Archivio per Aprile 2012

Grazie a Monti l’Europa ha preso la strada giusta

postato il 28 Aprile 2012

E’ Monti che ha impostato il tema della crescita ed e’ grazie a lui che in Europa oggi se ne parla. L’Italia negli ultimi 15 anni  è cresciuta la metà della media europea ed ora, grazie a Monti, l’Europa ha preso la strada giusta: rigore prima e poi crescita. Diamo tempo al Governo di fare cose che gli altri non hanno fatto nonostante abbiano avuto anni e anni a disposizione.

Pier Ferdinando

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Per Yulia boicottare gli Europei

postato il 28 Aprile 2012

L’intervento pubblicato su ‘Il Messaggero’

L’Europa ha dimenticato Yulia Timoshenko? Il primo marzo scorso, al vertice del Ppe a Bruxelles, una sedia vuota con la sua foto ricordava ai leader moderati di tutto il Vecchio Continente che l’ex premier ucraina, principale avversaria del presidente Yanukovich, da quasi un anno, ormai, è detenuta in un carcere del suo Paese, con accuse su cui è lecito avanzare molti dubbi e dopo un processo ancor più discutibile. Recentemente, al pari di altri esponenti politici, ho incontrato a Roma la figlia di Yulia, che si sta battendo per sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sul caso di sua madre. [Continua a leggere]

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Coniugare rigore e crescita, Monti unica speranza per Italia

postato il 27 Aprile 2012

L’intervista ai microfoni del Tg3

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L’Europa boccia ACTA. Ora tocca all’Italia.

postato il 27 Aprile 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera

Buone notizie dal fronte europeo. Il garante europeo dei dati personali, infatti, ha bocciato ACTA, l’accordo commerciale volto a fissare norme più restrittive per contrastare la contraffazione e la pirateria informatica, al fine di tutelare il copyright, le proprietà intellettuali e i brevetti su beni, servizi e attività legati alla rete, sottolineando la vaghezza della terminologia nelle clausole del documento, che lasciavano spazio a troppe interpretazioni. Si tratta di un fondamentale passo avanti, specialmente perché si aggiunge all’importante presa di posizione dell’assemblea parlamentare del Consiglio di Europa, che, nella sua seduta di ieri, ha approvato il rapporto sulla “Protezione della libertà di espressione e di informazione su internet e sui mezzi di comunicazione online”, raccomandando agli stati membri del Consiglio d’Europa che hanno sottoscritto l’Acta, tra cui proprio il nostro Paese (sigh!), di condurre ampie consultazioni pubbliche su eventuali leggi nazionali basate su quel testo, specificando inoltre che qualsiasi legge venga introdotta dovrà in tutti i casi rispettare il diritto a un equo processo, al rispetto della vita privata e quello alla libertà, diritti fondamentali che sono sicuramente molto più importanti della tutela del copyright.

Nel rapporto si chiede poi agli Stati di “tentare di garantire che i service provider non possano indebitamente limitare l’accesso alle informazioni e la loro divulgazione per motivi commerciali o di altra natura” e di renderli quindi legalmente responsabili delle eventuali violazioni dei diritti alla libertà di espressione e di informazione dei propri utenti.

Non per nulla all’interno del parlamento europeo è partita la gara a “demolire” definitivamente il trattato ACTA, con l’ALDE (liberali), che ha annunciato che chiedererà il rigetto totale di ACTA (proponendo che la materia del copyright online sia trattata in modo specifico e non nell’ambito generale della contraffazione). Allo stesso tempo, il gruppo popolare dell’EPP ha tenuto una conferenza stampa spiegando che ACTA non può essere sostenuto a meno che non sia fatta chiarezza sui punti più controversi del trattato, a partire dal fatto che gli Internet providers non possono essere obbligati ad agire come i poliziotti della Rete e dalla necessaria ridefinizione del “large scale IPR infringement”, in modo da non criminalizzare gli utenti in Rete.

Solo che, mentre la bocciatura europea di ACTA rappresenta un ottimo passo in avanti verso il superamento della vecchia concezione dei diritti (copyright vs copyleft, per intenderci) e l’affermazione di nuove tutele, a partire da quelle della libertà individuale degli utenti su Internet, in Italia – as usual – la fuoriuscita dal medioevo digitale appare ancora lunga e faticosa. E questo ci preoccupa, sempre di più.

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30 aprile, Catanzaro

postato il 27 Aprile 2012

Ore 17.00  – Teatro Comunale  (Corso Mazzini 74)

Incontro pubblico

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28 aprile, Torino

postato il 27 Aprile 2012

Ore 11.00 –  Sala Congressi della Fabbrica delle “E” (Corso Trapani 91)

Partecipa al convegno “La crisi ucciderà il welfare?”.  Con i ministri Elsa Fornero e Francesco Profumo

 

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Casini, no a Berlusconi «I moderati? Li ha divisi lui»

postato il 26 Aprile 2012

«Grillo mi fa lo stesso effetto del cappio leghista vent’anni fa»

Pubblichiamo da QN l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Francesco De Robertis

ROMA –Presidente Casini, ha sentito che Napolitano è tornato a tuonare contro l’antipolitica.
«Meno male che c’è Napolitano».

A chi parlava il presidente?
«È un monito in una doppia direzione: ai partiti perché si rinnovino ed estirpino il malcostume e alla gente perché non pensi che si possa fare a meno della politica. Altrimenti si sfocia nel populismo. Non dimentichiamoci però che la situazione in cui siamo è dovuta al fatto che per troppo tempo abbiamo sentito le solite parole d’ordine e anche le solite decisioni demagogiche».

A chi si riferisce?
«Faccio un esempio: adesso in molti si lamentano giustamente dell’Imu, che è molto pesante. Ma quando si è abolito l’Ici eravamo in pochi, e io tra questi, a dire che era una sciocchezza». [Continua a leggere]

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25 aprile, il popolo canta la sua liberazione

postato il 25 Aprile 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Jakob Panzeri

Il cantastorie ha cominciato a raccontare, 

il tessitore ha cominciato a dipanare,
porta la calce, porta i mattoni il muratore,
cammina l’uomo quando sa bene dove andare.

Il popolo canta la sua liberazione, il popolo canta la sua liberazione.

Il cantastorie ha cominciato a raccontare,
il tessitore ha cominciato a dipanare,
sento la vita che mi scoppia dentro al cuore,
cammina l’uomo quando sa bene dove andare.

Il popolo canta la sua liberazione, il popolo canta la sua liberazione.

(Claudio Chieffo)

Macerie e desolazioni. Le macerie delle città distrutte dalle bombe, dagli incendi e dai rastrellamenti. Le macerie civili di un paese privato della sua libertà e dei suoi diritti mentre  il cielo pesa greve sui sospiri delle anime gementi . Le macerie economiche di un paese mutilato e smembrato, di una rete ferroviaria e stradale distrutta. La guerra era in realtà  finita un anno e mezzo prima, con l’armistizio di Cassibile del 3 settembre 1943, ma l’Italia non trovava ancora pace: i corpi speciali nazisti SS e gli ufficiali della Wermacht avevano occupato le principali città italiane settentrionali governando con pugno di ferro e una lunga striscia di sangue.

Ma all’improvviso una scintilla nel buio, il popolo canta la sua liberazione.

Le forze angloamericane del generale d’acciaio Patton e dell’inglese Montgomery  ,sbarcate nell’estate del 1943 a Pantelleria con l’operazione Husky,  risalivano gradualmente la penisola aiutati dai partigiani, operai e studenti, contadini e intellettuali che lottavano per la libertà nelle città, sui monti e nelle campagne del centro-nord occupate dai tedeschi. Formazioni socialiste, comuniste, cattoliche, liberali, autonome e indipendenti riunite nel CNL, comitato di liberazione nazionale. La linea gotica è ormai superata, le alleati sono alle porte, Mussolini abbandona la prefettura alla volta di Como, il comitato nazionale di Liberazione proclama l’insurrezione armata e la liberazione di Milano.

Ricordate questa data , è una grande data,  il 25 aprile 1945.

La settimana successiva si inaugura il rinato teatro “La Scala” con le musiche di Rossini, Verdi, Puccini e il maestro Toscanini che aveva opposto il gran rifiuto di cantare “Giovinezza”.

E’ il primo segnale di un paese che ha voglia di rimboccarsi le maniche, di costruire un nuovo futuro, di sognare ancora. Il sogno di una generazione che ha sofferto la fame e la guerra ma ha lavorato duramente con il cuore colmo di speranza per un futuro migliore. Quella generazione costruirà un grande paese morale, civile ed economico, la settima potenza economica mondiale.

Oggi,  25 aprile 2012, non abbiamo in casa la guerra mietitrice di uomini e non siamo privati dei diritti civili, ma un ospite inquietante si aggira per le nostre case, una crisi che ci fiacca le reni e ci toglie le speranze, frusta le nostre ambizioni e ci costringe ad essere una generazione dalle passioni tristi. Una crisi economica che si erge a morale e che possiamo combattere soltanto tirando fuori tutta la nostra voglia di fare e di sognare.

Perché, come ci hanno insegnato i nostri nonni, il futuro si costruisce.

Grazie, grazie a tutti voi per questo insegnamento e per la libertà, il dono più grande. 

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