Tutti i post della categoria: Temi etici

A ‘Vieni via con me’ spazio a chi canta un meraviglioso inno alla vita

postato il 24 Novembre 2010


‘Vieni via con me’ dia spazio non solo a chi ha scelto l’eutanasia ma anche a quei disabili gravissimi che hanno fatto una scelta diversa e che spesso sono dimenticati dalle istituzioni, dalla politica e che non devono essere dimenticati dalla tv. Il programma, che ha ospitato molte voci diverse e scomode, sia sensibile e ospiti anche le associazioni a difesa della vita. Non chiediamo la parola per noi politici, né spazio per il nostro partito, ma che si dia voce ai familiari dei malati che ogni giorno cantano un meraviglioso inno alla vita.

Pier Ferdinando Casini

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Serve armistizio per il bene del Paese

postato il 22 Novembre 2010

“Un governo di armistizio significa smetterla di litigare e cercare di fare il bene del Paese. Mettere assieme le forze migliori di destra e di sinistra e pensare una volta tanto non alle prossime elezioni, ma alle prossime scadenze dell’Italia, un’Italia che rischia di andare a fondo”. Lo ha dichiarato stamattina Pier Ferdinando Casini in un’intervista al giornale Radio Rai.

Quanto all’eutanasia e al sit in che l’UDC ha annunciato per domani davanti alla Rai Casini ha ribadito: “Io mi auguro che Fazio dia voce non a me o ai politici, ma ai malati, ai loro familiari e alle associazioni che li rappresentano. Vorrei che la Rai, che è servizio pubblico, desse la parola anche a coloro che scelgono la vita e lottano per vivere”.

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“Vieni via con me” conceda elenco a chi è contrario all’eutanasia

postato il 19 Novembre 2010

Mentre per fortuna al ministro dell’Interno Maroni viene concesso il diritto di replica alla trasmissione “Vieni via con me” in onda lunedì prossimo, questo diritto non viene dato a coloro che vogliono lottare per la vita.
Vorrei che la Rai, che è servizio pubblico, desse la parola a coloro che scelgono la vita e lottano per vivere. Ho il massimo rispetto per chi vive sulla propria pelle momenti di grande sofferenza, ma c’è chi fa scelte diverse e penso che sia giusto dare la parola anche a loro.

Pier Ferdinando

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Vorrei che andasse in onda l’inno alla vita

postato il 15 Novembre 2010


Non mi importa di andare a “Vieni via con me“. Mi dispiace che questa sera vadano in onda solo Mina Welby e Peppino Englaro, che parleranno della cosiddetta dolce morte e non chi, come Mario Melazzini, vuole vivere e non vuole staccare quella spina.

Mi piacerebbe che ci fosse un confronto su questi grandi valori e non una campana sola.

Pier Ferdinando

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Teresa e Sakineh: così vicine e così lontane, è sempre pena di morte

postato il 24 Settembre 2010

In Italia l’unica categoria che non risente della crisi è quella degli indignati di professione. Solitamente l’indignato professionista frequenta salotti di un certo livello, scrive su certi giornali, muove abilmente l’opinione pubblica specie sulla rete, ma soprattutto è politicamente corretto.

Sì, perché non ci si può mica indignare per tutto e per tutti, ma ci si indigna solamente secondo le convenienze e gli interessi. Così senza nessun criterio di verità e di giustizia ci si indigna per il terremoto di Haiti e non per le alluvioni che hanno distrutto il Pakistan. Eppure i bambini pakistani come quelli haitiani sono rimasti senza famiglia e senza casa ma non si è visto nessuno precipitarsi in Pakistan o muovere l’opinione pubblica per fornire più aiuti possibili.

Non sarà che i ricchi e i potenti europei ed americani hanno interesse a mettere le mani su Haiti e a tenere quel covo di talebani che è il Pakistan in difficoltà? Forse è solo un pensiero cattivo o forse gli indignati di professione erano solamente in vacanza. Accade però che i nostri eroici indignati cominciano a battersi per la sacrosanta causa di Sakineh, la donna iraniana accusata di adulterio che la legge islamica vigente in Iran condanna alla lapidazione, e così arrivano manifestazioni su manifestazioni in ogni parte d’Europa ed America, reazioni dei governi mondiali, striscioni su monumenti e si scomoda perfino la  première dame francese Carla Bruni per salvare la vita di Sakineh.

Nulla di ineccepibile fin qua, ma dall’altra parte dell’oceano Atlantico, negli Stati Uniti del mito progressista Barack Obama, una donna con un evidente ritardo mentale e che non ha ucciso nessuno viene condannata a morte e uccisa con iniezione letale. Tutto questo nel silenzio pressoché totale dei soliti indignati che, non si sa per quale motivo, hanno ritenuto non opportuno schierarsi a favore di questa povera donna.

Teresa Lewis, così si chiama la donna uccisa in Virginia, non mai ucciso nessuno, la sua colpa, che non ha mai negato, è di essere stata “la mente” dell’omicidio del marito e del figlio del marito eseguito da due sicari che si sarebbero approfittati del ritardo mentale di Teresa per intascare i 350 mila dollari della polizza sulla vita del marito. Il suo ritardo mentale e la confessione dei due sicari, che se la sono cavati con due ergastoli, non sono riusciti a fermare il boia che nella camera della morte del penitenziario femminile di Fluwanna in Virginia ha eseguito le iniezioni letali.

A questo punto è lecito chiedersi perché nessuno degli indignati speciali ha sentito il dovere di spendere una parola per Teresa, donna come Sakineh e condannata a morte come la donna iraniana per una accusa assurda. A pensare male si potrebbe rispondere che è facile, fin troppo facile, indignarsi e fare la voce grossa con il regime di Teheran e che sono tutti bravi a scagliarsi contro Amadinejad e gli ayatollah; meno bravi sono però ad alzare il loro ditino e a dire al signor Presidente Obama che nella sua grande democrazia, nel Paese del “yes, we can” tra le tante cose che si possono fare e, che purtroppo si fanno, c’è anche la pena di morte, la stessa che comminano i tribunali della tanto vituperata teocrazia iraniana.

Ma nessun dito si è alzato, nessun telo e nessuno striscione è stato dispiegato, nessuna cancelleria europea o di qualunque altro paese democratico, neanche quelle che facevano pressione per Sakineh, si è sentita in dovere di mandare una noticina al Segretario di Stato americano, la stessa signora Clinton che si era indignata per la condanna a morte di una donna iraniana.

Chi si è indignato per la condanna a morte di  Sakineh aveva il dovere morale di indignarsi per la condanna a morte di Teresa Lewis e di ogni altro essere umano che ad ogni latitudine viene privato del bene prezioso della vita, perché la pena di morte è una cosa terribile e inumana a Teheran come a Washington, perché la vita è vita indipendentemente dal fatto che il tuo nome sia Teresa o Sakineh.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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Mentana intervista Pier Ferdinando Casini

postato il 12 Settembre 2010

Chianciano Terme 12 settembre 2010

Casini, abbiamo visto affluenze, adesioni, amici che sono diventati più amici, c’è un alone positivo, ovviamente. Abbiamo visto anche quali sono gli umori della vostra base, gli umori, gli amori, i disamori. Io sono venuto qui due anni fa, lei aveva appena vinto  la gara per la sopravvivenza in una campagna elettorale fortissima se non sbaglio baciata nel finale anche da un lieto evento familiare! Era riuscito però a superare quella che era stata la morsa che le avevano fatto due ex alleati che si erano dimenticati di essere stati alleati. Avete corso da soli, avete vinto. Allora, due anni fa, l’ha pagata essendo l’unico partito, il leader dell’unico partito che è stato all’opposizione dal 2006 al 2008 e poi ha continuato ad essere un partito di opposizione. Io credo che vi abbia fatto bene stare all’opposizione perché ci si rafforza da un punto di vista di coesione politica.  Adesso la situazione sta cambiando però tutti si chiedono: dove va questo nuovo partito?  Sta lì ad aspettare sulla riva del fiume ma prima o poi dovrà fare delle scelte.  E allora di fronte a tutto questo, innanzitutto come ci si pone?  Ci si pone nell’idea di dire aspettiamo e vediamo oppure prima di tutto i nostri valori? Oppure ci sono delle pietre angolari che sono la legalità, la giustizia, i valori cristiani, che cosa?
Come prima domanda è uno scibile umano! [Continua a leggere]

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Trento, quando l’indifferenza è anche infedeltà

postato il 11 Settembre 2010

cuidados di gesteiraC’è una ragazza a Trento con una vita difficile: un matrimonio fallito, un figlio in affidamento condiviso, e come se non bastasse niente casa e un lavoro da 500 euro al mese. Ma a Trento ci sono anche solerti assistenti sociali e un integerrimo Tribunale dei Minori che non appena vengono a conoscenza della seconda gravidanza della ragazza consigliano un bell’aborto perché con una vita così non si può essere delle buone mamme.

A Trento c’è una ragazza che dice “sì” alla vita nonostante tutto e tutti e nonostante tutti i suoi fallimenti decide di fare un miracolo: decide di dare al mondo una figlia. Ma al Tribunale dei Minori di Trento sono bravi a riconoscere i fallimenti ma non i miracoli e così dopo poche ore dal parto, senza nemmeno averla attaccata almeno una volta al seno, la bambina viene tolta alla madre. Oggi questa bambina è stata dichiarata dal Tribunale “adottabile”  e le speranze della mamma di riabbracciare quella bambina appena vista in sala parto sono ridotte al lumicino.

A Trento, la civilissima Trento, c’è tutto questo. Ma in questa storia triste ci sono anche degli assenti e sono assenti illustri. Penso sia legittimo chiedersi dove siano in questa vicenda drammatica i cristiani trentini. Non è questo un attacco alla Curia trentina, ma una domanda accorata rivolta alla coscienza di ogni singolo cristiano, di qualunque confessione, della città di Trento: è possibile credere nel valore della vita e della famiglia e permettere allo stesso tempo che si verifichi una situazione del genere? E quando parlo di cristiani è evidente che il riferimento non è fatto esclusivamente ai ministri di culto e ai parroci che sono sempre di meno e sempre più carichi di responsabilità e di lavoro, ma alle comunità cristiane.

Dove sono le parrocchie? E i gruppi e i movimenti specie quelli con le famiglie numerose da sfoggiare ai “Family Day”? Dov’è il singolo cristiano? La vicenda della mamma di Trento non è un caso per preti e suore o destinato al volontariato oppure alle varie Caritas e strutture assistenziali , era un caso per una comunità cristiana, un caso che poteva essere risolto con un po’ di attenzione e solidarietà umana ancor prima che evangelica. E’ un tempo triste per la Chiesa e per i cristiani, e lo è ancor di più per i cattolici italiani divorati ormai da apatia e indifferenza. Diceva il Cicerone britannico Edmund Burke che “niente è più fatale alla religione che l’indifferenza, che alla fine, è una mezza infedeltà”. E’ vero e l’indifferenza dei cristiani è una infedeltà al Vangelo.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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Fini sia garante delle idee di tutti

postato il 7 Settembre 2009

Il presidente della Camera, ne sono certo, nei prossimi mesi vorrà essere custode non solo delle proprie convinzioni, ma anche delle convinzioni etiche di chi, in nome della vita, e del futuro dei propri figli, ha idee diverse dalle sue. Le leggi non le ha mai fatte il Vaticano, ma chi ritiene che debbano farle i legislatori italiani non puo’ ritenere che i parlamentari cattolici rinuncino a difendere le proprie convinzioni.

Pier Ferdinando

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Sì alle battaglie su valori e princìpi

postato il 18 Maggio 2009

Il presidente della Camera Gianfranco Fini, dichiarando che “il Parlamento deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso” ha detto una cosa ovvia. Il fatto che non debbano essere i precetti religiosi a guidare le leggi è vero e giusto. Ma è importante anche che la gente non dimentichi i propri ideali e i propri valori, e i precetti religiosi quasi sempre sono forieri di valori. La politica che viviamo in questo periodo è una politica senza ideali, senza motivazioni morali, una politica che degrada, che è lontana dal cittadino: è esattamente quello che tutti, a partire dai vertici istituzionali, dovrebbero sforzarsi di contrastare. Per fortuna in Parlamento c’è ancora qualcuno che fa battaglie su valori e princìpi.

Pier Ferdinando

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Procreazione, Casini: rispetto la sentenza, ma enfasi fuori misura

postato il 2 Aprile 2009

ROMA, 2 APR – ‘Rispetto la sentenza della Corte Costituzionale, ma ritengo che questa enfasi sia fuori misura’. Cosi’ il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini commenta la decisione della Consulta di dichiarare parzialmente incostituzionale la legge sulla procreazione assistita. ‘L’impalcatura della legge non mi sembra affatto che ne sia uscita toccata’, osserva.(ANSA).

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