Con Monti ho fatto una scelta sbagliata. La prossima volta il centro si schiererà.
Pubblichiamo l’intervista di Aldo Cazzullo a Pier Ferdinando Casini pubblicata sul Corriere della Sera di oggi.
«Davanti all’Italia vera, la politica è in ritardo inammissibile. Le aziende chiudono. Gli esodati si suicidano. L’edilizia è ferma. Un sistema politico che, in questa situazione, non riesce in 40 giorni a formare un governo da di sé una prova devastante».
Pier Ferdinande Casini, lei per 40 giorni ha praticamente taciuto. Del resto ha preso una bella botta.
«Nella vita si vince e si perde; l’importante è avere il tempo per la rivìncita. E successo questo: il bipolarismo che io ho sempre combattuto, secondo me con buone ragioni, è stato messo in crisi non dall’irruzione dal centro, ma dall’esplosione di Grillo. Un fenomeno che unisce tante cose: antipolitica, invidia sociale, giusto bisogno di partecipazione, il senso dei giovani di una mancanza di futuro. Un fenomeno che si nutre di sentimenti anche divaricanti; per questo non si può contaminare, Grillo deve fare il cane da guardia e dire no a tutto. Alla prima scelta che il movimento fa, si spacca, fosse pure il no alla Tav; perché c’è anche chi le infrastrutture le vuole. Nel frattempo immette nel sistema politico tossine oggi molto sottovalutate, il ritiro immediato dall’Afghanistan, subito apprezzato da una certa sinistra, sarebbe una Caporetto, uno “sciogliete le righe” che comprometterebbe i sacrifici che l’Italia ha fatto per avere voce nella comunità internazionale».
Tra le cause del boom di Grillo dimentica però i ritardi di voi “professionisti della politica”.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Però bisognerebbe riportare un po’ tutti al senso della realtà. Vengono annunciate come svolte epocali cose sempre accadute: i dipendenti della Camera mi hanno visto spesso alla loro mensa, e nell’appartamento presidenziale credo di aver dormito non più di due o tre sere in cinque anni. Noi politici dobbiamo liberarci dal complesso di colpa: l’esperienza e la tecnica sono necessarie; guardi questa discussione surreale sulle commissioni, che palesemente non si possono costituire finché non c’è un governo e non si sa quale sia la maggioranza e quale l’opposizione, il problema vero non è mangiare alla mensa dei dipendenti: è rendere la politica efficiente”.
Il centro è pronto a un governo con Pd e Pdl?
«Oggi la sfida non è più tra destra, centro e sinistra, ma tra un’idea della democrazia rappresentativa che si vuole conservare e un’idea della democrazia diretta via Web, che porta alle drammatiche contraddizioni di parlamentari scelti on line con 50 voti, che arrivano a Roma convinti che la perestrojka l’abbia fatta Stalin. Oggi questa è la nostra sfida. Abbiamo cercato di fare una battaglia limpida per superare il bipolarismo, e l’hanno superato gli altri. Noi abbiamo scosso l’albero, altri hanno raccolto i frutti. E il tentativo di Monti di ammiccare all’antipolitica non ha intercettato gli elettori, che all’imitazione preferiscono l’originale».
E’ deluso da Monti?
«Monti ha fatto sino in fondo il suo dovere: l’Italia rischiava la deriva greca, lui l’ha evitata. Va ricordato da una parte che tutti hanno votato i provvedimenti di Monti ma solo noi ci abbiamo messo la faccia, e dall’altra che Monti non può essere responsabile di tutti i ritardi italiani. Questo calcio dell’asino collettivo, questo tentativo di rimozione mi pare prova di immaturità».
Ma come leader politico Monti ha fallito.
«Non sono deluso da Monti, sono deluso da una scelta cui anche io ho concorso e che si è rivelata sbagliata. Io ne porto parte dì responsabilità: non vado a emendare gli altri, emendo me stesso. Abbiamo cambiato noi stessi i connotati di Monti: da servitore dello Stato, da Cincinnato che era, abbiamo pensato potesse essere l’uomo della Provvidenza per l’affermazione del centro. E in campagna elettorale noi abbiamo donato il sangue, ma alla fine il centro ha preso appena 3 o 4 punti in più di quando andai da solo contro Veltroni e Berlusconi».
Quindi ora cosa farete?
«Oggi noi dobbiamo essere i collanti di chi ritiene che la partita sia tra populismo e difesa della democrazia rappresentativa. In questo senso si deve affrontare la sfida del Quirinale e del governo. Se il calvario cui Bersani si è sottoposto con i Cinque Stelle era il modo per tranquillizzare un’ala del Pd e dimostrare che lui non ha pregiudizi ma li ha subiti, lo capisco. Se invece l’idea è sperare di governare con la complicità un movimento che non solo non intende essere complice ma rischia di cambiare i connotati della nostra idea di democrazia, allora è un gravissimo errore. Non possiamo inseguire Grillo, mettendoci metaforicamente con i cronisti che devono raccontare le pratiche quasi esoteriche cui sottopone i suoi adepti. L’unico modo di battere Grillo è riformare le istituzioni».
Sono vent’anni che parlate dì legislatura costituente.
«Sì. Oggi però c’è l’occasione per farlo davvero. Capisco che per i militanti di sinistra pensare di sostenere un governo con il Pdl sia un pugno nello stomaco; lo stesso vale per gli aficionados che vanno in piazza con Berlusconi. Ma se noi vogliamo vincere questa sfida dobbiamo fare un percorso limitato nel tempo, di uno o due anni, affidato a un governo che prenda i provvedimenti più urgenti per l’economia e faccia le riforme indispensabili: superamento del bicameralismo, abolizione del Senato — e parlo da senatore —, legge elettorale che consenta agli italiani di scegliersi i parlamentari».
Quale legge elettorale?
«Dobbiamo riflettere seriamente se tornare o meno ai collegi uninominali. Insomma, occorre un’operazione gigantesca di restyling istituzionale. Solo così i partiti possono sconfìggere l’antipolitica; perché l’antipolitica non si farà mai cooptare. Se no, meglio votare subito; però rischiamo di prorogare questo stallo per sei mesi avendo gli stessi risultati».
Il premier può essere Bersani?
«Monti è stato un tecnico chiamato al capezzale dell’Italia: le sue scelte migliori le ha fatte nei primi tempi, quando appariva chiaro che c’era un sostegno del Pd e del Pdl; più si è appannato il sostegno, più i tecnici hanno cominciato ad avanzare senza bussola, come nel caso dei marò. Oggi occorre un’assunzione di responsabilità della politica. O accettiamo l’idea di essere tutti ladri e tutti incapaci; oppure, se vogliamo riscattare la politica, dobbiamo farcene carico. Senza delegare a terzi».
Questo implica un’intesa con Berlusconi.
«Io non sono mai stato tenero con Berlusconi Ora un governo di uno-due anni con Pd e Pdl su economia e riforme. Ma dobbiamo prendere atto che una fetta di italiani crede in lui. Mi auguro un patto leale tra Bersani e Berlusconi per rimettere in moto la politica. Altrimenti, chiunque vincesse, vìncerà sulle macerie».
Chi va al Quirinale?
«Un uomo o una donna frutto di una scelta condivisa, che non sia percepito dal popolo di centrodestra come nemico e dal popolo di centrosinistra come imposto da Berlusconi. La legge ha dato alla coalizione che ha prevalso per lo 0,5% un premio di maggioranza spropositato. Fare un’operazione da 51% per il Quirinale sarebbe una lesione fortissima».
Cosa pensa di Renzi?
«Leggo la sua intervista al Corriere e penso che abbia ragione. Poi lo guardo da Maria De Filippi vestito come Fonzie, e mi cadono le braccia. Vedremo se è più un maratoneta o un centometrista».
Colpisce che proprio lei parli di collegi uninominali. Questo implica che il centro scelga dove andare. A destra o a sinistra.
«Il centro cos’è? Una cultura della responsabilità, che vuole le riforme mai fatte per i veti ideologici della sinistra e una certa incapacità della destra. Ora comincia una nuova stagione. È evidente che la prossima volta dovremo schierarci. Faremo una scelta coerente con l’idea che abbiamo della democrazia, dell’Europa, delle riforme sodali. Misureremo le alleanze sul grado di affinita che avremo nel processo costituente».
Come va in famiglia? Sua moglie Azzurra ha smentito via Twitter le voci di separazione…
«Cosa vuole che le dica? Sto felicemente con mia moglie da più di 13 anni, c’è ancora chi non si rassegna. Si mettano il cuore in pace».
Finalmente… temevo stesse vagando nel deserto.
Si erano perse le tracce e invece ecco un’ottima intervista con la diagnosi degli errori (tanti e pasanti) e un pò di luce anche se fioca sul futuro del Centro.
Aspettiamo con ansia Enrico Letta premier e Quagliariello e Alfano vice, una personalità di rilievo di Centro al Colle (spero non l’abortista ed amante dell’eutanasia Emma Bonino) e poi provate a mettervi d’accordo per qualche legge determinante. Sennò la prossima volta … tutti a votare Grillo.
Qual è la scelta giusta? Correre dietro agli elettori o presentarsi con proposte serie e con l’ottimo “curriculum” del governo Monti? Io penso che l’unica cosa “sbagliata” è dire adesso che la prossima volta l’UdC si schiererà: come se fino ad adesso non si fosse schierata. L’Udc si è schierata eccome: “ci ha messo la faccia”, come dice Casini. E, se posso dire la mia, anche la scelta di presentare lo scudo crociato non è stata “sbagliata”. Al massimo è la legge elettorale che abbiamo ad essere “sbagliata” ed ha costetto l’UdC a fondersi con Scelta Civica al Senato.
Io credo che a linea politica degli ultimi anni sia stata seria e responsabile. Ho condiviso tutte le scelte! l’erro è stato quello di dirigenti nazionali che non si sono spesi nel progetto e si sono attardati nella conservazione di renditra di posizioni questo ha dato un immagine del partito appannata e le continue entrate ed uscite dei vari personaggi alla ricerca di poltrone non hanno dato fiato ad un vero movimento sul territorio (tesseramenti una tantum e congressi pilotati) che si aprisse veramente una nuova proposta politica che guarda ai giovani e alle forze vive del paese. E’ tempo dunque caro presidente che si apra una nuova prospettiva per l’area di centro del paese che è stanco di tutto quanto prodotto dalla politica in questi anni . Bisogna costruire un nuovo soggetto che metta tutto in discussione si rendite di posizione che progetti per il futuro il suo contributo deve essere solo l’inizio del lavoro e non la sua conclusione.
Presidente Casini, la proposta di legge 4478 Compagnon + 12 della passata legislatura, quale sanatoria del danno aquiliano da reato conseguente all’illecito dissesto della ex compagnia di bandiera statale ricaduto sui risparmiatori, merita sì o no di essere ripresentata, considerato che il 18 giugno 2013 si aprirà presso la IV Sez. Penale del Tribunale di Roma il relativo processo e che al paragrafo VI/1 di pag. 27 della relazione semestrale al 31.12.2012 dei Commissari Straordinari della vecchia Alitalia si illustra la costituzione di parte civile con riferimento a eventuali corresponsabilità di Governo?
Buonasera e bentornato fra noi Presidente. I commenti di PT e di enzo prati mi sembrano in larga parte molto pertinenti e condivisibili.
Personalmente non mi sarei mai aspettato una resa incondizionata al bipolarismo, solo perché il recente risultato elettorale ha attestato il centro al 10%. La “sconfitta” del centro non dipende dal successo del M5S, ma da altri fattori, fra i quali la scarsa capacità dell’Udc di apparire innovativo, forte, determinato, propenso al cambiamento e quindi dalla scarsa capcità di attrarre consensi. Al di là del suo sforzo personale, che lo ha portato a presenziare in molto programmi tv e sui principali quotidiani, l’apparato ha avuto scarsissima visibilità, dando la sensazione di stare alla finestra. Comunque a mio modesto avviso non è correndo dietro agli umori dell’elettorato che si può affermare una buona politica. Ma capisco il suo punto di vista e a questo punto penso di avere sbagliato anch’io, quando ho creduto al progetto di un nuovo soggetto politico di centro, aperto alla società civile e capace di portare una ventata di salutare freschezza nello stantio modello bipolare. Pazienza. Se c’è una cosa che non si può negare, è che oggi nel nostro Paese l’offerta politica è molto varia. Perciò se avete deciso di assimilarvi ad uno dei due poli (con la molto concreta possibilità di scomparire del tutto), fate pure. Al prossimo giro, anche se a malincuore, tornerò a turarmi il naso e voterò qualcun altro.
Cordiali saluti.
Presidente Casini, a proposito di errori vorrei, se mai lei leggerà queste considerazioni, riportarle il pensiero della maggior parte delle persone che ho contattato per la campagna elettorale e nel dopo voto:
1°- Il primo errore è stato quello di non essere riusciti a formare una vera squadra, cioè un soggetto politico unico sulla linea della responsabilità e della verità tenuta dal governo Monti. Di chi sia stata la responsabilità o la decisione di andare in ordine sparso, con Monti ed i suoi che sembravano vergognarsi di noi, ormai non importa più ma posso assicurarle che molti nostri amici hanno votato per Monti anche alla Camera, nonostante tutti gli sforzi per convincerli a sostenere l’ UDC, perchè hanno insistito che per loro quello era l’ unico modo di spingervi a fare finalmente un forte partito di centro, autonomo dalla destra e dalla sinistra, europeista, riformatore e di buon senso. Questa area ha ottenuto 3 milioni e mezzo di voti nonostante la campagna elettorale a tamburo battente che ci ha attaccato sia da destra che da sinistra e nonostante le pesantissime misure del governo Monti: fareste un grande errore non tenerne conto anche perchè evidentemente si tratta di elettori che hanno soppesato la loro decisione prima di votare Monti e l’ UDC proprio per i motivi suddetti.
2°- Altro grande errore sarebbe convincersi che essere in minoranza sia essere necessariamente in errore e quindi che ci si debba uniformare alle idee della maggioranza: queste debbono naturalmente essere rispettate e debbono essere seguite finchè rimarranno maggioranza, ma debbono tuttavia essere combattute e contrastate se si è convinti che non siano un bene per il Paese. A questo serve in democrazia la minoranza!
3°- Altro gravissimo errore sarebbe non proseguire sulla strada intrapresa e non formare una unica forza politica che rappresenti l’ area di centro (o comunque la si voglia chiamare) che si è presentata in alternativa sia al Berlusconismo, sia al Grillismo e sia al Bersanismo. Non saremo determinanti, ma una forza che in prima battuta raggiunge il 10% non è insignificante a meno che voi non ce la facciate divenire proseguendo divisi o tornando sui vostri passi. I politici di valore e che sono utili al Paese sono quelli che sanno indirizzare i cittadini verso le scelte giuste per il popolo e non quelli che seguono gli umori delle piazze: come diceva Benigni qualche tempo indietro “la piazza alla fine sceglie sempre Barabba” cioè segue sempre chi grida di più senza badare a ciò che urla.
Attenzione quindi a prendere vie di non ritorno schierandosi a prescindere dai contenuti perchè questo significherebbe rendersi corresponsabili del probabilissimo declino del nostro Paese. Cittadino
Bentornato, presidente
Ancora una volta voglio essere una voce che esce fuori dal coro. Lei dice:
“”Un fenomeno che unisce tante cose: antipolitica, invidia sociale, giusto bisogno di partecipazione, il senso dei giovani di una mancanza di futuro.””
Vedere come antipolitica il M5S mi pare molto riduttivo; un movimento che, come solo partito, risulta essere il primo o il secondo in Italia, vuol dire non dare credito all’insofferenza del popolo alla vista dei vecchi partiti, con i soliti vecchi nomi. Parlare inoltre di invidia sociale, quando ci sono morti suicidi che gridano vendetta, mi pare proprio abnorme. Condivido invece gli ultimi due punti: la voglia di partecipazione e il senso di impotenza dei giovani.
Lei così continua:
“”Abbiamo cercato di fare una battaglia limpida per superare il bipolarismo, e l’hanno superato gli altri. Noi abbiamo scosso l’albero, altri hanno raccolto i frutti. E il tentativo di Monti di ammiccare all’antipolitica non ha intercettato gli elettori, che all’imitazione preferiscono l’originale».””
No, presidente, questo non lo può dire! Io sono anziana, pure di scarsa memoria per nomi e date, ma che ricorda benissimo gli episodi. Il M5S nasce sì ora, ma Grillo è da tempo immemorabile che predica; si ricorda che è stato quello che ha anticipato, denunciandolo, lo scandalo Parmalat? Venire a dire ora che altri hanno raccolto i suoi frutti, mi pare veramente troppo. Per quanto riguarda poi il caso Monti, affermando che gli elettori preferiscono l’originale all’imitazione, mi pare che questo concetto si possa applicare anche a lei: gli elettori di centro hanno preferto l’originale Monti, all’imitazione Casini. Come di contro qualche anno fa preferivano l’originale cav. all’imitazione Casini o Fini.
Lei continua:
“”Ma se noi vogliamo vincere questa sfida dobbiamo fare un percorso limitato nel tempo, di uno o due anni, affidato a un governo che prenda i provvedimenti più urgenti per l’economia e faccia le riforme indispensabili: superamento del bicameralismo, abolizione del Senato — e parlo da senatore —, legge elettorale che consenta agli italiani di scegliersi i parlamentari».””
Si dovrà fare quanto lei dice anche a costo di grandi compromessi, dall’una o dall’altra parte? Si dovrà ricominciare con i ricatti: Io dò una cosa a te e tu ne dai una a me…? Forse il suo elettorato lo capirebbe abituato com’è a vedervi cercare sempre la via del compromesso, ma l’elettorato di destra o quello sinistra lo capirebbe?
Lei conclude:
“”Faremo una scelta coerente con l’idea che abbiamo della democrazia, dell’Europa, delle riforme sodali. Misureremo le alleanze sul grado di affinita che avremo nel processo costituente».””
La scelta che pare si ventili sia quella del ritorno al PdL (un ritorno, le auguro, non con la coda tra le gambe!), anche se suppongo l’area dura di quel partito non le perdonerà con facilità la defezione di qualche anno di allontanamento. Parlo della Garnero Santanchè, della Biancofiore, insomma delle donnine/amazzoni del cav. …
Comunque vada, bentornato.
Una citoyenne