postato il 26 Aprile 2012 | in "Politica, Spunti di riflessione"

Casini, no a Berlusconi «I moderati? Li ha divisi lui»

«Grillo mi fa lo stesso effetto del cappio leghista vent’anni fa»

Pubblichiamo da QN l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Francesco De Robertis

ROMA –Presidente Casini, ha sentito che Napolitano è tornato a tuonare contro l’antipolitica.
«Meno male che c’è Napolitano».

A chi parlava il presidente?
«È un monito in una doppia direzione: ai partiti perché si rinnovino ed estirpino il malcostume e alla gente perché non pensi che si possa fare a meno della politica. Altrimenti si sfocia nel populismo. Non dimentichiamoci però che la situazione in cui siamo è dovuta al fatto che per troppo tempo abbiamo sentito le solite parole d’ordine e anche le solite decisioni demagogiche».

A chi si riferisce?
«Faccio un esempio: adesso in molti si lamentano giustamente dell’Imu, che è molto pesante. Ma quando si è abolito l’Ici eravamo in pochi, e io tra questi, a dire che era una sciocchezza».

Antipolitica o no, la gente avverte una certa inconcludenza dei politici: finanziamento ai partiti, legge elettorale, riforme. Molte chiacchiere ma pochi fatti. Qualche segnale concreto dovrete pur darlo.
«Scusi, andiamo per ordine».

Vada.
«Questa legislatura si è aperta con una maggioranza che aveva cento deputati in più dell’opposizione, ha avuto quattro anni di chiacchiere e alla fine miracolosamente si è aperta la strada per una larga coalizione e in quattro mesi dalle pensioni, semplificazione, liberalizzazioni, mercato del lavoro si è fatto molto».

La gente le avverte come opera di Monti non vostra.
«Sì, ma il governo lo votiamo noi. E in ogni caso la riforma costituzionale è estremamente complessa; per il finanziamento dei partiti e la legge elettorale sicuramente arriveremo a decisioni concrete. Se non ci riuscissimo sarebbe un fallimento».

Altrimenti Grillo…
«È chiaro che l’antipolitica matura non perché c’è un grande vecchio, ma perché la politica da brutta prova di sé. Però vorrei anche che si dicesse che non tutti siamo uguali, e che c’è chi è stato all’opposizione di Prodi e di Berlusconi e ha spiegato che la mitologia del bipolarismo era falsa».

Ha mai ascoltato un comizio di Grillo? Che effetto le ha fatto?
«Ne più né meno di quello che mi fece vent’anni fa il cappio sventolato dalla Lega. Oggi chi di cappio ferisce di cappio perisce».

Grillo vi accusa di essere vecchi. Lei, che peraltro ha sette anni di meno, si sente vecchio?
«Non mi importa di Grillo, io penso a me. Mi sento più saggio di quello che ero venti anni fa, e certamente più vecchio. E comunque a casa ci vado quando me lo diranno i miei elettori e non quando me lo dice il signor Grillo».

Come spiega l’uscita di Berlusconi sulle elezioni a ottobre?
«È una giusta ricerca di protagonismo, visto che il Pdl era un po’ afono. Per quanto mi riguarda sono molto contento di sostenere questo governo insieme a loro. Berlusconi ha una grande capacità di porre i problemi dimenticando. Fa l’appello all’unità dei moderati dopo che i moderati sono stati divisi da lui, e dopo aver fatto una politica in nome dei moderati tutto meno che moderata».

Quando si paria di trattative tra i partiti, si allude spesso a un patto per il Quirinale.
«Non capisco di che si parla».

Nei retroscena giornalistici si legge spesso il suo nome a uno scenario di quel tipo.
«Mi ha detto che sono vecchio. Che sono saggio? Bene, allora dico questo: la storia della repubblica italiana è costellata da patti per il Quirinale fatti da gente che si chiamava Moro, Fanfani, Andreotti, che poi al Quirinale non ci è mai andata. Spero che mi si riconosca l’intelligenza per capire che alla presidenza della repubblica si può essere chiamati, ma non è saggio programmare di poterci andare. In ogni caso la cosa mi diverte solo, non la prendo sul serio».

Lei ha annunciato il partito della Nazione, come altre volte. È quella buona?
«È un’esigenza avvertita sempre più forte. Ma non si può pensare che il partito nuovo lo creo io, pensando al nome e al programma. Deve essere un’impresa collettiva. C’è bisogno di interpretare una diffusa esigenza di serietà e di rifiuto del populismo. Mi auguro che ci possano essere delle disponibiltà, perché una cosa nuova non può nascere solo da chi è impegnato in politica».

E Fini, che parte avrà?
«Fini è totalmente d’accordo con me nel dire che non serve presidiare un territorio del 5 o 6 per cento ma bisogna realizzare un’impresa più ampia».

Maroni accosta l’ad di Finmeccanica Orsi all’Udc. Come risponde?
«E’ notorio che durante l’ultimo governo Berlusconi ho assunto io tutte le decisioni, ho nominato i vertici degli enti più importanti, ho deciso di mandare via Gnudi della presidenza dell’Enel. Scusi, Maroni dovrebbe imparare ad assumersi qualche responsabilità».

E Orsi?
«Se poi vogliamo parlare di Orsi, ho sempre avuto, come decine di altre persone, l’idea che sia una persona per bene».

10 Commenti
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freeskipper
11 anni fa

Belpaese: stipendi da fame e prezzi alle stelle!
Come fa un paese a crescere quando i suoi sudditi, pardon, i suoi “cittadini” percepiscono salari e pensioni che sono al limite della questua? Alla domanda la politica non ha saputo dare risposte concrete e ha delegato a questo i professori, facendosi da parte. I tecnici, da parte loro, hanno risposto al bisogno di crescita rivendicato ormai da anni dalla nazione intera, con una serie sconsiderata di aumenti ed una tassazione ai massimi storici. Per contro, ha lasciato ‘indisturbate’ le categorie più ricche del Belpaese che, nonostante tutto, continuano ad ingrassare i loro già lauti profitti! Così pur facendo parte dell’Unione Europea, almeno per quanto riguarda sacrifici e privazioni, gli italiani si ritrovano con gli stipendi che sono tra i più poveri del vecchio continente. Le retribuzioni dei lavoratori italiani non sono mai stati così bassi da 29 anni a questa parte e il divario con i prezzi è al top dal 1995. Lo fa sapere l’Istat, sottolineando che a marzo le retribuzioni sono state ferme su base mensile e in aumento dell’1,2% su base annua: si tratta dell’aumento tendenziale più basso almeno dal 1983. Secondo i dati Istat, inoltre, a marzo il divario salari-prezzi ha toccato un livello record: la forbice tra l’aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,2%) e il livello d’inflazione (+3,3%), su base annua, ha registrato una differenza di 2,1 punti percentuali: si tratta del divario piu alto dall’agosto del 1995. Quanto ai principali macrosettori, a marzo, le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale dell’1,7% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che, lo scorso mese, hanno presentato gli incrementi tendenziali maggiori sono stati: tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (2,9%), chimiche, comparto di gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi e quello delle telecomunicazioni (2,7% per tutti i comparti). Si sono registrate, invece, variazioni nulle nell’agricoltura, nel credito e assicurazione e in tutti i comparti appartenenti alla pubblica amministrazione. Alla fine di marzo la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo contrattuale è del 32,6% nel totale dell’economia e del 12,3% nel settore privato per un totale di 4,3 milioni di lavoratori senza contratto! L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di oltre due anni (27 mesi) tanto nel totale che nell’insieme dei settori privati. Alla fine di marzo 2012 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 67,4% degli occupati dipendenti e al 61,8% del monte retributivo osservato.

Francesco Modaffari
Francesco Modaffari
11 anni fa

Il governo Monti chiede SACRIFICI ai cittadini (c’è la crisi, dicono loro…), sono arrivati i “PROFESSORI” per salvare l’Italia, poi però compra 400 auto blu mentre altri 800 mezzi dello Stato sono inutilizzati! Ne vogliamo parlare? Dov’è la crisi?!

XY
XY
11 anni fa

Caro Presidente le cose che mi aspettavo da questo governo sono :
1)limiti alle buste paga dei manager publici (consoli, ambasciatori, amministratori delegati, Presidente Inps , direttori generali ecc…);
2)consoli e ambasciatori possono fare la stessa cosa in modo che si eliminerebbe un busta paga per ogni nazione;
3)Limiti alle buste paga delle pensioni d’oro attraverso un prelievo aggiunto e per quelle futuro un tetto stabilito per legge.
4)Coordinamento con la politica al fine di scrivere un nuovo sistema elettorale che riduca drasticamente il numero dei senatori e dei deputati.
5)eliminare le caserme dell’esercito vuote (resosi dal non obbligo del servizio di Leva)trasformandole in scuole o in edilizia popolare evitando di sciupare ulteriori risorse.
6)eliminare la maggior parte degli ospedali militari dando un altro tipo di destinazione.
7)ci sia anche per i militari un unico ente assistenziale (INAIL, INPS) evitando trattamenti diversi.
8)togliere l’obbligo ECM di credito formativo a punti e di stabilire una giornata formativa annuale perchè dietro la griglia dei punti e il continuo fare di corsi si nascondono interessi di ordini e albi e un continuo costo per le tasche dei professionisti della salute.
Parte della giustizia sociale che Le ho chiesto so bene che è una utopia, la mia consolazione di cittadino è che per lo meno con questa mia ci ho tentato. Grazie per averla letta.

Patrizia
Patrizia
11 anni fa

Presidente Casini quando sento parlare di “moderati” il pensiero mi va a berlusconi e alla sua cricca. Lei sa benissimo che il cavaliere oltre a non aver fatto mai niente per l’Italia ha dato il suo bel contributo per farla sprofondare nella crisi e nel malcostume. Lei delle volte prende delle distanze dal cavaliere altre volte vorrebbe una nuova e grande coalizione dei moderati. Ma veramente a che gioco gioca? Come sua sostenitrice mi sento in dovere di dire, no ad alleanze con berlusconi e i suoi fedelissimi del tipo verdini o la russa, o altri. Al solo pensiero che il mio voto possa andare a riempire il parlamento di tali personaggi, no grazie, preferisco anche se disgustata votare grillo.

vito perrino
vito perrino
11 anni fa

Veda Presidente,il richiamo ai moderati nell’immaginario dei cittadini rimena a piè pari ad un’area politica del centrodestra. Essere moderati verso quell’area politica oggi non si può per i motivi B noti motivi.
Ergo,in nuce il nuovo soggetto politico si deve distinguere per erodere da lì consensi in vista di una futura alleanza con il solo PD, e ce la può fare.
Quindi un soggetto politico che deve essere e apparire: sobrio, morigerato, discreto, parco, decoroso, equo, popolare rispetto a qualche altra cosa !, e questo lo si può fare.
Ma affinchè ciò si verifichi deve essere ed apparire radicale,estremista ed innovativo nei contenuti che toccano lo stomaco più che le menti delle famiglie.
La speranza,la visione e l’idea guida concreta che qualcosa può cambiare. Diversamente da questo, il distinguo e la demarcazione non la si vede ed addirittura può provocare l’effetto opposto: o cerchiobottistico o di via di mezzo sino al piano inclinato dell’assimilabilità con la medesima area.
La nettezza di posizione sui contenuti che riguardino spending review seria incisiva,un’economia di sacrifici per cui valga la pena farli per i propri figli che addirittura rischiano di pagare i privilegi dei padri devono essere palesi e marcatamente visibili.
La demagogia ed il populismo allignano e fanno breccia, sin dall’epoca greca,quando si è in presenza di una classe di governo che viene vista come autarchica ed oligarchica e la qual cosa accompagnata da una crisi decennale fa il resto provocando rigetto e rifiuto a priori per andarsi a sfogare (elettoralmente) altrove.
Il nuovo soggetto politico avrà questa capacità o darà solo la sensazione di volersi autoperpretare ?
A guardarsi in giro in periferia di personale non ve ne è, in quanto sino ad oggi è stato solo autoreferenziale e non può darci alcunché di esempio. Impresa ardua ma possibile.

admin
admin
11 anni fa

Cara Patrizia,
la “partita” dell’unità dei moderati non verte su Berlusconi e i suoi amici, ma sui programmi. Solo un progetto chiaro può rimettere insieme i moderati.

libero.pensatore.
libero.pensatore.
11 anni fa

Un lavoratore autonomo, se è fortunato e sta bene di salute,lavora da gennaio a luglio per pagare le tasse, i contributi e le spese. da settembre a dicembre per mantenere la famiglia.Ora è arrivata l’IMU e la super IMU. Se a casa di proprietà, anche ereditata, lavorerà altri mesi per pagare la esosa ed iniqua tassa per il laboratorio, il negozio o l’ufficio.
Chi possiede gioielli, diamanti, quadri di autore del valoere di miglioni di euro, non paga un centesimo di tasse e non da lavoro a nessuno. SE poi, il lavoratore autonomo che non ha ferie, ne liquidazione, disgraziatamente si ammala o rimane con poco lavoro, finisce inesorabilmente nelle mani del peggior usuraio che esiste : EQUITALIA.

Patrizia
Patrizia
11 anni fa

…. okey, ma io rimango dell’idea che certi politici che si definiscono”moderati” ma in realtà corrotti, pervertiti e alcuni diciamolo pure fedeli al fascismo, non debbano più mettere piede nel Parlamento italiano.Il Parlamento italiano dovrebbe essere l’espressione della sovranità popolare, non un riciclo di furfanti. Sono gli elettori che devono unirsi e credere nel programma dei moderati, no i furbetti politici del pdl che hanno rovinato il paese, e che ora pur di mantenendo potere, sottoscrivono il “programma dei moderati”. Non possiamo dimenticare “le leggi ad personam” o affidarci a politici che hanno creduto alla favola della nipote di Mubbarah. Il Parlamento è stato troppe volte calpestato e violato, le parolacce della russa, gli insulti della lega, le risse, le leggi per difendere i propri interessi, e per non finire in galera, e basta , chi ha offeso il Parlamento deve essere cacciato. Io fino ad oggi mi sono sempre considerata una moderata, ma ora sono stanca di questo marciume, sono stanca di questi giochini di potere. Con l’occasione ho fatto copia-incolla su uno dei passaggi della lettera che il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, prima di morire, ha stabilito che venisse inviata al presidente della Camera, Gianfranco Fini. Sono parole che dovrebbero far riflettere.
“Professo la mia fede repubblicana e democratica, da liberaldemocratico, cristianodemocratico, autonomista-riformista per uno Stato costituzionale e di diritto. Professo la mia fede nel Parlamento espressione rappresentativa della sovranità popolare, che è la volontà dei cittadini che nessun limite ha se non nella legge naturale, nei principi democratici, nella tutela delle minoranze religiose, nazionali, linguistiche e politiche”. ..continua :”Signor Presidente – scrive a Fini – nel momento in cui nella fede cristiana lascio questa vita, il mio pensiero va alla Camera dei deputati, nella quale, per voto del popolo sardo, entrai nel 1958 e fui confermato fino al 1983, anno in cui fui eletto senatore. Fu per me un grandissimo e distinto privilegio far parte del Parlamento nazionale e servire in esso il Popolo, sovrano della nostra Repubblica”.

Gattestro
11 anni fa

Buonasera Presidente

se oggi le parole di Beppe Grillo cominciano a riscuotere tra i nostri concittadini un consenso di un certo livello, non è perché improvvisamente gli italiani sono impazziti o sono diventati tutti dei masaniello. La sirena del comico genovese funziona perché gli attuali partiti (con poche eccezioni) negli ultimi 20 anni hanno dato ben misero spettacolo di sè ed hanno fatto scivolare in secondo piano le esigenze della collettività, per coltivare quasi esclusivamente e spesso in modo spudorato gli interessi propri e quelli dei propri sodali. In questo già desolante quadro l’avvento dell’euro prima e le varie ondate speculative di rialzo dei prezzi poi, hanno fatto scivolare alle soglie della povertà una intera classe sociale. Nel contempo la corruzione ha dilagato (altro che Mani Pulite del 1992 ci vorrebbe oggi!), la forbice della sperequazione sociale si è allargata in modo drammatico, la delocalizzazione ha fatto crollare il numero di posti di lavoro nel nostro Paese e la precarizzazione ha bruciato una intera generazione.
Non cè da stupirsi quindi se, a torto o a ragione, molti nostri concittadini cominciano ad aderire al messaggio del movimento 5 stelle, che si badi bene non è antipolitico: è antipartitico.
Personalmente spero davvero che la sua iniziativa politica del nuovo partito raccolga il consenso dei moderati (tra i quali personalmente anch’io mi colloco ) o per meglio dire, il consenso delle forze moderate sane del Paese.
Spero vivamente di non rivederla mai più alleata con personaggi del tipo B (lui sì populista e demagogo), con tutta la sua corte.
Benissimo ha fatto a prenderne le distanze e mi auguro che riesca anche a mantenerle.

Cordiali saluti

citoyenne
citoyenne
11 anni fa

Buongiorno, presidente

Se lei vede una somiglianza tra i cappi della Lega e le esternazioni comiziali di Grillo, io invece ne colgo la diffrenza: una cosa è un comportammento in una sede istituzionale, un’altra cosa è un comizio. Tra i suoi “moderati” ci sarà anche quel tale Strano, mi pare così si chiamasse colui che mangiò la mortadella e brindò alla caduta del governo Prodi, perchè anche quello fu uno strappo istituzionale e di una volgarità unica. Considerato che apparteneva al partito di Fini, le chiedo sarà tra i suoi “moderati”?
Lei, che è un politico di vecchia razza, sa benissimo che in un comizio i toni sono sempre piuttosto accesi e mi pare che quando il cav., non ricordo se allora era suo alleato, definì “cog…ni” coloro che non votavano per lui, lei, nè da alleato, se lo era, nè da opposizione, si è sentito “sfruculiato”. Forse il problema è che i cittadini comuni possono essere offesi tranquillamente, mentre nessuno può attaccare gli “eletti”?
Forse c’è una sola verità: quando riuscite, “tutti” voi politici a sedervi sul “vostro piccolo trono”, ritenete che da lì potete pontificare e sparare a zero su tutti coloro che osano attaccare il vostro “potere”. E’ così?
Una citoyenne



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