postato il 24 Luglio 2012 | in "Economia, Europa, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo"

Se la Grecia diventa un monito

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

In questi giorni i mercati finanziari europei sono scossi da impetuosi venti ribassisti che hanno molteplici radici accomunate tutte da un palese nervosismo motivato da una paura verso il fallimento della Spagna. I recenti sviluppi, alla luce di alcuni fatti riportati in passato, impongono una riflessione molto seria.

Se la Spagna cadesse, la prossima a rischiare potrebbe essere la Germania a causa della fragilità del sistema bancario tedesco, inoltre ho affermato che se la Grecia dovesse dichiarare fallimento, le perdite per il sistema industriale tedesco si aggirerebbero intorno ai 200 miliardi di euro (circa il 10% del PIL tedesco); la Cina sta rallentando pesantemente e questo apre un possibile scenario di crisi anche in Asia; questi sono fatti oggettivi. In questi giorni, tra altro,  l’agenzia Moody’s ha abbassato a “negative” le prospettive future per l’economia tedesca.

I recenti sviluppi sono legati ad alcune dichiarazioni: pochi giorni fa il ministro spagnolo Montoro ha dichiarato che, se la BCE non avesse comprato i titoli di stato spagnoli (Bonos), il paese iberico non avrebbe avuto la liquidità (ovvero i soldi in cassa) per pagare i servizi.

E’ una dichiarazione pesante, resa al parlamento spagnolo, quindi un contesto ufficiale e nel quale le parole vengono scelte accuratamente e pesate e sono state dette per motivare le pesantissime misure prese dal governo spagnolo. A questo aggiungiamo le recenti richieste da parte di alcune regioni spagnole (Valencia e soprattutto la Catalogna, che, per importanza economica, è la seconda regione del paese iberico). Domenica, invece, il ministro tedesco Rosler ha affermato che l’eventualità del default della Grecia è una ipotesi concreta e che non preoccupa. Ipotesi che anche l’FMI sembra che stia considerando.

Detto ciò, cosa possiamo concludere? E’ possibile che la Germania accetti tranquillamente il costo che comporta il default greco per il suo sistema industriale?

La risposta è si. Nonostante le recenti dichiarazioni da parte del Presidente dell’Eurogruppo Juncker. Evidentemente la riflessione della Germania parte dal presupposto che ormai per la Grecia non ci siano più speranze, ma questo non basterebbe a giustificare l’uscita del ministro.

A mio avviso, la dichiarazione tedesca fa eco a quella del ministro Monitoro e ha un duplice scopo: da un lato spingere affinché Madrid approvi il prima possibile il piano stabilito dal governo, e dall’altro lato usare la Grecia (e le conseguenze che avrebbe il popolo greco uscendo dalla UE) come monito e come esempio verso quelle persone che non accettano il piano di tagli e risanamento varato dai vari governi.

Insomma, si può ipotizzare che la Grecia venga usata come esempio (in negativo) di quel che può accadere se non si rispetta un piano di austerity e si va in default.

Se questa mia personale riflessione è corretta, nel giro di poche settimane vedremo l’uscita della Grecia dalla UE e la sua contestuale dichiarazione di default, con tutto quello che comporterà (aumento dell’inflazione, della disoccupazione e, potenzialmente, disordini).

In ogni caso, nei prossimi giorni vedremo un aumento della volatilità sui mercati finanziari e altri ribassi, come avevo affermato in passato, ma ribadisco che se la Spagna cade, la prossima a seguirla potrebbe essere il sistema bancario tedesco.

20 Commenti
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citoyenne
citoyenne
11 anni fa

Buongiorno, dott. Pezzati

“Muoia Sansone con tutti i Filistei”.
Se è vero che i fallimenti della Grecia, prima, e della Spagna, poi, trascinerebbero nel loro vortice per primo proprio il sistema bancario e l’industria tedeschi, vorrebbe forse dire che gli altri Paesi intermedi, Italia (perchè egoisticamente è quello che ci tocca maggiormente e anche perchè è quello che viene indicato più a rischio, dopo i primi due), Francia, Belgio, Olanda e via via, a salire verso il nord, i Paesi scandinavi che hanno aderito all’euro, ecc. si potrebbero salvare? Noooo! o sbaglio?
Se lei poi sottintende che i Paesi dell’UE dovrebbero redarguire la Germania con la minaccia più o meno velata che se, ad uno ad uno, fallissero tutti, trascinando nel loro spericolato crollo anche la virtuosa capolista, lo stesso mai sopito orgoglio teutone la farebbe insorgere e diverrebbe la prima a rompere i patti europei. (Tempo fa si diceva che già da qualche tempo i tedeschi avevano ripreso a stampare marchi, era vero?)
Se è vero che anche la Cina sta subendo la fase di un piccolo, momentaneo arresto, magari trascinando nella sua scia anche gli altri Paesi asiatici, forse vuol dire che il “miracoloso” sistema finanziario/speculativo, tanto decantato al punto da farlo diventare globale, forse dimostra di non essere quella quintessenza di “virtù” che voleva apparire.
Forse, dico forse, c’è una sola verità: le teorie sulla carta sono tutte belle, sia dal punto di vista economico/finanziario sia dal punto di vista politico; è solo la messa in pratica che le distrugge, tramutandole in “monnezza”!
Una citoyenne

un.suddito
un.suddito
11 anni fa

casini che a parole è il sostenitore della famiglia, nei fatti ha appoggiato un governo Monti che ha tartassato e tartassa prima di tutto le famiglie, nel bene casa ad esempio, nei risparmi, nelle aspettative per la pensione, nello stato sociale (assistenza sanitaria in primis, assistenza ai disabili, aiuto ai disoccupati, etc.). Tutto questo ha tolto dal mercato decine di miliardi di euro deprimendo l’economia reale e non ha prodotto nessun risultato utile. Semmai la depressione che è l’ombra del baratro, una economia ferma ed al collasso, aziende e attività liquidate e uno spread altissimo ed insopportabile, perchè incolmabile (nesuna manovra può bastare). Infine ha approvato a forza una legge che ci impone il cappio al collo x almeno 20 anni, ben sapendo che non potrà mai essere attuata, il fiscal compact. Dunque nessuna persona di buon senso potrebbe dire che Monti e le sue manovre continue sono state utili, anzi. Ma forse le grandi banche padrone del mondo di cui monti è dipendente, i grandi speculatori che ci hanno imposto queste persone, come, del resto è stato per la Grecia, è proprio quello che vogliono. Distruggere quel poco di sano che ancora esiste nelle nsotre economie malate, togliere liquidità, per lucrare guadagni sulla pelle della povera gente e salvare se stessi. Se questo era lo scopo sta riuscendo benissimo. Solo l’on. Casini e il presidente fingono di non rendersene conto. E basta dire che senza Monti sarebbe andata peggio, perchè NON è VERO non ci crediamo più !!!!! Basta vedere cosa accade in grecia e spagna o scendere al piano terra anche da noi, per capirlo.

un.suddito
un.suddito
11 anni fa

un link interessante :
http://www.linkiesta.it/debito-italia-germania

TUTTI sanno che la germania no accetta gli eurobond solo perchè non vuole finanziare mafia e sud assistenzialista !

mario pezzati
mario pezzati
11 anni fa

Non rispondo neanceh all’affermazione razzista e becera di “un suddito”, mi limito a dire che la strada del risanamento avviata da monti era l’unica possibile. Noi pochi mesi fa eravamo considerati debitori insolventi (oltre allo spread bisognerebbe vedere anche i cds, ovvero gli strumenti per coprirsi dal rischio fallimento di un debitore, azienda o nazione che sia, ebbene quelli italiani erano alle stelle). CHi presterebbe denaro ad una persona che non rispetta gli impegni assunti, non riforma il suo modo di viere e così via??? Monti, dopo i bunga bunga del berLOSCO, sta cercando di rimediare a ciò.

@ citoyenne: le sue osservazioni sono giuste, ma bisogna andare più in profondità. Intanto sfatiamo un mito: la germania NON sta stampando marchi in segreto. Anche perchè che senso ha stampare moneta che non ha corso legale?
QUando dico che dopo la spagna potrebbe toccare alla germania, a causa del sistema bancario tedesco, non intendo dir eche anche l’italia cadrebbe in default.
Mi rendo conto che detto così è un pò fideistica la cosa, ma le assicuro che nei prossim igironi approfondirò il dicorso sul sitema bancario tedesco. Per il momento basti ocnsiderare che le banche tedesche, a differenza di quelle italiane, sono piene di titoli greci e spagnoli.
Se spagna dichiara default, le banche tedesche avrebbero bisogno di una immane liquidità e il governo tedesco difficilmente potrebbe assumersi tali oneri senza vedere innalzare il suo debito e sprofondare il pil. La prima mossa delle banche tedesche, come scrissi un paio di settimane fa, sarebbe quella di vnedere i titol iche hanno per racimolare liquidità e questo colpirebbe i mercati finanziari 8ma non le economie) dei paesi come Italia e francia.
Questo genererebbe una ondata ribassista e volatilità finanziaria sui mercati, ma, ripeto, non coinvolgerebbe l’economia reale (se non in maniera molto mediata).
questo dissi il 15 giugno in questo articolo: https://www.pierferdinandocasini.it/2012/06/15/e-se-la-germania-fosse-la-prossima-vittima-della-crisi/.
Quindi direi che in questo moemnto è più sulla graticola la germania, perchè le nostre banche hanno meno derivati ,meno titoli tossici e molti meno crediti legati a spagna o altro (derivati su materie prime e così via).

Passiamo alal cina: sempre in quell’articolo pronosticavo la crisi delal cina. Previsione che avevo fatto alcuni mesi fa, quando parlai di tre grandi pericoli: rallentamento usa, fragilità della deutche bank e crisi in cina.
Addirittura (giosuto per tirarmela un pò, per una volta lasciatemelo fare), l’articolo era del novembre 2011 (https://www.pierferdinandocasini.it/2011/11/23/germania-usa-e-cina-hanno-il-fiato-corto-anche-la-loro-economia-preoccupa-i-mercati-finanziari/).

Dopo essermi autolodato, passiamo alal cina.
la cina sta sperimentando una crisi legata ad alcune bolle (in primis quella immobiliare) e alle tensioni tra una media borghesia pienamente formata, un ceto produttivo poverisismo e una dittatura. Ovvio che queste tensioni, per ora sopite, dovranno esplodere nel momento in cui la crisi toccasse la cina, come sta iniziando a fare. d’altornde se la cina si candidava come paese puramente dedicato all’export, è ovvio che avrebbe pagato le conseguenze del rallentamento degli altri paesi. la crisi in cina è fisiologica, ed è stata sperimentata da tutti i paesi durante la loro crescita (si pensi ai movimenti sindacali di fine 800 in italia), ma il vero problema è: come risponderà il regime dittatoriale di pechino??? Io penso con alcune timide aperture, ma non so se basteranno (l’ultimo che ci provò, con delle blande apertture, fu luigi XVI che finì decapitato).

un,suddito
un,suddito
11 anni fa

LEGGO:

Non rispondo neanche all’affermazione razzista e becera di “un suddito”, mi limito a dire …..

COME SI PERMETTE ????? CHI SI CREDE DI ESSERE ?????

citoyenne
citoyenne
11 anni fa

La vita è solo un punto di vista.
Ho letto questo interessante articolo e lo propongo così com’è:

http://violapost.it/?p=9723

Una citoyenne

mario pezzati
mario pezzati
11 anni fa

@suddito: una persona raziocinante e non razzista, al contrario di lei

un.suddito
un.suddito
11 anni fa

Lei però rimane una persona scarsamente educata e sopratutto arrogante nei modi e nei toni.
L’affermazione che la Germania nega gli eurobond per non finanziare mafia e sud assistenzilista non la faccio certo io che non sono nessuno.
Lo hanno detto autorevoli giornalisti esperti di economia e finanza di madrelungua tedesca, in pubblici dibattiti televisivi e non.
Quanto a darmi del razzista, la invito a non azzardare giudizi senza conoscere minimamente la mia storia.
Infine ribadisco il bilancio fallimentare, con provvedimenti iniqui e dannosi, destinato aimè a peggiorare presto, del governo Monti sostenuto da Udc e napolitano.

mario pezzati
mario pezzati
11 anni fa

@ un suddito: preferisco dire le cose in faccia e magari essere scarsamente educato e arrogante, che ipocrita. NOn mi interessa il facile consenso e non mi interessa prostituire il mio pensiero per un applauso.
Francamente non mi curo e non mi interessa conoscere la sua storia (capisco che ai suoi occhi potrà apparire altamente interessante, ma le assicuro che ai miei occhi non lo è).

Il fatto che la Germania non finanzi gli eurobond è un fatto, se non lo fa per non finanziare (secondo questi eminenti esperti di economia e finanza che però lei non cita) mafia e sud assistenzialista lo rende un fatto “razzista”. Se lei cita la stessa cosa senza mettere una fonte e anzi sposando anche lei questa tesi, allora diventa automaticamente un razzista.

Sul bilancio di Monti: è liberissimo di pensarla come vuole, così come io sono libero di pensare che senza monti e i suoi provvedimenti, a quest’ora ci saremmo noi al posto della spagna o delal grecia.

cittadino
cittadino
11 anni fa

E’ veramente sorprendente come neanche davanti all’ evidenza si voglia ammettere che il Governo Monti ci abbia salvato dall’imminente bancarotta! Che ci abbia fatto riguadagnare cittadinanza nel consesso europeo e mondiale, dopo che avevamo perso ogni credibilità con ministri del governo Prodi che scioperavano contro se stessi e con il successivo governo Berlusconi, formato da venditori di fumo, che fino al giorno prima della tempesta che stava per spazzarzi via asserivano che tutto andava bene e ci tiravano su il morale con barzellette e balli bunga-bunga. Dobbiamo ringraziare proprio il buon senso di Napolitano e dei dirigenti dell’ UDC se fino ad oggi ci siamo salvati e,attenzione, non stiamo parlando di serie A o di serie B del calcio, ma parliamo di milioni di italiani che ora potevano trovarsi nelle miserrima condizione dei cittadini greci! E c’è da sperare solo che Napolitano e Monti reggano il clima di guerra sotterranea che una parte della “strana maggioranza” sta conducendo contro il governo altrimenti, se vogliamo salvarci, il Capo dello Stato sarà “costretto” a sciogliere le camere a ottobre e Monti sarà “”costretto a formare un movimento di salvezza nazionale con chi ci vorrà stare e presentarsi ai cittadini per chiedere il loro voto, spiegando con chiarezza la situazione disperata in cui ci siamo cacciati. Vediamo poi se gli irresponsabili antieuropeisti, i no tutto e chi non riesce a svincolarsi da loro ed i pifferai magici che ci hanno portato a questo punto verranno ancora votati dai cittadini. Se poi gli Italiani avessero perso la memoria di quello che è accaduto e per la responsabilità di chi, e non trovassero il coraggio di fare una scelta drastica e di buon senso, allora sarà davvero impossibile evitare un disastro economico-sociale di cui poi sarà veramente inutile addossare la colpa a chicchessia. Cittadino.

cittadino
cittadino
11 anni fa

E’ altrettanto sorprendente come neanche di fronte all’evidenza si voglia ammettere che sia il capitalismo sfrenato che il socialismo reale siano miseramente falliti portando danni immani alle popolazioni che li hanno adottati! Le teorie economiche sono quindi alla fine tutte uguali? Portano solo disastri e sofferenze? Certo che questo succederà in assenza di una politica che metta al centro l’uomo e non il capitale ed il profitto, certo che questo succederà se si adotta la teoria economica che preveda di scavare una buca e riempire la buca, ogni giorno sempre più grande, e convincere la gente che l’inutile lavoro sia invece indispensabile! Trovare la giusta via fra questi due mostri, anche tra inevitabili errori, significa fare gli interessi dei cittadini che si governano; innalzare il livello di vita economico e intellettuale del maggior numero possibile di cittadini significa governare con lungimiranza e saggezza, saper mantenere le positività di un sistema economico- politico e cambiare via via ciò che non funziona significa essere veri riformisti. Ma per fare questo occorre avere l’umiltà di riconoscere i propri errori e i meriti di chi ci ha preceduti e, quando arriva il turno di governare, non buttare l’acqua sporca con tutto il bambino. Sarebbe come se, dato che un gran numero di persone usa in maniera sbagliata gli antibiotici, per cercare di evitarlo, si abolissero gli antibiotici stessi! Cittadino.

citoyenne
citoyenne
11 anni fa

Buongiorno, dott. Pezzati

Ieri mattina ho postato un articolo, tradotto e pubblicato dal Popolo Viola, su cui non c’è stato commento, forse perchè leggere l’intestazione “Popolo Viola” fa pensare a qualcosa da potere accantonare. Ma l’articolo postato e tradotto è solo di un piccolo premio Nobel, tale Paul Krugman, pubblicato sul NYT.
Lo riporto qui di seguito, “in chiaro”, solo per sottolineare che i punti di vista sulla crisi mondiale sono diversi e può non essere vero che solo l’austerità ci salvera dal vortice.

“Usano il panico da deficit per smantellare i programmi sociali”
25/07/2012
By violapost
Un articolo illuminante, da leggere e diffondere, del premio Nobel Paul Krugman, uscito in questi giorni sul New York Times. Come è ormai chiaro a tutti Krugman spiega perché le politiche di austerity non hanno senso dal punto di vista economico, al contrario: l’austerity è solo la scusa per smantellare i programmi sociali su scala globale. Ecco l’articolo:

L’AGENDA DELL’AUSTERITY

“Il tempo giusto per le misure di austerità è durante un boom, non durante la depressione”. Questo dichiarava John Maynard Keynes 75 anni fa, ed aveva ragione. Anche in presenza di un problema di deficit a lungo termine (e chi non ce l’ha?), tagliare le spese quando l’economia è profondamente depressa è una strategia di auto-sconfitta, perché non fa altro che ingrandire la depressione.
Allora come mai la Gran Bretagna (e l’Italia, la Grecia, la Spagna, ecc. NDR) sta facendo esattamente quello che non dovrebbe fare? Al contrario di paesi come la Spagna, o la California, il governo britannico può indebitarsi liberamente, a tassi storicamente bassi. Allora come mai sta riducendo drasticamente gli investimenti, ed eliminando centinaia di migliaia di lavori nel settore pubblico, invece di aspettare che l’economia recuperi?
Nei giorni scorsi, ho fatto questa domanda a vari sostenitori del governo del primo ministro David Cameron. A volte in privato, a volte in TV. Tutte queste conversazioni hanno seguito la stessa parabola: sono cominciate con una metafora sbagliata, e sono terminate con la rivelazione di motivi ulteriori (alla ripresa economica NDR).
La cattiva metafora – che avrete sicuramente ascoltato molte volte – equipara i problemi di debito di un’economia nazionale, a quelli di una famiglia individuale. La storia, pressappoco è questa: Una famiglia che ha fatto troppi debiti deve stringere la cinghia, ed allo stesso modo, se la Gran Bretagna ha accumulato troppi debiti – cosa che ha fatto, anche se per la maggior parte si tratta di debito privato e non pubblico – dovrebbe fare altrettanto!
Cosa c’è di sbagliato in questo paragone?
La risposta è che un’economia non è come una famiglia indebitata. Il nostro debito è composto in maggioranza di soldi che ci dobbiamo l’un l’altro; cosa ancora più importante: il nostro reddito viene principalmente dal venderci cose a vicenda. La tua spesa è il mio introito, e la mia spesa è il tuo introito.
E allora cosa succede quando tutti, simultaneamente, diminuiscono le proprie spese nel tentativo di pagare il debito? La risposta è che il reddito di tutti cala – il mio perché tu spendi meno, il tuo perché io spendo meno.- E mentre il nostro reddito cala, il nostro problema di debito peggiora, non migliora.
Questo meccanismo non è di recente comprensione. Il grande economista americano Irving Fisher spiegò già tutto nel lontano 1933, e descrisse sommariamente quello che lui chiamava “deflazione da debito” con lo slogan:”Più i debitori pagano, più aumenta il debito”. Gli eventi recenti, e soprattutto la spirale di morte da austerity in Europa, illustrano drammaticamente la veridicità del pensiero di Fisher.
Questa storia ha una morale ben chiara: quando il settore privato sta cercando disperatamente di diminuire il debito, il settore pubblico dovrebbe fare l’opposto, spendendo proprio quando il settore privato non vuole, o non può. Per carità, una volta che l’economia avrà recuperato si dovrà sicuramente pensare al pareggio di bilancio, ma non ora. Il momento giusto per l’austerity è il boom, non la depressione.
Come ho già detto, non si tratta di una novità. Allora come mai così tanti politici insistono con misure di austerity durante la depressione? E come mai non cambiano piani, anche se l’esperienza diretta conferma le lezioni di teoria e della storia?
Beh, qui è dove le cose si fanno interessanti. Infatti, quando gli “austeri” vengono pressati sulla fallacità della loro metafora, quasi sempre ripiegano su asserzioni del tipo: “Ma è essenziale ridurre la grandezza dello Stato”.
Queste asserzioni spesso vengono accompagnate da affermazioni che la crisi stessa dimostra il bisogno di ridurre il settore pubblico. Ciò e manifestamente falso. Basta guardare la lista delle nazioni che stanno affrontando meglio la crisi. In cima alla lista troviamo nazioni con grandissimi settori pubblici, come la Svezia e l’Austria.
Invece, se guardiamo alle nazioni così ammirate dai conservatori prima della crisi, troveremo che George Osborne, ministro dello scacchiere britannico e principale architetto delle attuali politiche economiche inglesi, descriveva l’Irlanda come “un fulgido esempio del possibile”. Allo stesso modo l’istituto CATO (think tank libertario americano) tesseva le lodi del basso livello di tassazione in Islanda, sperando che le altre nazioni industriali “imparino dal successo islandese”.
Dunque, la corsa all’austerity in Gran Bretagna, in realtà non ha nulla a che vedere col debito e con il deficit; si tratta dell’uso del panico da deficit come scusa per smantellare i programmi sociali. Naturalmente, la stessa cosa sta succedendo negli Stati Uniti.
In tutta onestà occorre ammettere che i conservatori inglesi non sono gretti come le loro controparti americane. Non ragliano contro i mali del deficit nello stesso respiro con cui chiedono enormi tagli alle tasse dei ricchi (anche se il governo Cameron ha tagliato l’aliquota più alta in maniera significativa). E generalmente sembrano meno determinati della destra americana ad aiutare i ricchi ed a punire i poveri. Comunque, la direzione delle loro politiche è la stessa, e fondamentalmente mentono alla stessa maniera con i loro richiami all’austerity.
Ora, la grande domanda è se il fallimento evidente delle politiche di austerità porterà alla formulazione di un “piano B”. Forse. La mia previsione è che se anche venissero annunciati piani di rilancio, si tratterà per lo più di aria fritta. Poiché il recupero dell’economia non è mai stato l’obiettivo; la spinta all’austerity è per usare la crisi, non per risolverla. E lo è tutt’ora.
Paul Krugman

Questo è quanto scrive Paul Krugman; non so se queste teorie rispondano o meno a verità, anche se contraddicono quanto ho scritto giorni fa sulla vendita dei gioielli di famiglia.
L’ho voluto postare solo per dire che c’è una molteplicità di pareri diversi sull’origine e la risoluzione della crisi mondiale.
Mi piace questa teoria perchè almeno salverebbe “lo stato sociale”, cosa di cui non si occupa la politica dell’austerity (quella che viene scaricata proprio sullo “stato sociale”).
Una citoyenne

cittadino
cittadino
11 anni fa

Non si salva lo stato sociale, ma lo si affonda completamente, come dimostrato dalla storia dei paesi al di là del famoso muro ormai crollato da decenni, applicando la teoria economica dello SCAVA UNA BUCA, RIEMPI LA BUCA OGNI GIORNO PIU’ GRANDE, IMPEGNANDO SEMPRE PIU’ OPERAI, E CON LA PROPAGANDA E L’AIUTO DEGLI INTELLETTUALI DI REGIME, CONVINCI L’ OPINIONE PUBBLICA CHE L’ INUTILE BUCA SIA INDISPENSABILE AL LORO BENE. Cittadino

suddito
suddito
11 anni fa

SCUSA cittadino, ma da (molto) ignorante la morale o la filosofia che sta dietro allo “scava e riempi la buca” non l’ho capita. c’è la spieghi ?

LEGGO E RIPORTO

a cura di COLIN WARD e CRITICAL MESS

MONTI MERKEL 1- IL RISUCCHIO DI ANGELONA, LA C.I. CHE TI LASCIA SUL PAVIMENTO…
Che senso ha l’interminabile teatrino di summit e dichiarazioni sull’Eurozona da parte dei cosiddetti governanti? Soprattutto, è davvero un teatrino? Ma davvero i famosi mercati, ai quali in passato è stato scioccamente affidato il ruolo di “misura di tutte le cose”, approfittano delle lentezze e delle divisioni politiche per piazzare i loro colpi miliardari? A guardare anche solo i dati ufficiali dei capitali depositati presso la Bce, si capisce che non c’è nessun teatrino. Come per le indagini di mafia, seguite il movimento dei soldi e capirete tutto.

ALLARME DEFAULT SCONTRI A MADRID jpegOggi ci aiuta molto bene la Repubblica degli Illuminati: “Capitali in fuga verso Berlino. Da Madrid 70 miliardi ogni mese, ma l’Italia frena l’emorragia”. Al di là del titolo (parzialmente) tranquillizzante per l’Italia, nel pezzo di Maurizio Ricci è spiegato benissimo chi vince e chi perde al giochetto delle euro-supposte. “Il rumore, dice qualche operatore, è quello di un gigantesco risucchio. (…) La fuga di capitali riguarda tutti i paesi deboli, Italia compresa, ma nelle ultime settimane ha assunto un ritmo esasperato in Spagna. Secondo alcune stime, fra marzo e oggi, l’emorragia di euro che sta fiaccando Madrid ha raggiunto i 70 miliardi al mese. Gli analisti di una grande banca come Credit Suisse valutano che, se proseguisse per tutto il 2012, raggiungerebbe i 500 milioni di euro”. Insomma, metà del Pil spagnolo migrerebbe all’estero.

BUNDESBANK
E dove vanno tutti questi denari? A Santo Domingo insieme a quelli di Dell’Utri? Ancora un po’ di pazienza. Il fenomeno spagnolo si replica anche da noi: “Da marzo, 47 miliardi di euro in titoli a medio e lungo termine sono svaniti oltre frontiera. In realtà, nelle ultime settimane, la situazione si è stabilizzata e il deflusso dei capitali, notano gli analisti della banca svizzera, è molto rallentato, mentre si avvitava la crisi spagnola”. Bene, la principale destinazione non sono i paradisi fiscali, ma la Germania. “Dallo scorso autunno la Bundesbank ha accumulato un enorme attivo, a cui fanno da contraltare il boom dei passivi contabili della Banca di Spagna e di quella dI’Italia”.

Seguono le cifre dei rapporti fra le banche dei singoli paesi, con la conferma che “i capitali fuggono dall’Italia e dalla Spagna verso la Germania e lì si fermano, senza più tornare indietro, sotto forma di prestiti bancari”. Le banche italiane hanno 281 miliardi di prestiti e 12 miliardi di depositi presso la Bce. Le banche tedesche hanno preso 80 miliardi di prestiti e hanno accumulato 275 miliardi in deposito.

mario DRAGHI E MONTI Ecco il risucchio dei soldi da Nord a Sud. Ecco che succede nei forzieri delle banche mentre la Merkel dice di no a tutto. A questo punto bisognerebbe saperne cogliere le conseguenze politiche. O almeno farsi qualche domanda. I tagli al bilancio pubblico e l’imposizione di sempre nuove tasse sono per caso uno stimolo alla fuga dei capitali? E i vari Draghi e Rigor Montis, insieme alle parole d’ordine come “spread”, “sobrietà” e “spending review”, sono per caso quelli che ti tengono fermo o ti distraggono mentre operano i manolesta?

VITTORIO GRILLI Se il punto vero è questo, ovvero il risucchio della ricchezza di intere nazioni, non meritava di essere nascosta in un trafiletto nelle pagine economiche questa notizia: “Nel primo semestre del 2012 gli italiani hanno comprato più case all’estero che in Italia” (Corriere, p. 27). A fine anno, gli italiani che avranno preso casa oltrefrontiera saranno 40 mila. Sempre in testa Londra, pur costosa, per le migliori condizioni fiscali.

2- NON FA SOSTA L’EUROSUPPOSTA (GOVERNARE COL TERRORE)…
In attesa dell’agguato finale di agosto, titoloni sulla Spagna, in modo da preparare il campo a nuovi “sacrifici”. La Repubblica degli Illuminati sempre in prima linea nella nobile semina: “Spagna nell’abisso. ‘Finiti i soldi, siamo al crac” (p.1). “Schauble: a rischio altri Paesi. Grilli: noi con le carte in regola” (p. 3).

Wolfgang Schauble
Sarà, ma intanto abbiamo altro di cui vantarsi: “Tasse, l’Italia prima al mondo. Pressione al 55%. La Confcommercio: battiamo il Nord Europa” (Stampa, p. 1). Protesta a tutta prima perfino il Messaggero di Calta-riccone: “In Italia il record di tasse”. Ancora terrorismo dal Giornale: “L’ultimo regalo della Merkel: è in arrivo una patrimoniale. L’ipotesi tedesca per i Paesi con debito alto è un prelievo forzoso sopra i 250 mila euro” (p. 29

MANCINO NICOLA 3- MENO MALE, ANCHE RE GIORGIO CERCA LA VERITA’ SU BORSELLINO…
Fiato ai tromboni e lucidate gli occhi ai coccodrilli di Stato. “Napolitano: verità sulle torbide ipotesi”, titola la Stampa dei Corazzieri in Panda. Imbarazzante editoriale del Messaggero, firmato dall’indimenticabile ex direttore Paolo Graldi: “Il Quirinale simbolo della voglia di verità” (p.1). Sì, specialmente il suo consigliere giuridico Loris D’Ambrosio. Al telefono con Nicola Mancino, l’uomo che sussurra all’orecchio di Re Giorgio non stava nella pelle dalla “voglia di verità”.

NICOLA MANCINO E GIORGIO NAPOLITANO jpeg
Trombonate a parte, Repubblica intervista la sorella di Paolo Borsellino: ‘Quel conflitto del Colle con la procura fa perdere fiducia nelle istituzioni’. Rita Borsellino critica ancora il presidente: abbiamo dovuto subire la sua mossa senza capirla, è difficile da accettare” (p. 7)

4- L’IDIOTA IN REDAZIONE (O PEGGIO?)…
L’ipocrisia e la retorica che sbavano dalle pagine di oggi sono ben rappresentate da questo demenziale francobollo del Corriere, intitolato “E il figlio Manfredi fa nove arresti”: “Tra le persone in cella c’è pure il presunto referente della famiglia mafiosa di Randazzo: particolare che ha reso la casuale sovrapposizione con la ricorrenza PARTICOLARMENTE GRADITA al figlio del magistrato ucciso da Cosa nostra” (p. 3). Purtroppo non c’è la firma dell’autore.

LORIS D AMBROSIO
5- PREPARARSI ALLA LATITANZA…
L’8 marzo il senatore Dell’Utri era all’estero. Alla vigilia della sentenza della Cassazione che avrebbe potuto mandarlo in galera (invece ha rispedito il processo in appello), il Secolo XIX e il Cetriolo Quotidiano avevano scoperto che chiamandolo sul cellulare rispondeva una segreteria telefonica in lingua. L’Agenzia Ansa ha invece pervicacemente sostenuto con vari lanci che “il Senatore” era a casa sua a Milano. Bene, oggi i pm di Palermo e di Firenze hanno scoperto che non era così.

paolo borsellino A un amico intercettato, il senatore bibliofilo diceva: “C’è un oceano di mezzo…parlano spagnolo”. Sulla Stampa di Torino si legge addirittura – ma solo oggi – che Dell’Utri era a Santo Domingo, “ufficialmente per un viaggio di piacere” (p. 10). Ufficialmente? La faccenda viene ricostruita bene su Repubblica: “Dell’Utri, i soldi di Berlusconi a Santo Domingo. Inviati 24 ore prima della sentenza”. L’interrogatorio a Firenze di Ezio Cartotto, ex Dc milanese e tra i fondatori di Forza Italia: “Marcello una volta mi ha detto: se parlo io, Silvio è nei pasticci” (p. 9).

Intanto, a proposito di pasticci, “Rispuntano a sorpresa gli emendamenti anti-Veronica. Nel decreto la richiesta di modifiche al diritto di famiglia che permetterebbero a Berlusconi di garantire Marina e Pier Silvio” (Repubblica, p. 10). Faranno mica parte del pacchetto di prepensionamento del Banana da Palazzo Chigi?

stato mafia 6- UN CELESTE CANDIDO CANDIDO…
“Formigoni si sfoga: ‘Verbali falsificati, ho rimborsato Daccò’. Il governatore replica a Repubblica e la Procura di Milano apre un’indagine sui giornalisti del Fatto, ma non sulle talpe” (Giornale, p. 12). Micidiali, perché scritte sul Corriere, tre righe di un pezzo di Andrea Senesi: “La linea difensiva di Roberto Formigoni è chiarissima: buttarla in politica” (p. 16).

dellutri berlu 7- BYE BYE LIGRESTOS?…
“Unipol conquista Fonsai, fuori i Ligresti. Versati 400 milioni in Premafin. Cimbri: ‘Ora pensiamo al piano industriale”(Repubblica, p. 24). Ma finora avevate altro da fare?

8- FREE MARCHETT…
Alle scuole di giornalismo del Regno, oggi segnaliamo la lettura di codesto pezzo della Stampa: “Il manager di Intesa che nuota controcorrente. Castagna designato alla Banca dei Territori. Il dg del Banco di Napoli è schivo, poco mondano e non gli piace apparire. Ex campione di nuoto, ha fatto traversate in mare aperto da Suez al Nilo” (p. 29)

MARINA E PIERSILVIO medium 9- ULTIME DA UN POST-PAESE…
“Tu che straparli di Carlo conosci l’orrore di Piazza Alimonda?” Oggi è l’anniversario della morte di Carlo Giuliani, al G8 di Genova. Per saperne di più digita http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=9071

colinward@autistici.org

mario pezzati
mario pezzati
11 anni fa

@ cittadino: non sono d’accordo. lo stato sociale deve essere salvato, ma bisogna evitare gli eccessi cui si era giunti in alcuni casi. E’ necessari oche vi siano ammortizzatori sociali, ma bisogna combattere gl isprechi e i privilegi che sono connaturati a certe esagerazioni dello stato sociale.

@ citoyenne: avevo letto l’articolo. non l oavevo commentato perchè secondo me l’analisi di krugman è troppo teorica e fallace. Però lui è un premio nobel e io non sono nessuno, quindi sarebbe parso velleitario. Cmq, visto che lo chiede le spiego subito dove è fallace la teoria di krugman: il suo discorso regge se parliamo di un paese (teorico) in regime di autarchia. Nel momento, in cui prevediamo una bilancia di pagamento con l’estero, il problema diventa più complesso. Parte dei soldi va all’estero, inevitabilmente, quindi il ciclo “chiuso” disegnato da krugman (lo stato espande la massa monetaria, la mette in circolo, e questa resta entro i confini nazionali) non funziona più, almeno nella sua totalità.
Va bene per paesi con un debito sotto controllo come Francia o con una dinamica d iripresa molto veloce e in regime di quasi autarchia sulle commodities come gli USA, e in generale paesi che hanno una inflazione bassa. Peraltro negli anni 80, in italia si seguì grosso modo quanto dice ora krugman, il risultato è stato un debito pubblico in italia fuori contorllo e una inflazione galoppante.
INtendiamoci, l’affermazione che dice che l’equilibrio dei conti pubblici andrebbe fatto durante momenti di espansione econmica, non è inesatta, ma diventa troppo semplicistica quando non si considerano altri fattori come l’estero e lo scenario del mercato mondiale, unitamente alla inflazione.
Infine ultimo appunto da fare a krugman: afferma che “Una famiglia che ha fatto troppi debiti deve stringere la cinghia, ed allo stesso modo, se la Gran Bretagna ha accumulato troppi debiti – cosa che ha fatto, anche se per la maggior parte si tratta di debito privato e non pubblico – dovrebbe fare altrettanto!
Cosa c’è di sbagliato in questo paragone?
La risposta è che un’economia non è come una famiglia indebitata. Il nostro debito è composto in maggioranza di soldi che ci dobbiamo l’un l’altro; cosa ancora più importante: il nostro reddito viene principalmente dal venderci cose a vicenda. La tua spesa è il mio introito, e la mia spesa è il tuo introito.”

Cosa c’è di sbagliato in ciò??? Intanto come abbiamo detto abbiamo una bilancia commerciale con l’estero quindi parte dei soldi va all’estero, ma la debolezza nel ragionamento di krugman è non considerare che, siccome siamo in un sitema aperto, non è detto che la gente e anche le istituzioni, decidano di comprare i titoli d istato, se quest’ultimo è fortement eindebitato e non si sa se risanerà i suoi conti (piccola parnetesi: per questo motivo, in alcuni casi, ci si preoccupa più della curva dei tassi a breve..dovrei dilungarmi su questo punto ma andrei fuori tema). Lei comprerebbe titoli di stato di un paese sicuro o di un paese che non si sa se le restituisce i soldi?

Addirittura potremo finir enella cosiddetta trappola della lliquidità, ovvero qualsiasi stimolo monetario venga dato, i consumatori e gli imprenditori non lo usano, ma preferiscono accumulare moneta, proprio a cuasa della incertezza del sistema paese.

cittadino
cittadino
11 anni fa

@ mario pezzati, credo di essermi spiegato male, ma l’esempio della buca del Keynes doveva essere, come avevo fatto nel post precedente, messo in contrapposizione al capitalismo senza regole perchè ambedue le teorie, l’ una vicina al socialismo reale e l’altra vicina ad un mondo finanziario dei ricchi che sovrasta la politica, portano solo povertà e arretratezza. Certo che lo stato sociale va salvaguardato, e credo che il livello di civiltà delle nazioni debba essere giudicato da come vivono i ceti meno ricchi, in presenza di una sussidiarità che non trascenda nell’ assistenzialismo. Una terza via fra quei due mostri, un percorso che può essere intrapreso con un sano riformismo, cambiando in meglio quello che è in essere e mantenendo quello che funziona. Per questo penso che con l’avvento della cosiddetta seconda repubblica non si sarebbe dovuti passare da quell’estremo assistenzialismo che si era raggiunto, all’altro estremo dell’ abbandono delle tutele essenziali per i lavoratori, soprattutto più giovani. Non si doveva, come invece è accaduto, buttare l’acqua sporca con tutto il bambino. Cittadino.

cittadino
cittadino
11 anni fa

@suddito, l’ economista John Maynard Keynes diceva che, in periodo di crisi, lo stato dovrebbe pagare i lavoratori disoccupati per scavare una gigantesca buca e poi riempirla. In questo modo i lavoratori avrebbero un salario e potrebbero spendere, attorno alla buca si creerebbero negozi ed osterie ed infine l’economia potrebbe risollevarsi.

suddito
suddito
11 anni fa

Bene cittadino, non sono poi così contrario a quel tipo di visione. Ma noi abbiamo un patrimonio pubblico in dissesto (e migliaia di cassa integrati che paghiamo tutti). Potremmo utilizzare le nostre forze lavoro, previa riqualificazionedelle piccole imprese, per mettere in sicurezza e fare manutenzione di edifici pubblici, di centri storici e per la ricostruzione nelle aree terremotate, contro il dissesto idrogeologico dovuto alla assenza totale di opere.
Molto meglio e più utile che scavare poco utili buche. E forse, alla fine, anche conveniente per lo stato e per l’economia perchè ci sarebbe un rilancio di occupazione ed un sicuro risparmio sui danni provocati dalle calamità naturali che arrivano più puntuali delle cartelle esattoriali. Insomma basta inutili tav o ponti sullo stretto, dove lucra solo il sottobosco affaristico che ruota attorno ai politici, ma tanti piccole opere utili, che danno lavoro e tasse pagate.

mario pezzati
mario pezzati
11 anni fa

@ cittadino: chiedo venia, avevo capito male quel che aveva scritto, travisandolo completamente…

suddito
suddito
11 anni fa

Postato da mario pezzati il 25 luglio 2012 Non rispondo neanche all’affermazione razzista e becera di “un suddito”, mi limito a dire……..
QUESTO IL COMMENTO PER AVER RIPORTATO OPINIONI DI ALTRI. IERI SERA NEL CORSO DI UNA TRASMISSIONE DI MENTANA SU LA7 IL DIRETTORE MIELI E L’ECONOMISTA PROF. ALESINA, PUR USANDO TERMINI UN PO’ PIU’ SFUMATI, HANNO DETTO CHE LA GERMANIA NON VUOLE DARE AIUTI AL’ITALIA PER NON FINANZIARE IL MALAFFARE DEL SUD ED IN PARTICOLARE DELLA SICILIA CHE HA OLTRE 37000 DIPENDENTI, FORESTALI COMPRESI. SARANNO BECERI E RAZZISTI PURE LORO !!!?????? HO POI TROVATO IRRISPETTOSE LE PAROLE DI IERI DEL PRESIDENTE, NEI CONFRONTI DI MIGLIAIA DI ITALIANI CHE HANNO PERSO LA (PERSONALE) DIGNITà PERDENDO LAVORO E PENSIONE PER LE RIFORME IMPOSTE DALL’ALTO. CHI HA POTERE NON SI TOCCA, DEGLI ALTRI NON FREGA NIENTE A NESSUNO !!
MA OVVIAMENTE NOI SIAMO SOLO SUDDITI PAGANTI. IN TEMPI DI DEMOCRAZIA SOSPESA NON ABBIAMO PIù NEMMENO IL DIRITTO DI PAROLA. QUINDI TOLGO VOLENTIERI IL DISTURBO.



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