postato il 20 Maggio 2011 | in "Elezioni, Politica"

«Non ci arruoleranno, il Terzo Polo è una realtà»

Pubblichiamo da ‘Il Messaggero’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini
di Claudio Sardo

ROMA – «Ma cosa si immaginavano? Che ci saremmo arruolati, al suono della fanfara, con un Pdl in piena deriva estremista o con de Magistris e Pisapia? E, se avessimo fatto una simile scelta, cosa direbbero oggi i politologi che ci criticano? Direbbero che il Terzo Polo è tornato sotto le ali protettive di Berlusconi oppure, all’opposto, che si è aggiunto all’ammucchiata anti-berlusconiana». Pier Ferdinando Casini è convinto che il non schierarsi nei ballottaggi di Milano e Napoli sia stata la scelta migliore. Una scelta obbligata da «ragioni di coerenza». Ma anche un investimento politico perché «l’autonomia del centro resta l’antidoto migliore, di cui il Paese dispone, a questo bipolarismo radicalizzato e inconcludente». E il risultato elettorale ottenuto dal Terzo Polo «dimostra fin d’ora che nella prossima legislatura né il Pdl, né il Pd avranno la maggioranza dei seggi in Senato e dunque sarà possibile avviare una fase politica nuova, nel segno nuovo dell’unità nazionale».

Presidente Casini, nel descrivere come estremiste o eccessivamente radicalizzate le opzioni in campo a Milano e Napoli, non rischia di far torto agli elettori?
«Gli elettori hanno sempre ragione. E la nostra scelta è la più rispettosa nei loro confronti. Dico di più: se gli elettori hanno premiato in modo così massiccio Pisapia e de Magistris bisogna comprendere bene anche la loro ragione politica. I milanesi non sono diventati di colpo tutti estremisti. È stato Berlusconi a dare alle elezioni un carattere politico nazionale: e gli elettori lo hanno bocciato. Ma il rispetto è dovuto anche all’intelligenza di chi ha votato per noi e lo ha fatto per investire sul futuro. Non potevamo accantonare il nostro progetto per qualche assessorato. Ora i nostri elettori sceglieranno in libertà la soluzione che sembra loro più positiva o meno negativa per la loro città».

Il vostro risultato però non appare brillante.
«Invece è stato un risultato positivo. Come dimostra l’analisi del professor D’Alimonte, l’Udc è uno dei pochi partiti che vanta un segno più rispetto alle regionali del 2010. A Milano il Terzo Polo ha raggiunto il 5,5%, mentre cinque anni fa in coalizione con la Moratti prendemmo il 2%. Il dato ancora più evidente è che la concentrazione dei voti sui due candidati maggiori, nelle grandi città, si è generalmente ridotta. Se prima raggiungeva il 95% ora sono molte le realtà, a partire da Napoli, in cui si scende al 65%. Questo bipolarismo è comunque in crisi».

Sul percorso di costruzione del Terzo Polo si registra ora lo strappo di Andrea Ronchi. Quanto manca all’amalgama di un nuovo soggetto politico?
«Il dissenso di Ronchi è un problema di ieri, non di oggi. Non ha mai accettato fino in fondo l’idea di una vera discontinuità da questo centrodestra e ritiene che il ruolo di Fli sia quello di creare le condizioni per un ritorno alla casa di provenienza. Francamente le opinioni prevalenti tra i dirigenti del Fli mi sembrano diverse: a Olbia, mentre l’Udc era alleata con il centrodestra, il Fli è stato determinante nella vittoria del centrosinistra, prendendo persino il 9% dei voti».

Ma qual è il destino del Terzo Polo?
«Il Terzo Polo è composto da una pluralità di soggetti con un medesimo disegno unitario. Le candidature comuni nelle quattro grandi città hanno richiesto un grande sforzo, ma sono state la prima tappa di un impegnativo percorso. Che ora impone chiarezza. C’è tra noi una condivisione forte delle priorità del Paese, cioè della necessità di riforme strutturali, di politiche di coesione nazionale, di un serio progetto di crescita. Siamo anche convinti che con questo schema politico l’Italia non può farcela. Bisogna cambiarlo. E agire fin d’ora. Quando il Pd si vanta di aver battuto il governo per cinque volte alla Camera deve riconoscere che senza di noi non sarebbe stato possibile. E forse anche il Pdl farebbe bene a riflettere sulla grande impresa di Berlusconi di espellere Casini e Fini: ora guida una coalizione estremista, in cui persino la Lega appare talvolta come un fattore di moderazione…»

A dire il vero oggi qualcuno nel Pdl chiede a Berlusconi di aprire a Casini e al Terzo Polo. Lei cosa risponde?
«Cosa vuol dire aprire? Il problema è la politica del Pdl. Se aprire vuol dire concedere qualche poltrona, l’offerta può interessare qualche trasformista, certo non noi. Noi vogliamo parlare di un Paese da troppo tempo senza governo, di un Paese che non cresce ed è indebolito dalle sue divisioni».

Bersani propone di unire le «forze della ricostruzione». Perché il Terzo Polo risponde negativamente alla proposta del Pd?
«Personalmente mi auguro che Bersani sviluppi con coerenza questa impostazione del Pd, che giudico positiva. Ma non mi sfugge che nel centrosinistra e nello stesso Pd si muovono anche spinte contraddittorie. Non ci sarà unità nazionale senza un’autentica rappresentanza dei veri moderati. La discussione va approfondita: ma certo non prenderemo scorciatoie, né parteciperemo a governi come quelli di Prodi».

Continuerà la legislatura fino alla scadenza naturale?
«Ne sono meno convinto di ieri. E comunque, se si deve andare avanti così, è meglio chiudere subito e votare a ottobre».

La Lega potrebbe chiedere a Berlusconi un cambio della guida del governo, magari proponendo Tremonti come premier.
«Mi sembra difficile. Nella Lega emergeranno presto valutazioni e timori ben più radicali. Non credo che basti neppure un nome nuovo a Palazzo Chigi. Il Pdl farebbe bene, se ne è capace, a discutere a fondo sulla crisi della sua esperienza di governo. Perché chiudendosi nel fortino – e proseguendo sulla linea che porta oggi alcuni di loro a dire che a Milano chi vota Pisapia è un drogato o un militante dei centri sociali – si rischia di lasciare campo libero a un antiberlusconismo ancora più aggressivo».

Cosa farà il Terzo Polo se si dovesse votare così presto, addirittura a ottobre?
«Le amministrative hanno fissato un punto certo. Abbiamo i numeri per ottenere il quorum in tutte le Regioni e dunque non ci sarà al Senato una maggioranza autosufficiente di centrodestra o di centrosinistra. Il discorso sulla necessaria unità nazionale per affrontare il prossimo decennio con un respiro adeguato riprenderà da lì».

La campagna elettorale amministrativa per lei è già finita?
«Nient’affatto. Sosterrò Pettinari, candidato Udc di Macerata, la cui affermazione contribuirà a rafforzare l’esperienza di buon governo delle Marche che abbiamo in comune con il Pd. E andrò anche al Sud, dove siamo alleati con ottime persone del Pdl. Come si vede, il settarismo non è nel nostro dna e siamo nel vivo della battaglia».

8 Commenti
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Patrizia
13 anni fa

Presidente Casini, post condiviso.

mario di giorgio
mario di giorgio
13 anni fa

Voto: Calderoli,paghiamo tradimento Fini – Top News – ANSA.it
non è tradimento Fini.
Fini è stato “espulso” da Berlusconi dal PDL, come anche Casini dalla Casa delle Libertà, su spinta premeditata della Lega, che oggi può finalmente giocarsi la propria carta affinchè possa sostituire eventualmente in corsa Berlusconi con persona a loro gradita, cioè Tremonti, non apertamente dichiarato leghista, ma di fatto uomo della Lega, con la presenza di Fini e/o di Casini, quali prossimi “eredi” naturali politicamente parlando in ottica di previsione futura del centro destra, sarebbero stati di sicuro impedimento .
oggi si tenta di addossare le colpe della sconfitta a Fini, Casini ecc…., ma si omette di ammettere i propri errori, cioè quelli di aver portato la gente ad una disaffezione verso la politica o meglio ancora, di ammettere che quando il potere, cioè il diritto di scelta, il voto, torna in maniera democratica all’unico sovrano del nostro paese Italia, cioè i cittadini, i quali, a differenza di quei pochi deputati che in ottica poltronistica hanno creduto di poter decidere da soli il destino di tutto il paese, oggi piangono lacrime amare.
si lecchino le ferite, consapevoli che chi è vittima del suo male, pianga se stesso.

Maria Giuseppina Giarrizzo
13 anni fa

Bravissimo! un abbraccio.

Maria Giuseppina Giarrizzo
13 anni fa

Noi siamo Cristiani!

bartolomeo
bartolomeo
13 anni fa

Presidente Casini, è un buon inizio
ma ora bisogna candidarsi a governare il paese.
Creare un squadra e un programma per l’Italia e non contro qualcuno.
con stima

francesco(aq)
francesco(aq)
13 anni fa

“noi non ci arruoleremo” se vuol dire dare forza”sommersa” a Qualcuno allora meglio schierarsi! Io sono per la spallata finale,e non sono elettore di ballottaggi. Non decidere vuol dire accettare l’eventuale sconfitta degli intendi.

Maria Onorati
13 anni fa

Gentile Presidente Casini, bellissime le sue parole, da vero moderato ispirato da valori cattolici, ma proprio in ragione di ciò che scrive, vuole spiegare a me e agli altri 40.000 cittadini votanti di Rho, come mai a Rho l’UDC ha scelto di appoggiare sin dall’inizio il candidato della Lega Cecchetti? Cosa la ha spinta a schierarsi con un tale razzista ed estremista? come mai ha scelto di appoggiare un partito che ha fatto a Rho i disastri che sappiamo (giunta leghista caduta e città commissariata da mesi)? Quale credibilità pensa di essersi conquistato in questa città? Non era meglio sostenere Romano, persona seria, indubbiamente moderata, di formazione cattolica (tra l’altro ex-democristiano confluito nel PD)?
Le sarei grata se volesse dare a me e agli increduli cittadini di Rho una risposta chiara,
grazie

Alessandro Sancino
Alessandro Sancino
13 anni fa

Carissima Maria, innanzitutto grazie per il tuo post. A Rho non abbiamo mai sostenuto Cecchetti: al primo turno eravamo con la PDL senza la Lega ed al secondo turno non ci siamo apparentati nè con il PD, nè con la Lega. So che qualche esponente locale dell’UDC ha fatto dichiarazioni di voto per Cecchetti, ma erano a titolo personale, così come altri esponenti regionali dell’UDC hanno fatto dichiarazioni per l’ora Sindaco Romano, del PD, sempre a titolo personale. In ogni caso a Rho il simbolo dell’UDC non è stato mai a fianco di quello della Lega sulla scheda elettorale: questa è stata la nostra linea. Ciao, Alessandro Sancino (Coord. Prov. Milano UDC)



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