gli Italiani con un referendum avevano abrogato la norma del magna-magna) dei partiti”, perchè l’Italia cadrebbe in mano alle lobby… perchè voi tutti che cosa pretendete di essere se non un intoccabile lobby? “Drammatico” forse per voi perchè sareste costretti a centellinare le spese, piuttosto che mostrare il denaro sprecato per i vostri megagalattici (spesso anche inutili) congressi! Non certo per gli Italiani. State approvando tutto quanto proposto dal governo dei tecnici e minuziosamente elencato nel precedente commento, solo perchè avete dimostrato la vostra incapacità di riformare e di autoriformarvi.
Insieme con i suoi compagnucci attuali, si faccia un bell’esame di coscienza, presidente… non le farà male!
Quanto scritto, solo per ricordarle cosa pensa l’italiano medio!
Una citoyenne

Francesco
Francesco
11 anni fa

Caro Presidente, forse dovremmo ricordarci che in Italia la meritocrazia non esiste, che il Sistema Sanitario Nazionale, lo avete infarcito di raccomandati, che gli episodi di malasanità sono giornalieri, mentre gli episodi meno eclatanti ed disagi a cui sono sottoposti i malati sono frequentissimi. Tutto ciò, con una Sanità che assorbe il 70% dei bilanci regionali. Ma non credo che lei abbia avuto modo di sperimentare sulla sua pelle la malasanità italiana. Se anche per sbaglio nel sistema entra un giovane capace, perchè le leggi della statistica lo consentono, il più delle volte si trova in contesti poco professionali che non gli consentiranno mai di crescere professionalmente, proprio perchè non c’è la scuola dei primari meritevoli. Per quanto riguarda la ricerca, quella pubblica è solo un ammortizzatore sociale, un parcheggio per cervelli, ed uno spreco di risorse. La ricerca anche con sovvenzione pubblica deve coinvolgere in joint venture le aziende private, se si vuole che sia davvero produttiva e non mero spreco di tempo e danaro. Vogliamo anche parlare delle Università e dei tanti carrozzoni pubblici che sulla carta fanno ricerca? La prossima volta, per ora basta così.

citoyenne
citoyenne
11 anni fa

Buongiorno, presidente

Pur restando nel campo dell’istruzione/educazione, il problema che le pongo è alquanto diverso, ma serve dimostrare che “l’urlo dei vostri silenzi (ABC) è assolutamente assordante”.

Tornando a bomba su i partiti/movimenti personalizzati, gli unici che propongono “demagogicamente” svolte epocali, io mi chiedo perchè debbano essere sempre loro a denunciare il malaffare, anche quello ad opera del governo dei tecnici, troppo rapidamente messosi in combutta con il parlamento.

Scrive Di Pietro:

Aprea? No grazie! Noi siamo per la scuola pubblica
Come avevo preannunciato durante il Convegno, organizzato dall’IdV, dal titolo “Facciamo lavorare la testa” svoltosi il 2 Aprile scorso a Roma, ho chiesto espressamente al Ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, di prendere una posizione netta in merito alle forzature dell’iter parlamentare del ddl Aprea: per intenderci, quella proposta di legge che mira a riformare le nostre scuole pubbliche consentendo ai privati di entrare all’interno di esse, sia come finanziatori che come membri degli organi di gestione.

Già avevo denunciato l’accelerazione che questa legge ha subito attraverso la richiesta fatta dalla Presidente della Commissione Cultura della Camera (l’On. Aprea appunto!) per il “trasferimento in sede legislativa”; tutto ciò grazie all’armonia oramai stabilitasi in Parlamento tra le forze politiche che appoggiano il Governo. Il trasferimento in sede legislativa è una pratica a cui è possibile ricorrere solo se il provvedimento in esame viene considerato tra le questioni che “non hanno speciale rilevanza di ordine generale”; essa consente di approvare una legge senza farla passare per l’Aula, evitando in tal modo che tutti i parlamentari possano esaminarla, partecipare al dibattito e proporre eventuali emendamenti.

Dopo esserci rivolti al Presidente della Camera, Gianfranco Fini, affinché facesse quanto in suo potere per ristabilire un normale iter parlamentare alla proposta di legge dell’Aprea, ho pensato che fosse importante che il Ministro Profumo, tecnico tra tecnici, esprimesse apertamente il suo parere in merito, visto che con parere contrario del Governo, il provvedimento non avrebbe potuto essere approvato per via abbreviata.

Purtroppo, come potete costatare voi stessi, Profumo non ha voluto esporsi e infatti la scorsa settimana il provvedimento ha continuato la sua corsa senza che i cittadini siano stati adeguatamente informati sulle ripercussioni che la riforma Aprea avrà sull’intero sistema di istruzione del nostro Paese.

Questa riforma destabilizzerà le nostre scuole pubbliche. Costringerà le scuole ad adoperarsi per trovare fondi per il proprio funzionamento. Quanto ciò possa lasciare indietro le realtà territoriali più deboli, lo lascio immaginare a voi. Creerà una pericolosa confusione di ruoli, tra chi opera nella scuola come formatore e chi proviene dall’esterno di essa e vuole, in previsione di chissà quale tornaconto economico, partecipare alla sua gestione (degli ultimi giorni è la notizia che una grande catena di supermercati, la CONAD, ha lanciato un’iniziativa, supportata dal MIUR con l’obiettivo di fornire alle scuole materiali per il loro funzionamento, a patto che i genitori degli studenti facciano acquisti nei loro punti vendita!).

Non solo: la proposta Aprea prevede che ogni scuola definisca, con un proprio “statuto autonomo” modalità di organizzazione della vita scolastica, di partecipazione di genitori e alunni alle attività scolastiche, e addirittura di definizione degli obiettivi delle proposte formative. Quali saranno le garanzie che a tutti vengano offerte le stesse opportunità?

Con l’approvazione della legge verrebbero anche cancellati i diritti democratici e di partecipazione degli studenti e dei genitori, perché verrebbe abrogata la legge che garantisce la partecipazione democratica di tutte le componenti alla vita della scuola.

Noi non rinunciamo ad ostacolare la corsa dell’Aprea e non rinunciamo a batterci per cambiarla radicalmente. Per questo abbiamo presentato decine di emendamenti, costringendo tutti i parlamentari della commissisone a misurarsi e a prendere posizione su ogni punto della legge. E vogliamo discutere una “pregiudiziale di costituzionalità”, perché questo testo, così come è stato articolato, viola apertamente alcuni principi garantiti dalla nostra Costituzione, come la libertà di insegnamento (art. 33), il diritto all’istruzione (art. 34) e, in senso più ampio, il diritto all’uguaglianza (art. 3). (omissis)

Sarà populismo quello di Di Pietro? Sarà demagogia? Ma esiste una sola verità: solo per sua bocca si è saputo di questo disegno di legge da far passare tra le pieghe di un altro provvedimento. I partiti, quelli veri, quelli non populisti, quelli vostri (ABC) che siedono accanto al governo e lo stostengono, dove sono?
Sempre e solo per far sentire il malessere popolare.
Una citoyenne

freeskipper
11 anni fa

Adesso ci accusano pure di campare troppo!
La responsabilità della genteperbene, la colpa dei soliti noti – oltre quella di pagare le tasse fino all’ultimo centesimo con quei quattro soldi di pensione e di mandare al governo certi personaggi – sarebbe pure quella di ‘campare’ troppo! Sui conti pubblici, non graverebbero le ‘loro’ ruberie ed i ‘loro’ privilegi, ma “il fattore longevità”, che minaccia la sostenibilità del bilancio dello Stato con il rischio di far schizzare il rapporto debito-pil di oltre 50 punti percentuali. Insomma abbiamo preso la cattiva abitudine di campare troppo! ‘Loro’ ci provano in tutti i modi e con ogni mezzo ad invertire il trend, a toglierci di mezzo, insomma! Ma i soliti noti, la genteperbene, nonostante stipendi e pensioni da fame, precarietà, malasanità, inquinamento, scorie e tossine varie, non molla! E’ dura a morire! Resiste! In barba a riforme e controriforme che continuano a scavarci la fossa L’allarme è lanciato dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), secondo il quale l’allungamento delle vita implica costi enormi che possono essere compensati con l’aumento dell’età pensionabile, il versamento di maggiori contributi e una riduzione del deficit. E’ però necessario che i governi agiscano subito in quanto le misure ad hoc per mitigare i rischi ”impiegano anni per dare i loro frutti”. L’allungamento delle prospettive di vita ha ricadute sia sul settore pubblico, sia sul settore privato. ”Le implicazioni finanziarie del vivere più del previsto sono molto grandi: se nel 2050 la vita media si allungherà di 3 anni rispetto alle attese attuali, i costi già ampi dell’invecchiamento della popolazione aumenteranno del 50%”. Ed è per questo che i governi devono correre ai ripari in fretta. Le autorità devono essere consapevoli della loro esposizione al rischio di longevità e favorire iniziative per trasferire il rischio. Particolare attenzione andrebbe inoltre data ad una maggiore educazione finanziaria. ”Pochi governi ammettono il rischio longevità. Quando lo fanno, riconoscono che è ampio”. L’allungamento della vita non è l’unica minaccia per la stabilità finanziaria. A preoccupare il Fmi è anche il mix fra un balzo della domanda di asset sicuri e la loro scarsità (nel 2016 ce ne saranno 9.000 miliardi di dollari in meno) che ha ”implicazioni negative sulla stabilità finanziaria. ”La crisi finanziaria e i crescenti timori sulla sostenibilità del debito in diverse economie avanzate ha mostrato come nessun asset può essere considerato come interamente sicuro” mette in evidenza il Fondo, secondo il quale ”le distorsioni di mercato rendono più difficile per gli asset sicuri (che includono i Treasury americani, i bund tedeschi e, forse, i bond delle aziende) di svolgere il loro ruolo sui mercati globali. L’aumento dell’incertezza, le riforme di regolamentazione e le risposte straordinarie post-crisi delle banche centrali nelle economie avanzate hanno spinto la domanda per gli asset sicuri”. Forse per sanare i conti pubblici, per assecondare i mercati e per far piacere al Fmi, alla Bce, alla Ue e via discorrendo, dovremmo tutti darci una mossa e passare in fretta a miglior vita, nel modo dei più, oppure… sì staccare la spina, ma ai ‘loro’ giochi di palazzo!



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