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Un emendamento assolutamente privo di senso, e privo di sensibilità verso una situazione particolarmente disagiata e difficile, a prescindere da chi la viva, come la perdita del lavoro. Non era neanche il caso di annunciarla una proposta del genere, ma questo ripensamento lo accolgo con grande gioia, anche se un pò mi preoccupa anche solo questa idea abbia sfiorato le menti di alcuni parlamentari. In un giorno dove si parla del risultato, a mio avviso grave, del referendum svizzero,si è data una risposta importante verso questo senso. Gli immigrati sono persone come tutti gli altri, alcuni nostri rappresentanti non l’hanno capito. Per fortuna ogni tanto si ravvedono. La strada è ancora lunga, bisogna lavorare, per abbattere i pregiudizi,accogliere gli immigrati che vogliono contribuire a rilanciare questo paese, seguire le nostre norme, e contrastare quella piccola parte di extracomunitari che mettono in cattiva luce anche chi lavora onestamente. Mattia Ventroni
Presidente, per caso oggi, mi è passata tra le mani una bellissima lettera enciclica di Papa Giovanni XXIII, “PACEM IN TERRIS” sulla pace fra tutte le genti nella verità nella giustizia nell’amore nella libertà.
L’enciclica è datata 1963, ma ancora attuale, tanto che poteva essere datata 2009.
Ripropongo integralmente una parte che riguarda il diritto di emigrazione e di immigrazione.
“Ogni essere umano ha diritto alla libertà di movimento e di dimora nell’interno della Comunità politica di cui è cittadino; ed ha pure il diritto, quando legittimi interessi lo consiglino, di immigrare in altre Comunità politiche e stabilirsi in esse. Per il fatto che si è cittadini di una determinata Comunità politica, nulla perde di contenuto la propria appartenenza, in qualità di membri, alla stessa famiglia umana; e quindi appartenenza, in qualità di cittadini, alla Comunità mondiale”.
Presidente, vada a spiegarglielo a Bossi & C. che già da svariati decenni è questo il pensiero della Chiesa Cattolica in materia di immigrazione.
Vada a dire alla Lega e ai suoi rappresentanti che prima di parlare di Croci e di Cristo e della chiesa cattolica si debbano fare un serio esame di coscienza, e poi vadano a confessare la condotta sociale e morale.
Vada a dire a quella gente che prima di nominare il nome di Dio invano e di utilizzare come vessillo la Croce di Gesù Cristo mettano in pratica i suoi comandamenti, evitino di cadere nei vizi capitali e mettano invece in pratica le virtù.
Rosa Bassu
Presidente, in merito a questa proposta, penso sia adatto il titolo utilizzato dal tg nel presentare la notizia: “una cassa.. senza integrazione”. E’ il minimo che la lega abbia ritirato l’emendamento, anzi, secondo me, non dovrebbe essere nemmeno possibile una proposta così razzista.
L’integrazione non si realizza in questo modo, ma soltanto con la sicurezza: con più sostegni alle forze dell’ordine, piuttosto che alle ronde!