Pensavamo che questa vicenda del caos liste potesse risolversi nel modo migliore, cioè con le scuse. Invece Berlusconi si è comportato come quel genitore che accusa il professore perché il figlio è stato bocciato a scuola. Non trovo giusto prendersela con le istituzioni quando gli errori, per stessa ammissione dei dirigenti Pdl, sono da imputarsi a loro. E’ un atteggiamento che dimostra una scarsa fiducia nelle istituzioni da parte di un’altra istituzione, la presidenza del Consiglio.
A questo atteggiamento noi rispondiamo ribadendo la fiducia in Napolitano, che non può essere tirato per la giacca a seconda delle convenienze politiche.
In quello che è accaduto c’è qualcosa di catastrofico. La mancanza di qualsiasi umiltà e serenità. Il non aver immaginato neanche vagamente che si potesse chiedere scusa
da ‘la Stampa’ di Antonella Rampino
«Quella di Berlusconi è arroganza».
Stesse parole di D’Alema, onorevole Casini.
«Riammettere le liste del Pdl in Lazio e Lombardia per decreto dà al Paese un messaggio devastante. L’idea che le regole valgano solo per i più deboli e non per i più forti. I cittadini fanno la fila per un concorso pubblico e le regole devono rispettarle. Ora c’è qualcuno che ti passa davanti in Ferrari, senza neanche aver compilato il modulo». [Continua a leggere]
La decisione del Cda della Rai di sospendere i talk show per la durata della campagna elettorale è del tutto sbagliata. Terremoto, piccole e medie imprese, famiglie, tasse: si vuole mettere il silenziatore alla campagna elettorale.
Faccio un appello al presidente Berlusconi che quando è sceso in campo, e noi eravamo con lui, ha fatto un discorso di competitività e di accesso: oggi non puo’ diventare l’uomo del bavaglio e della censura. E’ in contraddizione con tutta la sua storia politica e umana. Spero si possa rimediare a questa politica “birmana” che mette il silenziatore a tutta l’opinione pubblica.
La par condicio c’è proprio perché ci vogliono regole. Bisogna che non si spenga l’attenzione dell’opinione pubblica nella campagna elettorale.
Intervistato da Barbara Palombelli a ‘28 minuti’ su Radio2, Pier Ferdinando Casini risponde alle domande su par condicio, lotta alla corruzione e prossime elezioni regionali: “Se gli italiani sono contenti di come sono governati fanno bene a votare Pd e Pdl, se invece pensano che ci sia qualcosa che non funzione farebbero bene a premiare chi li contesta”.
Nella sfera pubblica emerge «uno spaccato di corruzione da far paura»e sbaglia Berlusconi a minimizzare. Pier Ferdinando Casini fa il punto sugli scandali di queste settimane e al Pd lancia un segnale preciso: lasciate perdere l’idea di «rifare l’Unione», guardate piuttosto al «laboratorio politico» delle Marche.
Berlusconi ha spiegato che la casa dei cattolici è il Pdl. Come gli risponde?
«Ma se persino un loro ministro, parlo di Gianfranco Rotondi, dice che nel Pdl chi viene dalla tradizione democristiana non è preso in considerazione, di cosa stiamo parlando? Negli ultimi mesi siamo stati noi il punto di riferimento per tanti cattolici e lo dimostrano le adesioni di Binetti, Carra, Lusetti, Bianchi. Ma certo non aspiriamo a diventare un partito clericale».
Dal Pdl vi accusano di esservi alleati solo con chi vince…
«Siamo indifferenti a questi attacchi. La verità è un’altra: con queste regionali noi ci siamo assunti un rischio enorme. In Veneto e in Lombardia abbiamo lasciato assessorati sicuri e un’alleanza vincente per costruire una diga anti-Lega. Altro che convenienze». [Continua a leggere]
In questi 15 anni più volte la politica mi ha diviso da Silvio Berlusconi e più volte ho polemizzato con lui, come sanno tutti gli italiani. Ritenere però che Forza Italia sia prodotto della mafia significa non solo offendere milioni di elettori, ma soprattutto falsificare profondamente la realtà. Non ha futuro un Paese in cui la politica si fa usando queste armi.
Smettiamola di dire che il legittimo impedimento mette in una condizione particolare una persona rispetto agli altri cittadini, perché allora dobbiamo ammettere che tutti noi lo siamo perché non possiamo essere arrestati.
La Costituzione pone e poneva fra le varie guarentigie dei parlamentari il tema dell’immunità, con delle garanzie che gli altri cittadini non hanno in base ad una specifica funzione pubblica.
Questo provvedimento puo’ essere discutibile, detestabile come dite voi, io non lo credo affatto. Ma e’ un testo che ha il coraggio di prendere atto di una questione che esiste e che riguarda il rapporto tra politica e magistratura. Noi non facciamo esercizio di ipocrisia, e preferiamo prendere il toro per le corna.
Voteremo a favore del legittimo impedimento a patto che riguardi solo il presidente del Consiglio e non venga esteso ai ministri. Meglio creare uno scudo per Berlusconi che devastare l’intero sistema giudiziario italiano: il Paese ha bisogno di una riforma, e ha bisogno anche di un nuovo equilibrio tra potere giudiziario e potere legislativo.
Alla maggioranza chiediamo però non aggiungere altri vagoni a questo treno in corsa, che altrimenti potrebbe deragliare.
Lavoriamo tutti assieme per una grande riforma della giustizia, il tema della durata dei processi e della certezza della pena è fondamentale per tutti i cittadini italiani. E’ bene rimuovere dal campo le questione personali che riguardano il Presidente del Consiglio, affrontare il legittimo impedimento.
Questo è un appello che vorrei lanciare all’altra opposizione, quella del Pd, che deve emanciparsi dal giustizialismo di Di Pietro, che deve affrontare i rapporti tra politica e magistratura. Ed è anche un appello che faccio al governo: evitiamo di caricare nel treno del legittimo impedimento troppi vagoni che lo farebbero deragliare. [Continua a leggere]
“L’Udc va con chi vince? Semmai vince chi viene con noi”.
Pier Ferdinando Casini parla di elezioni regionali e conferma la posizione Udc di sostegno all’ex sindaco di Lecce nella corsa per la guida della regione Puglia: “Siamo alternativi a Vendola, sulla candidatura di Adriana Poli Bortone crediamo ci possa essere un’intesa ampia”.
Legittimo impedimento? “Noi siamo pronti a votare la legge per chiudere la querelle infinita tra i giudici e Berlusconi, ma deve riguardare solo il presidente del Consiglio: estendere il provvedimento anche a ministri e sottosegretari renderebbe impossibile il nostro voto a favore”.
Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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