“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati
I risultati che questo governo, e chi lo appoggia, stanno ottenendo nella lotta all’evasione fiscale sono encomiabili e sono la dimostrazione che, se fosse stata condotta in modo altrettanto efficace dai precedenti governi, l’Italia oggi starebbe molto meglio.
Soprattutto è la riprova che la vera lotta all’evasione fiscale non si fa con i condoni che avvantaggiano chi evade e mortifica gli onesti; tutto questo è salutato con favore dagli italiani come è dimostrato dalle recenti ispezioni che hanno visto coinvolte Cortina, Milano, Napoli, Roma, Courmayeur salutate con favore dalla gente anche alla luce delle cifre venute fuori e che ricordiamo per amor di cronaca: a Cortina i ristoranti hanno fatturato fino al 300% rispetto allo stesso giorno dell’anno precedente, i commercianti di beni di lusso fino al 400% in più, i bar fino al 40% in più, i controlli sui possessori di 251 auto di lusso di grossa cilindrata avevano fatto emergere 42 proprietari che faticavano a “sbarcare il lunario”, avendo dichiarato meno di 30 mila euro lordi di reddito sia nel 2009 sia nel 2010, mentre 16 auto erano intestate a contribuenti che hanno dichiarato meno di 50 mila euro lordi, senza contare le auto di grossa cilindrata intestate a società che sia nel 2009 sia nel 2010 avevano dichiarato in 19 casi di essere in perdita, mentre in 37 casi hanno dichiarato meno di 50 mila euro lordi.
A Napoli si è riscontrato un aumento medio dell’incasso, un po’ come è successo ai negozianti di Cortina, che è andato dal +133% al +985%. Uno scenario quasi irreale. Che si è complicato quando, dati alla mano, la Guardia di Finanza ha dichiarato che al termine dei controlli effettuati ben l’82% degli esercizi controllati ha presentato un qualche tipo di irregolarità. Su 386 esercizi controllati ben 317 non adempivano agli obblighi di legge.
Contemporaneamente a queste ispezioni, il governo, per andare a stanare i grandi evasori, che generalmente evadono tramite conti all’estero e società in paradisi fiscali, ha stretto una serie di accordi con Germania, Francia, Spagna, Regno Unito, USA da cui il governo italiano ha adottato le norme anti evasione che mettono sotto torchio le banche: in pratica gli istituti bancari di tutti i paesi aderenti all’accordo dovranno controllare i loro clienti che sono contribuenti e hanno attività finanziarie all’estero superiori a 50mila dollari; questi contribuenti dovranno fare una dichiarazione dei loro beni esteri al fisco Usa, pena una sanzione di 10mila dollari (che diventano 50mila se il contribuente continua a essere reticente dopo la notifica del fisco USA). Fin qui la cosa riguarda i cittadini statunitensi, ma l’obbligo di comunicazione riguarda anche quei soggetti non statunitensi che hanno partecipazioni americane di peso (quindi, ad esempio, società italiane con quote Usa). Anche loro sono obbligati alla comunicazione e la sanzione è un prelievo da parte della stessa banca del 30% della somma depositata nel conto corrente. L’importo verrà poi versato al fisco statunitense. In pratica le banche europee dovranno fare da delatori ed esattori per conto di un paese estero, dando vita ad un grosso onere per gli istituti di credito europei.
Ma, ed è questa la vera novità, la suddetta norma presto potrebbe riguardare direttamente i contribuenti nostrani, in quanto queste regole dovrebbero diventare reciproche, come normalmente accade in caso di accordi tra Stati, e quindi un fisco straniero (statunitense, francese, britannico o tedesco) controllerà i conti esteri dei cittadini italiani, fornendo poi i dati al fisco italiano che erogherà le salatissime multe di cui sopra.