postato il 23 Gennaio 2011 | in "In evidenza, Media e tecnologia, Riceviamo e pubblichiamo"

Telespettatori sull’orlo di una crisi di nervi

Da un po’ di tempo se cerco una notizia o una informazione o se cerco di farmi un’idea su un determinato argomento o su una certa vicenda non accendo più la tv, ma inizio immediatamente a navigare in rete. Non è solo il segno dei tempi e del dominio di internet, ma anche l’orrore per tutto quello che ci propina la nostra televisione. Non basterebbe probabilmente un libro per narrare del museo degli orrori del piccolo schermo, tuttavia è sufficiente considerare questi due aspetti, le notizie e gli approfondimenti, per capire che la tv è il luogo meno adatto per cercarle.

Se cercate una notizia e vi sintonizzate sul telegiornale sbagliato potrebbe accadervi di non sapere assolutamente nulla di fatti e misfatti riguardanti il Cavaliere dimezzato, ma in compenso vi potrete fare un’ampia cultura generale che spazierà dalle meduse-cubo a Charlie lo scimpanzé tabagista, potrete anche scegliere i vasetti per la pupù più alla moda per i vostri pargoli e infine potreste salvare anche la vostra vita seguendo l’intervista a qualche luminare della medicina che rivelerà che per difendervi dal freddo dovete coprirvi e non uscire di notte. Preciso che quelle che precedono non sono banali battute ma servizi realmente mandati in onda dal Tg1 rintracciabili tutti nella mitica rubrica Minzoparade.

Se con le notizie siete stati sfortunati, non pensate di approfondire con qualche talk show, perché sperimentereste la stessa frustrazione di Aldo Grasso nell’assistere a delle vere e proprie messe cantate dove non si approfondisce nulla e si accavallano le voci dei pretoriani del Premier e dei suoi oppositori. Non riesco neanche a capire perché nei vari “Annozero”, “Ballarò”, “Porta a Porta” e “l’ultima parola” bivacchi sempre la stessa combriccola di politici e giornalisti che si muovono come gladiatori ben addestrati a combattere per compiacere i loro padroni. E in questi giorni di fine impero l’arena diventa anche più divertente (o triste a seconda delle prospettive) se la gladiatrice Daniela Santanchè, evidentemente sotto pressione, si esibisce in una vera e propria crisi di nervi che le fa scambiare Zucconi con Zincone, Washington con New York, la fa imbestialire appena Concita De Gregorio o Marco Travaglio aprono bocca e infine abbandonare lo studio a tacchi levati. Un po’ la signora Garnero in Santanchè mi intenerisce: ce la fareste ad andare ogni giorno in Tv a sostenere cose impossibili tipo che la terra è piatta e che oltre lo stretto di Gibilterra si precipita nel vuoto?

Dall’altra non mi inteneriscono i signori conduttori, i sommi sacerdoti di queste messe cantate, per il servizio (?) che continuano ad offrire ai telespettatori: che cosa dovrebbero approfondire, che coscienza critica dovrebbero formarsi mentre va in scena l’ultimo battibecco da pollaio? E mentre notizie e approfondimenti in tv sono merce rara sale la preoccupazione per i telespettatori sull’orlo di una crisi di nervi. Chi li salverà? Una notizia, of course. Con tutto il rispetto per Charlie lo scimpanzé fumatore.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi



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