Non al centro, ma avanti!
@ninocalabro53 E’ un impresa collettiva e plurale che si deve rivolgere agli italiani.Siamo in gestazione obiettivo 2013!
— PierferdinandoCasini (@Pierferdinando) Aprile 23, 2012
“Riceviamo e pubblichiamo” di Francesco Scavone
Sarà che a me non è mai piaciuta la politica del massacro e quella degli spot, sarà che in queste settimane si diffonde un clima di rinnovamento generale, ma l’idea di un nuovo Polo, di un Partito della Nazione, mi entusiasma ed affascina particolarmente. O meglio, non idea. L’ idea è un qualcosa di ancora astratto e informe: potremmo definire così i proclami azzardati di Alfano, che rischiano di ripetere le vecchie, sbagliate esperienze del predellino. Quello del partito della nazione è senza dubbio un progetto, senza demagogie, concreto e reale. E’ da tempo che abbiamo lanciato questa sfida al Paese, ovvero quella della formazione di una grande aggregazione moderata, plurale, responsabile. Una sfida lanciata alla politica e alla società civile, per mettere insieme il meglio e dare all’Italia finalmente una voce di verità e di azione. Questo, inoltre, è un progetto che rispetto agli altri può godere di un valore aggiunto: l’UDC non ha fallito, non si trova dinanzi ad un punto di non ritorno; compie un atto di generosità e di lungimiranza. L’UDC non azzera i suoi vertici per avere un posto in più tra i media, ma per segnare il passo e porre le prime basi concrete per ciò che accadrà a breve.
Alcune riflessioni sono d’obbligo. Sui social network, diventati ormai la voce e lo specchio della società, maggiormente delle nuove generazioni, si notano reazioni scomposte e addirittura scettiche. Ma cos’è che un giovane si aspetta da una nuova avventura politica? Cosa potrebbe spingerlo ad apprezzarla ed a condividerne caratteri e prospettive? Mi esprimo per esperienza personale: risposte e partecipazione, concetti troppo spesso evocati, ma che difficilmente trovano la dovuta realizzazione. Soprattutto in momenti come questi, nei quali è bassa la fiducia verso i partiti ed è semplice confondere le risposte con il populismo e la partecipazione con le lotte di quartiere; momenti in cui la soluzione a tutti i mali sembra essere l’antipolitica senza proposte, i comizi di sole accuse e nessuna prospettiva.
Io, da giovane e cittadino, mi aspetto invece che si consolidi un’area coraggiosa, che sappia dare le vere risposte, parlando il linguaggio della sincerità e della limpidezza. Faccio un esempio: non mi aspetto un partito che sul tema della previdenza dica che tutto è al posto giusto e che, magari, prometta irrealizzabili riduzioni dell’età pensionabile. Mi aspetto, invece, un partito che sappia analizzare anche i temi più spinosi con coerenza, e non avere timore di dire agli italiani ciò che è veramente necessario per assicurarci un futuro migliore. Ed è attraverso tutto ciò che passa la partecipazione di cui parlavo. Le scelte che sembrano impopolari oggi sono le porte del vero futuro, che aprono ai giovani non possibilità odierne che sono in realtà false chimere, ma grandi prospettive di crescita e modernità. E’ la buona politica che privilegia le nuove generazioni, lavorando a fondo e senza sconti sul presente per consegnare alle stesse le chiavi di un avvenire sereno.
Alla luce di queste considerazioni, sono convinto che i presupposti siano buoni e dalla nostra parte, e fanno ben sperare per la realizzazione di questo grande ed ambizioso progetto. Abbiamo le carte in regola per contare e dire la nostra, per essere “non al centro, ma avanti” – come ha detto Casini.
In conclusione, vorrei citare alcune parole pronunciate da De Gasperi in un congresso provinciale della DC nel ’47: “Bisogna impegnarsi a fondo. Mai impegnarsi a metà: quando si ha una convinzione e si è chiamati ad una certa responsabilità, allora non ci sono limiti, tutta la persona, tutte le fatiche, tutto lo spirito deve essere dedicato a quel lavoro.” Ebbene, impegniamoci a fondo come abbiamo sempre fatto: saremo protagonisti!