postato il 17 Giugno 2010 | in "Giustizia, Politica, Riforme"

Manovra: irresponsabile negarne l’urgenza, ma servono tagli più incisivi


Il disegno di legge sulle intercettazioni, la manovra economica, il futuro della Fiat di Pomigliano.
Sono solo alcuni dei temi affrontati da Pier Ferdinando Casini ospite di ‘Unomattina’.

Intercettazioni. “Siamo tutti spiati noi, io sicuramente sì, lei non lo so, gli italiani penso un po’ meno. Ma al di la’ di quanto siamo spiati io credo sia giusto tutelare la privacy, sia giusto tutelare il diritto di riservatezza degli italiani”. Pier Ferdinando Casini ricorda la strada indicata dal suo partito, quella di porre un ‘tetto’ alle spese per le intercettazioni per limitarne l’attuale abuso e dice: “Dobbiamo fare una legge che, tutelando il diritto alla riservatezza, non impedisca alle indagini delicate di avvalersi di uno strumento fondamentale come le intercettazioni telefoniche perché servono in modo determinante per sconfiggere criminalità e delinquenza”.
“Fare il legislatore è difficile – aggiunge-  ma noi legislatori dobbiamo essere bravi proprio per questo. Tutelare la riservatezza, tutelare il magistrato che tramite le intercettazioni scopre il pedofilo, il delinquente, il mafioso, il criminale: queste sono esigenze che devono andare insieme”.
Secondo Casini ieri Bossi “ha detto una cosa seria perché la Camera non è il passacarte del Senato”, per cui “è giusto che il bicameralismo serva a migliorare le leggi che si fanno e io credo che la disponibilità di Bossi debba essere raccolta dalle opposizioni: noi dobbiamo migliorare la legge”.
Alla domanda perché ora il premier sembri frenare, Casini dice che “questo onestamente bisognerebbe chiederlo a Berlusconi, come tutti sanno io non sono il suo interprete più accreditato”. “Io – prosegue – penso che bisogna essere ragionevoli perché sono state previste sanzioni così pesanti nei confronti dei giornali che gli editori finiranno per intromettersi nell’autonomia del corpo redazionale, per cui si toccano principi che riguardano non solo la libertà di stampa, ma anche il ruolo e le distinzioni di ruolo che ci devono essere fra chi ha la proprietà di un giornale e chi ne ha la responsabilità della direzione, i direttori. Si vanno a toccare dei nervi molto fragili”.
“E’ vero – conclude – c’è un eccesso di intercettazioni. Il mio partito proprio per questo aveva fatto una proposta di un tetto per Procura di soldi, di fondi, da indirizzare all’uso delle intercettazioni. Questo mi sembrava un metodo abbastanza efficace per limitare l’abuso”.

Fiat. “Non c’è lo spazio per dire no all’accordo” per la Fiat di Pomigliano. “Credo che tutti gli italiani capiscano – spiega Casini-  che non c’e’ strada: noi dobbiamo fare questi sacrifici perché questi sacrifici determinano investimenti ingenti della Fiat in Italia e posti di lavoro in Italia”.
“E’ un tema caldo – aggiunge-  ma anche emblematico di come vanno le cose in Italia, qui bisogna essere sinceri. La Fiat ha detto: ‘io sono disponibile a investire una somma ingente però questo stabilimento non è produttivo, fare macchine qui significa perdere soldi e non guadagnarne e noi non siamo un’azienda che può perdere, ma dobbiamo guadagnare sennò chiudiamo. O investo in Italia e chiedo ai sindacati e ai lavoratori dei sacrifici o vedo a investire all’estero’.”
“Non facciamo questi sacrifici? – prosegue- Ma la Fiat dice le chiacchiere stanno a zero: noi andiamo fuori e non facciamo gli investimenti in Italia e l’Italia perde posti di lavoro e Pomigliano perde posti di lavoro in una zona che ha già una disoccupazione drammatica. Allora io credo che quando la Cisl, la Uil in qualche misura anche la Cgil (non la Fiom) dicono ‘accettiamo la sfida di nuove regole, di nuovi accordi aziendali per tutelare l’occupazione’ ma fanno l’interesse dei lavoratori prima di tutto: non c’e’ lo spazio per dire no a questo accordo, lo spazio per dire no a questo accordo significa il disfattismo nazionale, chiudiamo le aziende mandiamole all’estero poi non ci lamentiamo perché gli italiani hanno il 30% dei giovani disoccupati”.

Federalismo. “Parliamo di federalismo: se il federalismo significa meno sprechi, costi standard al posto della spesa storica, noi siamo tutti favorevoli a questi principi” spiega Casini.
“Il problema vero – aggiunge- è che noi temiamo che in una fase di difficoltà economica internazionale e italiana noi questo federalismo non riusciamo a realizzarlo, se non a prezzo di moltiplicazioni di sprechi e centri di spesa e di confusioni in termini di competenza.”
E’ vero, ammette, “ci sono gli sprechi, ma soprattutto c’è un problema molto serio: noi dobbiamo guardare a cosa fa l’Europa”.

Province. “Stamattina ho letto che la signora Merkel, il cancelliere tedesco, che nei giorni scorsi ha fatto una manovra da 100 miliardi (e in confronto la nostra è praticamente una ‘spazzolatina’), si pone il problema di accorpare i Lander, le regioni tedesche, e noi abbiamo il problema di ridurre le province”. Poi ricorda: “In campagna elettorale, io, Berlusconi, Veltroni eravamo candidati Premier e tutti abbiamo detto ‘aboliamo le province’. Noi siamo rimasti di questa idea. In questo frangente hanno tirato fuori l’ipotesi di abolirne 10. Meglio che niente, almeno incominciamo. Poi però sono passati a 5, poi a 4, e alla fine tutti sanati: non si abolisce più alcuna provincia.”
“Col disegno delle autonomie locali – sottolinea Casini – addirittura si vogliono dare più competenze alla province: ma la cartina di tornasole che il federalismo rischia di non essere una cosa seria è che, se non si taglia, si moltiplicheranno solo le spese e si renderà il divario che già c’è fra il Nord e il Sud del Paese ancora più forte”.

Enti locali.  “I Presidenti delle regioni, Roberto Formigoni in primis, contestano la manovra finanziaria e dicono ci sono pochi tagli al centro e molti alle regioni. Certo – sottolinea Casini-  questi tagli lineari non vanno: prevedere  meno trasferimenti senza andare ad individuare delle aree di spreco, rischia di decurtare fortemente l’accesso ai servizi sociali”.

Riforme. Per Casini “la manovra è inevitabile” e “chi dice che se ne poteva fare a meno è un irresponsabile, un pazzo, perché questa manovra è una manovra che giustamente il Governo fa per mettere al riparo i conti pubblici italiani e penso che la lotta all’evasione sia positiva”.“Ma noi pensiamo – aggiunge- che certi tagli devono essere fatti in modo più incisivo e che serva un progetto di grandi riforme sulla previdenza e sulle liberalizzazioni”. Insomma, sottolinea: “da un lato, bisogna avere più coraggio a tagliare e, dall’altro, bisogna avere più coraggio  a fare grandi riforme”.

Articolo 41 della Costituzione.  Per commentare l’ipotesi di riforma dell’art. 41 della Costituzione Casini usa una metafora: A me sembra che in certe circostanze siamo come quel signore che ha i bambini ammalati, ha la moglie che lo sta mollando, sta per fallire con l’azienda e dice: ‘Sapete qual è la novità? Ho perso il gatto’. Ecco, l’articolo 41 è come quando diciamo ‘Ho perso il gatto’ rispetto a questi eventi”.
E spiega: “Non c’è bisogno di fare una modifica costituzionale che dura 2 anni per ottenere delle cose che sono facilmente ottenibili, se c’è volontà politica, con delle leggi. Noi introduciamo sempre degli spot nuovi, poi non si fa niente mentre le cose che si potrebbero e dovrebbero fare vengono rinviate”.

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