postato il 25 Luglio 2010 | in "In evidenza, Politica, Spunti di riflessione"

Ddl intercettazioni, si può fare di meglio

di Giuseppe Portonera

La battaglia in commissione giustizia ha portato i suoi frutti. L’alleanza tra Udc, Pd e Finiani è riuscita a modificare sostanzialmente il testo di legge sulle intercettazioni approvato precedentemente dal Senato e a scatenare la dura reazione del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che si è detto deluso, perché “con le modifiche alla legge sulle intercettazioni la situazione resterà pressappoco come è adesso” e perché, soprattutto, “non si lasceranno gli italiani parlare liberamente al telefono e l’Italia non sarà un Paese davvero civile”. È una buona notizia, perché dimostra come, mettendo insieme le opposizioni e le fasce più ragionevoli della maggioranza, si è riusciti a migliorare un testo che, così com’era, poteva solo essere stracciato. Una battaglia condotta con coraggio e con buon senso, senza né sensazionalismi o esibizionismi e senza neppure arrendevolezza o paura.

Nel dettaglio, infatti, cade per esempio l’odioso privilegio che era stato inserito a Palazzo Madama per i parlamentari intercettati. Grazie ad un emendamento dell’Udc (poi sottoscritto da Idv e Pd), è stata soppressa la norma che prevedeva l’obbligo per il Pm di dover chiedere l’autorizzazione alle Camere di appartenenza ogni qualvolta, intercettando qualcuno, veniva “captato” (per caso) anche un deputato o un senatore. Inaccettabile. C’è poi la riduzione delle sanzioni per gli editori (da un massimo di 450 mila euro si è arrivati a 300 mila), che dovranno rispondere solo della pubblicazione di intercettazioni “irrilevanti”, estranee alle indagini o che riguardano terze persone, e la riduzione della pena per le registrazioni fraudolente, il cosiddetto “comma D’Addario”. Roberto Rao, componente centrista in commissione Giustizia, ha dichiarato che “grazie al lavoro costruttivo delle opposizioni il testo sulle intercettazioni è stato stravolto e visibilmente migliorato: segno che, come opportunamente sottolineato oggi dal presidente Napolitano, il confronto e l’approfondimento parlamentare aiutano a migliorare i provvedimenti e non sono ne’ uno spreco di tempo ne’ un segnale di cattivo funzionamento delle istituzioni”. Una posizione senza dubbio condivisibile e sostenibile, che conferma come il nostro partito si stia muovendo per cercare una mediazione tra libertà d’informazione, tutela della privacy ed efficacia di uno strumento fondamentale per le indagini dei magistrati come le intercettazioni. La strada, però, è ancora lunga. Oggi, infatti, nonostante il lavoro svolto, la sensazione è ancora quella di aver solo “allentato” il bavaglio e non ad averlo eliminato. Il fatto, per esempio, che sia stata bocciata la legge Falcone (la n.203 del 91) che garantiva la stessa procedura d’indagine “facilitata”, prevista per i reati di mafia, anche nei casi di criminalità organizzata non mafiosa, è senza dubbio gravissimo, perché renderà difficilmente intercettabili associazioni criminali dedite a traffici illegali e intrallazzi vari che coinvolgano anche settori della Pubblica Amministrazione (per capire di cosa parlo, basta guardarsi intorno). E poi, il fatto che l’Ammazza Blog sia rimasto ancora lì, è davvero intollerabile. Ma come, si lavora per togliere il bavaglio alla stampa e lo si lascia al Web? Va stralciata immediatamente l’impropria e inopportuna equiparazione dei blog alla carta stampata per impedire l’approvazione di un freno illiberale e antistorico alla libertà di espressione e alla creatività di migliaia di blogger. L’Italia rischierebbe di diventare il primo paese democratico al mondo a consentire un simile scempio, quando nel resto dei paesi industrializzati ed evoluti, Internet è visto come una risorsa da tutelare e garantire costituzionalmente.

Ma ve li immaginate i blogger minacciati quotidianamente di ricevere una multa di 12.500 euro solo per aver scritto ciò che pensano? Manco fossero dotati di un proprio ufficio legale contro le querele! Le infinite potenzialità di Internet e dei blog stanno facendo nascere una nuova sensibilità politica, culturale e sociale tra i giovani, che lontani dal linguaggio tecnocratico e dall’assenza di proposte serie dai parti dei propri amministratori, stanno conoscendo da sé e in modo assolutamente innovativo quanto sia bello fare Politica. È finanche superfluo ricordare che molti leader mondiali hanno costruito le proprie campagne elettorali cavalcando il web. Una “piazza virtuale” aperta, di confronto e arricchimento collettivo, che può addirittura sfidare spesso i grandi media pieni di risorse, sulla qualità e obiettività dell’informazione. Quando si recepirà questo “elementare” concetto e ci si muoverà in questa direzione, allora potremo confrontarci nuovamente sul Disegno di Legge.

2 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
trackback
13 anni fa

[…] Guarda Articolo Originale: Ddl intercettazioni, si può fare di meglio | Pier Ferdinando … […]

trackback
13 anni fa

[…] [Update/1 Ripubblicato sul sito di Casini] […]



Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram