postato il 8 Settembre 2010 | in "In evidenza, Politica, Riceviamo e pubblichiamo"

Perché, alla faccia di Di Pietro, continueremo ad essere al servizio del Paese

Run baby, run baby run di Guiba6Il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro appare oggi particolarmente nervoso, stretto come è tra Partito Democratico e Grillini. Accusa Pier Ferdinando Casini e l’UDC di non avere coerenza e programma, affermando perciò che non esistono ragioni per la sua esistenza.

È difficile prendere lezioni di coerenza da chi ha fatto (in molti casi anche bene) il proprio lavoro di pubblico ministero nell’epoca di Tangentopoli e poi è entrato direttamente in politica gettando una prima frattura evidente nella divisione tra politica e giustizia.

Per quanto riguarda l’esistenza dell’Unione di Centro, è doveroso ricordare a Di Pietro che questa è presente in Parlamento dal 2008 per volontà di milioni di elettori che, contrariamente a quanto pensa Di Pietro, ne hanno riconosciuto il programma e apprezzato la coerenza.

Ricordiamo che l’UDC è stata l’unica forza che si è presentata da sola, e che da sola, ha superato la soglia dello sbarramento del sistema elettorale.

Non si può dire la stessa cosa per l’Italia dei Valori, che si trova sì in Parlamento per i tanti voti che ha preso, complice però una scelta miope e suicida di Walter Veltroni, che le ha regalato voti e la possibilità di fare l’opposizione dell’opposizione. Abbia il coraggio Di Pietro la prossima volta di presentarsi da solo e, come l’UDC, vada in Parlamento soltanto grazie al voto dei cittadini e non grazie ad accordi un po’ furbeschi ed impegni, dimenticati il giorno dopo (non si era impegnato a fare gruppo unico in Parlamento con il Partito Democratico?)

Coerenti con il programma e il mandato degli elettori l’Unione di Centro in questi due anni ha fatto opposizione repubblicana e moderata e, in tempi non sospettabili, ha avanzato a Berlusconi e al Paese intero il bisogno di un governo di responsabilità nazionale, che avesse la forza di fare le riforme e prendere provvedimenti impopolari di fronte ad una crisi come quella che stiamo vivendo.

Tutto questo comprensibilmente dà noia a quelle forze irresponsabili e populiste del Paese, come Lega e Di Pietro, che proprio in tali periodi di crisi e di crescente anti-politica trovano terreno fertile. Queste forze sono egoiste e, ancora di più di Berlusconi, fanno politica rincorrendo sondaggi e la pancia dell’elettorato. È la crescita di queste forze e i loro ricatti che hanno portato l’Unione di Centro a denunciare il bipolarismo fallimentare e muscoloso di questi anni, così come oggi queste due forze rappresentano un ostacolo insormontabile per eventuali alleanze, da costruire nell’interesse del paese. Non si preoccupino né Di Pietro, né Bossi: è l’Unione di Centro a non volere alleanze con loro, perché sarebbero pericolose per la nostra Nazione.

E piaccia o non piaccia a Di Pietro, l’Unione di Centro continuerà a portare avanti un modo di fare politica coerente con la tradizione del cattolicesimo democratico, del liberalismo e del riformismo; e per queste ragioni sopravviverà anche in futuro, magari cambiando simbolo e nome, ma lasciando inalterati i valori e il modo di proporli. Come molti altri partiti che si basano su valori saldi.

E l’Italia dei Valori di Antonio di Pietro invece che ha molte ragioni di esistere oggi in questo clima da guerra civile della nostra politica; ne avrà molte meno quando non ci sarà più questo clima avvelenato e il nemico Berlusconi, visto che il giustizialismo e l’anti-berlusconismo sono il principale e forse unico punto programmatico per cui attragga voti.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Carlo Lazzeroni

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