postato il 31 Ottobre 2012 | in "Casa, Economia, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

Importiamo buone idee dalla Francia: il CAF per l’affitto

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

Se in Italia parliamo di CAF, intendiamo il Centro Assistenza Fiscale, ma in Francia è l’acronimo di una delle migliori e più utili istituzioni d’oltralpe che si potrebbero mutuare e sviluppare anche in Italia: Caisses d’Allocations Familiales.

Il Fondo francese di Assistenza alle famiglie (ma non fatevi ingannare dal nome, il suo funzionamento lo rende più simile alla nostra INPS) e funziona tramite vari strumenti, ma i più noti sono l’APS ( Allocation de Logement Sociale) e l’APL ( Aide Personnalisée au Logement) che erogano aiuti finanziari.

Il livello di aiuto dipende dal reddito, dal tipo di alloggio e dall’affitto e gli aiuti sono indirizzati a coloro che hanno un reddito basso, in certi casi specifici agli studenti, a coppie di fatto, e a cittadini singoli. Nel caso di proprietà condivise, ogni inquilino può beneficiare dell’assistenza, in base all’affitto di ognuno. Ogni inquilino dovrà farne richiesta per via separata.

Tra i requisiti per inoltrare la richiesta è necessario avere un contratto d’affitto a proprio nome, se l’appartamento è in condivisione, è necessario che compaia il nome del richiedente nel contratto e l’importo dell’affitto sia ben specificato. Se invece non si dispone di un contratto d’affitto, bisogna farsi fare una dichiarazione di hébérgement (ospitalità) da chi offre alloggio in Francia.

E’ importante chiarire che non è mai un contributo integrale, ma solo una parte dell’affitto.

Si potrebbe importare questo sistema per andare incontro a studenti fuori sede (anche stranieri) e per le coppie (di fatto e sposate) con reddito basso. Fondamentale è però a vere chiaro in mente che questo aiuto è limitato nel tempo ed è necessaria una copertura finanziaria adeguata.

Una valida alternativa possono essere i Centri di riadattamento sociale (CHRS) che esistono nelle grandi città francesi per trovare alloggio alle persone che non hanno un posto in cui vivere.

Questa alternativa ha il pregio di potere avere una minore necessità finanziaria da parte dello Stato, perché l’Italia potrebbe usare (riadattandole) le caserme in disuso e gli altri edifici in disuso dello stato. Questi edifici potrebbero essere girati al ministro del Wellfare e risparmiare i soldi degli aiuti (in pratica invece di dare soldi o caricarsi affitti, si forniscono alloggi di proprietà dello stato per un limitato periodo di tempo).



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