postato il 23 Giugno 2010 | in "Politica, Spunti di riflessione"

Casini a ‘Radio Anch’io’: sulla manovra disponibili ad aiutare il governo se ci ascolta

Pier Ferdinando Casini

Pier Ferdinando Casini, ospite di ‘Radio Anch’io’, risponde alle domande degli ascoltatori su vari argomenti di attualità politica: dalla manovra economica, all’esito del referendum dei lavoratori dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco, dal provvedimento sulle intercettazioni, ai rapporti fra maggioranza e opposizione.  

Manovra. “Noi abbiamo sempre espresso la disponibilità a dialogare sulla manovra economica ma per ora il governo non ci ha risposto: faremo le nostre proposte e vedremo”. “L’Udc – precisa – chiede interventi per la fiscalità, interventi per le famiglie; risposte chiare sulle infrastrutture chiede anche dato che non si sono viste le grandi opere, almeno di sbloccare al più presto le cosiddette ‘piccole opere'”.
“Se le nostre proposte saranno prese in considerazione, se i nostri emendamenti non saranno aprioristicamente respinti, noi non avremo problemi, ad aiutare il governo”.

Referendum Fiat di Pomigliano. Pier Ferdinando Casini giudica il 62% di sì al referendum della Fiat di Pomigliano D’Arco un risultato “soddisfacente”. “Capisco – osserva – che Marchionne probabilmente auspicava qualcosa di piu’ ma io penso che sia un uomo ragionevole. Il risultato, lo ripeto, va bene. In democrazia la regola e’ superare il 50%”.
Il leader Udc auspica inoltre che su questioni come quella di Pomigliano “la politica non si permetta piu’ ambiguità”: “tutti dovevano dire chiaramente se erano d’accordo con il ‘si’ oppure con una visione vetero sindacale che avrebbe portato all’estero una parte della nostra industria”.

Partito della Nazione.  “Io penso e lo dico da tempo, che il bipolarismo non funzioni: da un lato ha gonfiato Di Pietro, dall’altro la Lega. Il Pd e il Pdl, in questa situazione, non se la passano certo bene. Oggi non sono più solo, tutti gli osservatori sereni e seri dicono che non va”.
“Noi faremo il Partito della Nazione senza pensare oggi a chi potrebbe venire con noi. Non sono i nomi che mi interessano ma scommettere sul futuro dell’Unità”. E spiega:  si passerà “dalla vecchia Unione di Centro a un partito che, pur mantenendo i punti fermi del passato, avrà come principale connotato quello dell’unita’ nazionale”.

Intercettazioni. La legge sulle intercettazioni “cosi’ come e’ non ci porta da nessuna parte” osserva Casini sottolineando che “va cambiata sotto alcuni profili”. In particolare nella parte relativa alla procedura per autorizzare le intercettazioni e in quella riguardante le sanzioni alle testate giornalistiche che le pubblicano: “La maggioranza – osserva- eviti di andare fuori strada: deve convincersi che i piccoli ritocchi non sono sufficienti e che la legge va cambiata radicalmente”.

Opposizione. “Il destinatario di una nuova fase deve essere anche il Pd, sta a loro assumersi la responsabilità di una decisione perché è una grande forza politica”. “Rispetto Bersani – prosegue -, la critica che faccio al Pd tante volte è di non scegliere la strada fino in fondo, ci sono state alcune ambiguità su Pomigliano, e altri silenzi che preoccupano, ma non disconosco ciò che il Pd è”.
“Io non sono il Presidente del Consiglio – dice ancora Casini rispondendo a un ascoltatore – e non ho la responsabilità di far avanzare una fase politica nuova ma vengo interpellato da più parti e allora dico che l’Udc sta all’opposizione, non dà una mano al governo, ma se fossi il presidente del Consiglio, oggi, piuttosto che banalizzare la situazione della crisi economica, direi la verità e chiederei all’opposizione un’assunzione di responsabilità”.

Mondiali 2010. “Le parole di Bossi contro la Nazionale di calcio italiana sono affermazioni gravi e il segno di un disfattismo nazionale”.
Casini si augura che “la faziosità non accechi gli italiani:  è  fisiologico – dice – criticare Lippi ma non essere contro la nostra squadra”.  E certe battute del Senatur servono “anche a mascherare i veramente pochi successi ottenuti stando al governo. Così egli risponde alla sua base in modo molto facile”.
Certe affermazioni, tuttavia, rischiano di indurre alcuni cittadini a “farsi del male da soli”. “Va salvaguardata – ribadisce – l’unità della nazione. Bisogna lasciar perdere ogni tentazione separatista e non cadere nelle trappole dei corporativismi”.

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13 anni fa

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13 anni fa

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Giuseppe Campanella
Giuseppe Campanella
13 anni fa

Buongiorno,
sono in disaccordo con queste modalità d’intesa tra azienda e sindacati, non reputo giusto che alla fine si debba mettere il lavoratore sotto ricatto per la perdita del posto di lavoro, noi tutti abbiamo famiglia e si sa bene che per quanto possiamo protestare alla fine la cosa che più ci interessa è portare a casa il denaro per poter vivere.
Ritengo che non si debba discutere sulla singola azienda ma la problematica deve essere di larghe vedute, mi spiego le aziende hanno tutto l’interesse ad elevare i guadagni riducendi il costo del lavoro e se c’è interesse portarlo fuori dall’italia; succede in molte aziende, ed allora cos succederà? Tenere il lavoro in Italia dovrà far rivedere tutti i contratti perchè questo della Fiat sarà un esempio per tutte le aziende; allora in momenti difficili ci si rimbocca tutti le maniche e si scende in campo, tutti, manager compresi, devono rinunciare e tutti devono intervenire per trovare la soluzione globale affincchè il lavoro non abbandoni l’Italia e l’economia possa girare; attenzione impoverire il lavoratore avrà la conseguenza di bloccare l’economia ed impoverire l’Italia a vantaggio dei furbi padroni; continuano gli spezzatini di aziende e questo è un pericolo; se esiste un’azienda con le sue divisioni interne nell’eventualità di crisi di un ramo c’è sempre la possibilità di far migrare i lavoratori; se si creano, così come sta avvenendo, nuove aziende nate sulle divisioni scorporate, cosa accadrà? Tutti in mezzo alla strada. Attenzione la situazione precipiterà certamente, cerchiamo di rimettere tutto in discussione con senso di responsabilità
Giuseppe Campanella

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13 anni fa

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