postato il 11 Febbraio 2013 | in "app, Economia, In evidenza, Politica, Riceviamo e pubblichiamo"

90 miliardi di bugie

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

Quale mirabolante idea hanno partorito ultimamente Bersani e Berlusconi? Pagare i debiti della pubblica amministrazione tramite altri debiti. Dimostrando sprezzo della credibilità e della contabilità dello stato (di cui, evidentemente, ignorano i fondamenti) hanno deciso di azzerare il debito che la Pubblica amministrazione ha verso le aziende private: si tratta di circa 90-100 miliardi di euro.

Si tratta di un “debito fuori perimetro” non rilevato da Eurostat e in parte già coperto da fondi ed ecco perché Bersani probabilmente parla di 50 miliardi su 90, mentre Berlusconi. che era forse troppo impegnato per studiare la contabilità di Stato, parla di 90 miliardi rivelando la sua ignoranza in materia.

Bersani e Berlusconi non pensano proprio a risparmiare, preferiscono spendere e continuare ad aumentare il debito pubblico (seppur con lodevoli intenzioni).

Intendiamoci: saldare il debito e dare ossigeno alle aziende, come abbiamo detto nei mesi scorsi, è un atto doveroso e giusto, il problema è come si vuole realizzare questo atto. L’UDC aveva portato avanti, assieme a Monti, una duplice azione: sbloccare i fondi già previsti (quindi eliminando le pastoie burocratiche) e con forme di compensazioni erariali in modo da dare ossigeno alle aziende senza aggravare la situazione debitoria dell’Italia.

Invece cosa pensano i due gemellini Bersani e Berlusconi?

Pensano di fare altri debiti, e quindi Berlusconi pensa di saldare il debito con la Cassa Depositi e Prestiti e con l’emissione di nuovi bond, almeno stando a quanto scrive Libero (e, se lo dice Libero, non è improbabile pensare che abbia delle fonti vicine al leader del Pdl). Quindi con soldi dei pensionati e con nuovi debiti.

Bersani, invece, stando a quanto riportato da numerose agenzie di stampa, vorrebbe emettere 10 miliardi di euro l’anno di titoli pubblici (BTP) per i prossimi cinque anni, esclusivamente dedicati al pagamento dei crediti commerciali delle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione.

Comunque sia il risultato è disastroso, perché invece di togliere burocrazia (come vuole fare UDC e Monti), i due soggettoni preferiscono sfondare abbondantemente il muro del 130% del rapporto Debito/Pil, se non peggio. Circostanza che, oltre ad avvicinare significativamente l’Italia verso i parametri greci, contrasterebbe abbondantemente anche con gli obblighi del Fiscal Compact che, come noto, dal 2014, impone all’Italia una riduzione del rapporto Debito/Pil, fino al 60% entro i prossimi 20 anni; in soldoni circa 50 miliardi all’anno.

In pratica siamo nel regno dell’assurdo e della illogicità: da un lato vogliono diminuire i debito pubblico, e dall’altro avanzano proposte di aumento della spesa e del debito pubblico.

Inoltre entrambi parlano di vendere parti del patrimonio immobiliare italiano, e allora che bisogno c’è di fare altri debiti?



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