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Il mondo è cambiato, l’Italia è cambiata, è cambiato il mondo del lavoro, noi tutti, ormai ce ne siamo fatti una ragione e cerchiamo in tutti i modi di adeguarci, purtroppo c’è ancora chi, per partito preso, non vuole rassegnarsi ad accettare questi cambiamenti epocali. Queste resistenze, prolungano soltanto la sofferenza, rendendo più difficile superarla, ma non cambieranno lo svolgersi degli eventi.
Non sono d’accordo sul referendum. Penso sia ancora troppo presto per esprimere un giudizio definitivo sulla bontà della riforma dell’art. 18. Questa riforma infatti è ancora troppo giovane per capire se e quanti frutti darà.
Ma è anche tempo di parlare con il linguaggio della serietà di questo argomento e di sgombrare il campo da una piccola bugia degna di una operazione di marketing di basso livello.
Si dovrebbe finalmente avere il coraggio e l’onestà intellettuale di dire che l’art. 18, in vigore dal 1970, non ha mai impedito o frenato alcunché fino ad oggi. In questo momento di crisi però è stato deciso a tavolino che il vero nemico dell’occupazione fosse quello.
Personalmente non sono d’accordo. Oggi esistono così tante e tali forme di assunzione “a tempo e a progetto”, che si è arrivati a porre il problema del precariato come un problema di notevole rilevanza sociale. Non vedo perciò in quale modo, ua norma che tutela le persone in caso di abuso da parte del datore di lavoro, possa essere un freno. Per chi ? Di che cosa ?
Si abbia il coraggio di dire, con molta onestà, che doveva essere dato un forte segnale politico di discontinuità col passato e che si è scelto (insieme ad altre cose) di effettuare questa modifica allo Statuto dei lavoratori.
@redazione, essendo questo il blog del leader del MIO PARTITO (da sempre), che reputo una formazione di persone per la stragrande maggioranza moderate e rispettose delle idee altrui, VI INVITO AD INTERVENIRE PER IMPEDIRE CHE SI TRASFORMI IN UN FAVVA-BLOG ALLA GRILLO. Come previsto, moderate veramente i commenti postati impedendo la pubblicazione di frasi provocatorie ed offensive del tipo “la reputo un fesso” o “sei un demente”. E’ chiaro che chi usa questi termini si scredita da solo agli occhi di chi li legge, ma non è giusto che si dia la possibilità a qualcuno di offendere altre persone con tanta disinvoltura intervenendo sulla rete da dietro un computer. Cittadino.
se pensi che si esageri, ti invito a fare un giro sul profilo fb di casini.
Io penso semplicemente che le regole debbano essere rispettate da tutti, nessuno escluso. Cittadino.