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Buongiorno, presidente
Penso che in Italia nessuno di buon senso “imponga” la “dolce morte” a qualcuno, anzi loda Mario Melazzini (chi è?) che preferisce affrontare giorno dopo giorno il dolore (vorrei sperare comunque che non sia un masochista).
Gli Italiani vorrebbero però essere lasciati arbitri del proprio destino “personale”; ognuno, attraverso il testamento biologico, dovrebbe poter disporre della propria vita… non di quella sua, presidente, o di quella del sig. pinco pallino, ma della “propria” vita, senza che un parlamento senta il bisogno di legiferare in proposito. Il parlamento si occupi della “cosa pubblica” non della privata. Trovo vergognoso la strumentalizzazione su qualsiasi argomento privato. Le faccio rilevare inoltre che, a detta dei medici, le soglie del dolore variano da individuo ad individuo, per cui paragonare le varie situazioni, dividendo in categorie di eroi e in categorie di vili, è quantomeno vigliacco.
Una citoyenne
Approvo quanto lei dice, dal punto di vista mediatico in particolare in questo commento, non è corretto non mostrare dei confronti in una trasmissione pubblica!
Come vi è stato confronto tra “Fini-Destra” e “Bersani-Sinistra” avrebbe dovuto esserci anche per gli altri argomenti.
Il problema è: l’uomo decide che cosa è bene e cosa è male (coglie la mela dell’albero della vita), arbitro del proprio destino? o esiste ciò che è Bene e cio che è Male a prescindere? La realtà è che la nostra società è una società di “morte” e non di “vita”, che vuole eliminare la sofferenza, per questo chiederà o giudicherà giusto: l’eutanasia, l’eliminazione degli anziani , poi degli handiccapati, poi dei diversi … Dice Madre Teresa di Calcutta: se una società accetta l’aborto (uccidere colui che non si può difendere) come potrà combattere contro le guerre. Le scelte sono personali ma questa cultura non deve passare!
Un medico padre di una figlia con handicap
Caro presidente, condivido quanto detto da citoyenne. Poi sinceramente non capisco a cosa serva il confronto, dal momento che lo stato con garantisce altra scelta. La linea di cui cui sono convinto è che nessuno dovrebbe obbligare alcuno a fare ciò che non vuole. Ricordo ancora il giorno in cui venne data notizia della morte di welby. ricordo che piansi e provai un senso di tristezza, perchè in fondo amavo quell’uomo anche se non lo conoscevo.
Guardando il programma si percepisce il dolore delle persone vicine a chi ha fatto questa ultima forte dolorosa scelta. io personalmente amo la vita, e la tengo stretta e non rinuncerei mai a essa, ma allo stesso tempo voglio decidere del mio corpo e di come vivere. E soprattutto di morire naturalmente piuttosto che esser costretto a mantenere in vita il mio corpo con macchinari moderni.
non imporrei mai al sig. Melazzini nulla, ma allo stesso tempo vorrei che un trattamento a mio personale giudizio barbaro non mi venga imposto contro la mia volontà.
Se stiamo facendo questo grande percorso di un partito per la nazione, magari per creare quello che manca, l’italiano, perchè fatto la nazione ancora riusciamo a diventare italiani, dobbiamo fare un passo di maturazione sociale partendo dal rispetto del singolo e senza per forza dover rincorrere i voti dei cattolici, ma stimolando con la novità e la capacità di scelta critica anche chi ormai lontano da questa non politica ha smesso di votare. Altrimenti sarebbe solo un cambio di nome e logo.
Perché non c’è il pulsante “MI piace troppo”?
Il problema di tutta questa quesione è il “mio personale giudizio”.
Il testamento biologico vorrebbe che oggi, in una serena giornata di autunno, io decidessi che cosa debba essere fatto di me allorquando, non si sa come, perché, per quali ragioni, con quali prospettive, con quali speranze, io dovessi essere condannato alla infermità totale.
Sono settimane che in tutte le chiacchierate politiche mi appello alla onestà intellettuale. Lo faccio ancora e mi chiedo, vi chiedo, chi mai oggi, onestamente, potrebbe decidere per un qualcosa del genere.
Chi mai potrebbe essere certo che in un domani, disgraziato domani, in cui fosse in quel letto, non avesse il rigurgito alla vita e volere fortemente volere che la speranza non fosse mai cancellata.
Giusto che una persona possa scegliere di non accettare un accanimento terapeutico, ma che questa scelta venga fatta razionalmente quando e se il problema esiste.
In tutti gli altri casi, mi spiace, ma dubito che chiunque voglia scientemente morire, fosse anche per soffrire meno, e abbia il diritto di caricare questa scelta sulle spalle di qualche povero medico.
gian mauro: io sono una di quelle persone pronte a fare ora il testamento biologico, qualora al momento di decidere io non fossi cosciente.
e la decisione sarebbe mia e di nessun altro.